Fantastico!

Così dicono spesso i miei alunni di fronte a qualcosa che li appassiona (in questo momento le prove per il musical a cui alcuni di loro stanno partecipando). “Fantastico!”, un aggettivo magico, che nasconde una dimensione profonda: la scoperta (o la riscoperta) di qualcosa di nuovo e di ricco, capace di appassionare. Tutto merito della fantasia (fantastico!). Infatti l’immaginazione è quel “poco” di poeta, di bimbo e di pazzo che ci portiamo dentro; la misteriosa capacità di risvegliare ciò che sembra addormentato, inerte, piatto. La capacità di giocare con un bastone credendolo un’astronave, per poi un giorno costruirla… La capacità di cogliere il mistero nascosto in ogni cosa, la capacità di sentire cantare le cose nella loro pienezza e promessa di futuro. La capacità che gli antichi scambiavano per una pazzia ispirata da qualche dio…

Senza immaginazione è infatti impossibile cogliere il mistero delle cose, che poi forse è la loro parte più importante. Forse per carenza di immaginazione si può eliminare un bambino nel seno della madre o uccidere un uomo ritenendolo inferiore per i motivi più pittoreschi. Forse per carenza di immaginazione si può distruggere impunemente il creato per fini irresponsabilmente produttivi. Forse per carenza di immaginazione si può ritenere il grande fratello e natale a rio ciò che la gente vuole. Forse per carenza di immaginazione abbiamo smesso di dire “fantastico!”, come i miei stupendi quattordicenni. Tutte le grandi scoperte sono figlie dell’immaginazione, e un’epoca senza immaginazione – ma così tante immagini – è una contraddizione che io non mi so spiegare.***
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.
(E.Montale)

4 commenti

  1. Pubblicato il 26 gennaio 2009 at 17:47 | Permalink

    ho sceso dandoti il braccio: una delle poesie più belle del mondo….piango ogni volta che la leggo.

  2. Pubblicato il 26 gennaio 2009 at 19:20 | Permalink

    ultimamente ho constatato sopratutto la mancanza di capacità di immaginarci nei panni degli altri, di metterci al loro posto per capirli ed amarli, che, secondo me, è uno ei tipi di immaginazione più fruttuosi per comprendere il mistero dell’uomo e della vita. Ma come si fa ad uscire da questo circolo vizioso? Più si è superficiali meno si scorge oltre il visibile, più ci si lascia ricoprire dall’ordinarietà delle cose più viene messo a tacere il nostro desiderio di infinito. Forse se ne può uscire proprio grazie a voci come la sua che ogni tanto ci vengono a urlare la Verità dentro un orecchio…Abbiamo bisogno di Maestri. Grazie :)

  3. Pubblicato il 27 gennaio 2009 at 10:44 | Permalink

    Alle cose fantastiche si sono sostituiti i fantasmi, che hanno la stessa radice ma evocano paure. Prima le bambine giocavano con bambole inerti, e la fantasia inventava quello che succedeva a questi “figli” piccoli; ora la bambole fanno di tutto, piangono, fanno pipì, rigurgitano… e forse per questo le bambine divenute donne hanno paura di avere figli (o se ce li hanno a volte li trattano come bambole).

  4. Pubblicato il 27 gennaio 2009 at 12:13 | Permalink

    anonimo: concordo!

    anonimo: grazie mille. Però io non sono maestro di nulla. Racconto quello che mi capita e cerco di dare un senso a tutto. Se serve anche ad altri sono ben felice.

    biancaneve: forse il troppo realismo delle immagini blocca l’immaginazione…

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