Roberta Ciuffi presenta: ERI NEL MIO DESTINO
Care amiche,
eccoci al terzo e ultimo romanzo della serie medievale che ho chiamato ‘dei Buatère’. Scrivere una trilogia è un’impresa più impegnativa di quanto avessi immaginato. Gli anni passano – anche quelli letterari – e i personaggi inevitabilmente devono cambiare (come diceva mia madre: non invecchierò solo io, no?) ma restando comunque se stessi, conservando parte di quei tratti che li rendono unici e riconoscibili. Eric è diventato un po’ più burbero e protettivo, Bianca più posata e sicura di sé; Gytta ha assunto dalla sua nuova posizione di contessa una certa aria di importanza e l’ambizione di Leo gli impedisce ancora di deporre le armi, prima di essere in grado di fondare una città che perpetui il suo nome. Alcuni personaggi di contorno, poi, sono cresciuti con la storia, hanno avuto altri figli, assunto nuove posizioni. Come nella vita reale, in una serie tutto cresce e cambia col tempo.
Nello scrivere ogni episodio ho dovuto tener conto di quello che lo avrebbe seguito, per conservare la coerenza ma anche per non bruciarmi delle possibilità. Se un personaggio poteva diventare interessante, non mi sarei fatta un favore facendolo uccidere al primo episodio… anche se forse se lo sarebbe meritato.
A volte più che di programmazione si è trattato di fortuna. Accenni buttati là senza alcuna intenzione sono diventati determinanti per il seguito. Ricordate l’inizio di ‘Tra le tue braccia’, quando Eric scopre tra i cadaveri di un villaggio sterminato dai banditi il corpo di un ragazzetto e poi quello di una donna anziana dal profilo aristocratico? All’epoca si trattava solo di poche righe per descrivere una situazione, e invece quelle poche righe si sono trasformate nel germoglio del secondo romanzo. La donna anziana era la contessa Susanna, la nonna di Gytta, e il ragazzetto suo fratello… e questo ha dato l’avvio alla seconda storia.
Quando scrivo di un’epoca particolare, leggo molto sul periodo, non solo per le informazioni da utilizzare o da trasmettere alle lettrici – poche: non amo fare della didattica – ma per avvolgermi nell’atmosfera dell’epoca, nella speranza di comunicarla a chi legge. Terminare questa serie è stato perciò come uscire da un mondo. E come lasciare dei cari amici. Ho le mie preferenze, ovvio. Adoro Eric e Bianca, ma voglio bene anche a tutti gli altri, alla corte di personaggi che mi ha tenuto compagnia in questi anni, come spero abbia fatto con voi. Tanti personaggi, perché io ho bisogno di varietà, di muovere tante pedine. E nuovi, anche, che magari arrivino a produrre qualche crepa in un tessuto che si supponeva omogeneo.
Non resisto ai personaggi. Arrivano e si insediano nella mia mente, nella storia, con prepotenza. Un personaggio… di cui ancora non vi parlerò, perché è una sorpresa. E poi Barsabas, eunuco e influente personalità della corte di Bisanzio, con i suoi trenta gatti bianchi che ha dovuto abbandonare per seguire la piccola principessa nel viaggio verso la Rus’, per sposare uno sconosciuto principe di quelle parti. E la principessa stessa, Anna Irene Ducaena, figlia dell’imperatore Costantino: dodici anni di arroganza e insicurezza. L’imperiale seccatrice, come la chiama Lando di Castellana, ormai diciassettenne, orgoglioso scudiero del comandante Buatère, ma non abbastanza cresciuto da non commettere qualche pasticcio…
E parlando di pasticci… ricordate Arno? Un’amica mi confessò, dopo la lettura di ‘Tra le tue braccia’, che l’avrebbe volentieri ucciso con le sue mani. È un bene che io non l’abbia fatto, perché circa sette anni dopo è diventato un uomo di tutto rispetto, anche se tuttora soggetto a strani rovesci di fortuna. Come dirà Bianca in un punto di questo romanzo: ‘I guai lo inseguono come lupi affamati’.
