“La duchessa delle Highlands” di Karen Ranney – Classic 1057

ROMANZI_1057Il suo cuore gli apparteneva,
ma lei non poteva essere sua

In società Emma, duchessa di Herridge, è conosciuta come la Regina di Ghiaccio. Ma nessuno sa quale inferno il defunto marito le ha fatto vivere, e neppure che un malvagio zio ora vuole obbligarla a risposarsi per poter mettere le mani sulla sua fortuna. A evitarle questo amaro destino è un ladro penetrato in casa, costretto a rapirla per salvare le apparenze. Questi è niente meno che Ian McNair, conte di Buchane, signore di Trelawny, che in lei scopre una persona totalmente diversa da quella dipinta dal ton: una donna sensuale e appassionata, una tentazione a cui non può resistere. Anche Emma, nelle braccia del potente scozzese, inizia a credere che l’amore sia davvero possibile…

Note:

LA DUCHESSA DELLE HIGHLANDS ( A Highland Duchess ) è il secondo romanzo della trilogia “Tulloch Sgàthán”, detta anche “trilogia dello specchio” perché i romanzi che la compongono parlano dell’effetto di uno specchio sulla vita di tre donne.
La trilogia, che si è aperta con OFFERTA IN SPOSA ( Sold to a Laird ) – nr. 1040 de I Romanzi Classic, proseguirà con “A Borrowed Scot”, di prossima pubblicazione.
Tra le altre opere di Karen Ranney già pubblicate in precedenza da Mondadori, ricordiamo L’AMANTE SCOZZESE ( The Scottish Companion ), EDUCAZIONE D’AMORE ( An Unlikely Governess ) e INSIEME DOMANI ( A Scotsman in Love ) nella collana I Romanzi Passione; IL DIAVOLO DI AMBROSE ( The Devil Wears Tartan ) nella collana I Romanzi Classic.

Ambientazione:

Inghilterra + Scozia, 1864 ( epoca vittoriana )

*** ebook prossimamente disponibile ***

Commenti
  • Alice69

    La Ranney mi piace, il primo romanzo di questa serie “Offerta in sposa” l’ho amato molto, e’ stato molto dolce e romantico e naturalmente leggero’ tutta la serie.

  • Matesi

    Non so se riuscirò a elencare tutti i motivi per cui trovo questo romanzo orribile. Innanzitutto il motivo dello specchio è davvero un pretesto narrativo risibile. Lo si cerca solo occasionalmente e non si capisce perché; mi pare di non averlo capito neanche nel precedente volume della serie, e qui non facciamo un passo avanti.
    Tutto l’episodio del rapimento è inverosimile e, per dire la verità, davvero idiota: non si comprende proprio perché la protagonista non si ribelli e finisca addirittura per innamorarsi del rapitore. E, prima che qualcuno me lo obietti, non siamo neanche dalle parti della sindrome di Stoccolma.
    Insomma, non si tratta affatto di un romanzo rosa, ma di una specie di giallo. Dico una specie dal momento che l’autrice non cura per niente la psicologia dei personaggi, che si muovono in modo sempre poco convincente. Per giunta non ho gradito per niente il colpo di scena finale. Ma questo mi capita spesso nei gialli, ed è il motivo per cui non amo il genere.
    Ma il difetto più grave è che leggendo ho sofferto troppo, sia nei numerosi momenti in cui si rievoca l’antefatto della storia, sia nei vari snodi della vicenda. E non leggo i rosa per sentirmi stringere lo stomaco per tutto il tempo!

  • Alice69

    Ho finito il libro ieri sera e ancora sono combattuta sull’opinione che me ne sono fatta.
    Da una parte non posso dire che non mi sia piaciuto, certamente non quanto il primo, dall’altra ho sofferto troppo insieme a Emma e Ian: lei ha un terribile passato alle spalle e fino a pochissime pagine dalla fine, per diversi motivi, il loro amore, evidente quasi fin da subito, sembra senza alcuna speranza, naturalmente il lieto fine c’è ma quanto dolore e disperazione, quanti gesti d’affetto negati, quanti sentimenti non espressi, quanti dialoghi colmi di amarezza e di consapevolezza da parte di entrambi di non avere quasi nessuna speranza di poter essere felici insieme e di condividere la vita.
    A volte poi non ho capito il comportamento di Emma, così legata al rispetto delle convenzioni e del decoro nonostante, non per sua responsabilità, la società l’avesse ostracizzata ed esclusa, ed inoltre i suoi assurdi sensi di colpa per un passato orribile nel quale lei era stata solo vittima, insomma quasi un desiderio di essere martire. Per fortuna alla fine Emma si rende conto che solo con Ian potrà essere davvero felice, e da parte sua lui non ha nessuna intenzione di lasciarla andare.
    Spero che l’ultimo libro della trilogia sia un po’ più spensierato…

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