Presentazioni 30 aprile: Pistoia e Firenze

30 aprile – ore 14.30 – Biblioteca Comunale San Giorgio di Pistoia: con le scuole

30 aprile – ore 18.00 – Libreria Edison di Firenze – Piazza della Repubblica

Alessandro D’Avenia

19 commenti

  1. Pubblicato il 28 aprile 2010 at 22:29 | Permalink

    Ale, ma a Pescara verrai mai? O almeno in Abruzzo??

  2. Pubblicato il 29 aprile 2010 at 08:41 | Permalink

    Ciao Alex,
    peccato che non passi anche da Livorno o Pisa…
    comunque, auguri per il tour toscano!

    claudia ’78

  3. Pubblicato il 29 aprile 2010 at 10:59 | Permalink

    Poi domani, dopo la tua presentazione alla Edison, ti aspetto alle 23 (o al secondo spettacolo delle 2 di notte) nel loggiato alto della Biblioteca delle Oblate per la lettura-spettacolo divertita della mia “Storia (parecchio alternativa) della Letteratura italiana”.

    In bocca al lupo a tutt’e due, allora!

    antonella landi

  4. Pubblicato il 30 aprile 2010 at 16:03 | Permalink

    bianca come il latte rossa come il sangue
    Gioia, tristezza, felicità, commozione…e queste sono solo una piccola parte dei sentimenti che ha suscitato in me il libro, anche perché se dovessi elencarli tutti non finirei più.
    Premetto che, purtroppo, non sono un gran lettore e grazie a lei credo di aver imparato ad apprezzare il mondo della lettura.
    Mi hanno toccato tanto profondamente le pagine del suo romanzo da commuovermi e credo che se le pagine di un libro sono in grado di emozionare a tal punto il lettore da far scendere una lacrima sul suo viso, sia da considerarsi un capolavoro.
    Spesso al mattino dopo una notte trascorsa tra i sogni ci capita di voler raccontare fin nei più piccoli dettagli la favola che abbiamo vissuto, cominciamo così a parlare e parlare senza mai fermarci per timore di dimenticare qualcosa e solo dopo qualche minuto ci accorgiamo che la persona a cui stiamo cercando di raccontare il nostro sogno si trova totalmente persa nel fiume di parole che sgorga dalle nostre labbra.
    Non riusciamo a raccontare il sogno di una notte.
    Lei è riuscito, in poche pagine, a raccontare il sogno della vita di un ragazzo dall’inizio alla fine.
    Vorrei dunque ringraziarla per avermi regalato la favola di un sogno e per avermi insegnato a credere nell’irrealtà dei sogni.
    Grazie.

  5. Pubblicato il 1 maggio 2010 at 18:01 | Permalink

    Carissimo Alessandro,
    i miei ragazzi a scuola continuanoi a chiedermi quando potranno incontrarti! Il tuo libro è stato un grande successo!
    Ti aspettiamo al Liceo Don Bosco di Verona!
    Mandaci una data!!!
    Buon lavoro!
    elisa

  6. Pubblicato il 2 maggio 2010 at 20:44 | Permalink

    Carissimo Alessandro,
    non sono un’adolescente perchè ho cinquantanove anni , nove figli e sono insegnante elementare, ho letto il suo libro tutto di un fiato: bellissima la storia, ma ancor più belli e profondi i messaggi in esso contenuti, è stato sorrevole e quei brevi capitoletti erano tutto un invito a procedere nella lettura, in fretta. Ho deciso di comprarne più copie da far circolare tra gli adolescenti e coloro che non lo sono più da un pezzo come me. Complimenti ancora e continui nel suo cammino portando speranza nei giovani. Emilia

  7. Pubblicato il 3 maggio 2010 at 14:00 | Permalink

    Pistoia 03-05-10

    Caro Alex, (se così vuole essere chiamato)
    Ho assistito all’ incontro alla biblioteca S. Giorgio (ero quella che si è quasi sciolta dopo una domanda davanti ad un pubblico di 150 persone).
    Il suo discorso, con noi “ragazzi” da 12 a 90 anni, mi ha particolarmente colpito per la sua grande spontaneità e semplicità; è stato molto diretto e ha toccato gli argomenti chiave del grande libro che è la vita.
    Assieme alle grandi prove che dobbiamo affrontare per scoprire il nostro vero “io”, mi sono accorta di averne superata una, il 30 aprile 2010 grazie a lei che mi ha dato coraggio. Mi piacerebbe avere un’ altro incontro con lei e intanto la ringrazio per avermi aiutato a scalare parte della grande montagna (la Vita).
    Saluti Daniela II A Marconi
    P.S.
    La frase “Scalare la montagna della vita” è stata “rubata” da me dalla mia canzone preferita “The Climb” di Miley Cirus Che le consiglio di ascoltare.

