Un gigante mingherlino

Padre Puglisi insegnava religione nella mia scuola, ma non era mio prof. Lo vedevo spesso, con il suo clergyman nero. Faceva effetto: un sacerdote vestito da sacerdote. Minuto, con i suoi radi capelli bianchi e un sorriso pacifico. Ti guardava negli occhi, dentro agli occhi, e sorrideva. Con quel sorriso ti voleva bene, come sa fare chi ti sorride con il sorriso di Dio. Questo è il ricordo che ne ho. Ero liceale. Mi chiedevo cosa potesse mai fare un sacerdote così minuto con un branco di liceali della scuola pubblica, per lo più lontani da Dio. Mi immaginavo che se lo sbranassero in classe.

Solo dopo ho scoperto che era un gigante di fede e coraggio, capace di cambiare la vita delle persone anche le più difficili. E pagò con la vita il 15 settembre del 1993.Avevo solo 16 anni, ma fu chiarissimo, quando non lo vidi più per i corridoi della scuola, che il testimone era passato a noi.
Adesso toccava a noi sorridere in quel modo.

“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”
Così hanno scritto sulla sua tomba.

9 commenti

  1. Pubblicato il 15 settembre 2009 at 21:21 | Permalink

    Con troppa facilità perdiamo i migliori.. credo perchè Dio ne è geloso.
    A riguardo rimando ad uno dei sonetti sacri di Jonh Donne, il X 'Death be not proud…': il mio preferito, quello che ripeto dentro me per dare un senso alla morte, per ritrovarlo, per non avere paura, per tornare a Dio.

  2. Pubblicato il 15 settembre 2009 at 21:36 | Permalink

    Che vita prziosa , la sua ..!

    Un'anima gigante in un corpo piccolo,
    perfetta stonatura di perfezione.divina

    molti cuori lo avranno pianto..anche quelli che non l' hanno conosciuto

    Rimangono perle d'amore , di integrita'da tessere sulla nostra tela…

    In un piccolo corpo un ' anima luminosa,… Dio ,cosi' lo aveva voluto…

    Ale

  3. Pubblicato il 15 settembre 2009 at 21:39 | Permalink

    eredita accolte da sensibilita ' rare e profonde, che sanno incidere , donarsi, volere..

  4. Pubblicato il 17 settembre 2009 at 21:38 | Permalink

    Che emozione leggere di lui ancora, di Don Pino vero prete vero uomo, e grazie a chi ha avuto la Grazia di incrociarlo in un corridoio o all'uscita di scuola; ti sono riconoscente per averlo condiviso, questo personale ricordo. Don Pino è rimasto sempre con noi, e in realtà si è solo spostato da quella scuola, dalla terra splendida e purtroppo talvolta feroce. Perchè senza amore è così che la fanno diventare gli uomini, perchè senza l'Amore che lui aveva trovato, la terra come il cuore inaridisce e secca.
    Una vita così traboccante, che solo rileggerne il nome mi ha rimesso un brivido e una domanda per il mio quotidiano, il mio mestiere d'educare e di essere continuamente educata a guardare il reale, l'uomo, il mistero trepidante della vita. E' per maestri così che si ritorna a guardare, a stupirsi e a lottare.
    Senza trascurare niente, anzi iniziando dal piccolo, dal quotidiano, come chiedeva Etty Hillesum nel suo "Diario": "Signore, fammi vivere di un unico, grande sentimento. Fa' che io compia amorevolmente le mille piccole azioni di ogni giorno, e insieme riconduci tutte queste piccole azioni ad un unico centro, a un profondo sentimento di disponibilità e di amore.
    Allora quel che farò, o il luogo in cui mi troverò non avrà più molta importanza".

  5. Pubblicato il 18 settembre 2009 at 07:59 | Permalink

    Grazie a tutti!

    "Allora quel che farò, o il luogo in cui mi troverò non avrà più molta importanza"

  6. Pubblicato il 25 settembre 2009 at 16:42 | Permalink

    Sono un po' in ritardo… ma il personaggio merita!

    Pare che, quando il killer sopraggiunto alle spalle stava per premere il grilletto e lui si è voltato per guardarlo degli occhi, gli abbia detto: "Ti stavo aspettando".
    Mi domando se stesse aspettando la vendetta di coloro che erano disturbati dal suo operato o se si riferisse all'abbraccio di Dio, che stava venendo a prenderlo sia pure in un modo così drammatico.
    E' verosimile che nel suo cuore di carne, di uomo di Dio, ci fossero entrambi, ma mi piace pensare che il secondo abbia prevalso.
    E il fatto che il killer da quello sguardo e da quelle parole abbia tratto la spinta per una iniziale conversione mi conferma nella mia ipotesi.

  7. Pubblicato il 26 settembre 2009 at 08:46 | Permalink

    Grazie! Non conoscevo questi dettagli.

  8. Pubblicato il 26 settembre 2009 at 18:00 | Permalink

    sono frutto di una mia interpretazione sulla base di quanto riportato dal bel libro di Francesco Deliziosi (giornalista del Giornale di Sicilia, ma soprattutto ex alunno di don Puglisi) pubblicato qualche anno fa dalla Mondadori.
    Ciao.

  9. Pubblicato il 26 settembre 2009 at 18:32 | Permalink

    Grazie! Mi procuro il libro.

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