Diffido dell’istruzione

Oggi – in occasione della giornata della memoria – il direttore della scuola mi ha fatto trovare una bella lettera del preside di una scuola americana ai suoi insegnanti, da commentare ai ragazzi in classe. Lo abbiamo fatto e ne è nata una discussione interessante. Alunnamilledomande mi ha chiesto di mandarla via mail. La copio qui di seguito.

Caro professore,

sono un sopravvissuto di un campo di concentramento.I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere umano dovrebbe mai vedere: camere a gas costruite da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi e bruciati da diplomati di scuole superiori e università.

Diffido – quindi – dell’istruzione.

La mia richiesta è: aiutate i vostri allievi a diventare esseri umani. I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.

La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.

(Anniek Cojean, Les memoirès de la shoah)

Queste parole mi sono servite a riflettere sul mio mestiere: un’istruzione disancorata dalla verità sull’uomo può dare luogo a terribili aberrazioni. Queste parole mi hanno ricordato il bello e recente film “La Rosa Bianca”: la vera storia di un gruppo di ragazzi tedeschi, veramente istruiti ad essere uomini, che si opposero al regime nazista e pagarono con la vita. Lo consiglio a tutti.

***

“Comprendere non significa negare l’atroce… Significa piuttosto esaminare e portare coscientemente il fardello che il nostro secolo ci ha posto sulle spalle, non negarne l’esistenza, non sottomettersi supinamente al suo peso. Comprendere significa insomma affrontare spregiudicatamente la realtà qualunque essa sia” (H.Arendt, Le origini del totalitarismo)

3 commenti

  1. Pubblicato il 27 gennaio 2009 at 18:39 | Permalink

    Grazie, bellissimo spunto, te lo rubo.
    P.

  2. Pubblicato il 28 gennaio 2009 at 10:14 | Permalink

    Caro Prof, possiamo dunque dire, come nel caso del vescovo cattolico lefebvriano, che la gerarchia non c’entra con la cultura e che il suddetto è un imbecille?
    Grazie,
    Nicola dP.

  3. Pubblicato il 28 gennaio 2009 at 17:38 | Permalink

    P.: furto legittimo!

    Nicola: possiamo dire che l’istruzione può rimanere sganciata dalla realtà e produrre effetti oltre che aberranti, anche ridicoli…

Scrivi un commento

Devi fare login per scrivere un commento.

libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

Leggi la trama »