Vedo alunni andare spesso in crisi perché vogliono ottenere risultati subito. E non riescono. Vedo adulti andare in crisi perché corrono corrono corrono per raggiungere risultati che a volte non arrivano e se arrivano non erano così esaltanti come si aspettavano. E allora ricominciano a correre. E prima o poi vanno in crisi anche loro.
Ci siamo dimenticati che viviamo nel tempo? Che il nostro cuore e la nostra mente colgono, capiscono, amano, gradualmente? Ci siamo dimenticati che il senso della nostra vita non sono i risultati sul lavoro? Il lavoro è un mezzo non un fine.
Si lavora per vivere (non viceversa). Si vive per amare.Vivere è vivere nel tempo: cioè essere pazienti.
Per l’uomo paziente il tempo non è mai un nemico. Presto o tardi porta solo cose buone, perchè è nella mani di colui che “move il sole e le altre stelle”, come direbbe Dante. Solo così si gusta persino l’attimo fuggente. Il tempo ci chiede di essere disponibili e fa di noi ciò che realmente siamo. Non è passività, ma realismo.
L’amore ha bisogno di tempo. Non tutto e subito.
La verità richiede tempo. Non tutta e subito.
Il tutto e subito è proprio del bambino e del suo pensiero magico.
E a volte ci ritroviamo disillusi e piagnucolanti perchè siamo ancora bambini egocentrici.
E la realtà invece ci guida, lentamente, verso la piena maturità, se ci diamo tempo: la pazienza di accoglierlo come viene.
Me ne rendo conto con l’insegnamento. Anche io vorrei tutto subito. Quando lo faccio rovino me e gli alunni. Ci vuole pazienza. A poco a poco. Gradualmente. Presto o tardi i frutti arrivano.
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La pazienza vince sempre, essa non sarà mai sconfitta e rimane sempre donna
Caterina da Siena
17 commenti
era proprio quello di cui avevo bisogno in questo momento…
grazie prof.
Ho 25 anni e solo adesso inizio a capirlo!!!!
La pazienza è la virtù maggiore ,secondo me.Ma non dimentichiamo l’entusiasmo che a volte non va d’accordo con la pazienza,ma è indispensabile per affrontare le cose!
Un post davvero illuminante.
Ti devo ringraziare carissimo amico Prof, perchè mi apri un nuovo orizzonte più ampio ed esaustivo.
Ho appena letto la tua esposizione e mentre scrivo già mi sovvegono numerose riflessioni. Una dopo l’altra.
Credo che anche io interpreti eccessivamente il lavoro come fine e non come mezzo.
E per questo, forse, spesso cado nello sconforto…
Grazie di esistere e di scrivere.
Vado a meditare…
Bye,
Charles
P.S. Ma cosa significa che la pazienza è donna?
è illuminante quanto scrivi,soprattutto perchè è proprio da qualche tempo che mi sento ripetere a destra e a manca di affrettarmi,perchè certe occasioni posso coglierle solo adesso.E a dirla tutta a me questa atmosfera da “Ora o mai più” non piace affatto.
Io credo nella pazienza,non certo nella passività,proprio come anche tu specifici,e sono convinta che anche per merito di questa virtù riuscirò a realizzare il mio più grande sogno.
In attesa,grazie.
Il tempo è una dimensione incontrollabile e, forse proprio per questo, meravigliosa come sappiamo. Personalmente ringrazio anche il caso, figlio del tempo, che, come sempre sbalorditivo nel suo operare, ha fatto sì che questo post arrivasse proprio in questo momento di incertezza nel futuro e mi risollevasse un po’.
Grazie
per Charles: il legame tra la donna e il tempo è molto più stretto che per un uomo perchè anche per natura la donna vive anche il suo naturale ritmo biologico in stretta relazione con il tempo e questo significa attesa,non possesso o dominio del tempo,intimità,sensazioni personali..e quindi pazienza e questo vale anche quando una donna aspetta un bambino: tempo,attesa,gioia…. e tanta pazienza. Forse anche per questo la pazienza è donna.
anonimo: felice di esserti stato d’aiuto
laquintafiglia: meglio tardi che mai…
Venda: credo dipenda dalle età. Che ne pensi?
