Il mondo in una foglia (autunnale)

A proposito del “cuore piccolo” del post precedente. Ieri parlavo con un amico, padre di tre figli meravigliosi. Mi racconta che quella mattina la sua bimba di quasi 4 anni, colpita dalla quantità di foglie rosse e gialle, che tappezzavano il marciapiede dopo una notte di vento e pioggia, gli chiede: perché le foglie cadono?

Il papà comincia a spiegarle cosa è l’autunno: il freddo, il vento, la pioggia, il cielo nuvoloso… La bimba guarda fisso il cielo descritto dal papà con quel nome così poco concreto: “autunno”. Poi si fa pensierosa e indicando un angolo di cielo sopra i palazzi, in cui le nubi si diradano e l’azzurro fa capolino, chiede preoccupata: Ma è autunno anche lì?Mi sono tornati così alla memoria (antologicamente…) tre passi che le foglie le hanno regalate al mondo, riempendole del segreto dell’esistenza.

“O magnanimo Tidide, perché chiedi la stirpe?
Come è la stirpe delle foglie, così è anche quella degli uomini.
Le foglie, alcune il vento ne versa a terra, altre il bosco
in rigoglio ne genera, quando giunge la stagione della primavera:
così una stirpe di uomini nasce, un’altra s’estingue”

Iliade, VI, 145-149Le foglie cadono, cadono come da lungi,
come se giardini lontani avvizzissero nei cieli;
cadono con gesto di rifiuto. E nelle notti cade
la terra pesante da tutte le stelle nella solitudine.
Noi tutti cadiamo. Questa mano cade.
E guarda gli altri: è così in tutti.
Eppure c’è Uno che senza fine dolcemente
tiene questo cadere nelle sue mani.R.M.Rilke, AutunnoSi sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.G. Ungaretti, Soldati Artisti e bambini hanno il cuore piccolo. Voglio essere come loro.

8 commenti

  1. Pubblicato il 10 ottobre 2008 at 13:32 | Permalink

    Cadono già le foglie. Sono stanche
    Sbocciate con le tenere viole, cadono prima delle nevi bianche
    Là nella valle il vecchio boscaiolo
    con il rastrello lento le raduna
    saranno fiamme sotto il suo paiolo
    saranno il letto della mucca bruna.

    Questa poesia la recitavano i miei bambini quando andavano all’asilo. Forse la ricordo ancora con tenerezza perchè un po’ ho nostalgia di quegli anni.

  2. rib
    Pubblicato il 10 ottobre 2008 at 15:25 | Permalink

    Mi permetto di arricchire l’antologia. Del resto di fronte alla spontaneità dei bambini, alla bellezza della natura e alla fantasia dei poeti non si può che fare il cuore piccolo piccolo…

    “Le foglie… sono di un biondo veneziano, stinto. Guarda come cadono. Cadono bene. Riescono a mettere una loro ultima bellezza nel viaggio, sia pure così breve, dal ramo alla terra; e malgrado il terrore di imputridire, vogliono che questa loro caduta abbia la grazia di un volo”
    Cirano di Bergerac, Rostand

  3. Pubblicato il 10 ottobre 2008 at 16:14 | Permalink

    Mi piace quello che sta accadendo in questi commenti. Stiamo restituendo vita alle foglie. Che meraviglia!
    Grazie ad anonimo e a rib.

  4. Pubblicato il 16 ottobre 2008 at 01:19 | Permalink

    Mi riporti alla mente la poesia che portai all’esame id quinta elementare di Leopardi…
    Indimenticabile!

    Lungi dal proprio ramo,
    povera foglia frale,
    dove vai tu? Dal faggio
    là dov’io nacqui, mi divise il vento.
    Esso, tornando, a volo
    dal bosco alla campagna;
    dalla valle mi porta alla montagna.
    Seco perpetuamente
    vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro.
    Vo dove ogni altra cosa,.
    dove naturalmente.
    va la foglia di rosa, ‘
    e la foglia d’alloro.

  5. Pubblicato il 16 ottobre 2008 at 09:12 | Permalink

    Guido: grazie anche a te.

  6. Pubblicato il 8 febbraio 2009 at 00:22 | Permalink

    Lo sei.

  7. Pubblicato il 8 febbraio 2009 at 11:32 | Permalink

    😉 Anche se non so chi sei tu.

  8. Pubblicato il 30 agosto 2009 at 14:05 | Permalink

    Lo sai.

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