La vedova del miliardario (1220)
I magnati della finanza di solito incutono timore, ma non sono particolarmente amati. Nessuno però è mai stato avversato e odiato quanto il ricchissimo Sigsbee Manderson, la cui morte improvvisa e violenta nel giardino della sua villa getta ilmondo finanziario nel panico. Oltre alla polizia, si mobilita anche la stampa e sulla scena del crimine arriva Philip Trent, aitante e scaltro giornalista. Al cui occhio attento non sfuggono particolari contraddittori: perché Manderson, pur vestito di tutto punto, non ha la dentiera? Delitto passionale o qualcosa di ben diverso?
E.C. Bentley nato a Londra nel 1875, studiò alla St Paul’s School insiemea G.K. Chesterton, amico per la vita, e poi a Oxford. Si dedicò quindi al giornalismo, lavorando per prestigiose testate come il “Daily Telegraph”. Scrisse poesia, saggistica e polizieschi. Morì nel 1956.
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Posted in Giallo (serie regolare), I Classici del Giallo
giugno 6th, 2009 at 15:40
Un libro che ci riporta di colpo ai giorni nostri. Qui abbiamo il ricchissimo magnate della finanza Sigsbee Manderson che fa il bello e il cattivo tempo negli affari della Borsa. Tutti lo temono, tutti lo odiano. Fino a quando gli capita quello che dovrebbe, pardon potrebbe, capitare a chi ha troppa fortuna. Di lasciarci le penne senza volerlo. E allora arriva il caos finanziario…
giugno 9th, 2009 at 12:06
Ad indagare il giovane pittore-investigatore Philip Trent in buona concordia (di solito avviene il contrario)con l’ispettore di Scotland Yard Murch. Per chi non lo avesse letto nell’edizione del 1989 lo consiglio senz’altro.
giugno 9th, 2009 at 12:18
Grazie per il consiglio, Fabio
Aspetto un contributo anche per il romanzo della Disney.
Saluti a Jonathan
giugno 9th, 2009 at 13:32
Quello della Disney non l’ho preso. Per ora. Jonathan viene sù bello gadollo ingozzato di latte come un maialino da latte, appunto. La sua mamma ha paura che diventi grasso ed io ho paura che lei sia un pò stressata…Per ora non fa che succhiare, girare gli occhi in qua e là, fare i ruttini e scachicchiare fregandosene altamente dei problemi della vita. quando gli gira storto incomincia a strillare ma con una lenta, metodica preparazione fatta di storcinamenti della bocca che non finiscono più.
giugno 9th, 2009 at 13:52
Bella notizia! un bambino che non fa storie quando si tratta di mangiare
Si, forse la mamma è un po’ stressata, ma è bello sapere che Jonathan non lo è
In base ai vostri consigli ho deciso di comprare sia il romanzo di Bentley che quello della Disney
Alla prossima
giugno 9th, 2009 at 15:31
Siccome mi segui sempre (e ti ringrazio della fiducia) allora vai su http://www.milanonera.com/?cat=108 e vedi un pò delle mie simpatie e antipatie giallistiche scritte, spero, in maniera piacevole.
giugno 10th, 2009 at 00:44
@Silvia : hai fatto bene. Hai la mia benedizione.
giugno 10th, 2009 at 09:42
@ Fabio: andrò a visitare il sito consigliato e sono sicura che le tue simpatie ed antipatie giallistiche saranno descritte con una buona dose di spirito Toscano
@ Piero: Grazie per la benedizione
giugno 10th, 2009 at 11:54
Guarda Silvia
ho scritto centinaia di articoli seri e seriosi e anche un pò pallosi come “Avvinti come l’edera” e dunque sempre più spesso mi dedico ad una scrittura leggera che faccia piacere anche a me stesso.
giugno 10th, 2009 at 13:48
Aggiungo che il segretario del miliardario Sigsbee Manderson sa giocare a scacchi come richiesto proprio dallo stesso Manderson. Gli scacchi si infilano dappertutto…
giugno 10th, 2009 at 13:51
Perchè a tuo nipote non gli date invece che del latte, del buon lampredotto ? Così viene su come il nonno.
giugno 10th, 2009 at 14:00
@silvia: devi sapere che un mio triscugino dovrebbe essere fatto nel 2010, si spera, Beato: la causa diocesana si è già chiusa positivamente qualche anno fa, e tutto è rimesso alla Congregazione per le cause dei Santi a Roma.
