Cosa è la felicità?

Prof 2.0 ha trovato su un blog amico questa interessante citazione:”Immaginiamoci un uomo disteso sul tavolo di una sala operatoria. E’ stato sottoposto ad anestesia generale. Nel suo cranio sono inseriti alcuni cavi. Attraverso questi cavi vengono indotte, in determinati centri cerebrali, scariche elettriche accuratamente dosate, che fanno sì che quest’uomo si trovi in uno stato di perenne euforia. Il suo volto riflette uno stato di estremo benessere e piacere. Il medico che conduce l’esperimento ci dice che quest’uomo resterà almeno altri quindici anni in questo stato e ci propone di metterci subito, se vogliamo, nella stessa situazione. Ciascuno di noi può chiedersi, a questo punto, se sarebbe disposto a lasciarsi portare in questa specie di felicità”.

Nessun commento. A ciascuno la risposta e le conseguenze.
Anche perchè Prof 2.0 oggi non è in vena di riflessioni personali.

56 commenti

  1. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 18:45 | Permalink

    non siamo solo chimica. è per questo che a volte siamo felici, e di che felicità(!), anche se la chimica dei nostri stati d’animo dice “malumore”.
    i sentimenti la felicità la manifestano, ma solo a volte, e non ne sono la manifestazione più certa, né la principale.
    GGfix

  2. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 21:01 | Permalink

    Beh, una grande verità: la felicità non può essere ridotta a “stato d’animo”… forse è uno dei più grandi errori che si commette nel cercarla

  3. Pubblicato il 18 maggio 2008 at 21:53 | Permalink

    Mi fa pensare al film Matrix…fino a qualche anno fa avrei risposto che preferisco l’illusione e una felicità apparente piuttosto che l’arido vero…
    Oggi no, oggi credo che non ci sia vera felicità senza verità.
    asterope

  4. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 11:30 | Permalink

    ma la felicità non è una SENSAZIONE. Gli imput che provengono ormai da tutti i mezzi di comunicazione, vogliono farci credere questo. esempio: possiamo essere “felici” perdendo peso alimentandoci esclusivamente con delle barrette al cioccolato; possiamo essere “felici” acqiustando quel particolare prodotto che rallenta la formazione delle rughe, e così via…cercano di farci credere che la felicità possa essere raggiunta comprandola o addirittura fuggendo per qualche istante dalla realtà in cui siamo costretti a vivere.Invece a volte si richiedono anche sforzi per raggiungerla…ma credo ne valga la pena!

  5. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 13:02 | Permalink

    Lancio una provocazione: si può essere felici da soli?

  6. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 14:17 | Permalink

    umh… da soli? Mi sembra impossibile.
    Ma in una ipotetica situazione in cui a causa di una calamità naruale ci si ritrova ad essere l’unico uomo al mondo? Si è condannati all’infelicità?

  7. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 16:26 | Permalink

    Non si è mai soli. Mai sentito parlare di daimon?

  8. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 17:36 | Permalink

    Il tema ha suscitato interessantissimi interventi. Grazie a tutti. Senz’altro oggi la felicità è ridotta al concetto di benessere. Ed è il risultato dell’impoverimento del concetto di “eudaimonia”, la felicità in greco, che palmipedone ha rievocato con la parola daimon. Felicità come adesione al bene e al vero (come suggerisce asterope).

    Si può essere felici da soli? Lo spiego sempre con una battuta di Into the wild: happiness is real only if is shared.
    Con jovanotti potremmo dire che “non sono solo anche quando sono solo” o con A.Lavigne “non so chi sei ma sono con te”.
    Ma di chi parlano Lorenzo e Avril?

  9. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 18:25 | Permalink

    Io rimango per il daimon, il nostro compagno interiore. Lo etichetto ‘Me’.

  10. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 18:33 | Permalink

    Interessante Palmipedone. Siete in due quindi?

  11. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 19:03 | Permalink

    In un certo senso. E comunque, tornando al topic, dico che magari noi abbiamo già scelto di avere una felicità perpetua, ma siamo legati a una macchina. Può essere, non è che non può essere, eh: può esse’.

    Here, There and Everywhere

  12. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 19:33 | Permalink

    Prof, anche tu MTV generation?
    Comunque forse quell’altro “me” è semplicemente Dio… Forse ci serve solo un po’ di tempo realizzare chi è…
    Grazie.

  13. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 20:02 | Permalink

    No, non è Dio. È se stessi, ed è la certezza più bella che tu possa trovare nella realtà, se a te piace chiamarla così.