  8. Pubblicato il 5 maggio 2010 at 19:20 | Permalink

    Buongiorno prof. D’Avenia. Volevo dirle che per la prima volta nella mia vita mi sono immedesimato nel protagonista di un libro. Non so quanti ne ho letti di libri nella mia vita, ma penso saremo sulla cinquantina … ah non fraintenda non sono innamorato e non conosco neanche di ragazze con questi “problemi”, però devo ammettere che per il resto io e Leo ci assomigliamo: abbiamo lo stesso nome, tutti e due temiamo il futuro, neanche io sono un asso a scuola, giochiamo tutti e due bene a calcetto, credo di avere anch’ io l’attitudine a portare i capelli in maniera ridicola, ma soprattutto abbiamo la stessa età ricca di problematiche. Comunque leggere il suo libro è stata una avventura riflessiva . Nello stesso libro lei è riuscito a scrivere di malattia, gioia, amore, speranza, morte, rabbia e timidezza. Il risultato di questa lettura infatti è quello di un forte trasporto emotivo provocato dalla capacità del romanzo di trasmettere tutti i sentimenti provati da Leo. Fantastica è però la capacità del protagonista di affrontare passo per passo tutti i problemi della sua vita con calma e coraggio, lasciandosi si, trasportare dal cuore, ma mantenendo anche una sua razionalità; che gli permetterà infine di uscire vincitore dalla sua storia. La stessa capacità che sarebbe importante per ogni ragazzo, al fine di affrontare le singole problematiche della vita nella maniera più consona ,soprattutto in un periodo ricco di perdizioni e facili illusioni come quello adolescenziale .In conclusione la ringrazio, perché ho sicuramente imparato che: se bisogna parlare di una faccenda importante con qualcuno, bisogna farlo e farlo molto in fretta, con coraggio e con la convinzione che nonostante le difficoltà tutto si può risolvere o al massimo migliorare.

  9. Pubblicato il 6 maggio 2010 at 15:23 | Permalink

    BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE
    Professor D’Avenia in una parola:COMPLIMENTI.Perchè?Innanzitutto perché è un libro che fin dal suo inizio ti rapisce e crea nel lettore quella voglia di terminarlo e concluderlo in poco tempo,quella voglia che non ti fa fare nient’altro e che diventa quasi un’ossessione. Ecco la parola che cercavo:OSSESSIONE. La stessa ossessione di Leo per Beatrice. La stessa ossessione che ha Silvia nei confronti di Leo. In secondo luogo volevo ringraziarla per quello che mi ha fatto comprendere questo libro,ovvero di non perdere tempo e di cogliere l’attimo(carpe diem);infatti ho capito che non bisogna lasciarsi sopraffare dagli eventi,non bisogna essere passivi rispetto alle situazioni,ma dobbiamo esserne partecipi e attivi. Inoltre se si ha qualche dubbio o qualche complicazione nel corso della vita non bisogna lasciarsi abbattere ma farsi forza e combattere. Oltre a ciò questo libro mi ha anche fatto capire che bisogna avere degli obiettivi e degli ideali per i quali vale la pena battersi,come Leo che si è scontrato con il suo migliore amico Niko per Beatrice e sempre per lo stesso motivo con i suoi genitori. Infatti come afferma Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a lottare per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui.”. Dunque anche se questo libro è solo un romanzo,e quindi puro frutto della sua immaginazione, tocca temi molto delicati e profondi,che vengono resi molto chiari e,per assurdo,con estrema semplicità. Sperando di leggere un altro suo romanzo,magari un po’ più allegro,le auguro di avere successo e ne approfitto ancora una volta per farle i COMPLIMENTI.