I guai… o il destino? Perché nei guai in cui incappa di sua responsabilità, o per caso, Arno sembra guidato da una mano superiore. La stessa che permette a Mair di trovarlo, una mattina in un bosco, e riconoscerlo. E inseguirlo, dando il via alla serie di eventi destinati a cambiare la sua vita e quella di Arno.
Ed eccoci qua, al personaggio che ha mosso le fila di questo romanzo: Mair Enskisdottir, la straniera tra la sua gente, la ragazza figlia di nessuno. È il nome che si è data, perché lei non appartiene a nessuno e nessuno le appartiene. Mair, diversa da tutte, sia dalle facili donne che Arno si è abituato a frequentare nei suoi anni da soldato, sia dalle dame della Pietraia. Nessuna è come lei, e ad Arno ci vorrà del tempo per capire se è un bene o un male… e se questo, in fondo, abbia importanza.
Alla fine di questa presentazione, vorrei mandare un saluto alla cara Manu, il cui entusiastico commento al primo episodio della saga mi è stato spesso di sprone, nei non rari blocchi della mia fantasia, o della volontà.
Un abbraccio, ovunque tu sia, anima romantica…
Roberta Ciuffi
Il primo capitolo de “Eri nel mio destino” è scaricabile gratuitamente dal link qui accanto: Eri_nel_mio_destino
Ho riletto i primi due volumi così da essere pronta per questo terzo. Mi sono piaciuti molto più della prima volta, dal momento che l’inizio, ricordo, non mi aveva entusiasmato: i miei soliti pregiudizi moralistici mi avevano portato a condannare Eric, che aveva rivendicato Bianca per sé, senza neanche informare prima Arno, il suo fidanzato.
L’autrice ha grandi capacità narrative e in questa saga si vedono tutte. Per cui aspetto la pubblicazione del nuovo volume con grande ansia.
Anch’io mando un saluto alla famiglia di Manu, che è stata per noi una grande amica. La prima di noi ad andarsene. Che la terra ti sia leggera, cara!
A proposito, Roberta, immagino che il nome sia Mair e non Maer. Interessante che anche tu non fai comparire la protagonista nel primo capitolo. Per un po’ ho accentrato la mia attenzione sulla principessa. E ammetto che mi pareva davvero un po’ troppo giovane. Anche se ha, mi pare, la stessa età di Giulietta.
Ciao, Matesi. Intervengo subito per correggere: no, il nome è proprio Maer. In lingua norrena, significa ‘ragazza’.
Opss… partito troppo presto. Deve essere stato un errore del correttore ortografico, anche se non so perché.
Maer,la Straniera. Chi é realmente? Perché non ha famiglia? Cosa nasconde il suo passato? Non vedo l’ora di trovare le risposte. I volumi precedenti mi sono piaciuti molto, soprattutto il secondo. Mi dispiace non poter commentare il libro con Manu tramite mail e su questo blog,come facevamo sempre. Lo leggeró anche per lei.
Ragazze, ho letto in questo momento. Non visito spesso il blog ma ricordo i tanti interventi di Manu.
Mi dispiace molto. Nel tempo sul blog tra le lettrici si è creata una bella atmosfera.
@ Roberta Ciuffi
Se questo è l’ultimo della trilogia non leggeremo mai la storia di Lando? Ricordo che desiderava tanto possedere Fulmen, e il fatto che ritenga la principessa Anna una seccatrice mi intriga.
Piú rileggo la presentazione del romanzo e piú mi assale il sospetto che il pasticcio di Lando riguardi la principessa. Sicuramente è solo un’idea bizzarra ma mi diverto a fantasticare su una storia prima ancora di leggerla. Del resto devo ingannare l’attesa.
Ciao Roberta. Ho letto i primi due. Mi accingo a leggere il terzo. Sto imparando molto sul romance storico e, soprattutto, sto tornando indietro nel tempo, a quando ero ragazzina.
PS) Io sono una fan di Leo