  14. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 20:33 | Permalink

    e se te stesso ad un certo punto si ammala che fai?

  15. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 21:23 | Permalink

    Grazie a Dio sono ateo.

  16. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 21:51 | Permalink

    si, ma non hai risposto alla mia domanda.

  17. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 21:57 | Permalink

    Non fare caso alle parole. Il mio ‘Me’ non si è mai ammalato, ma credo che quando ciò accada, se accade, l’istinto che prevale è quello di suicidarsi. Ahà.

  18. Pubblicato il 19 maggio 2008 at 22:02 | Permalink

    Così parlò Palmipedone… Sembra quasi che ci creda.
    Ti rimando all’ultimo post pubblicato se ti venisse da suicidarti a breve. Notte.

  19. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 13:27 | Permalink

    Io non credo in nulla. O so, o non so.

  20. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 16:05 | Permalink

    qualcuno banni james

    anonimo da ciuciulla

  21. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 18:11 | Permalink

    Anonimo da ciuciulla…perchè mai dovremmo bannare james? C’è solo da apprezzare un ragazzo che esprime le sue idee -dimostrando sempre una grande sensibilità- e che nn teme di esporsi. E tu, invece, perchè ti nascondi nell’anonimato?
    Paola A.

  22. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 19:05 | Permalink

    Scorrevo con leggerezza questa discussione, ma poi la sicurezza di Palmipedone mi ha mozzato il fiato. Lo sai, Palmy, che già qualche secoletto fa un tale Agostino di Ippona aveva detto che in ultima analisi la vita di ogni uomo si riduce ad una sola scelta? O l’amore di se stessi portato all’estremo di rifiutare Dio, o l’amore di Dio portato all’estremo di rinunciare a se stessi.
    E così tu scegli la prima, opti per il tuo amato daimon… D’altra parte fece così anche Agostino, almeno in un primo tempo. Forse è meglio così che fare come tanti che preferiscono tergiversare. Ti auguro che ti vada come a lui!

  23. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 19:34 | Permalink

    Anonimo da ciuciulla, perciò non tolleri che qualcuno esprima la propria idea, se contraria alla tua?
    Ps. Grazie Paola della solidarietà :P. Io non me ne curo…

  24. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 19:56 | Permalink

    Il mio solo ed unico amore è il mare (Jack Sparrow). Scherzi a parte, il mio amore è la distruzione e la conoscenza della realtà. Anzi, la conoscenza della realtà prevale sulla distruzione.

  25. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 19:58 | Permalink

    Ah, e comunque spero proprio di non fare la fine di un mangiapane a tradimento. Ma immagino che tu me lo augurassi con buone intenzioni.

  26. Pubblicato il 20 maggio 2008 at 22:10 | Permalink

    E’ come in Matrix: pillola blu o rossa. Essere consci e soffrire o ignoranti e felici. Lo stesso Leopardi con il buon selvaggio.

  27. Pubblicato il 21 maggio 2008 at 10:33 | Permalink

    Vedo che questo post suscita un addensarsi di commenti, botte e risposte. Mi fa piacere. Cerchiamo di non andare fuori dal seminato e atteniamoci al tema del post. Benvenuto Miche l’esteta nei sobborghi di Shit City.

    Per Palmi: rispetto per Agostino, che, indipendentemente da come la veda tu, è uno dei pensatori migliori dell’antichità e se è vero che la tua ricerca è distruggere e conoscere la realtà, il suddetto merita un certo rispetto…

    Per Miche: nella realtà purtroppo non esistono scelte così nette e cristalline, ogni giorno è un compromesso tra la pillola rossa e la pillola blu. che ne dici?

  28. Pubblicato il 21 maggio 2008 at 21:31 | Permalink

    No, no. Il mio interesse è per la consocenza della realtà, e per la distruzione. Ma non per la distruzione della conoscenza della realtà. Comunque Agostino, come tutti, va stimato come persona. Che poi fosse un mangiapane, è un altro discorso. Pure io mangio il pane. Ma non a tradimento, o almeno credo.

    Vi lascio con ‘Shout’.

    Wedding Guest

  29. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 08:54 | Permalink

    Tu credi? Ma che fai ti contraddici?

    Ps. Un po’ di pane a tradimento lo mangiavi quando eri mio alunno, con la retta che pagavano i tuoi e il poco che studiavi tu… Non mi risulta che Agostino lo abbia fatto.

  30. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 14:19 | Permalink

    Io sono uno schiavo del sistema, che è diverso. E poi, sì. Mi contraddico, ma questo è chiaro. L’essere umano si contraddice in quanto tale.

