Ieri ho partecipato alla presentazione di un libro (“Antonia Pozzi e la montagna”) di un caro amico. Avevo in qualche modo contribuito alla versione definitiva dello scritto, che racconta la vicenda di Antonia Pozzi, la giovane poetessa italiana, apprezzatissima da Montale, morta suicida al culmine di una forte depressione nel 1938 a 26 anni. In un passo del diario che l’autore ha letto Antonia scrive:
“E questo terrore: mi perdo, non mi ritroverò, non mi riguadagnerò più. Piccole cose mi scalpellano, miserie mi corrodono. Quanto bene vorrei volere e non c’è nessuno e se qualcuno venisse, ormai è forse troppo tardi…”Quando ho sentito quel “troppo tardi” il cuore mi ha tremato di paura e di lacrime: “troppo tardi”. Mi ha tormentato quel “troppo tardi”, desiderio infinito di “voler voler bene” non accolto, inevaso, fino alla disperazione ultima.
Però a poco a poco quel “troppo tardi” ha fatto riaffiorare nel lago della memoria un altro tardi, simile e opposto, che mi sono andato a rileggere:
“Tardi ti ho amato, Bellezza tanto antica, eppure tanto nuova. Tardi ti ho amato.
Sì, perché tu eri dentro di me; io invece ero fuori e lì ti cercavo.
Tu eri con me e io non ero con te. Mi tenevano lontano da te le cose da te create, che sarebbero inesistenti, se non esistessero in te”. (S.Agostino, Confessioni, X, 27, 38)Nel mondo delle apparenze spesso si fa troppo tardi, solo al centro del cuore c’è un luogo dove non è mai troppo tardi, anche se “fuori” tardi si è fatto. Quel luogo, in qualche modo, è fuori dal tempo, perché non è al tempo che appartiene. Lì, nascosto, inabissato, sotto strati di urgenze e complicazioni, tutto si unifica e si semplifica. Lì non è mai troppo tardi per nessuno.
Mai.
10 commenti
"al centro del cuore […] sotto strati di urgenze e complicazioni, tutto si unifica e si semplifica"
Queste tue parole "sono risuonate in una zona già mia… l'hanno fatta vibrare e ne ho colto nuovi spunti dentro di me…"
Grazie!
Quindi secondo te il voler bene a qualcuno, l'amare qualcuno che non sia solo Dio, è apparenza?
Vincenzo
ottima domanda vincenzo
Non è mai troppo tardi nemmeno per "fermare" il tremore del cuore di paure e di lacrime.
Se solo cercassimo di guardarci realmente dentro un pò di più e di capire che "il mondo delle apparenze" è un riflesso di un mondo più grande, che l'amore "delle apparenze" è il riflesso di un amore più grande…ma non per questo non vivibile, anche se fa più male.
Perchè l'uno non esclude l'Altro.
Ciò che da sempre "è dentro di noi" non esclude ciò che possiamo far entrare in noi.
Concordo con Carmen.
Soprattutto con le ultime due frasi.
Forse, Vincenzo, "il mondo delle apparenze" era solo un modo per indicare il mondo reale, quello degli uomini. L'amore fra esseri umani, che come scriveva Carmen, fa più male(a volte aggiungo!).
Ma apparenza in quanto reale, terreno. Forse, no prof?
E dai prof anche nella vita reale non è mai troppo tardi!
In fondo siamo legati a Lui, perchè aver paura?
Un ex alunno affezionato
1sorriso: ne sono felice
Vincenzo: è strano perché non l'ho scritto da nessuna parte, ma evidentemente dal mio testo si evince questo. La risposta è contenuta in ciò che dice Carmen. Sarei folle a pensare che l'amare qualcuno che non sia Dio sia apparenza. Non avrei capito nulla dell'amore e nulla di Dio. Giovanni scrive "se non ami il tuo fratello che vedi come fai ad amare Dio che non vedi". Se quanto scritto sembra dire il contrario ho scritto male.
Posso solo aggiungere per esperienza che amare Dio mi aiuta ad amare gli altri come io non sarei capace di fare.
Carmen: un unico cuore per amare il creato, i genitori, gli amici, Dio…
Anonimo: mondo delle apparenze era solo per dire mondo esteriore, ma capisco che il termine risulti ambiguo.
'Notte
Grande 1sorriso! Sei riuscita ad unire due post in un unico commento!Bello bello!
"Ciò che da sempre "è dentro di noi" non esclude ciò che possiamo far entrare in noi."- bella, però su Carmen,fai uno sforzo sii meno enigmatica.Ho capito che si riferisce alla frase di S.Agostino però non ho capito il tutto.
R.
Il significato è lo stesso della frase la precede: l'uno non esclude l'Altro.
L'amore per qualcuno(genitori, amici, creato, fidanzato\a, marito\moglie)non esclude l'Amore di e da Dio e viceversa.
Quindi ciò che è dentro di noi(si spera che l'Amore di Dio ci sia)non esclude che un altro tipo di amore, che dell'Altro è il riflesso, possa entrare in noi e quindi darci la vera felicità, ma dall'interno, perchè "è entrato in noi", non come qualcosa di esterno che ci darebbe solo "un'apparente" felicità.
Spero che ora sia chiaro…
Pensavo che non rispondessi.Comunque chiarissima.Grazie.Me la segno sull'agenda!Non è male ricordarsi di questo.
R.