Un cuore piccolo

Mi diverto a sondare lo stupore dei miei alunni di fronte ai racconti mitici primordiali. Il Caos, Gaia, Urano, Crono… e le loro vicende violente, incomprensibili, straordinarie, inquietanti. E mi chiedo perché facciamo così fatica ad accettare simili racconti, per quanto “fantastici” siano. Racconti che cercano di spiegare la meraviglia della realtà e che danno contezza di ciò che nella natura sfugge al nostro controllo e non è stato fatto da noi.Dove sono finite tutte le cose che l’uomo non ha fatto con le sue mani? Perché non riusciamo più a vederle? Dove è finito il loro mistero, capace di provocare racconti su racconti? Perché il cielo è solo il luogo delle previsioni per i nostri weekend e la terra il materasso dei nostri giochi? Perché non riusciamo più a vedere le stagioni? Perché non stupiamo più di fronte al miracolo del giorno e la notte? Perché il cielo stellato è ormai solo una scenografia o un effetto speciale? Perché un albero non è più un miracolo?

Perché siamo distratti. Perché abbiamo il cuore troppo grasso (quasi obeso), ingombro, come una soffitta abbandonata, duro, come ciò che ha perso vita.

In cinese prestare attenzione si dice ‘fare il cuore piccolo’ dove piccolo non vuol dire meschino o oppresso, ma piuttosto capace di fare spazio ed accogliere in sé le dimensioni più sottili della realtà.

I bambini hanno il cuore piccolo.
Gli artisti hanno il cuore piccolo.
I felici hanno il cuore piccolo.

Io vorrei un cuore piccolo, per gioire ogni giorno del quotidianissimo spettacolo che mi sto perdendo.

ps. continuate a rispondere all’inchiesta del post precedente…

3 commenti

  1. Pubblicato il 9 ottobre 2008 at 09:04 | Permalink

    Questo post prof 2.0 è esattamente 2.0 e credo che non ci sia nulla di più bello al mondo che rimpicciolire il cuore in sistole (scusate… la cultura fa male) per poterlo riempire in diastole e magnificarlo stupirlo fantasticarlo (dai prof passami i termini e goditi il respiro del mio cuore per un attimo) renderlo presente – dono – per quell’attimo… e poi ricominciare!! E’ questo il rendere il cuore piccolo, è questo meravigliarsi di un pino che non fa altro che intasare lo scarico del tuo terrazzo, eppure.. se lo guardi all’ora giusta del giorno scopri che la luce ci passa attraverso come un quadro di Cezanne in cui ti immergi sfondandolo per guardare attraverso ed andare oltre… così come quando mi sdraio (all’insaputa della mia padrona di casa) sul cornicione del terrazzo (beh… a sua insaputa perchè se cado rischio la pelle) e contemplo le costellazioni che a mano a mano sto imparando a riconoscere.. e questo solo a volte mi ridona tranquillità, nel “carcere rebibbiano” dove vivo =) Senza vittimismi! (Se qualcuno vuol venirmi a trovare offresi cornicione pino e anche una cenetta non male… eheh). Scappo duty calls… GRAZIE ALE! Bellissime parole… e non so mai dirti grazie abbastanza, perchè non c’è segreto per essere grati… se non nel cuore! Un giorno lo conoscerai…

  2. Pubblicato il 9 ottobre 2008 at 18:57 | Permalink

    Aleoli: grazie a te. mi raccomando un cuore piccolo ma senza rischiare un collo rotto…

  3. Pubblicato il 10 ottobre 2008 at 08:20 | Permalink

    Caro Prof 2.0, niente collo rotto… passo di proposito per dire che ieri… sono crollati “tutti i miei sogni”: hanno POTATO IL PINO! Niente più Cezanne e giochi di luce… ma… manco mi hanno chiesto il permesso! Ladri di pini! Haha, anyway le stelle continuano ad essere mie, e quante vorrei guadagnarmene in Cielo… buona giornata a tutti i prof, che sanno guardare la luce oltre i rami fitti dei pini, e spegnere le luci di notte per contemplare le stelle del firmamento che brillano in ogni cuore, nell’angolo più buio, quello della notte oscura…

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