In giro con una sorella di passaggio da queste parti, non ho tempo di scrivere.
Anche i prof ogni tanto devono andare a fare shopping…
Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.
Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.
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3 commenti
Prof non potevo dubitare sul contagio da shopping da parte di sorella Baffer-4, in questa sua veloce incursione milanese,
Baffopà
I love shopping too!!!!
Rilassa guardare le vetrine, ti diverti, scopri, conosci, fai amicizia, compri o si vorrebbe comprare tutto!!!
Il problema è quando si rientra a casa: ti rendi conto quanto hai speso “gioiosamente” i tuoi soldi e magari non hai comprato nulla di ciò che avevi veramente bisogno!
Per fortuna non abito a Milano ahahaha =)
Bravo prof!!!
Trovo che spesso il bello dello shopping sia guardare, anzichè comprare.
E’ un passatempo rilassante, per me, passeggiare guardando vetrine. Mi piacciono gli allestimenti, gli accostamenti, le luci, i colori, ecc. Raramente, però, entro per acquistare. Devo dire, al contrario, che talvolta quello che compro, una volta che portato a casa, perde quel fascino che sembrava emanare dalla vetrina.
Ho sempre sostenuto che in città come Milano, il 50% dell’arredo urbano (e il 20% o più dell’illuminazione sradale), lo fanno i negozi.
Buon shopping a te e tua sorella.
Charles