Antilingua

Per le strade bagnate di Shit City, tra pozzanghere e reliquie di cani maleducati, capita di avvertire conversazioni telefoniche.”Lo so, hai ragione! Dovrei chiamarlo! Ma sai non vorrei essere PUSHY o quelle robe lì”.

Mi piacerebbe fermare questa ragazza e chiederle morettianamente: “Ma tu come parli? Come parli? Le parole sono importanti!”. Avresti potuto dire: insistente, aggressiva, invadente, fastidiosa, ossessionante, ostinata, pertinace, petulante, assillante, asfissiante, importuna, indiscreta, scocciante… a seconda della sfumatura e del contesto, ma PUSHY (da to push: spingere in inglese) no! (cioè per carità con ironia…).

Altrimenti poi trovi gente che dice “absaid” per abside (di una chiesa), “steig” (con g dolce) per stage (francese), “Thomas Men” per il tedesco Thomas Mann, “Bitoven” per Beethoven, “sain dai” per sine die…
Altro grande nemico dell’italiano, oltre agli ingiustificati anglismi, è il burocratese che ha generato mostri come: “ingredientistica”, “frullateria”, “deiezioni canine”, “si effettuano panini”…

Vi propongo allora come presidente del S.U.P.E.R. (Salva Una Parola E Ripetila) di salvare una parola italiana scalzata da un anglismo superfluo (non ce l’ho certo col week end anche se il “fine settimana” me lo godo di più…) o da un burocratese cacofonico.

Per quanto attiene agli anglismi inutili propongo di scalzare “reality show” e usare “spettacolo-realtà”: un tale non senso sarebbe stato così doloroso da pronunciare che se lo avessimo usato dall’inizio forse ci saremmo risparmiati, per pudore quantomeno linguistico, grandi fratelli e isole annesse…
Per il burocratese propongo di eliminare “decesso” e usare “morte”, così evitiamo di nasconderla in tutti i modi questa cosa qui e non la accostiamo ad una cosa che somiglia all’andare in bagno…

10 commenti

  1. Pubblicato il 12 dicembre 2008 at 21:17 | Permalink

    Mi hai fatto ridere davvero…non saprei quale parola salvare ora come ora…diciamo che gli skill non piacciono tanto, che parola suggerisci?
    Per essere più seri dal burocratese toglierei IVG e chiamerei la cosa come si chiama veramente.
    E poi dico ancora buona domenica: mi lascia il pensiero che non c’è solo il cinema o la cena fuori (o nei momenti più fortunati andare a ballare), ma anche l’aspetto religioso e familiare da coltivare…
    A presto.
    Fioridiarancio

  2. Pubblicato il 12 dicembre 2008 at 23:31 | Permalink

    Proprio l’altro giorno il mio docente di Storia del diritto italiano,parlandoci di evoluzione dei linguaggi,rabbrividiva al pensiero di certi tecnicismi tutti giuridici: “dicasi,trattasi…”,e,seppure sommessamente,ci invitava a prendere più spesso in mano libri di poesie che non il “Corpus iuris iustinianei”.
    Ciao,Claire.

  3. Pubblicato il 13 dicembre 2008 at 05:22 | Permalink

    Questo post mi ha ricordato il libro:”Non ne ho la più squallida idea” di Stefano Bartezzaghi è istruttivo e divertente!
    Vi auguro un felice “Fine settimana”!!!

  4. Pubblicato il 13 dicembre 2008 at 10:53 | Permalink

    Troviamo un sostituto per il termine “blog”, visto che ci siamo dentro.

  5. Pubblicato il 13 dicembre 2008 at 12:12 | Permalink

    Perché quando utilizzo parole più ricercate nel mio eloquio(ma assolutamente normali)la gente mi guarda storto o ride ??? 😉

  6. Pubblicato il 13 dicembre 2008 at 12:59 | Permalink

    fioridiarancio: per skill userei tranquillamente abilità, capacità, attitudini, talenti… in base al contesto. Effettivamente “Buona domenica” è proprio bello, se non fosse inquinato dall’omonimo programma tv…

    Claire: il tuo prof ha ragione!

    Vanda: libro messo in lista. Grazie.

    Anonimo: “zibaldone”. Che ne dici?

    laquintafiglia: perché l’eloquio che tu ritieni normale suona sin troppo forbito! Segni dei tempi… 😉

  7. Pubblicato il 14 dicembre 2008 at 12:41 | Permalink

    nel libro di Arbasino “La vita bassa” pg 105 c’è una continuazione idale all’antilingua.
    divertente

  8. Pubblicato il 14 dicembre 2008 at 14:27 | Permalink

    mamma e.r.: potevi scriverci qualcosa…

  9. Pubblicato il 14 dicembre 2008 at 15:44 | Permalink

    vogliamo parlare della mania di dire “speach” al posto di disocrso?
    suona male e sembra pure una cosa un po’ schifosa… ma fa tanto in e managggerr…

  10. Pubblicato il 14 dicembre 2008 at 16:21 | Permalink

    Guido: come hai ragione!!! “Speach” è terribile!

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Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

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