Così ho ricevuto due regali che mi hanno riempito di gioia:
La versione tascabile della Divina Commedia della Hoepli che sta comodamente nella tasca della giacca e risolve ineguagliabilmente il problema dell’avere sempre un libro con sè e Il mago dei Numeri di H.M. Enzensberger, un interessante saggio-favola che aiuta ad appassionarsi alla matematica e che la mia collega fa leggere ai ragazzi durante la vacanze natalizie.
I due doni erano accompagnati rispettivamente da queste dediche:
“Un dono piccolo, piccolo, ma Totale, insondabile e inestimabile… come la passione che anima i nostri scambi letterari” ;
“e iπ -1=0″
che sembra essere la formula matematica capace di dimostrare l’esistenza di un Dio trascendente.
La scuola che non si vede, la scuola che nessuno racconta è così: gente che condivide passioni con altra gente, senza chiudersi nel recinto ristretto della propria aula o materia.
3 commenti
Buongiorno. O ciao. Mi sono chiesta a lungo se cominciare il mio commento dandole del lei o del tu. Darle del lei perché fondamentalmente non la conosco e sono una liceale mentre lei un professore? O darle del tu perché frequento da un po’ di tempo questo blog e ho letto molte e molte sue pagine e ho quindi imparato a conoscerla attraverso le sue stesse parole? Alla fine ho deciso di darle del lei ma solo perché non mi sento molto diversa dai suoi studenti: forse un po’ più grande e con una formazione più scientifica che classica, ma dalle sue lezioni ho imparato molto, come penso facciano i suoi ragazzi. Lezioni non di greco o di latino, lezioni di vita fatte da dietro un computer invece che da dietro una cattedra. Forse usare il verbo imparare non è corretto, sarebbe più giusto dire che i suoi pensieri mi hanno fatta riflettere a lungo… ma non è forse la riflessione il primo passo per conoscer(si)?
Ho deciso di commentare oggi solo per ringraziarla di questo e per chiederle di andare avanti a insegnare con lo stesso entusiasmo che dimostra di avere oggi. Non si lasci disperare dalla situazione della scuola italiana ma continui a pensare come fa oggi che la scuola sono i suoi studenti e voi professori, e continui a credere nella scuola, e cioè nei suoi ragazzi. Non so perché ho sentito il bisogno di dirglielo, magari non le importerà, magari si sarebbe comportato così lo stesso, magari riderà delle mie parole, però proprio in questi giorni ho visto un mio professore (simile a lei: con la voglia di insegnare nel sangue) arrendersi davanti all’ennesimo muro imposto dalla sua scuola, e mi è venuto in mente lei e mi sono sentita tranquilla: dentro questa struttura malata, una scuola sana e una scuola come palestra di vita c’è ancora.
Ah, ultima cosa: abbiamo gli stessi gusti letterari. A me il mago dei numero è piaciuto, a lei? Ce lo farà sapere, vero? 😉
Ciao prof,
possibile che non ti si riesca a portare in alto mare? Avrei diversi consigli da chiederti… e poi i miei monelli sarebbero felici di conoscerti finalmente.
Un saluto affettuoso.
Francesca ti ringrazio dell'incoraggiamento e delle parole che hai usato, che sono tra le più belle che io abbia mai ricevuto da uno studente, per di più non mio. Grazie davvero!
Isabel: al più presto!