Quando la tua vita è lanciata come mille coriandoli per le vie dell’etere, con il rischio di subire quella cosa chiamata successo o di infastidire qualcuno pronto a convincersi che tu sia soltanto quel coriandolo colorato, ciò che ti afferra è la straniante sensazione di essere dappertutto e di non essere da nessuna parte.
Il successo (o l’insuccesso) è una cosa piccola piccola, che come è venuta se ne va, e come tutte le cose (dalla macchina ai capelli…) si rovina, si consuma, passa.
Allora in questi giorni imperiosa mi si è imposta la domanda sulle fondamenta.
Su cosa si fonda la tua vita, Prof? Quando la tua anima, sotto forma di libro, immagini, interviste, se ne va in giro a fare danni più o meno prevedibili nei cuori delle persone, cosa resta fermo nel turbinio di questo movimento?
Il cuore resta fermo. Il cuore non si muove. Ecco il fondamento: le radici.
Come quando sei in barca e devi restare in piedi. Non puoi più dare per scontato che la terra sia ferma. Le gambe sono impegnate a cercare l’equilibrio, bilanciando indietro o in avanti il baricentro del corpo. Proprio in circostanze come quella ti chiedi: quale è la mia terraferma. Dove cade il mio baricentro?
Nel cuore. E cosa ci trovi: la tua identità, in altre parole, i tuoi amori.
Qualcuno ha detto che i nostri amori sono il nostro peso, il nostro baricentro.
Se la tempesta spazza via quello che fai o quello che hai, cosa resta?
Paradossalmente rifugiarsi qualche metro sotto la superficie del mare in burrasca, per scoprire che lì sotto è rimasto tutto fermo, e lì puoi riposare.
Con chi ti ama e con chi ami, che non si sono mossi da lì.
19 commenti
“Qualche metro sotto la superficie del mare in burrasca” io ci sono e ci sarò sempre…. Andrà tutto bene….
Questo è tutto quello che conta…
L’equilibrio ci riporta alle nostre radici…
dove nulla è mutato…
Scritto profondo e di grande pregio …
A presto !
Ale
Caro Prof sapendo del tuo trasloco, ho voluto essere presente per darti il mio benvenuto nella tua nuova casa. Mi auguro, insieme agli altri frequentatori del tuo blog, di aiutarti ad arredarla con commenti sobri e di buon gusto,
Pà
Caro Prof.o meglio “Ciao Prof”
Mi permetto di dirti ciao, perchè sono praticamente un tuo coetaneo. Ti leggo da qualche mese, e ti conosco per vie traverse…si, perchè nei luoghi dove lavoro sei nominato! Non credo sia una minaccia, visto che nutro ammirazione per il lavoro che fai e che emana da ciò che scrivi; non è piaggeria, anzi, devo ammettere che mi consolo enormemente leggendoti.
Perchè? Beh, perchè sono un maestro. Lo sono da così poco che un anno è proprio un’inezia; e comunque, la vita è cambiata totalmente. Sono un maestro che ama la letteratura così tanto da costringere i miei poveri alunni a seguirmi in letture strampalate e ascoltare storie dove i miti greci si mescolano alle gesta di un Polo alla corte del Gran Khan, o raccontando il perchè è così importante “narrarsi”.
Non so se faccio bene a valorizzare questo aspetto, anche perchè un maestro deve puntare molto sulla formazione del proprio io; ma sono convinto che lo si possa fare con il dialogo, l’esempio…e la letteratura. Insomma, ci sarà un motivo per cui l’unico momento in cui vedo trenta testoline concentrate è il quando il maestro apre il libro, e legge…
Dopo aver studiato migliaia di libri di pedagogia, fuffologia applicata e teoria e pratica del nulla cosmico direi che sia la strada giusta da prendere.
Che ne pensi?
Ti prometto che il prossimo commento sarà più pertinente e di sicuro più intelligente!
A presto,
Mastro T.
ps: come mai mi consola leggerti? beh, perchè vorrà dire che qualche mio alunno di oggi troverà qualche insegnante di domani che lo aiuterà a ritrovarsi in un libro…
Trapianto in questo nuovo giardino il gelsomino cresciuto sopra i muri di shit city… e sono con te. Avanti tutta!
Rileggendo il tuo post, mi è venuto in mente…
“Corcillum est quod homines facit”.
Non aggiungo altro!
Mastro T.
