Primo giorno di scuola: stupitevi, stupiteli.

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Cari colleghi professori,

mancano 24 ore alla prima campana. I vostri alunni sono trepidanti, perché il primo giorno di scuola attraversa il cuore di un ragazzo come uno stormo di promesse. Sperano che quel primo giorno sia un giorno nuovo, sintomo di un anno nuovo, una vita nuova, direbbe Dante. Rendete quel giorno la loro Beatrice.

Non li deludete. Date loro un giorno indimenticabile. Non chiedete delle loro vacanze, non raccontate le vostre. Fate lezione: con un amore con cui non l’avete mai fatta. Preparate oggi quella lezione. È domenica e avete ancora qualche ora. Stupiteli con un argomento che desti la loro meraviglia. Uccideteli di meraviglia! È dallo stupore che inizia la conoscenza, diceva Aristotele e nulla è cambiato. Annichilite i grandifratelli, gli uominiedonne. Superateli in share con le vostre lezioni. Rinnovate in voi lo stupore. Spiegate loro l’infinito di Leopardi anche se non è nel programma, fateglielo toccare questo infinito di là dalla siepe dei banchi. Raccontate loro la vita e la morte di una stella. Descrivete loro la sezione aurea dei petali di una rosa e il segreto per cui la si regala al proprio amore. Stupitevi. Stupiteli. Fatevi brillare gli occhi, fate vedere loro che sapete perchè insegnate quella materia, che siete fieri di aver speso una vita intera a imparare quelle cose, perchè quelle cose contengono il mondo intero.

Stupiteli con la vita, quella che c’è dentro secoli di scoperte, conoscenze, fatti, libri. Fategliela toccare questa vita. Non torneranno più indietro. Sapranno di avere davanti un professore. Parola meravigliosa che vuol dire “professare”, quasi come una fede, la vostra materia. Se professate questa fede toccheranno attraverso di voi le cose di cui hanno fame: verità, bene, bellezza. Le uniche cose per cui viviamo, che lo vogliamo o no. Tutti vogliamo un piatto buono, un amico sincero, una bella vacanza. È scritto nel dna che vogliamo quelle tre cose, anche se costano fatica. Diamogliele.

Immaginate domani di entrare in classe. Durante la vostra lezione il mondo viene devastato da un’apocalisse. Per una serie di fortunate (!) congiunture siete rimasti vivi solo voi, con la vostra classe. Adesso dipende tutto da voi. Rimboccatevi le maniche, prendetevi cura di quei 20-30 come fosse il mondo intero. Che mondo sarà quello di domani? Dipende da te caro collega. Non ti lamentare dei politici, delle strutture, del riscaldamento, dell’orario, adesso ci sei solo tu e loro. Non ci sono ministri, riforme, strutture. C’è la scuola nella sua essenza. Tu e loro e quel che ci sta in mezzo: le parole. Gli animali si addestrano, gli uomini si educano: con le parole. Non c’è lo stipendio, perchè non c’è lo Stato e non c’è il privato: sono loro il tuo stipendio. Ti è rimasto solo un libro: quello della tua materia. Da lì devi partire per costruire il mondo intero. Quello è il punto di appoggio con cui sollevarlo, il mondo intero.

Se loro vedranno in te il fuoco ti ripagheranno con uno stipendio che nessun altro mestiere dà: saranno degli innamorati del bene, della verità, della bellezza (cioè della vita). Non saranno dei furbi, ma degli innamorati. Forse ti manderanno ugualmente all’inferno come Dante ha fatto – anche se per altri motivi – col suo maestro Brunetto, ma sapranno riconoscerti (come Dante) di avere insegnato loro “come l’uom s’etterna”: come l’uomo si è reso immortale nella storia e come l’uomo si rende immortale al presente.

Caro collega hai 24 ore. A te la scelta: un nuovo giorno, il primo, di una vita nuova.

Stupisciti. Stupiscili.

 

Il Giorno, Il Resto del Carlino, La Nazione – 12 settembre 2010 

26 commenti

  1. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 12:49 | Permalink

    provo un’immensa nostalgia ogni qual volta si arriva al primo giorno di scuola di un nuovo anno, e potrò solo guardare migliaia di studenti attraversare il cancello di ingresso alla scuole.
    anni sono pasati dal mio ultimo anno in istituto, ma è bello scoprire ancora persone che ci mettono ancora amore nell’insegnamento, naturalmente sono invidiosa dei loro studenti.
    faccio tanti auguri a te, x il nuovo anno d’insegnamento e a tantissimi altri che tra tante difficoltà, molte volte legate alla politica, desiderano insegnare la vita ai prorpi studenti.
    ciao De

  2. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 14:24 | Permalink

    Grazie!! Semplicemente… al lavoro!

