Uno sconosciuto nella mia tomba (1207)
Daisy Harker, felicemente sposata, una vita tranquilla. Daisy Harker, incapace di sfuggire a un incuboricorrente. Quello di essere morta il 2 dicembre 1955, quattro anni prima. E di vedere chiaramente la propria tomba. Nonostante le rassicurazioni di tutti, Daisy si convince che qualcosa è accaduto in quel giorno maledetto, qualcosa che lei ha vissuto e forse rimosso. Ma cosa? Sarà Steve Pinata, investigatore privato di origine messicana, a trovare la tomba dell’incubo… aprendo la strada a un nuovo incubo.
Margaret Millar (1915-1994) studiò all’University of Toronto. Sposò il celeberrimo giallista Kenneth Millar, alias Ross MacDonald, che lei aiutò all’inizio della sua carriera. È considerata una delle grandi autrici del giallo americano per il rigore della trama, per la tensione, il pathos e la finezza della scrittura.
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Posted in I Classici del Giallo, Le collane del Giallo
ottobre 30th, 2008 at 16:45
Curioso come non solo Ross MacDonald, marito della Millar, ma anche Davis Dresser, sia stato aiutato dalla moglie, Helen McCloy, anche lei celebre scrittrice americana, a divenire famoso.
E’ prevista l’uscita di qualche altro inedito della McCloy in futuro, dopo questa riuscita della Millar, scrittrice non molto pubblicata negli ultimi anni ?
Ieri ho letto, mentre ero in ospedale per un day hospital, Omicidio a Scena aperta, della McCloy, pubblicato due anni fa nei Classici : un superbo poliziesco !
ottobre 30th, 2008 at 17:06
E’ bene specificare che Davis Dresser era il vero nome di Brett Halliday, cosa che non tutti sanno.
Anche molti dei romanzi della Allingham – per restare in tema coi Gialli del mese – sono stati scritti con la collaborazione non accreditata del marito, Philip Youngman Carter, che infatti dopo la morte della moglie ha proseguito per qualche anno da solo a scrivere libri con Albert Campion.
Lo stesso vale per Patricia Wentworth che, essendo quasi cieca, dettava i suoi romanzi al marito, George Turnbull. Quest’ultimo, poi, li rielaborava e li faceva battere a macchina. Infine la coppia buttava giù la versione finale.
Margaret e Kenneth Millar, invece, non hanno mai scritto niente assieme. Kenneth Millar/Ross Macdonald ha sempre sostenuto che, dei due, la più brava fosse nettamente la moglie, anche se la diversità di stile e ambientazioni rende questo paragone abbastanza improprio.
novembre 16th, 2008 at 02:04
Sto leggendo “Una torre per il profeta” della MIllar. Avendo letto Macdonald, incuriosito l’ho acquistato in un negozietto di libri usati. Devo dire che dopo le prime pagine, che mi avevano lasciato perplesso, il romanzo decolla decisamente, e lo stile è avvero gradevole, probabilmente perché intriso di digressioni psicologiche che non ti aspetti. Molto brava.
novembre 20th, 2008 at 15:50
GIU’ IL CAPPELLO, SIGNORI : UN GENIO !
E’ il commento storico che Robert Schumann pronunciò all’apparire di Chopin, commentando le sue Variazioni sul Don Giovanni op.2.
Mi pare che niente potesse calzare meglio, se non queste parole, per definire il rispetto mio nei confronti di una giallista di razza, come Margaret Millar.
“UNO SCONOSCIUTO NELLA MIA TOMBA” è un AUTENTICO CAPOLAVORO !
Intendiamoci però… non è Giallo Classico. E’ invece un romanzo a metà tra l’Hard Boiled e il psicologico (meglio..psicanalitico).
A prima vista, e fino alle ultime 80 pagine è scritto bene, ma è alquanto incasinato, e sembra di più un romanzo sul disturbo comportamentale che non un romanzo poliziesco : una tizia che sogna la sua tomba con data di nascita e di morte, un padre ubriacone, una madre insopportabilmente “vizi privati e pubbliche virtù”, un marito apparentemente votato al bene della moglie, un detective mezzo messicano burbero e duro ma capace di gesti umani, una tizia votata a fare figli e mezza disturbata, sua madre del tutto. E questo è il commento più o meno che avevo scritto a Marco (Piva) su email. Ma gli avevo detto che mancavano un’ottantina di pagine..
Infatti. Ma cosa accade in quelle ottanta pagine ! Un tourbillon di situazioni, di rivelazioni, di false verità che si trasformano continuamente fino ad assumere il contorno di una verità sconcertante, che avvince. Fino al movente, che si rivela nelle ultime due parole dell’ultima pagina.
Non leggetele prima di leggere il romanzo : vi perdereste un finale da antologia!
Che mi ricordi, negli ultimi anni solo romanzi come “Cent’anni dopo” e “Nebbia Rossa” di Halter, e “L’Undicesimo piccolo indiano” di Jacquemard-Senecal, mi avevano colpito così :
STRAORDINARIO !
novembre 20th, 2008 at 22:38
Vi saranno in futuro altre uscite della Millar nei Classici?
novembre 21st, 2008 at 08:55
Piccolo errore : vogliate leggere CENT’ANNI PRIMA e non Cent’anni dopo !
Chiedo scusa
gennaio 20th, 2009 at 21:17
Egergio sig. Dario Geraci,
mi unisco all’appello del sig. De Palma: spero che pubblicherete altri romanzi di Margaret Millar.
Ricordo che sul retro della copertina di Inganno per quattro, Classici del Giallo Mondadori n. 894, data 1/5/2001, era scritto: “Ancora inedita in Italia la serie basata sulle indagini dello psichiatra Paul Prye, l’unico vero personaggio fisso da lei creato”. Non sarebbe bello ripartire da lì?
Confesso che sono triste perchè nelle biblioteche della mia zona ho trovato un solo suo romanzo, appunto questo Uno sconosciuto nella mia tomba (edizione Mystbook 1990), e in libreria nemmeno uno!
Dei cinque romanzi che sono riuscito a leggere mi ha colpito maggiormente Cercatemi domani, sarò morto (CGM n. 746): pur nella semplicità della trama Millar vi sfodera una scrittura più CONCISA del solito, e magnificamente evocativa.
In attesa di un riscontro porgo distinti saluti,
Mattia
gennaio 20th, 2009 at 21:23
Gentile Sig. Conzato,
Convengo per quanto riguarda il giudizio su Margaret Millar. Per contro devo informarLa che non è prevista alcuna pubblicazione di tale autrice nel corso dei prossimi sei mesi. Continui però a leggerci, in quanto, tutte le notizie in merito alle pubblicazioni del Giallo Mondadori passano da questa stazione virtuale. La ringrazio per l’attenzione. Cordiali Saluti.