  10. Pubblicato il 6 maggio 2010 at 18:56 | Permalink

    Questo racconto adolescenziale mi piace proprio perchè non è una semplice emozione vissuta da dei ragzzi durante il liceo come , invece, nei racconti di Moccia dove ragazzi come Step e Alex sono i più “fighi” o i ragazzi idealizati ; Leo,diversamente,si invaghisce di Beatrice in maniera che potremmo dire “all’antica”, portandole un grande rispetto.Parlando con amici ho capito che in Leo vi sono differenti personalità : sia il ragazzo spensierato( che pensa alla play, al calcetto , al mc e alle belle ragazze) sia il ragazzo che riflette sul senso della vita , sull ‘ esistenza di Dio e sull ‘importanza dei sentimenti..
    Dunque Leo appare “diverso” dai suoi coetanei perchè attraverso la sua esperienza riesce a maturare più in fretta.

    “..I fumetti sono muti , nonostante i loro colori.Lo stereo è muto , perchè non ho voglia di accenderlo. Il pc è muto,perchè quello schermo, così profondo da averci dentro il mondo intero , se lo guardi di profilo è solo uno schermo piatto…”
    Il giorno stesso in cui ho letto queste parole anche io ero nella mia stanza a fissare il muro nel silenzio più totale e a pensare perchè dobbiamo soffrire o perdere le persone che amiamo e grazie alla vicenda di Leo ho imparato ad andare avanti…
    Il libro mi è piaciuto proprio perchè riesce ad unire la quotidianità(insieme alle sue banalità) con i problemi reali e le situazioni difficili che prima o poi noi tutti percorriamo.
    Grazie.

  11. Pubblicato il 11 maggio 2010 at 18:52 | Permalink

    BIANCA COME IL LATTE ROSSA COME IL SANGUE.
    Questo è uno dei migliori libri che ho letto in questo ultimo periodo; non per la complessità della trama, o per l’altezza degli argomenti trattati -anche se si posso trovare numerosi spunti di riflessione sulla vita- ma proprio per il sentimento che ci fa scaturire dopo essersi addentrati nella lettura. Infatti già dopo poco si capisce come si svilupperà a grandi linee lo schema narrativo, ma per la sensazione di inqueitudine, di delusione, di rammarico iniziali, che vengono sovrastati dall’amore che trionferà su ogni cosa, riescono a portare al lettore un senso di amore… noi ci immedesimiamo e riusciamo a capire i sentimenti di Niko per Beatrice, perchè sono uguali ai nostri quando ci innamoriamo, non sono idealizzati e schematizzati per creare una situazione più romantica come richiede la scena commerciale dei libri (Moccia e affini), ma sono i veri sentimenti che prova ciascuno quando si innamora, e quindi credo che questo più di ogni libro sia adatto a noi proprio per questo suo potere di penetrare del cuore del lettore e scuoterlò dall’interno.
    E secondo me è così che deve fare un buon libro.
    GRAZIE.

  12. Pubblicato il 11 maggio 2010 at 20:18 | Permalink

    Salve prof. D’ Avenia
    Prima di tutto volevo farle le mie congratulazioni per il successo che ha avuto il suo libro, che potrei definire in una parola, “sincero”. Questo perché, secondo me, lei ha saputo inserire all’ interno di una “sincera” storia d’amore adolescenziale, una tematica altrettanto sincera e attuale : la vera natura dell’ amore. Che cos’è l’amore? Ovvero, che cos’è l’amore per noi? La madre di Leo direbbe che “l’amore non vuole avere, l’amore vuole soltanto amare”. Tutto il romanzo, tutta la nostra vita, si giocano su questo sottile paradosso. Ci troviamo in un mondo dove molte volte non riusciamo più a distinguere il semplice desiderio di possesso dal vero sentimento passionale, dal vero amore. Leo, pur provando un sincero sentimento amoroso verso Beatrice, non si accorge che la sua metà si trova dietro l’angolo. Dunque, sotto i miei occhi, Beatrice è apparsa più come una figura esterna, quasi angelicata, capace di guidare, indirettamente, il fragile cuore di Leo verso le braccia di Silvia.
    Sebbene “Bianca come il latte, rossa come il sangue” non rientri nel genere di libri che preferisco leggere,e , sebbene non sia un amante della lettura in generale, devo ammettere che mi ha fatto riflettere, e quando qualcosa ti fa pensare vuol dire che quella ti è entrata nella mente, nel cuore.
    Grazie

