Una collega mi ha girato le immaginarie comunicazioni alla famiglia da parte di un prof, che un’alunna scriveva per diletto (e sofferenza) sul proprio diario:
Signora, le comunico che sua figlia è sola.
Signora, le comunico che sua figlia non è felice.
Signora, le comunico che sua figlia vuole amare e non ci riesce.
Signora, le comunico che sua figlia è troppo scottata dal prossimo.
Signora, le comunico che sua figlia vuole qualcuno accanto.
Signora, le comunico che sua figlia ha bisogno di sincerità per credere ancora nel prossimo.
Signora, le comunico che sua figlia ha bisogno d’amore e d’amicizia che credeva d’avere e non ha.
Signora, le comunico che non può fare niente per sua figlia.Chissà perché sono così frequenti le note che noi prof scriviamo per punire, così rare quelle per premiare, così… inesistenti quelle per aiutare a vivere i nostri alunni che passano a scuola quasi il 50% delle loro ore di veglia… Mi piace pensare che queste ultime le scriviamo su altre pagine, non quelle del diario, ma quelle della loro vita, perché siano i nostri alunni le note ambulanti firmate da genitori orgogliosi di loro.
3 commenti
Signora le comunico che vorrei farmi i fatti miei, ma non ne sono capace.
La mia segnalazione partiva da qui: http://factum.splinder.com/post/18712423/Comunicazioni+ai+genitori
Altre notizie sulla ragazza che scrisse… qui:
http://annavercors.splinder.com/tag/cilla
Mi sembrava giusto specificare.
anonimo: proprio così… non solo non ne sono capace, ma non devo.
pokankuni: grazie della precisazione!