Chi meglio di me, che avrò un beato in famiglia, può darti una benedizione?
Sì lo so che stai per dire: dalla anche a qualcun’altro.
Vabbè, la do ad Altieri, mi sento buono, per quello che è uscito questo mese. Per il mese prossimo se la scordi però.
Quando darà il via libera all’Halter tradotto, ne avrà una doppia.
giugno 10th, 2009 at 15:39
Caspiterina Piero tutto avrei immaginato eccetto il fatto che tu avessi una così facile dimestichezza con Santi e Beati!
Certo che se non ti traducono l’Halter tu col cavolo che diventi Beato…
giugno 11th, 2009 at 10:18
L’Halter è stato tradotto, Fabio; e sarebbe già dovuto uscire.
Il fatto che non esca (pensavo uscisse in estate) mi induce a riflettere di più sul futuro dei Gialli Mondadori.
Attualmente come ben supponi tu, sono più diavolo che angelo, più Enrico VI che non Enrico II.
Fatemi uscire l’Halter (anche perchè da quello che ha detto Igor suppongo che sarà l’ultimo Halter che uscirà, SE USCIRA': hai inteso “politicamente” quello che ha detto?) e ridivento Enrico II.
giugno 11th, 2009 at 11:14
Lo volete pubblicare o no questo Halter, maledetti!!!!
Più di così, Piero, non posso fare…
giugno 11th, 2009 at 12:32
Per favore pubblicate l’Halter già tradotto.
Piero non diventerà Beato, ma almeno sarà umanamente contento…:) magari prima dell’autunno
Piero ci dici come si chiama il tuo triscugino prossimo Beato?
giugno 11th, 2009 at 14:23
Sto parlando di Enrico VI di Hohenstaufen e di Enrico II il Santo, Fabio : poi tu sei ex professore di lettere, quindi…
giugno 11th, 2009 at 15:18
Professori si nasce, non si diventa. Ed io lo nacqui!
giugno 11th, 2009 at 15:45
Metto le mani avanti: non si sa mai.
Sapete, prima qualcuno mi dice che uscirà Halter, poi non esce più. Così per il triscugino, defunto da parecchio, e nella pace dei non più.
Chissà se sta ora parlando con Lanteaume o con Windry : se davvero fosse, vorrei tanto sapere cosa direbbero loro..del Giallo Mondadori.
giugno 20th, 2009 at 18:46
A leggerlo con gli occhi di oggi, a quasi cento anni dalla sua prima pubblicazione, La vedova del miliardario non sembra proprio un capolavoro. La vicenda, il ritmo, i personaggi: francamente tutto funziona a stento. Il carattere del protagonista, poco credibile, fatica ad affermarsi e in generale l’economia dei personaggi risulta bizzarra. Prendiamo ad esempio Murch, l’ispettore di Scotland Yard: nella prima parte del romanzo sembra assumere un ruolo importante e invece a un certo punto scompare senza lasciare traccia nella struttura della vicenda. Vicenda che si rivela troppo discontinua per risultare appassionante: i colpi di scena non sorprendono, piuttosto disorientano e, da un certo punto in poi, annoiano. Eppure questo romanzo, che sa regalare alcuni momenti di alta letteratura, ha rappresentato un caposaldo della storia del poliziesco dello scorso secolo. Occorre allora considerarne il valore storico: se ha perso agli occhi del lettore contemporaneo ogni forza innovativa, all’epoca della sua pubblicazione rappresentò un punto di rottura con la tradizione ottocentesca del poliziesco anticipando temi e modi di quell’Agatha Christie che di lì a pochi anni avrebbe definitivamente inaugurato la nuova era del British mystery. Solo così, inquadrandolo in un contesto bibliografico, lo si potrà effettivamente valutare ed, eventualmente, apprezzare.
giugno 20th, 2009 at 21:03
Pochi libri reggono l’urto del tempo. L’apprezzamento è dato spesso dalla conoscenza che il lettore ha del contesto storico in cui nascono e si sviluppano. Senza questa conoscenza il libro perde molto del suo fascino.