Due giorni di intenso aggiornamento didattico mi hanno tenuto lontano dal computer. Ho imparato un milione di cose che non saprò mai fare. Così sono giunto a frustranti conclusioni:Per fare l’insegnante devi essere psicologo.
Per fare l’insegnante devi essere sociologo.
Per fare l’insegnante devi essere pedagogo.
Per fare l’insegnante devi essere comunicatore.
Per fare l’insegnante devi essere creativo.
Per fare l’insegnante devi essere più bravo di Dio.
Dato che tutto questo è impossibile mi accontenterò di due o tre cose più alla portata:
– conoscere e studiare la mia materia
– provare a voler bene ai miei alunni, uno per uno e tutti insieme
– farmi aiutare dai miei colleghi e aiutarli
9 commenti
Fossi in te eliminerei la prima riga: per fare l'insegnante devi essere psicologo.
Gli psicologi non servono a niente e per niente.
S.
Prof ti conviene non nominare più la parola psicologo qui dentro!
Comunque penso che tutte le caratteristiche che hai elencato siano necessarie, compresa la "prima".
Un insegnante in pensione
Certo che continuare a sparare a zero è diventato pane quotidiano.
Forse è ora di smetterla e di difenderci, che dici Carmen?
Dico di commentare il post, cosa che si dovrebbe fare in un blog.
"Per fare l'insegnante devi essere più bravo di Dio".
Non credo…perchè:
"Mi arrabbiai e dissi a Dio:
'Perché non fai qualcosa?'
Per un po' Dio non disse niente.
Poi improvvisamente quella notte mi rispose: 'Certo che ho fatto qualcosa. Ho fatto te'.
Carmen
Grande Carmen!
Prof, è vero che bisogna essere tutte queste cose, da ex alunno penso che i professori debbano essere non solo dipsensatori di nozioni. Non è impossibile, certo uno non è che si può prendere tutte quelle lauree, però sapere un pò di cose in quegli ambiti, saperle mettere in pratica e farsi aiutare anche dagli esperti…credo non sarebbe male.
L'unione di menti fa la forza, di saperi e di saper fare.
Che dici prof?
Ex-alunno
Un bravo insegnante riesce a bilanciare sapere, saper fare e saper essere.
E poi sottoscrivo Carmen.
Ma non rischiamo di voler far tutto, di voler essere tutto e poi non riusciamo a trasmettere la "cultura"?
Mi piace di più il tuo programma di quello emerso dalle giornate di aggiornamento.
Due splendidi esempi di testimonianze in merito, che ho conosciuto lo scorso anno, sono "Diatrio di scuola" di Pennac e "Elogio della disciplina" di Bueb: li conosci, vero?
gdm
S.: neanche il tuo intervento serve alla discussione.
Anonimo: grazie del contributo. è proprio vero ci vuole una molteplicità di caratteristiche, per questo spesso agli insegnanti giovani viene l'angoscia di non essere mai pronti. Un tempo forse non c'era tutta questa specializzazione nei vari settori.
Francesco: Mi sembra che in questo caso non valga la pena.
Carmen: grazie di avermelo ricordato…
Ex-alunno: dico che hai perfettamente ragione, il problema è vincere le autodifese che innalziamo. Ci sembra di perdere più tempo nel condividere la ricerca di soluzioni a problemi che sapremmo risolvere anche da soli.
Anonimo: a volte è questo il timore che ci attanaglia, ma la cultura è condivisione di sapere e quindi richiede una relazione e una relazione per essere coltivata richiede strumenti più complessi di quelli semplicemente cognitivi. O no?
Gdm: in realtà le giornate sono state molto intense e interessanti, ma comportano sempre un po' di spaesamento perchè ti rendi conto di non riuscire a tenere presente tutto. Pennac l'ho letto è amato, l'altro non lo conosco, lo metto in lista. Grazie!