«La correttezza della lingua è la premessa della chiarezza morale e dell’onestà. Molte mascalzonate e violente prevaricazioni nascono quando si pasticcia la grammatica e la sintassi e si mette il soggetto all’accusativo o il complemento oggetto al nominativo, ingarbugliando le carte e scambiando i ruoli tra vittime e colpevoli, alterando l’ordine delle cose e attribuendo eventi a cause o a promotori diversi da quelli effettivi, abolendo distinzioni e gerarchie in una truffaldina ammucchiata di concetti e sentimenti, deformando la verità»
C.Magris, Microcosmi, pp. 111-112Capite, ragazzi miei, cosa c’è in gioco?
La mia pignoleria non è fine a sé stessa…
Se lo diventasse scioperate contro di me, sarò alla testa del corteo: “Abbasso Prof 2.0!”.
7 commenti
“La mia pignoleria non è fine a sé stessa…”
Mi ha fatto sorridere questa frase, perchè in effetti una pignoleria c’è. Circa 99 persone su 100 avrebbero scritto “se stessa”. Tu hai optato per la scelta più corretta, ossia quella accentata, al fine di evitare omonimie.
Sul “sé”, in effetti, ci sono dibattiti molto accesi. La maggior parte dei linguisti protende per l’accentazione in tutti i casi, in quanto non avrebbe senso – secondo loro – creare delle regole ostiche e puntigliose.
Invece io, che non amo Ockham, preferisco tenermi le fantastiche giungle ingarbugliate della lingua italiana e propongo di scrivere:
– “sé” accentato se non seguito da “stesso” o “medesimo”
– “se” non accentato se seguito da “stesso” o “medesimo”
– “sé” accentato se seguito da “stessi”, “stesse”, “medesimi”
Che ne pensi? 😉
Correzione:
– “sé” accentato se seguito da “stessi”, “stesse” (senza “medesimi”!)
Ho deciso di commentare questo intervento perché so bene cosa significa ricevere l’appellativo di “pignola”. Di solito quando i miei compagni mi chiamano in questo modo non riesco a spiegargli che tengo alla grammatica non solo perché è una materia che mi piace molto, ma perché, in un certo senso, sta alla base della nostra società. In effetti, detto così il mio ragionamento risulta abbastanza confuso, quindi cerchèrò di spiegarmi meglio: la nostra si può definire società perché è fatta di persone che collaborano e soprattutto, comunicano. Ora, per comunicare bisogna che ci siano elementi in comune, come la lingua. Perché ci si possa capire al meglio, senza che si verifichino equivoci tali da fare “capovolgere” le situazioni, sarebbe giusto parlare correttamente. Per questo penso che utilizzare consapevolmente l’italiano favorisca l’equilibrio della società. Probabilmente il mio pensiero è un po’ troppo ingarbugliato per essere capito al meglio. Mi piace molto confrontarmi con gli altri scrivendo ma la mia tendenza a divagare e la mia scarsa capacità di sintesi non mi aiutano molto a farmi capire. Spero comunque di essere riuscita a far capire che sono d’accordo con quello che ha scritto “Prof 2.0” : “La pignoleria non è fine a sé stessa”!
PS : Ho dimenticato di ringraziare il prof per il commento che ha lascito nel blog della mia classe (“io leggo … e tu?”). Grazie !!!^^
Francesco M: la regola dice che è superfluo accentarlo in presenza di “stesso” perché non può che trattarsi del pronome personale. L’accento serve a distinguerlo dal se congiunzione. Ma poiché devo semplificare per i miei alunni e agire di conseguenza dico sempre: quando è pronome accentate sempre e non sbaglierete.
$ilvietta: benvenuta e grazie del tuo commento. Hai le idee molto chiare e mi fa piacere che tu ne sia così convinta (finirai ad insegnare…). Per fortuna che qualche alunno capisce i prof pignoli, mi consola… Ti consiglio un libro che ti piacerà tantissimo e riguarda quanto dici. Si tratta di un romanzo breve ma intenso: “La grammatica è una dolce canzone” di E.Orsenna. Poi potresti recensirlo sul blog e, secondo me, piacerebbe anche alla tua prof di italiano.
Si, diciamo che sono abbastanza convinta di quello che dico. Il mio problema è che spesso non riesco ad esprimere il mio pensiero in modo … comprensibile!!! Sono contenta di essere stata più o meno chiara, almeno questa volta!!
Devo farle i miei complimenti, ha indovinato: finirò per insegnare!!! Almeno lo spero. In un certo senso mi posso definire l’antitesi dell’alunna “normale”. Cioè, di solito gli studenti pensano che i prof siano pignoli, noiosi, banali … Io invece penso che siano semplicemente CORAGGIOSI!!! Perché ci vuole davvero coraggio per affrontare giornalmente i ragazzi e le loro problematiche (legate soprattutto all’età adolescenziale). Credo che sia difficile capirli, riuscire ad adeguarsi alle loro esigenze, proporre un approccio allo studio sempre diverso in base ai singoli individui. Spero di riuscire anch’io a dare tanto alle persone, in futuro.
Grazie per il consiglio. Lo seguirò sicuramente. Sono convinta anch’io che piacerà alla mia prof…^^
Silvietta: allora ti aspettiamo nel fantastico mondo dei morti di fame innamorati del loro lavoro.
Non vedo l’ora di entrare a far parte anch’io di questo mondo. Anche perchè credo che valga la pena di fare i morti di fame se si fa qualcosa che appassiona!!!