  13. Pubblicato il 11 maggio 2010 at 22:09 | Permalink

    Buonasera prof. D’Avenia..
    Potrò sembrarle banale,ma questo è stato davvero uno dei pochi ho letto tutto d’un fiato..il motivo è semplice:nonostante la trama sia scorrevole,tratta temi molto profondi senza sminuirli,anzi conferendo loro una notevole importanza!Forse perché riesce ad inquadrarli sotto un altro lato,cioè partendo “osservando il bicchiere mezzo pieno”,ciò grazie anche alla figura dell’Amore,che non si ferma solo al lato fisico ed estetico bensì proprio grazie a questi riesce ad assumere un significato più importante,fino ad arrivare ad intrecciarsi con il dolore dove raggiungerà il suo massimo livello.
    Come l’amore ha compiuto un percorso di trasformazione cosi nello stesso modo anche i colori,solo attraverso il bianco che è assenza,dolore,morte si Rinasce.
    Questo mi ha colpito molto perché ho potuto ricollegarlo ad episodi che ho vissuto e sono giunta ad una conclusione soltanto attraverso la”sofferenza”o la “strada più difficile”si raggiunge il proprio obiettivo,che alla fine può essere differente da quello iniziale,ma sicuramente più profondo,perché affrontando le difficoltà si impara a crescere e perché no anche aiutando un’altra persona.

  14. Pubblicato il 13 maggio 2010 at 18:45 | Permalink

    Buonasera Prof. D’ Avenia,
    Credo che il suo libro sia uno dei più profondi che io abbia mai letto,in quanto sottolinea l importanza dell’ amore che nn si piega e nn svanisce neanche di fronte alla sofferenza della Morte.
    Quest’ immagine così forte e rara mi ha toccato profondamente e mi ha fatto ragionare.
    Un altro aspetto mi ha colpito:I SOGNI.
    Cosa sono i sogni?beh grazie alle sue parole si capisce quanto siano importanti e che nn vanno mai dimenticati,perchè noi con essi ci potiamo considerare unici.
    La ringrazio

  15. Pubblicato il 15 maggio 2010 at 20:21 | Permalink

    Ciao Ale!
    ti risparmio gli elogi al libro che sarebbero scontati e che tralatro ho già espresso.
    Il mondo degli adolescenti è sicuramente il mondo più affascinante tra i molti mondi di età, infatti ne trattano tutti: da film, telefim, pubblicità, ovviamente gli stessi libri.
    Finalmente dopo tanti anni la verità su questo mondo; grazie a questo libro, alla tua interpretazione che pare tanto fuori dal normale nella società contemporanea…strano a dirsi!la verità fuori dal normale!?
    Qua non si parla di ottimismo, di buonismo, di fantasia..come esprimono alcuni critici.. qua si parla di Vero Amore, di Vera Amicizia, di Vero Rapporto genitore figlio. E’ grazie a tutto questo che Leo ottiene, sia scolasticamente che nella vita, un percorso di crescita. Impara a saper amare, a saper rapportarsi con Dio, a cogliore il lato giusto delle cose anche bianche.
    Nel dettaglio si potrebbe conversare su molteplici aspetti, ma la cosa che mi ha colpito maggiormente è la interpretazione della sofferenza: non è la fine o un punto di arrivo bensì è in molti casi il punto di partenza e una fonte dalla quale scorgano fiumi di nuovo amore. E sicuramente Leo ne ha trovato molto nella fonte del dolore di beatrice e della sua stessa sofferenza. Cit:«La lezione più importante che l’uomo possa imparare in vita sua non è che nel mondo non esiste dolore
    ma che dipende da noi trarne profitto, che ci è consentito trasformarlo in GLORIA.» Rabidranath Tagore.
    Queati sono gli aspetti che mi stavano più a cuore e per la quale ti ringrazio.
    Un saluto, Tommy

  16. Pubblicato il 17 maggio 2010 at 13:12 | Permalink

    Prof. D’Avenia,
    Volevo congratularmi con lei per il suo libro… è bellissimo. Mai banale o scontato, sempre avvincente e appassionante. Ho trovato fantastico come in un solo libro sia riuscito a trattare temi che, tra loro, sono difficilmente correlabili e trattabili, come l’adolescenza, la religione, la malattia e l’amore. Sono proprio questi ultimi due, che, pur se all’apparenza sembrano opposti e irrelazionabili, lei è riuscito a legare insieme, mostrando come l’amore, la passione amorosa e tutto ciò che ne deriva siano portati all’estremo attraverso il dolore della malattia. “ I veri sentimenti escono nei momenti del bisogno”, è proprio questo che, a mio parere, lei ha cercato di mostrarci: la profondità che riesce a raggiungere l’amore quando la persona che più si ama è malata o in procinto di morire.
    Grazie per aver scritto questo libro;
    Matteo