  3. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 14:44 | Permalink

    Questa prosa appassionata fa brillare ancora gli occhi dell’adolescente che è in noi. Di chi ha avuto la fortuna di incontrare maestri così nel timido e confuso incedere negli anni del liceo. Di chi (come me) spera che i suoi figli (annoiati dai Prof. che li irridono con sufficenza – e spesso senza neppure riportare la medesima nel registro…) spera, dicevo che, magari per sbaglio, in un’ora di supplenza possano incontrare umini così…

  4. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 15:48 | Permalink

    Eh, mi piacerebbe cominciare così! Insegno religione, ma i primi giorni avrò in classe anche tutti quei ragazzi che hanno scelto il nulla e che devono restare miei “prigionieri”. Il nostro è il mestiere più bello del mondo, e come tutte le cose belle ha un prezzo così alto che spesso ci si lascia prendere dalla paura di non essere all’altezza della situazione. Ed io, che gli racconto domani, a questi? Beh, noi cominciamo 15: ho più tempo per pensarci… Grazie per l’incoraggiamento, la sfida a fare del proprio meglio! Dopo il 6 febbraio, ci rivediamo il 26 all’incontro per la famiglia… Buon anno a tutti quelli che vivono la scuola!

  5. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 15:56 | Permalink

    Guardo mio figlio: martedì inizierà il suo ultimo anno di superiori. E’ cresciuto attraverso anni di scuola spesso sempre uguali, giorno dopo giorno. Ha memorizzato cose che più o meno alla rinfusa tira fuori come da un cassetto vecchio e polveroso: il suo bagaglio culturale. Lo guardo e mi chiedo quanto questi anni lo abbiano costruito dentro al di là di tutti gli incontri con i compagni, mi chiedo se si sraà mai imbattuto in un professore capce di infiammargli il cuore e motivarlo al grande volo. Non so: vorrei tornare io sui banchi di scuola e non perdere nemmeno un istante di alcune lezioi di vita che ancora ricordo. A lui quest’anno auguro un cammino di umanità: il voto sarà quello che sarà ma diventare uomini è ben un’altra cosa. Quella si acquisiswce solo incontrando cuori infiammati. Bravo Alessandro! Non dimenticare mai che sei un traghettatore di anime ma verso l’infinito dell’essere. Sii instacabile seminatore di un campo spesso solo apparentimente arido: a te sta seminare. la gioia del raccolto forse non la vedrai maima sappi che il seme cresce nel nascondimento.
    In bocca al lupo a mio figlio, in bocca al lupo a te. Ale. in bocca al lupo ai tanti che da te berranno vita.

  6. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 17:01 | Permalink

    a luglio, dopo tanta fatica, lavoro, ma anche bei momenti, mi sono diplomata, ponendo fine alla mia vita da liceale. quando ancora andavo a scuola pensavo che la vita, quella vera, sarebbe cominciata proprio ora, ora che non ho più legami, più obblighi, ma solo libertà di decidere quello che voglio fare. questa convinzione, però, non è più forte come prima: ho paura di quello che accadrà in un futuro ancora tutto da scrivere, in cui mi sembra di non avere più punti di riferimento. e quindi, proprio ora che ho quella “vita”, rimpiango la sicurezza dei banchi di scuola, l’allegria di quelle giornate, le emozioni di quegli anni, i più belli.
    e rimpiango, ahimè, anche il primo giorno di scuola che, per quanto sia da molti odiato, in fondo non dispiace proprio: è bello tornare a scuola, come è bello tornare a casa dopo un lungo viaggio. e di certo mi sarebbe piaciuto conoscere un professore come lei, come il Sognatore, come chi, con le parole, sa farti dimenticare del mondo fuori dalla classe, trasportandoti in nuove dimensioni, nuovi luoghi, verso nuove emozioni, in un mare di bellezza e conoscenza in cui è dolce naufragare, abbandonarsi e accorgersi di essere parte del tutto. spesso ho costatato che molti professori svolgono la loro professione solo come semplice lavoro tecnico: non c’è passione, entusiasmo nelle loro parole, sono voci spente, prive di vitalità, sapore, sentimento. non c’è stupore o meraviglia. e questo non può che generare delusione nei ragazzi, i quali, anche se tutti diversi, sono ugualmente vogliosi di conoscere, sperimentare, sapere.
    mi auguro, allora, che i ragazzi che stanno per intraprendere il difficile, ma meraviglioso percorso della scuola possano trovare l’appoggio di validi insegnanti, i quali devono sapere anteporre l’umanità alla professione: devono essere dei buoni educatori prima che tecnici. mi auguro, un giorno, di poter conoscere persone che sentino dentro questa passione per la vita e la sappiano trasmettere agli altri. mi auguro di poter professare anch’io verità, bene e bellezza (e cioè la vita). e mi auguro, prima di tutto, in questa nuova fase del mio esistere, di poter vivere tali emozioni in prima persona per toccare l’infinito. l’attenzione con cui si viene ripagati sarà superiore a ogni stipendio.
    grazie per le sue bellissime parole, sanno affascinare e travolgere e addolcire.

