I modi e i tempi delle nonne

La coniugazione dei verbi sembra essere lo spauracchio degli studenti.
Condizionali scambiati per congiuntivi, imperativi per presenti, passati remoti per fantasmi verbali, per non parlare di attivo e passivo, transitivo e intransitivo. Insomma un delirio che richiede ore di ripasso. E sapete chi sono le vittime di questi ripassi estenuanti di forme verbali?
L’ho scoperto oggi dai miei alunni.
Le nonne.
Sì le nonne sembrano ancora custodire – oltre alla memoria dolce e decantata della storia familiare – i tesori della grammatica, i verbi in particolare.
Così mi immagino queste pazienti nonne che mettono a punto i congiuntivi traballanti, i condizionali inesistenti, i passati remoti fantasmatici dei nipoti che incespicano tra un modo e un tempo, un riflessivo e un passivo.
Grazie nonne, alleate dei prof di italiano, scrigno della grammatica pura.
Queste righe sono per voi e per la memoria del tempo che sapete custodire, in tutte le forme, da quelle grammaticali a quelle esistenziali…

ps. chiunque voglia ricordare momenti di studio con i nonni può farlo qui…

9 commenti

  1. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 15:39 | Permalink

    Non ricordo di aver ripassato la grammatica con mia nonna, ma a ripensarci mia nonna non sbagliava mai modi e tempi. Inciampava sulle parole straniere o sul cognome di qualche politico, ma le frasi erano impeccabili, per forma e contenuto. Un’altra forma di insegnare…
    E poi mia nonna raccontava moltissimo, di sé e del suo tempo, e certo il piacere di raccontare, di conservare, di trasmettere e in qualche modo di scrivere lo devo sicuramente a lei.

  2. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 18:36 | Permalink

    mia nonna invece sbaglia alcune forme verbali, o inserisce all’interno di una frase diverse espressioni siciliane.. poi quanto sono belli i suoi racconti, ma credo anche quelli di tutte le altre nonne del mondo! inoltre è interessante vedere che, pur non avendo completato gli studi, è capace di svolgere molti calcoli(la matematica le piaceva molto), e che sbaglia poche volte i tempi!!!
    viva le nonne!

  3. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 19:21 | Permalink

    A me la nonna ha insegnato a leggere l’orologio :)…

  4. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 20:31 | Permalink

    Mia nonna non aveva completato gli studi…e quindi anche se andavo da lei, da bambina, con il quaderno in mano, non sapeva aiutarmi se non facendomi una carezza e dicendomi: io nella vita ho lavorato, ma la tua terra è questo libro…ed è qui che tu devi lavorare.
    E’ da quelle carezze che ho imparato a sedermi ad una sedia e a passare le ore davanti ai libri, a studiare e a lavorare “su quella terra”.
    Ancora oggi sento quelle carezze, soprattutto quando vorrei alzarmi da quella sedia e non studiare più.
    Anche se lei non è stata accanto a me a ripassare gli studi, è stata accanto a me nella mia crescita, insegnandomi la grammatica e la matematica della vita: saper coniugare bene i sentimenti con la ragione ed aggiungere sempre, al rispetto per sè stessi, il rispetto per gli altri, senza mai sottrarre loro la speranza del cambiamento anche e soprattutto quando moltiplicano le delusioni.
    P.S.: torno dopo giorni di assenza e rileggendo un pò quello che mi mancava vedo che hai messo un bel pò di carne al fuoco con quei post…ma come sempre vai alla grande!
    Ciao prof!
    Carmen

  5. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 21:11 | Permalink

    Lo sapevo che le nonne avrebbero dato grandi risultati. Non so se vi rendete conto ma ognuno dei vostri commenti è un racconto che andrebbe scritto.
    Cosa hanno in comune?
    Le nonne raccontano, le nonne insegnano, le nonne introducono i nipoti nel senso del tempo, della storia… Le nonne passano il testimone.

    “La tua terra è questo libro”. Lo userò come titolo di un racconto se me lo consenti…

    Sorella quella dell’orologio non la sapevo: lacrima…

  6. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 21:37 | Permalink

    Certamente! 😉
    Carmen

  7. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 22:25 | Permalink

    si prof. le nonne danno sempre grandi risultati.
    mi è piaciuta molto la frase di carmen “aggiungere sempre, al rispetto per sè stessi, il rispetto per gli altri, senza mai sottrarre loro la speranza del cambiamento anche e soprattutto quando moltiplicano le delusioni”.
    bella davvero.se tutti la mettessimo in pratica sarebbe meglio.

  8. Pubblicato il 28 aprile 2009 at 23:38 | Permalink

    Il mio racconto: ore di studio passate sui libri di greco quando, ancora giovane ginnasiale, chiedevo aiuto a mia nonna…quante ore dedicate a un povero studentello che però di quel tempo ha saputo (credo!) fare tesoro…
    Grazie nonna!
    E grazie al Prof. che ci fa ricordare questi bellissimi momenti di vita!

  9. Pubblicato il 29 aprile 2009 at 16:27 | Permalink

    Carmen: grazie.

    Anonimo: hai fatto bene a sottolineare la perla scritta da Carmen. Vedo che questo argomento muove il cuore e aiuta a riflettere.

    Marcy: quindi la passione per il greco è colpa della nonna???

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