Donald E. Westlake
L’umorismo è il più eminente meccanismo di difesa. (Sigmund Freud)
Alcuni lo conoscono come Richard Stark, altri come Tucker Coe, altri ancora come Samuel Holt. Di certo tutti conoscono un grandissimo autore: Donald E. Westalke. Westlake, che ritroviamo questo mese in edicola con il Giallo Mondadori in ben due volumi (Parker – L’inferno in terra) e (Il signor omicidi) ha avuto il grande merito di stravolgere in modo assolutamente rispettoso i cardini della letteratura noir. Distaccandosi dal cliché dell’investigatore proto-Bogart, va a creare una miscellanea letale fatta di umorismo nero e calembour che affascina ancora dopo molti anni migliaia di lettori.Donald Edwin Westlake nacque a Brooklyn il 12 Luglio 1933. Trascorre l’infanzia ad Albany, studia presso il Champlain college e l’Harpur college senza però laurearsi. Dopo aver lavorato come trovarobe, impiegato in una compagnia di assicurazioni ed all’ufficio di collocamento di New York vive per qualche tempo in Europa dove lavora in una agenzia letteraria. Successivamente, compie una tappa fondamentale per il suo avvenire di scrittore, viene assunto come lettore di manoscritti, e qui, impara analizzando i testi, come scrivere romanzi che possano piacere sia ai lettori sia agli editori. Inizia così la carriera di uno tra i più prolifici autori noir di sempre. Con lo pseudonimo di Richard Stark, dal 1963 comincia a scrivere gialli che hanno come protagonista Parker, un rapinatore che fa della determinazione la sua arma vincente. Qui Westlake gioca con le regole del genere, mescola sapientemente la lezione dei padri Hammett e Chandler, sviluppa e si appropria del concetto di Pulp Fiction tanto caro alla generazione della Black Mask e, fattore più importante rinnova con metodologie proprie il registro “duro e puro” del genere. Se resta innegabile il fatto che Westlake abbia assunto molte identità, è altrettanto vero che i suoi personaggi sono mossi da un file-rouge molto netto. Stark, ad esempio non è mai completamente malvagio, mai totalmente corrotto, mai interamente immerso nel marciume, il che distanzia l’autore dalla scuola cosiddetta dei “duri” che voleva i propri “cavalieri” essere con molte più macchie sulle proprie candide camicie. Come sostiene l’autore stesso: “Parker rappresenta il mio desiderio di essere competente […] e Grofield il mio desiderio di prendere le cose alla leggera” (R. Di Vanni, F.Fossati, Guida al “giallo”, Gammalibri, Milano,1979). Attenzione però, non stiamo certo parlando di un autore umoristico. Westlake tanto per intenderci non è assimilabile ad un Bukowski, quanto piuttosto, chiedendo ausilio al cinema, ad uno Chabrol. Si, il lirismo scanzonato dell’autore è simile ad alcuni duri con la faccia da schiaffi della nouvelle vague e post-nouvelle vague francese. Westlake, che definire “giallista” risulta alquanto riduttivo, ha saputo affondare i propri colpi, le proprie critiche sociali in modo deciso ma gagliardo. E’ allo stesso tempo durissimo ma sarcastico. I suoi romanzi, qualunque tema trattino, qualunque personaggio abbiano come protagonista non si limitano ad essere dei grandi thriller, essi sono la testimonianza vivente (in quanto i libi sopravvivono agli uomini ) che per combattere il nemico, sia esso uomo o sistema, non basta avere qualcosa in più di lui, occorre toccarlo nel profondo, nelle sue contraddizioni e idiosincrasie, con decisione si, ma soprattutto con classe.
DG
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Posted in Extra, Pulp Corner
luglio 17th, 2008 at 17:14
Iperdibile per tutti la riproposta dei romanzi di Stark-Westlake dedicati a parker…pietra miliare per chi vuole conoacere il nero..e anche scriverlo
luglio 24th, 2008 at 16:07
Stark e Westlake tornano in Mondadori dopo anni di peregrinazioni presso altre case. Cio’ vuol dire che potremo leggere ancbe i romanzi ancora inediti con protagonista il mitico ladro Dortmunder? Direttore Altieri, dacci buone notizie!