  7. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 18:16 | Permalink

    Grazie, Alessandro! Perché comunichi entusiasmo e passione per la realtà, perché ci inviti a stupirci della bellezza della conoscenza, perchè ci ricordi che insegnare è vocazione.
    Domani volevo iniziare leggendo una poesia o un brano significativo, ma così ne sono acor più convinta. Non so se riuscirò a far brillare i loro occhi: sicuramente io sarò felice di essere lì con loro e questo lo comunicherò.
    Buon inizio a te, buon inizio a tutti noi.

  8. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 18:26 | Permalink

    Ricominciare la scuola è una grande occasione innanzitutto per me insegnante, è una grande occasione di ridire sì all’umano che sboccia dentro di me e che sente il contraccolpo dell’umano che incontra in ogni studente. Che bello ricominciare con dentro la speranza che la scuola non sia la noia del dovere ripetuto, ma l’avventura dell’umano. Io ritorno a scuola certo che ho tanto tanto da imparare dai miei studenti, il loro sguardo è la mia che ancora una volta mi viene indicata perchè sbocci la mia umanità.
    Grazie e buon inizio d’anno

  9. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 19:59 | Permalink

    Che appassionante arringa in difesa della vita!….come solito giro alle insegnanti amiche! Grazie per il tuo entusiasmo.
    Mari

  10. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 21:03 | Permalink

    Vorrei avere il tuo stesso entusiasmo anche se, nella scuola d’oggi, spesso la burocrazia ci costringe a passare il tempo a compilare carte invece di occuparci degli alunni che dovrebbero essere l’unico scopo dell’insegnamento! :)

  11. Pubblicato il 12 settembre 2010 at 22:45 | Permalink

    Grazie Ale, purtroppo non mi è dato di varcare il cancello di una qualsiasi scuola, il precariato può essere molto duro, ma a quei pochi ragazzi che vedo qui a casa mia cerco di far brillare gli occhi e se ci riesco anche solo per un istante, penso che nessuna ricompensa materiale o economica potrà mai darmi la stessa gioia! In bocca al lupo…

  12. Pubblicato il 13 settembre 2010 at 02:22 | Permalink

    ..rendere la nostra vita un buon sacrificio per gli altri

  13. Pubblicato il 13 settembre 2010 at 11:44 | Permalink

    come vorrei essere uno di quegli alunni della tua prima lezione di quest’anno!

  14. Pubblicato il 14 settembre 2010 at 12:01 | Permalink

    Se solo potessi…

  15. Pubblicato il 15 settembre 2010 at 23:30 | Permalink

    Grazie Alessandro!!!Stamattina forse un pò ci sono riuscita….ho invitato i ragazzi di prima liceo a cantare insieme “I believe I can fly” (insegno inglese) e veramente mi è sembrato di aver colto nel segno, di aver parlato ai loro cuori…queando ho evidenziato i versi “spread my wings and fly away”…oppure “there are miracles in life I must achieve but first I know it starts inside of me”. Insomma solo se crediamo in noi stessi possiamo “toccare il cielo” e i miracoli possono compiersi ma prima dobbiamo farli esplodere dentro.”

