Amanda Firth si presenta: una lettera

In occasione dell’uscita del primo romanzo della trilogia “I segreti dei teatri di Londra”, Dietro il sipario, Amanda Firth si presenta con una lettera davvero accorata alle lettrici de I Romanzi, svelando qualche dolce e piccante lato del suo animo e della sua scrittura.

 

EXTRA_84Carissime Amiche,

Mi chiamo Amanda Firth. È un nome che mi sono scelta per cui me lo tengo come cosa preziosa, cercata e voluta.

Vi racconto, se volete, come l’ho trovato. Amanda, mi ricorda in qualche modo il gerundio del verbo “amare”, ma coniugato al femminile; come se questa splendida azione del cuore, potesse avere una declinazione di donna, fatta di arguzia e lealtà.

Il cognome, è un omaggio ad un attore inglese, Colin Firth, di cui ho molta stima professionale e personale. In particolare, lo ricordo nell’interpretazione di Darcy, il nobiluomo di cui si innamora Elizabeth Bennet, nel bellissimo sceneggiato che la BBC trasse da Orgoglio e Pregiudizio, il capolavoro di Jane Austen.

E se la sagace Lizzy si innamora di un uomo del genere, ecco, io credo che vi sia del buono.

I romanzi dell’epoca dovevano, per ovvie ragioni di censura, tralasciare i dettagli amorosi, quei giochi erotici che, finalmente, la caduta del velo d’ipocrisia ci permette oggi di narrare. Ma l’acume femminile, per fortuna, resta.

Mi occupo, durante la notte, di scrutare il cielo e ricavare traiettorie da tradurre in numeri, spostamenti celesti che hanno a che fare con la fisica del cosmo e, a volte, con il sottosopra dell’animo. Di giorno, invece di dormire, mi diverto a inventare un cielo di parole e di racconti.

Le tre storie che ho pensato per i nostri prossimi incontri e che compongono una piccola saga di cui è protagonista Nancy, sono ambientate in teatro.

Sono affascinata dalle quinte, le luci capaci di inventare mondi irreali fino all’alzata del sipario ma che si fanno concreti nelle parole degli attori e nel respiro del pubblico. Le infinite possibilità di reinventare noi stessi, sperimentarci nelle molteplici vite impossibili nel concreto ma concepibili nella nostra mente.

 

E noi donne siamo particolarmente capaci di inventare ciò che non c’è, di arricchire gli spazi con la fantasia, diventare eroine a dispetto di una quotidianità che ci vorrebbe piccine, relegate a ruoli secondari. Non credete?

Sono lieta della curiosità che già manifestate per me, Amanda, e spero vogliate accogliere le mie storie e miei personaggi con simpatia e permettere loro di sedersi accanto a voi fra le pagine dei libri, alcune leggendoli sfrontatamente su un autobus o su un treno (vi ho viste!), altre lontano da occhi indiscreti, o su un comodo supporto elettronico e su questo blog. Così, come fossimo amiche di lunga data, (ciascuna con un nome reale, o fittizio, uno pseudonimo, una parola cara) perché è la sostanza che conta.

Ci racconteremo fatti e sogni, davanti a una tazza di tè o per chi preferisca (io sono fra queste) un bicchiere di vino.

Io, Amanda, spero di farvi buona compagnia.

In alto i calici!

 

                                                                                                                                                                               Amanda Firth

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