  31. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 14:35 | Permalink

    Eri assente alla lezione sul principio di non contraddizione…

    Mi spieghi cosa è il sistema?

  32. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 14:47 | Permalink

    Per chi non lo avesse capito: viene cancellato tutto ciò che non è attinente alla discussione o gratuitamente volgare.
    Il servizio pulizie di Shit City.

  33. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 15:36 | Permalink

    No, c’ero e al compito ho preso otto, e successivamente il debito. Comunque è nella natura dell’uomo contraddirsi in quanto la stessa natura si contraddice. Specie se poi ci vanno le parole di mezzo. Invece, il sistema. Be’, adesso non mi va di scriverlo, magari più tardi o magari per telefono. O magari adesso. Per dirlo in breve, è ciò che ci porta a metterci la cinta ai pantaloni e ciò che ci costringe a portare l’orologio.

  34. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 17:32 | Permalink

    Dai ti ha dato il debito??? Lasciamo perdere…

    La natura si contraddice? in che modo?
    E poi parli di natura dell’uomo, cioè di qualcosa di stabile che tra le altre caratteristiche ha quella di contraddirsi. Allora esiste una natura e un fondamento stabile?

    Sistema: l’esistenza di un sistema non comporta il dovervi aderire. E poi se il non portare l’orologio o la cinta fossero sistema anche quello?

    Il post era sulla felicità… ci siamo persi…

  35. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 20:39 | Permalink

    Debito, sì. Un debito con quattro.

    Allora…
    La natura si contraddice.
    Esempio? Un uomo che nasce con l’istinto di voler accoppiarsi con un altro uomo, per esempio.
    E poi ho come l’impressione che tu abbia l’impressione che quel che io dico ha poco significato. Non che ce l’abbia, sia chiaro, però provo a spiegarlo meglio. L’uomo si contraddice perché facente parte di un qualcosa che già è contraddizione. Puoi dare qualsiasi nome a quel qualcosa.
    Inconsapevolmente l’uomo aderisce al sistema, e ne diventa ‘schiavo’. L’unico rifugio è la Stanza del Niente. Portare o non portare orologio e cinta possono essere sistema, e questo testimonia come è vero tutto e il contrario di tutto. Ma scommetto che hai capito.

  36. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 21:10 | Permalink

    Se ti do l’impressione di dare poco significato a quello che tu dici ti sbagli. Mi sembra che sei tu quello che gli dà poco significato, nel momento in cui dici che non ne hanno le parole con cui lo scrivi.

    Del debito, conoscendoti, mi spiace…

    Perchè un uomo che nasce con quell’istinto è contraddittorio?

    Sulle convenzioni tutto è il contrario di tutto, come nel caso della cinta e dell’orologio. Sul fatto che sia lo stesso uccidere un uomo o stuprare un bambino o non farlo ho qualche dubbio… O sono convenzioni anche queste?

  37. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 22:06 | Permalink

    ma qui si entra in una sfera differente…non si parla più di convezioni. Il fatto di mettere o non mettere l’orologio non lede la libertà di un altro…ma nell’uccidere o meno un uomo entra in gioco la coscienza personale. E se contassimo tutti solo sui noi stessi, o sul daimon di cui parla palmipedone, come faremmo a capire quale è la cosa giusta da fare? palmipedone come fate tu e il tuo daimon a capire cosa è giusto e cosa non lo è?o per te questo è poco importante da capire?

  38. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 22:15 | Permalink

    È inutile entrare nel merito.
    L’uomo acquista libertà nel momento in cui può decidere tra il bene e male. Ma quel bene e quel male… sono relativi. Tornando a parlare di felicità e del contenuto del post… il leone che sta in gabbia crede che siano gli uomini ad essere imprigionati. Comunque tengo a tutto ciò che le persone esprimono, anche se a parole. E per quanto anche questo sia contraddittorio, è bello, è giusto e porta felicità.

    Vi lascio con Goodbye Mr. Holland

  39. Pubblicato il 22 maggio 2008 at 22:26 | Permalink

    W il relativismo. Ma tu e il tuo daimon che relativo bene ci vedete nell’uccidere un uomo? Certe coordinate sono uguali per tutti, che tu l’ammetta o meno.

  40. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 13:04 | Permalink

    C’è solo una coordinata che è uguale per tutti, ed è la convenzione.

    Vi lascio con ‘Agisci unicamente secondo quella massima in virtù della quale tu puoi volere, nello stesso tempo, che essa divenga una legge universale.

