“Il mio cuore nero” di Kerrigan Byrne – Passione 184
“Un amore indimenticabile che arriva da lontano.”
The Library Journal
Dorian Blackwell è un uomo spietato che è sempre riuscito a evitare la prigione e il patibolo. Pur essendo ormai ricco e influente, ha giurato che non si fermerà davanti a nulla per vendicarsi di coloro che gli hanno fatto del male in passato. Nemmeno l’adorabile e innocente vedova Farah Mackenzie potrà sfuggirgli: Dorian è fermamente intenzionato a portarla via con sé nelle selvagge Highlands. Ma Farah non è disposta a essere il burattino di nessuno e, soprattutto, nasconde un segreto che minaccia la sua stessa vita. È la situazione migliore per una proposta scandalosa: sposare Dorian in cambio di protezione…
Note:
IL MIO CUORE NERO ( The Highwayman ) è la prima opera di Kerrigan Byrne che viene pubblicata nella collana I Romanzi.
Si tratta del primo romanzo della serie ‘Victorian Rebels’.
La serie proseguirà con “The Hunter”, di prossima pubblicazione.
Ambientazione:
Scozia, 1855 ( epoca vittoriana )
i può dire a otto o undici anni di avere già vissuto? Si può affermare di aver già perso abbastanza? Tuttavia qualcosa deve essere rimasto, perché Dougan e Farah insieme si completano, e possono dire di aver raggiunto la felicità, anche se sono orfani e ancora troppo bambini.
“Stavo pensando che dato che non hai più una famiglia da amare, potresti amare me.”
“Ma certo che ti amerò, chi altro ti amerebbe, altrimenti?”
“Ci proverò, Fata, ma non l’ho mai fatto.” (…)
“Amare è un po’ come leggere, credo. Una volta che hai imparato, ti chiedi come facevi a non saperlo.”
Ma il destino non ha ancora smesso di giocare con entrambi, meglio dire che deve ancora iniziare. Le brutture arrivano anche nel loro piccolo mondo, in quel cantuccio fatto di tenerezza. Divisi dagli imbrogli e per mano dell’uomo. Un “per sempre” cade in frantumi insieme ad un’amara verità, e un cuore ormai vedovo per l’eternità.
Londra 1872, ben 17 anni dopo. Una donna di legge e l’uomo più temuto e “rispettato” d’Inghilterra. Si dice di lui che non abbia un cuore.
“L’ Anima Nera. Un nuovo tipo di criminale che s’ispirava a quelli del Continente, tanto astuto e spietato da assumere il controllo del sottobosco di Londra senza che nessuno se ne accorgesse. (…) All’ improvviso l’Anima Nera aveva un nome: Dorian Blackwell. (…) Stavolta il campo di battaglia erano le banche e consigli d’amministrazione. (…) Tanti avevano iniziato a considerarlo una sorta di Robin Hood moderno.”
In manette e pestato, così si presenta alla vedova Mckenzie, che non si intimorisce per allusioni o velate minacce. Piuttosto dopo 17 anni un brivido che metterebbe paura a chiunque – sulla pelle di Farah – si trasforma in curiosità, aspettativa… eccitazione. Più pensieri corrono a due occhi disuguali, a segni indelebili che nascondono segreti inconfessabili. A Farah è stato ucciso un sogno, ora qualcuno ha deciso di regalarle un incubo.
Ma sarà proprio così? D’altronde anche il suo nome nasconde un segreto dietro a un sostantivo di troppo. Cosa si aspetta Dorian da Farah? Cosa li accomuna? Condividono forse qualche fantasma del passato…
Un patto intenso, forte, passionale, con dei dogmi da rispettare e pena l’allontanamento. Ed è proprio questo che avviene per la seconda volta nella ancor giovane vita di Farah: perdere l’amore!
C’è chi fa le valige il week-end e se ne va fuori porta, chi invece rientra a casa perché il lavoro lo porta lontano. Io mi sveglio molto presto, un cappuccino, un kindle e un plaid. Rappresento il classico cliché con la nota stonata color blu, ma questo è un dettaglio. Settantasette percento di “Io ho il cuore nero” e la piena consapevolezza che sono completamente fuori, persa, innamorata… La decisione di averlo tra le mani, quando mi mancherà quel senso di protezione e sentirò la necessità di scaldare il cuore.
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La lettura continua fino all’apertura dei negozi, quando inizia la corsa forsennata alla ricerca di Dorian Blackwell. La disperazione per averlo “perso”, e la rivincita per il mio lieto fine… e ve lo dimostro.
Due bambini cresciuti troppo in fretta, costretti a subire “cose da grandi” e a tacere. Se vuoi sopravvivere devi subire. Se vuoi “campare”, devi provare a farti giustizia, vivendo per sempre in compagnia di troppi fantasmi. Ma avrai sempre una vita a metà e un cuore nero. Ombre ad oscurare il giovane passato di entrambi. Un amore acerbo già capace di lenire ferite profonde.
Kerrigan Byrne parte molto da lontano per tracciare i profili dei protagonisti. Crea loro un percorso molto dettagliato che viene svelato dal narratore con intelligenza e furbizia, tenendo incollato il lettore che ha sete di sapere. Mai un tentennamento o un indizio fuori posto. Un equilibrio molto precario, un filo sottile che non vi permetterà di cadere e perdervi, ma che vi stuzzicherà e metterà ansia… fino a che non arrossirete e maledirete la stupidità. Mi riferisco a Dorian, che oltre ad una bellezza maledetta e fuori dal comune, si mostra come uomo forte, possessivo, protettivo… ma con una miriade di debolezze. Farah è risoluta, pronta a lottare contro ogni ingiustizia. E’ in qualche modo anche emancipata, seppur continui a nascondersi dietro quel “sostantivo”. Una costante, a dimostrare che l’amore è capace di resistere nel tempo. Una donna che non cede a lusinghe fino a che non sente di nuovo battere il cuore, e tutto è di nuovo come allora…
“Perché piangi?“
Vorrei rispondere, di felicità e non risulterei affatto banale. “Il mio cuore nero” è sorprendente, originale e pieno di suspense. Un intreccio che non lascia niente al caso, intriso di dettagli che hanno lo scopo di lasciare a bocca aperta. E stupirsi ancora, dopo aver preso coscienza che anche un uomo senza scrupoli come Blackwell, abbia agito senza secondi fini. Tutto è semplicemente perfetto, nell’azione e nei momenti più passionali, fino a rimanere ipnotizzati da un dito che continua a rigirare una ciocca dorata.
“Non è così che funziona l’amore. Naturalmente è un sentimento divorante, ma il vero amore non distrugge e non soffoca. E’ l’esatto opposto della debolezza, poiché l’amore fortifica, libera. Penetra in ogni fibra del tuo corpo e ti rafforza laddove ti senti debole. E’ indispensabile al corpo e allo spirito, come il cibo o l’acqua…”
… e ti tiene in vita. I miei complimenti a Kerrigan Byrne.
Beh,che aggiungere dopo il meraviglioso commento di Maika? Uno dei libri più belli che abbia mai letto.
Concordo con Maika e Lucia f anche per me veramente uno dei più bei romanzi che ho letto ultimamente….grande Autrice la Byrne…attendo al più presto il prossimo…
Che dire come sempre Grandi!!!e Grazieee!!!Per me non mi stancherò mai di ripeterlo leggere è in particolare a mio gusto i miei amati storici mi rilassano al 100%!!!Continuate così!!!❤️