Ri-letture

«Se gli uomini non affogano» chiese la sirenetta «possono vivere per sempre? Non muoiono come facciamo noi, nel mare?».
«Certo» rispose la vecchia. «Anche loro devono morire e la lunghezza della loro vita è più breve della nostra. Noi possiamo arrivare fino a trecento anni, quando però non viviamo più diventiamo schiuma dell’acqua, non abbiamo una tomba tra i nostri cari; non abbiamo un’anima immortale e non vivremo mai più: siamo come le verdi canne che, una volta tagliate, non rinverdiscono! Gli uomini invece hanno un’anima che continua a vivere, vive anche dopo che il corpo è diventato terra; sale attraverso l’aria fino alle stelle lucenti! Come noi saliamo per il mare e vediamo la terra degli uomini, così loro salgono fino a luoghi bellissimi e sconosciuti, che noi non potremo mai vedere!».
«Perché non abbiamo un’anima immortale?» chiese la sirenetta tutta triste «io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!».
«Non devi neanche pensare queste cose!» esclamò la vecchia. «Noi siamo molto più felici e stiamo certo meglio degli uomini».
«Allora io devo morire e diventare schiuma del mare e non sentire più la musica delle onde, o vedere i bei fiori e il sole rosso! Non posso fare proprio nulla per ottenere un’anima immortale?».
«No» rispose la vecchia. «Solo se un uomo ti amasse più di suo padre e di sua madre, e tu fossi l’unico suo pensiero e il solo oggetto del suo amore, e se un prete mettesse la sua mano nella tua con un giuramento di fedeltà eterna; solo allora la sua anima entrerebbe nel tuo corpo e tu riceveresti parte della felicità degli uomini. Egli ti darebbe un’anima, conservando sempre la propria».

La Sirenetta – H.C.Andersen

Decisamente nelle favole c’è molta più realtà di quanto si possa immaginare. Se solo non smettessimo di leggerle… E di crederci.

6 commenti

  1. Pubblicato il 22 settembre 2009 at 19:58 | Permalink

    E se solo non smettessimo di scriverle.
    Carmen

  2. Pubblicato il 22 settembre 2009 at 22:31 | Permalink

    Bella prof.Ma non ho capito la fine.
    La sirenetta può diventare un essere umano se solo un uomo l'amasse?

  3. Pubblicato il 22 settembre 2009 at 22:33 | Permalink

    Mi chiamo dario, sono l'anonimo di prima mi sono dimenticato la firma.

  4. Pubblicato il 23 settembre 2009 at 10:26 | Permalink

    Penso che le favole siano uno specchio della realtà e della cultura di una società, in cui l'elemento fantastico interviene per attrarci e alla fine farci comprendere con dolcezza ciò che è bene e ciò che è meno bene… La morale della favola!

    Bellissima questa della Sirenetta. Non la conoscevo.

    L'anno scorso rilessi la "Regina delle Nevi", una delle mie fiabe preferite. Mi colpì una frase alla quale da bambino non prestai attenzione, quando la Regina baciò il piccolo Kay, che all'incirca diceva: "…non ricorderai più niente, il tuo cuore sarà di ghiaccio e non sentirai più né sofferenza, né tristezza…".
    Kay, tuttavia, non avrebe sentito più neanche la felicità.
    Morale: meglio essere freddi ed insensibili per non soffrire o avere un cuore caldo aperto alla gioia ma anche al dolore?

    Bye,
    Charles

  5. Pubblicato il 23 settembre 2009 at 13:16 | Permalink

    Quante rinunce, quanti sacrifici, quanta tristezza, quante volte ci dissolviamo come schiuma del mare nonostante siamo uomini? Dovrebbe essere l’amore a rendere un’anima immortale, ma per amare e farsi amare si deve soffrire e tacere. La sirenetta non conquisterà mai il principe, almeno in Andersen, ma conquisterà il paradiso…così anche per noi un giorno ci sarà una ricompensa…giusto?
    Bisogna perdere, per poter cercare e poi forse ritrovare…
    Io voglio credere alle favole anche quando sembra difficile: semplicemente per continuare a vivere, anche sognando…e di sogni ne ho molti, ma ci saranno sempre gli antagonisti.
    Sai come andrà a finire poi la mia favola, anzi fiaba?
    "…e visse Scontenta ma Felice"

    Ciao prof
    =)

  6. Pubblicato il 23 settembre 2009 at 18:07 | Permalink

    Carmen: già.

    Dario: proprio così, ma leggi tutta la favola. Sulla rete la trovi.

    Charles: grazie del racconto, non lo conoscevo!

    Anonimo: bell'ossimoro, ma nelle favole tutto è possibile…

Scrivi un commento

Devi fare login per scrivere un commento.

libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

Leggi la trama »