  41. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 16:07 | Permalink

    E se sono un serial killer e la mia massima è “uccidi tutti gli alunni” e la ritengo massimamente universalizzabile?

    Povero Kant…

  42. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 18:22 | Permalink

    Be’, in quel caso, spero proprio di non essere tuo alunno.

    E comunque, quando sai quello che vuoi, sai quello che vuoi.

  43. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 18:29 | Permalink

    Sì, anche Hitler lo sapeva…

  44. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 20:01 | Permalink

    Sarebbe stato sbagliato uccidere Hitler?

  45. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 20:07 | Permalink

    La felicità? La coscienza della pienezza della vita e la capacità di aprirsi emotivamente ad essa.
    Paola A.

  46. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 20:55 | Permalink

    non sarebbe stato più giusto se lui avesse risparmiato così tante vite? …forse anche quello faceva parte di una convenzione…

  47. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 21:16 | Permalink

    Non si risponde con una domanda ad un’altra domanda.

  48. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 22:17 | Permalink

    Dove sta scritto che “Non si risponde con una domanda ad un’altra domanda”?
    Tutt’a un tratto nel tuo mondo stanno spuntando leggi assolute?

  49. Pubblicato il 23 maggio 2008 at 22:25 | Permalink

    No, no. Io mi esprimo per assoluti, come tutti del resto, ma non ne do alcuno. Sono quelle cose, sai… un po’ come ‘è da ignoranti usare la parola da definire nella definizione’. Oppure Sean Connery è molto meglio oggi piuttosto che da giovane… L’erba del vicino è sempre più verde, e il mattone è sempre un buon investimento.

    Sayonara…

    Vi lascio con ‘The winner is’, pezzo di Little Miss Sunshine.

  50. Pubblicato il 24 maggio 2008 at 12:21 | Permalink

    Bah, non mi sembra che gli ultimi esempi calzino con la discussione. Ma non credo che su un blog sia possibile continuare questa discussione.
    Perciò ti chiedo una cosa che mi ha fatto incuriosire: come mai alla fine di ogni commento scrivi “vi lascio con…”?
    Aspettando la risposta ti ringrazio :)

  51. Pubblicato il 24 maggio 2008 at 16:03 | Permalink

    Vi lascio sempre con qualcosa che m’ispira sul momento, e mi piace condividere.

    E quindi… vi lascio con ‘Beautiful boy’.

  52. Pubblicato il 24 maggio 2008 at 22:54 | Permalink

    Ritorniamo alla felicità?

  53. Pubblicato il 25 maggio 2008 at 21:03 | Permalink

    la felicità è, per definizione del vocabolario, lo stato in cui l’uomo è pienamente appagato nei suoi desideri. una felicità, per così dire, indotta chimicamente, lascia soltanto sensazioni positive e come noi tutti sappiamo, le sensazioni sono effimere e volatili. ma la cosa più importante è che la felicità vera, profonda e duratura riempie il cuore a tal punto da travalicare i confini di esso e da riversarsi all’esterno, verso i cuori degli altri. gli apostoli, convinti di aver trovato il dio unico e soprattutto il dio buono, erano talmente felici che hanno girato il mondo per annunciarlo a tutti quelli che trovavano. ceh avessero ragione poi non lo so…

  54. Pubblicato il 26 maggio 2008 at 08:29 | Permalink

    Caro Piedone,
    mi piace la precisazione che fai. La felicità è uno stato complessivo della persona (equilibrio ed elevazione)che è anche rivestito di piacere. Il piacere invece è un singolo avvenimento (la gioia di un regalo, la gioia del male altrui, il godimento di un bicchiere di vino…): si tratta di singoli accadimenti che non hanno nulla a che vedere con lo stato della persona tutta intera.
    La felicità sembra essere uno stato personale, il piacre il rivestimento di un singolo avvenimento.
    Ho capito bene?

  55. Pubblicato il 29 maggio 2008 at 16:40 | Permalink

    caro prof, mi sa che hai capito molto meglio di quanto non avessi capito io quando ho scritto… comunque credo che, mentre la felicità è uno scopo di vita, il piacere non debba esserlo. un uomo che insegue il piacere è depresso (ci sono cose, come la felicità appunto, molto più importanti chenon è in grado di vedere); mentre un uomo che cerca la felicità sta combattendo per un ideale di vita, sebbene molto astratto.

  56. Pubblicato il 30 maggio 2008 at 09:16 | Permalink

    La felicità è un ideale per te? Mi interessa.

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