Oggi al corso di inglese una ragazza italiana, giunta da appena 3 giorni, dopo una notte insonne a motivo di problemi di stomaco, dovuti al cibo locale, era decisa a prendere quanto prima un aereo e tornare a casa, dove avrebbe trovato la mamma e il cibo italiano… Se lo farà perderà una grande occasione. A Prof è tornato in mente un personaggio di Moby Dick, un certo Bulkington, al quale l’autore dedica un brevissimo, ma esaustivo, capitolo-epitaffio:Le cose più meravigliose sono sempre quelle inesprimibili, le memorie profonde non concedono epitaffi: questo capitolo lungo sei pollici è la tomba senza lapidi di Bulkington. Voglio dire soltanto che accadeva a lui come a una nave travagliata da fortuna, che trascorre miseramente lungo la costa sottovento. Il porto sarebbe disposto a darle riparo, il porto è misericordioso, nel porto c’è sicurezza, comodità, focolare, cena, coperte calde, amici, tutto ciò che è benevolo al nostro stato mortale. Ma in quel vento di burrasca il porto, la terra, sono il pericolo più crudele per la nave. Bisogna ch’essa fugga ogni ospitalità; un urto solo della terra, anche se soltanto sfiorasse la chiglia, farebbe rabbrividire il bastimento da cima a fondo. Con ogni sua forza, esso spiega tutte le vele per scostarsi e, così facendo, combatte proprio coi venti che lo vorrebbero portare in patria, torna a cercare l’assenza di terra del mare sconvolto, precipitandosi per amor della salvezza perdutamente nel pericolo: il suo unico amico è il suo nemico più accanito. Capisci ora Bulkington? Sembra che tu afferri barlumi di quella verità intollerabile ai mortali, che ogni pensare serio e profondo è soltanto l’intrepido sforzo dell’anima per mantenere la libera indipendenza del suo mare, mentre i venti più selvaggi della terra e del cielo cospirano a gettarla sulla costa traditrice e servile.
H.Melville, Moby Dick
2 commenti
Un inno dei viaggi in alto mare? Bellissima citazione. Posso esportarla?
Ma certo!
Però i tuoi commenti a mezzanotte mi fanno preoccupare… Devi dormire Isabel!