Copertina molto bella e la Quinn mi piace molto, anche se ultimamente….non è che sia stata al meglio. Ma la leggeró SEMPRE!

Questa serie mi ispira tantissimo!!

I romanzi della Quinn li ho tutti e prenderò anche questa serie. Il quartetto Smythe-Smith compare anche in molti altri romanzi, anche in qualcuno della saga Bridgerton. Ogni anno c’è un saggio dove queste povere ragazze sono costrette a suonare massacrando regolarmente Mozart e Bach. Compaiono anche nel romanzo Quella volta a Londra. La Quinn sta diventando come la Balogh, dedicando serie a personaggi minori di altri romanzi, ed è una vera faticaccia starci dietro!

La Quinn è una delle mie autrici preferite, ma questo romanzo non mi ha proprio coinvolta.
La storia d’amore tra Marcus è Honoria praticamente non c’è. I due non hanno mai una conversazione decente, non si assiste ad alcun corteggiamento e non ci sono scene d’amore memorabili (la scena che si svolge alla fine del capitolo che precede l’epilogo probabilmente dovrebbe rappresentare una grande dimostrazione d’amore, ma a me è sembrata solo un’inutile forzatura).

Una parte del libro che proprio non ho gradito è quella in cui la Quinn si sofferma a descrivere nel dettaglio la procedura di medicazione della ferita di Marcus. Avrei preferito che sorvolasse su certi particolari o che almeno si astenesse dal ripeterli più volte, perché in alcuni punti sono rimasta piuttosto nauseata.

Gli unici passi in cui il romanzo si risolleva sono quelli in cui si parla con frizzante ironia del quartetto musicale.

Spero che nel prossimo volume la Quinn torni a essere quella di sempre.

Imbarazzante.
Una Quinn davvero irriconoscibile. Il romanzo è un concentrato di inverosimiglianze: innanzitutto un single senza famiglia può essere solo, ma non in una tenuta con decine e decine di domestici; impossibile che un medico non si accorga di una ferita in suppurazione, che immagino non profumasse di gigli; impossibile che una governante dell’epoca non sapesse pulire una ferita; impossibile che una ragazza nubile assistesse giorno e notte un uomo seminudo, addirittura sdraiandosi sul letto al suo fianco.
La seconda parte è ancora più scadente, quando l’autrice riprende il tema usuale nella serie Brigdgerton e costola del famigerato, stonatissimo quartetto Smythe-Smith, che fin dal nome si sarebbe prestato a notevoli variazioni comiche. Ma anche qui la Quinn fallisce alla grande, nonostante che in passato abbia dimostrato grande inclinazione per il romanzo brillante. Taccio sul modo a dir poco inverosimile in cui viene sciolto il nodo sentimentale, che secondo me era l’unico spunto potenzialmente fecondo: quello di un amore che sboccia all’improvviso fra due persone che si conoscono fin dall’infanzia.
Insomma, un titolo da dimenticare subito.

E’ vero, la trama e’ scarna e presenta alcune assurdità , ma è’ piacevole da leggere, leggera, e mi ha fatto sorridere più volte .

La Quinn, quasi intoccabile , davvero non brilla in questo primo romanzo sul disastroso quartetto musicale.
Ho letto per fortuna già il secondo, in un’altra lingua ,la storia di Daniel, il fratello che ritorna dall’eslio dopo un duello, ed è tutta un’altra storia.
Pazienza…….
MariaT.

Ciao! Vorrei sapere per quando è prevista la pubblicazione di “Sum of all kisses”, grazie.

Wow. Grazie!