  17. Pubblicato il 17 maggio 2010 at 21:23 | Permalink

    Buonasera Professor D’avenia
    Piuttosto che iniziare con banali complimenti, esordisco dicendo che mi sono messa a letto verso le 10 un giovedì sera con il suo libro, con l’idea di leggere un paio di capitoli prima di addormentarmi, ma non cel’ ho fatta a fermarmi, mi sono addormentata soltanto alle 2.
    Sono stata travolta anch’ io dalla passione di Leo per Beatrice.
    Sul mercato al momento vi sono tantissimi libri su storie d’amore adolescenziali, ma questo è particolare, non si limita a descrivere la relazione tra due ragazzi, si spinge molto più in la.
    Il sentimento che prova Leo non è un amore superficiale; non consiste in giri in motorino, gelati in compagnia, passeggiate sotto il sole: il loro rapporto non è nulla di tutto ciò.
    Leo la osserva all’ospedale, mentre è brutta e debole, le tiene compagnia a casa mentre è malata e stanca, questo affetto è molto di più che una banale “cotta” adolescenziale.
    Leo matura lungo le pagine, e tutto ciò grazie a Beatrice che, sebbene non si sbilanci con i suoi sentimenti, innesca in lui un percorso psicologico interiore che lo spinge a diventare grande.
    Ed è questo di cui abbiamo bisogno noi ragazzi, non di romanzi che ci facciano fantasticare su relazioni perfette vissute lontano da tutto e da tutti, o da storie d’amore principesche, ma di vicende reali, sofferenze ,rimpianti e incertezze che ci formino.
    Sogni, amore, amicizie, scuola sono tutte idee che ci vorticano in testa ogni giorno alcune volte sembrano quasi soffocarci, ma se c’ è riuscito Leo, possiamo farcela tutti.

    Valentina.

  18. Pubblicato il 18 maggio 2010 at 17:35 | Permalink

    …. caro Alessandro (ti chiamo per nome.. in fondo ci sono solamente 14 anni fra me e te.. =) ..) …. volevo solamente dirti che ho saputo di te grazie alla mia migliore amica… lei è venuta alla tua presentazione del libro a Pistoia, il 30 Aprile ….. volevo anche dirti che il tuo libro l’ho letto in un giorno, senza smettere mai. E un motivo ci sarà.
    Grazie per la dedica meravigliosa che hai lasciato sulla prima pagina …. “Ad Arianna, perchè custodisca e realizzi i suoi sogni più belli! Magari con Francesca!” … Francesca è la ragazza che è venuta alla tua presentazione ……… volevo dirti che quelle frasi ci hanno segnate entrambe e ti ringrazio profondamente per questo.
    Grazie. Grazie per tutto anche se non ci siamo mai visti.

    Arianna

  19. Pubblicato il 19 maggio 2010 at 18:17 | Permalink

    “E’ incredibile uno del medioevo che prova le stesse cose che provo io!”(pag.41) Sì proprio così, sta qui il bello della storia, della letteratura, di tutto ciò che è stato prima e che ora si chiama cultura. Se si pensasse a questo ogni volta che si parla di ciò che è stato e in particolar modo di quelle persone che hanno fatto la storia, non si verificherebbe forse più quello che notavo a scuola un gran numero di insufficienze in storia, troppe per una materia orale che dovrebbe affascinare una generazione che impazzisce davanti ai film d’avventura o ai video giochi ambientati nel medioevo o ai giochi di ruolo. Vuol dire che noi insegnanti non sappiamo presentare la storia e la letteratura come una magnifica avventura da ripercorrere, come un racconto a puntate, a volte molto più intrigante di una fiction. Qui c’è la vecchiaia che incombe, ma non si tratta dell’età anagrafica del docente o del genitore, ma della vecchiaia mentale, psicologica di tutti quelli che già a 15 anni, non hanno più voglia di cambiare, di reinventarsi, di trovare nuove strade e diverse strategie, che sono stanchi, depressi, demotivati e tragicamente già arrivati! Io alla mia età faccio ancora progetti, sogni, programmi e non do per scontato che non vale più la pena perché è troppo tardi. Troppo tardi può essere a qualunque età, nessuno può dire quanto manchi alla fine del proprio cammino e allora perché porsi dei limiti?
    Anche io ti dico grazie per avermi fatto capire che il mio sentirmi giovane a 60 anni non è poi così sbagliato.

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libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

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