Da una mail di una studentessa presente all’incontro di Firenze:
Il suo intervento mi ha fatto riflettere e mi ha dato modo di pormi molti interrogativi, e, ad alcuni sono riuscita a dare una risposta, ad altri no. Vorrei chiederle… cos’è per lei la felicità? …E ….lei crede di essere felice? Io non mi sento un’adolescente comune, somigliante al prototipo di cui ha discusso alla conferenza, anzi, credo di essere un’adolescente con una situazione sui generis per questi tempi: i miei genitori sono stati sempre presenti nella mia vita, mia madre in modo particolare, non mi sono mai trovata a prepararmi il pranzo da sola, non mi sono mai trovata sola. Mia madre di me sa tutto, conosce i miei pensieri, i miei desideri, i miei amici, i loro caratteri. Mi ha insegnato i valori veri della vita, l’importanza delle piccole cose, la generosità verso gli altri…. valori che purtroppo al giorno d’oggi sono veramente in pochi a possedere, è per questo che a volte trovo certi miei coetanei cosi’ diversi da me… Lei che infanzia ha avuto?… Chi l’ha spronata a essere quello che è oggi?… I suoi genitori sono stati presenti nella sua vita?Ne sono sempre più convinto, la cura contro le terribili solitudini degli adolescenti di oggi è più semplice di quanto si creda: il pranzo preparato dalla mamma, due chiacchiere, l’esempio… Insomma la presenza dei genitori fa degli adolescenti che si sentono “diversi” i veri “normali”. I veri ribelli di cui c’è bisogno: quelli che colgono l’importanza delle piccole cose e la generosità verso gli altri. Insomma quelli che alla fine si godono davvero la vita. E poi scrivono anche bene in italiano!
Genitori dove siete???
7 commenti
Io forse sono il meno indicato per aggiungere commenti a questo post, in quanto ho avuto la fortuna di avere dei genitori molto presenti.
Per me questa è sempre stata la normalità.
Mi rendo conto sempre più spesso, che questa non è una codizione comune per tutte le famiglie.
Hai fatto bene, caro Prof, ad affrontare questo tema, specialmente tu che te ne intendi di ragazzi, famiglie ed educazione.
La riporva di questo interesse e della tua sensibilità è il riscontro che hai avuto dal convegno di Firenze, con e-mail come quelle che ci hai pubblicato.
Bye,
Charles
Io ci sono! Forse fin troppo..ma permettimi di dire che(dal mio discreto osservatorio),la testimonianza della studentessa di Firenze è una “perla” sempre più rara.Personalmente, mi misuro ogni giorno con difficoltà di vario tipo, che in sostanza si riconducono tutte al non volere il dialogo, alla distanza,che diventa”non esserci”fisicamente.Eppure io ci sono! Ci sono per ascoltare,prima d’ogni cosa;per comprendere e condividere,poi.
Davanti a tanti muri,ogni piccola breccia è una conquista enorme che si può perdere un attimo dopo..Ma io ci sono!Per “i ribelli che sono il sale della terra”,e per quelli che lo sono, senza ancora saperlo.
Eccomi!Io ci sono sempre!Anche mio marito!Anche i figli fra loro!Ognuno col suo meglio ,ognuno a modo suo!
Credo che ci sia bisogno di parlare, oltre che di “presenza” soprattutto di “vera presenza”.
Ci sono genitori che sono presenti, anche ventiquattro ore su ventiquattro, ma che trsformano la loro presenza da “verso i figli” a “verso loro stessi”.
Si tratta di quell’amore egoista che troppo spesso aleggia in tante famiglie, in tanti matrimoni, in tante coppie.
Ma , per fortuna, ci sono genitori come quelli della studentessa di cui hai pubblicato la mail, che sono presenti nel vero senso della parola.
E speriamo che siano tanti.
Ciao!
Carmen
charles: io provo a capire qualcosa e a dare un piccolo contributo, almeno alla riflessione.
franca: a volte la presenza sarà forzosamente silenziosa, ma anche quella ha il suo valore.
vanda: proprio così, come negli Incredibili!
carmen: anche io me lo auguro e per fortuna ne incontro tanti!
Esatto per noi gli Incredibili sono un mito!
Ho la figurina di Elastic girl nel portafoglio,dono dei figli per i momenti difficili!!!
Ci sono anch’io: come genitore del
Prof non posso esimermi dal dire la mia: se il Prof ha questa sensibilità verso questi problemi e se ne fa un dovere di comunicarli agli altri per aiutarli a crescere vuol dire che io e mamma e.r. siamo stati sempre presenti nella sua adolescenza, ma soprattutto continuiamo ad esserlo ancora oggi che lui è un adulto
capace di ricambiare con il suo affetto ciò che ha ricevuto. Non
puoi pretendere da un figlio nulla se non sei stato tu il primo a dare. Grazie Prof e a presto,
Baffopapà