La poesia salva la vita…

…perché insegna ad amare.

Quando le parole sono svilite, inaridite, indebolite finiscono con lo spegnersi e sparire, e con esse si spegne ciò che nominano.

27 commenti

  1. Pubblicato il 1 dicembre 2008 at 19:36 | Permalink

    Grazie prof! Non l’avevo mai visto, ne avevo bisogno… e condivido pienamente, sperando di riuscendo a vivere anche tutta questa bellezza! Che speranza in queste parole…

  2. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 13:39 | Permalink

  3. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 14:47 | Permalink

    AleOli: tutti ne abbiamo bisogno.

    Giovanni: …

  4. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 15:18 | Permalink

    scusami Ale, ma dopo il video non sono riuscito ad articolare un pensiero scritto. Il messaggio trasmesso è molto potente, è stato un cannone. Come scriveva un mio amico (forse lo conosci…daroco.blogspot.com) : “la bellezza va allenata, va tenuta in tensione, perché la bellezza è origine dello stupore e senza stupore non c’è bellezza.” : e questo è un bel messaggio, soprattutto per un economista circondato dai numeri.

    Perchè allora, invece di non scrivere niente, ho lasciato i puntini sospensivi? Diciamo che ho conosciuto una persona che mi ha aiutato a comprendere il valore profondo del silenzio. 😉

  5. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 18:28 | Permalink

    Il video mi ha davvero colpito, anche io sono senza parole.

    Invece, riguardo alla frase “Quando le parole sono svilite, inaridite, indebolite finiscono con lo spegnersi e sparire, e con esse si spegne ciò che nominano.”… è celebre, o è un commento del Prof a questo video? Perchè la trovo spettacolare, anche se vorrei approfondirla perchè non la comprendo a fondo. Sia ben inteso, io amo scrivere e leggere, ma non avevo mai riflettuto a fondo su questo aspetto della scrittura. C’entra con quello che dice Orwell in 1984 sul potere della parola, o è una cosa diversa? E vale anche il contrario? La parola può illuminare ciò che nomina? Ma lo illumina nel senso che lo rende più grande di quello che è, o lo mostra solo in tutta la sua bellezza?
    Sono contorta? Se sì mi spiace, però volevo capire meglio!

  6. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 20:40 | Permalink

    una domanda: perché, visto il filmato, molti intellettuali mettono Benigni e i suoi propositi come esempio di tv trash, e paradossalmente, i prof più entusiasti che conosco si sentono rincuorati da cose di questo tipo? o non capisco Dante, o non capisco gli intellettuali, o Benigni, o i proff appassionati…
    screwball

  7. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 22:06 | Permalink

    Giovanni: ti avevo capito perfettamente e avevo risposto con un silenzio altrettanto pieno. Ho apprezzato!

    Terry: la frase è del povero prof. ch eogni tanto ne azzecca qualcuna senza saperlo. Chiaramente è una provocazione, ma neanche tanto. L’idea che mi sono fatto è che le parole più sono depotenziate più indeboliscono la cosa stessa, almeno simbolicamente. Ti faccio un esempio. Oggi non si dice più: questa è la mia fidanzata, il mio fidanzato, ma ho la donna, ho il tipo, la mia ragazza/o. Perché? Per varie ragioni culturali e sociologiche che non mi interessano qui, ma a forza di non chiamarli fidanzati i fidanzati stanno sparendo… La paura delle parole e della loro verità è indebolita e con essa i contenuti delle cose.

    screwball: perchè gli intellettuali vivono in torri d’avorio e sono per lo più invidiosi dell’amore che altri provano e il loro cuore, a volte arido, non conosce… E lo dico per esperienza.

  8. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 22:37 | Permalink

    Wow, è proprio vero. L’argomento mi intriga. Mi viene da prenderlo seriamente: conosci per caso qualche libro (o articolo) in cui se ne parli in modo più approfondito? O almeno, che vi si accenni?
    Non sono sempre così stressante (be’, un po’ sì)… E’ che sono proprio rimasta colpita.

  9. Pubblicato il 2 dicembre 2008 at 22:39 | Permalink

    d’altronde, tra meridionali ci si intende!

    :-)
    :-)

    anzi, tra uomini, ci si intende.

  10. Pubblicato il 4 dicembre 2008 at 13:00 | Permalink

    Terry: tutta la poesia parla di questo. Leggi i poeti, ma per intero. Niente antologie. E vedrai rinascere parole e cose. Un libro utile in questo senso è Vere Presenze, di George Steiner, Garzanti.

    giovanni: 😉 maschilista!

  11. Pubblicato il 4 dicembre 2008 at 19:04 | Permalink

    uhm….forse avrei dovuto usare la lettera maiuscola….

    “…tra Uomini…” 😉

  12. Pubblicato il 4 dicembre 2008 at 19:43 | Permalink

    Bene, domani vado giusto in libreria col mio caro papi e quindi posso approfittarne per cercarlo. Bisogna sempre approfittare dei giri in libreria con i genitori.
    Ad ogni modo, grazie per il consiglio. Non conosco molto bene la poesia, è una mia mancanza, non insolita, devo dire, tra i ragazzi della mia età. Vedrò di rimediare come posso, per esempio vedendo che cos’ho in casa!

  13. Pubblicato il 5 dicembre 2008 at 12:50 | Permalink

    giovanni: adesso ci siamo…

    terry: se vuoi fare la giornalista devi leggere un sacco di poesia. Ti insegna ad amare le parole: poche e precise. Ti insegna ad amare la verità delle parole.

