A mio padre (per il suo compleanno)

Mi hai lanciato in aria che ero bambino e ho capito che volevo volare. E quando la gravità ha pesato sul mio volo ho capito che cadere è inevitabile e volare doloroso. Ma tutte le volte che il mio cadere trovava riparo tra le tue braccia scoprivo che il dolore mi avvicinava a me stesso. E io bambino gridavo entusiasta: ancora, ancora!
Non so se perché era più dolce cadere tra le tue braccia o volare. E tutta la vita è questa incertezza.

Un giorno mi avrai lanciato così in alto nel cielo che sarà, io spero, un altro Padre, lo stesso Padre, ad abbracciare la mia caduta verso l’alto.

9 commenti

  1. Pubblicato il 20 ottobre 2008 at 13:35 | Permalink

    Caro Ale stai pur certo che prima di quell’ultimo e vero volo, ci sarò sempre io ad accoglierti tra le mie braccia su questa terra, quindi potrò ancora accontentare
    il tuo: ancora, ancora !
    Quidi continua a volare tranquillo,
    il tuo Papà

  2. Pubblicato il 20 ottobre 2008 at 16:21 | Permalink

    troppo personale

    posso solo associarmi

    marco

  3. Pubblicato il 20 ottobre 2008 at 17:25 | Permalink

    caro Ale, qui si vola veramente alto! Dal basso vi guardo con affetto. Indovina chi sono!

  4. Pubblicato il 20 ottobre 2008 at 18:09 | Permalink

    anonimo: non lo so, forse Franz?

  5. Pubblicato il 20 ottobre 2008 at 19:24 | Permalink

    I genitori fanno sì che le nostre ali non siano come quelle di Icaro – anche se in alcuni periodi della vita volare come lui può sembrare tremendamente poetico e affascinante.
    Leggevo da qualche parte che la paternità è totale quando si è disposti a rinunciarvi per altre paternità.
    Vi suggerisco “Giusto” di Giovanni Donna D’Oldenico.

    Auguri al papà del prof.

  6. Pubblicato il 24 ottobre 2008 at 11:51 | Permalink

    Sono capitata per caso sul tuo blog e ho letto questo post che mi ha davvero commossa.
    Tornerò a leggerti ancora.
    A presto.
    Fioridiarancio

  7. Pubblicato il 24 ottobre 2008 at 12:01 | Permalink

    ape: grazie del suggerimento

    fioridarancio: sei la benvenuta e sono contento di averti regalato una lacrima di gioia.

  8. Pubblicato il 1 febbraio 2009 at 10:27 | Permalink

    bellissimo davvero questo post!

  9. Pubblicato il 1 febbraio 2009 at 16:56 | Permalink

    antonella: grazie!

Scrivi un commento

Devi fare login per scrivere un commento.

libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

Leggi la trama »