  16. Pubblicato il 16 settembre 2010 at 16:32 | Permalink

    quanto entusiasmo, la tua lettera è uno spiraglio di luce in un periodo di buio, soprattutto per quanto riguarda la scuola, come istituzione, e come cammino di crescita, sia per i ragazzi come per i docenti!! fare l’insegnate, con passione e dedizione è difficile, ma ancora di più lo è essere maestro e compagno di crescita.. la scuola non deve insegnare solo cultura ma accompagnare la crescita individuale di ogni ragazzo/a nel loro diventare uomini/donne

  17. Pubblicato il 16 settembre 2010 at 17:58 | Permalink

    Carissimo Alessandro,
    la tua lettera ai professori è bellissima. Poco da dire davvero.
    Le cose che scrivi sono giustissime ma come si fa ad essere motivati e a motivare i ragazzi se gli insegnanti sono precari e guadagnano due lire e alcuni di essi nemmeno lavorano?
    Dovresti scrivere una lettera anche al Ministro Gelmini, cercando di spiegarle che la scuola, l’università e la ricerca vanno sostenute e finanziate. Invece la scuola subisce tagli, tagli, tagli.
    Il mio non è un tono polemico. Magari tu con le tue parole riesci a convincerla.

  18. Pubblicato il 16 settembre 2010 at 18:38 | Permalink

    io insegno in una prima, scuola primaria, e mi emoziona sempre veder arrivare dei cuccioli aperti al mondo ke si stupiscono delle piccole cose. quando sono felici io sono felice e quando sono scoraggiati o stanchi insegno loro a non mollare. io credo ke il mio mestiere sia il più bello del mondo ma anke il più deleterio se svolto senza passione senza “quella luce” negli occhi, grazie per avermi fatto conoscere questo articolo ke mi ero persa

  19. Pubblicato il 17 settembre 2010 at 19:07 | Permalink

    Caro Alessandro
    ho ricevuto questo articolo proprio a scuola da una collega.
    Aveva gli occhi che le brillavano e distribuiva a tutti queste pagine.
    E’ proprio così! Solo con la passione e l’amore si riesce a trasmettere il bene, la verità e la bellezza. Solo con l’entusiasmo si riesce a comunicare e a dire a tutti quei ragazzi che loro per noi non sono solo un voto, ma una storia unica.
    Ogni anno scolastico ha in sè momenti di soddisfazione e attimi di scoraggiamento, ma solo resistendo possiamo dire di averci provato!
    Buon anno scolastico a tutti!

  20. Pubblicato il 19 settembre 2010 at 07:33 | Permalink

    L’ho postato anch’io.
    Grazie sempre.
    Un universo di benedizioni :)

  21. Pubblicato il 21 settembre 2010 at 14:30 | Permalink

    molto bello leggo in ritardo… poi però c’è chi in toscana il primo giorno si è trovato la scuola chiusa per assemblea sindacale…
    alla mia scuola (una media) per fortuna avevamo deciso di iniziare due giorni prima. Comunque capisco tutti i disagi ma è stata davvero una scelta discutibile… la lezione memorabile per i ragazzi è stata: scuola chiusa!

  22. Pubblicato il 22 settembre 2010 at 23:32 | Permalink

    A scuola dovrebbero eentrare solo insegnanti innamorati del loro lavoro che sappiano mettersi in relazione con i loro alllievi.
    Grazie

  23. Pubblicato il 24 settembre 2010 at 09:15 | Permalink

    bellissime parole, Alessandro.
    un po’ dura , però, per noi insegnanti della scuola pubblica. arriviamo sul lavoro dopo 100 km di corsa in auto, con quel tir che non vuole spostarsi. noi,che arriviamo col fiatone , dopo aver sbattuto fuori di casa i figli , di cui uno di tre anni . noi che in questa scuola pubblica ancora Dobbiamo crederci. noi che da un anno all’altro ci ritroviamo senza cattedra solo perchè qualcuno ha deciso che le ore di italiano ( di francese, di spagnolo,di tecnologia) debbano diminuire.
    noi dobbiamo crederci. altrimenti meglio licenziarsi.

    Life

  24. Pubblicato il 24 settembre 2010 at 12:23 | Permalink

    non sono insegnante ma semplicemente genitore. il contenuto dell’articolo entra nel cuore. nel leggerlo mi sono semplicemente commossa! complimenti

  25. Pubblicato il 27 settembre 2010 at 18:13 | Permalink

    Grazie per il tuo entusiasmo, grazie per avermi fatto sentire ancora parte di un mondo, la scuola, vivo e produttivo, grazie per aver confermato tutti i miei pensieri su questo lavoro che io ho sempre vissuto come un compito meraviglioso, come una fortunata occasione per aiutare altri più giovani di me a trovare nel sapere la libertà di essere.

  26. 100
    Pubblicato il 18 ottobre 2010 at 15:36 | Permalink

    grazie del pensiero prof. E’ passato un mese dal mio ultimo primo giorno di scuola, e se sulla mia strada avessi incontrato più professori come lei, non sarei stata così ferocemente felice che fosse l’ultimo.

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