  14. Pubblicato il 5 dicembre 2008 at 18:42 | Permalink

    Sì, mi hai convinta!! Devo iniziare a leggerla.
    Ieri sera ho trovato Bufera di Montale e ho letto un paio di poesie (un po’ ostiche per me, in verità) e ora mi faccio prestare da un’amica I fiori del male.

  15. Pubblicato il 6 dicembre 2008 at 09:37 | Permalink

    Terry: se ti piace Montale comincia con Gli ossi di seppia. QUanto alla poesia in lingua straniera: se non sai bene la lingua d’origine privilegia la buona poesia italiana, altrimenti ti perdi molto, troppo. Anche Ungaretti (Il dolore) non è da sottovalutare. Io ti consiglio: La voce a te dovuta, di Pedro Salinas, Einaudi. Rimarrai conquistata.

  16. Pubblicato il 8 dicembre 2008 at 21:40 | Permalink

    Thanks, qualche dritta ci voleva proprio!

    Pokankuni (ma non seguiva sempre questo blog? dov’è finita?), hai preso nota del fatto che mi devi regalare questi libri? 😉

  17. Pubblicato il 8 dicembre 2008 at 22:28 | Permalink

    E’ doveroso che io mi riferisca al post di Prof2.0 di oggi: quest’anno niente di venale, ti regalerò solo il mio caldo affetto materno. :oP

  18. Pubblicato il 8 dicembre 2008 at 22:39 | Permalink

    E chi parlava di regali di Natale? Io mi riferivo a un tuo insindacabile dovere di riempirmi sempre e comunque di libri. Non sei d’accordo? Mi spiego: la mia non era una richiesta, era un memorandum.

    (PS: tu che sai tutto sulle regole del galateo del bravo blogghista, pensi, come sospetto, che discussioni familiari in altrui blog le infrangano?)

  19. Pubblicato il 9 dicembre 2008 at 18:21 | Permalink

    Terry e Pokankuni: non sono responsabile di eventuali drammi familiari… 😉

  20. Pubblicato il 11 dicembre 2008 at 21:03 | Permalink

    Finalmente ho scovato Ossi di seppia nella biblioteca della mia scuola. L’ho iniziato. In effetti mi sta piacendo, è più comprensibile dell’altro, anche se ogni poesia mi impone lunghe letture e riflessioni e quindi, a parte una sfogliata e il ritrovamento di un paio di poesie celebri che mi avevano colpito ai tempi delle medie, sto ancora meditando sulla prima (In Limine). Ma è normale che io ci stia su così tanto tempo? Però non mi sembrano riflessioni sterili, a qualcosa arrivo.
    E’ vero che se ho qualche dubbio posso chiedere a te, Prof? Ne ho già fin troppi.

  21. Pubblicato il 11 dicembre 2008 at 22:02 | Permalink

    Terry: non chiedere commenti e spiegazioni! La scuola forse ci ha reso tutti scemi??? La poesia è fatta per il lettore, non per i professori. Goditela da sola. Leggila e rileggila. Imparala a memoria e vedrai che il significato a poco a poco ti si aprirà davanti. In limine è una poesia meravigliosa.
    Già il fatto che tu dica “mi impone lunghe letture e riflessioni” significa sta succedendo quello che deve succedere: ti costringe al silenzio, ti costringe a scavare, ti costringe ad amare quelle parole, a riscoprirle, e con esse le parti di realtà che nominano. E allora forse quel vento che entra nel pomario ti farà riscoprire il vento e il suo sussurro che rende vive le cose…

  22. Pubblicato il 12 dicembre 2008 at 16:37 | Permalink

    In parte sono d’accordo! Il fatto di starci su il più possibile, il che non è uno sforzo, visto che, come ho detto, è come se me lo imponesse la poesia stessa. Scavare, imparare a memoria, amare le parole… Hai reso benissimo l’idea ed è proprio quello che sto cercando di fare.
    Però secondo me non basta, o, almeno, non basta per me. Sono sempre delle ipotesi (e, ci scommetto, quasi sempre false o ridottissime), non è detto che io sia arrivata a quello che voleva dire l’autore. E io lo voglio capire, se no non ho capito davvero la poesia, ma quello che ci volevo vedere io. Fosse anche una prospettiva troppo scolastica (o come si dice)… che c’è di male?

  23. Pubblicato il 12 dicembre 2008 at 17:13 | Permalink

    Terry: hai ragione e capisco perfettamente la tua inquietudine. Tu leggi tutta la raccolta e apoco a poco quel mondo di parole che ha le sue regole proprie ti si farà chiaro. Solo alla fine consulta l’esperto. Ma prima, ti prego, leggi tutta la raccolta. Troverai parole che tornano e che si chiariscono. Provocazione: secondo te è nata prima la poesia o quelli che la spiegavano?

  24. Pubblicato il 16 gennaio 2009 at 18:18 | Permalink

    Sto leggendo Vere Presenze… Non è affatto facile! Comunque, nonostante le difficoltà, mi sta interessando molto. Grazie!

  25. Pubblicato il 16 gennaio 2009 at 18:25 | Permalink

    Terry: non è un libro facile. Abbi pazienza. Leggilo tutto. E la fatica verrà ripagata con un vaccino formidabile contro le perdite di tempo scolastiche e universitarie…

  26. Pubblicato il 17 gennaio 2009 at 17:46 | Permalink

    Ma non è un po’ relativista, lui? O ho totalmente frainteso?

  27. Pubblicato il 18 gennaio 2009 at 11:02 | Permalink

    terry: tutt’altro! Leggi tutto fino alla fine.

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