Bro,
Bellissimo post, il più vicino al profondo del mare
screwball
ps.: mentre leggo gli email di tutti quelli che hanno scritto (ma l’email non dovrebbe rimanere nascosta, vedi sopra?)
il commento che mi colpisce di più è quello del tuo papà. quanto amore, dolcezza e vicinnza di affetti ( nonostante , credo , la lontananza).
ho avuto anch’io un papà sostenitore, fan, che ha fatto il tifo per me , a ogni esame universitario, a ogni mio nuovo contratto di supplenza, che non ha potuto gioire per lamia ssunzione nei ruoli perché non c’era più.
sono questi gli affetti che portiamo nel cuore. e l’Amore è la nostra bussola. e con amore entriamo in classe.
in bocca al lupo per tutto e complimenti per l’intervista , che denota, come già immaginavo, la passione per il nostro lavoro.
Life
Prof,
tu non scrivi per quella cosa che molta gente chiama successo.
Tu scrivi per seminare sogni.
Piccoli ed umili frammenti di luce.
Luce che irradia sentimenti.
Sentimenti dettati dal cuore.
Tu scrivi perchè ogni palpito del tuo cuore si sintonizzi con il mondo. Tu scrivi affinchè quella stessa sintonia raggiunga tutti. Mettendola in condivisione. Offrendola. Senza chiedere nulla in cambio. Senza pretendere successo, gloria o vanto. Ma solo perchè esista. Solo perchè continui a seminare e illuminare.
bellissimi gli ultimi due post
a proposito della Bio generale, che precede naturalmente questo post e che penso sia scritta quasi in contemporanea… beh, il soggetto, che appare già un po’ fuori di testa, è da dichiarare pericoloso: quante cose si nascondono dietro quell'”ama fare scherzi”, o altre frasi…
grazie per aver eliminato gli indirizzi
a proposito del corriere: ma lo sanno questi signori che il tumore ha attraversato anche la tua famiglia? Probabilmente non hanno letto il libro. Difficile immaginarti sciacallo del dolore altrui. Sereno!
…O non hanno letto il libro o è stato letto male. L’invidia brucia e brucerà sempre, dietro tutte le polemiche. In questo mondo privo di empatia, nessuno comprende e rispetta il duro lavoro che c’è dietro un libro e il dolore che possono provocare “questi signori” con le loro sentenze. Per me è un libro pieno di verità, di speranze e se non riescono a vederle è perchè a volte la verità fa paura. E quando si ha paura si è ignoranti. E quando si è ignoranti si diventa un pò clown.
C’è “sangue” nelle tue parole…
Concentrati sul ROSSO: “Regalare il proprio dolore agli altri è il più bell’atto di fiducia che si possa fare”…
La superficie del mare sarà anche in burrasca, ma “lì” è tutto fermo…e così sarà sempre!
E sempre farò il tifo per te!
Ps. Del vecchio blog mi manca solo una cosa. Il titolo. Che fine farà S.H.I.T. City?
Caro prof. 2.0,
non ho ancora avuto modo di leggere il tuo libro ma spero quanto prima di riuscire a procurarmi una copia.
Mi dispiace che alcune persone non abbiano compreso il perchè di quello che scrivi e soprattutto il per Chi lo fai.
Anch’io ho provato sulla mia pelle e nel mio cuore il dolore dovuto ad una perdita famigliare per un tumore…e sinceramente poterne parlare e ricordare sono il più bel dono che abbia mai potuto ricevere.
Spero che anche tu possa continuare sempre a parlare della tua vita, le tue gioie, i tuoi dolori, attraverso i tuoi libri..
Mi piacerebbe scriverti un post privato… Vorrei farti un paio di domande, come faccio?? Grazie!
era migliore la grafica del blog precedente… Dai grandi emzzi Mondadori ci saremmo aspettati di meglio!
gdm
Post molto interessante…
Presto il mio commento sul libro 😉
Caro Prof,
mi permetto di darti del tu, siamo coetanei e colleghi (anche se a distanza)…ma soprattutto mi sento così straordinariamente in sintonia con te che mi sembra di parlare con un vecchio amico.
“Per caso” mi sono imbattuta nel tuo libro qualche giorno fa e “per caso” sono capitata su queste pagine. Assieme alle tante cose che vorrei dirti (magari lo farò con più calma), ce n’è una che desidero dirti subito: grazie!
In questi giorni, leggendoti, ho ricevuto tanta vita, tanto bene, ho respirato aria pura…per questo, grazie!
…Sei così ancorato al Bene che le tue fondamenta devono essere davvero solide!
Se mio figlio (quinto scientifico) avesse avuto un insegnante come il Sognatore forse oggi sarebbe più felice, saprebbe perchè è importante studiare e magari avrebbe trovato il suo sogno…
Mari, che non è stata capace di far capire all’essere che ama di più al mondo che la vita è credere e lottare e cercare il proprio sogno. Grazie