Charles: non ti buttare giù. Quanto alla domanda mi associo alla risposta di mamma e.r. Non l’avrei saputo dire con questa chiarezza, nè con la autenticità di una donna.
claire: prego. La pazienza non è passività, ma il tutto ora ci toglie il respiro ed è un tentativo di controllo della realtà che è solo illusione. Almeno credo.
filippo: sei il secondo che lo scrive in questo post. Mi sa che l’argomento è caldo. Sono felice di esserti venuto incontro, a mia insaputa. Non scoraggiarti. Dai tempo al tempo.
mamma e.r.: rispondi più spesso al posto mio…
Ringrazio mamma E.R. per la sua precisa e dolce spiegazione.
In effetti, non avevo mai pensato alle peculiarità e sensibilità di una donna di fronte al tempo e, quindi, alla pazienza.
Un saluto speciale.
Charles
DAI TEMPO AL TEMPO…MI PIACEREBBE ESSERE COSI’ PAZIENTE ..LO SONO STATA MA ORA HO PERSO UN PO’ DI QUESTA PAZIENZA..
scusa il maiuscolo e’ stata una distrazione..
Antonella: benvenuta da queste parti. A volte il maiuscolo è utile per sottolineare quello che si vuole dire. Non devi scusarti. è proprio quando la perdi il momento in cui la pazienza cresce. La realtà resiste al controllo. La possiamo accogliere con fiducia. Non è facile. Per nulla. Ma solo così non si soffre…
ogni cosa ha il suo tempo..lo dice anche la bibbia nel qoelet..me lo leggo spesso quel passo..
e leggo spesso quel che scrivi anche tu prof..
grazie per il benvenuto e per cio’ che scrivi..
antonella: grazie a te che hai la PAZIENZA di leggermi… 😉
avevo scritto un altro commento sulla pazienza ma non so dove sia andato a finire e allora aggiungo solo che la pazienza non si vende al dettaglio ma solo all’ingrosso e solo se è acquistata con altri ingredienti ,per es. allegria ed entusiasmo. E’ vietato mescolarla a sospiri e vittimismo
mamma e.r. grazie per le tue ricette intrise di vita e di illuminante buon senso!
Prof, è come se in questo post mi avesse descritta.
Anch’io sono una di quelle alunne che entra sempre in crisi. Il mio motto è “tutto, bene e subito!”. L’ultimo punto è quello più problematico: la fretta mi distrugge e, anche se inizialmente sembra avvicinarmi sempre di più al raggiungimento dei miei obbiettivi, me ne fa allontanare. Sto iniziando a rendermene conto soltanto ora, dopo 13 anni di corse sfrenate verso non si sa cosa… è terribile rendersene conto così, all’improvviso. Ci si sente stupidi e si capisce che la fretta non ha portato a niente, ha solo fatto perdere più tempo.
Non so perché non sono una persona paziente. Non so perché non lo sono mai stata. Eppure SO per certo che non lo sarò mai. Però penso che le sue parole (e quelle della MIA prof…) mi abbiano aiutata ad essere più paziente, o almeno, meno frettolosa.
“Ci siamo dimenticati che viviamo nel tempo?”, ha scritto. Beh, io si. O forse non me ne sono mai resa conto. Quindi non so se sarò in grado di accogliere il tempo come viene. Perché in fondo ho paura di quello che verrà, di come e di quando verrà. Ho paura che ciò di cui ho bisogno per poter dire “non mi sono persa niente” non arrivi mai. Quindi lo inseguo, cercando di afferrarlo prima che svanisca.
Le mie sono stupide paure da ragazzina, o meglio,da bambina. Però sembrano “grandi” e mi spingono a correre. Purtroppo non sono tanto matura da soffocarle e agire razionalmente e con pazienza.
Comunque non posso fare a meno di continuare a ringraziarla, prof. Leggere le sue parole (e scrivere) mi “riempi”. Non so come spiegarglielo. Non sono tanto brava a farmi capire, quindi mi limito a dirle l’ennesimo GRAZIE.