Requiem per una valigia

Prof 2.0 torna nella fredda e piovosa Milano in una giornata dai contorni epici. Scalo a Roma e sortita a Loreto per incontrare il papà delle Winx per proporgli un cartone animato da realizzare. Di corsa all’aeroporto di Ancona con una compagnia very-low-cost (aereo da 20 posti con eliche e mono-hostess) in direzione Milano. E poi la lunga e inutile attesa accanto ad un nastro che ipnoticamente scorre senza portare dagli inferi la valigia di prof 2.0. E così la zona dell’aeroporto per il ritiro bagagli si trasforma in un vero e proprio giudizio finale. Dagli inferi le valigie vengono sputate nel mondo dell’aldiqua e anime vaganti se ne appropriano come fossereo i loro corpi. Un’ora. Nulla. Prof 2.0 si avvia mestamente alla sezione “Lost and Found”. Una folla di anime dannate lo accompagna. Prevale l’aspetto Lost su quello Found. Un giapponese ha in mano un microportatile. Gli è rimasto solo questo. Aveva tutto nella valigia, anche il passaporto e l’indirizzo dell’albergo dove doveva alloggiare. E’ un’anima senza corpo. Solo il suo micro-pc assicura la sua esistenza, ma a giudicare dalla disperazione dipinta sul volto sembra che questo non basti. Valigie perdute. Corpi perduti. Anime in pena. Anime vaganti. Prof 2.0 sporge la denuncia e torna mestamente a casa, senza il suo corpo, come un’anima che lo ha lasciato sulla terra. Sul trenino che lo porta verso casa si scopre triste per ciò che è accaduto. Poi però capisce che non ne vale la pena. Il Giapponese senza corpo sta peggio di lui. E poi la valigia contiene vestiti. E così compie un rituale catartico: un funerale per ogni capo di vestiario perduto. Lo interroga. Lo giudica per il servizio prestato. Lo ringrazia e gli dice addio. Quando scende dal treno è libero e felice. Ha elaborato il lutto. E se la valigia dovesse tornare, sarà come riaccogliere degli amici che credeva perduti…

15 commenti

  1. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 11:06 | Permalink

    Quando mi hai chiamato per dire che eri arrivato a Milano, ma ahimè
    senza bagaglio, anch’io ho provato
    un pò di tristezza mista a rabbia,
    ma leggendo poi come sei riuscito a superare il disappunto mi sono rasserenato. Prof2.0 mi hai dato
    una bella lezione su cosa significa vivere il distacco dalle cose. Ciao

    P.S.speriamo comunque che gli amici perduti facciano ritorno.

  2. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 11:21 | Permalink

    A volte i low cost sono un trappolone, visto che poi uno spende un patrimonio per ricomprarsi le cose perdute. Suggerisco di chiedere un bel risarcimento alla compagnia. Tentar non nuoce.

  3. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 18:45 | Permalink

    Si vede che non sei una donna….In quel caso il lutto sarebbe durato per mesi e mesi!!!…Comunque io sono fiduciosa nel ritorno degli amici perduti!!!!

    Un abbraccio
    Paola

  4. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 18:48 | Permalink

    Appena finito di scrivere il commento precedente ho saputo che la valigia smarrita è arrivata…La vita premia sempre coloro che sperano e che vivono con distacco dalle cose materiali….!!! Povera me!!!!;)

    Paola

  5. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 19:12 | Permalink

    Eh sì, gli inferi mi hanno riportato la valigia. Ma effettivamente è stata un’esperienza salutare… di perdita e ritrovamento!

  6. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 20:05 | Permalink

    uao! che avventura! mi ha fatto tornare in inghilterra, quando ad un triestino non era arrivata la valigia.
    Chissà quel povero giapponese…
    grazie prof. per i ricordi, e grazie ancora di più per lo spunto!
    byebye

  7. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 20:31 | Permalink

    Caro Prof 2.0 ,

    sono felice di aver letto alla fine di questi posts che la valigia è stata ritrovata.

    Era successo anche a me circa un anno e mezzo fa; ma non con una compagnia low-cost, bensì con l’Alitalia…
    Andata e ritorno Milano-Roma: 500 Euro.
    Partenza da Malpensa, arrivo a Fiumicino.
    Nello scalo capitolino ho avuto la tua stessa esperienza. Anzi peggio!
    A causa dei ritrdi nell’aspettare inutilmente la valigia e poi per pratiche di denuncia, previa coda numerosa quanto un esercito, mi è saltato l’appuntamento di lavoro.
    Giunsi alle 21 alla stazione Termini dove per fortuna trovai ancora aperta la Upim per comprarmi il necessario (circa 100 Euro).
    Dopo 5 giorni mi riportarono a casa la valigia smarrita e dopo due mesi ebbi il rimborso della spesa che fui costretto a compiere.
    Stasera apprendo che è stato concesso all’Alitalia un prestito di 300 milioni di Euro.
    Non mi stupisce.

    Comunque non fu l’unica disavventura di quel giorno.
    dalla stazione Termini presi un taxi per raggiungere l’hotel.
    Chiesi al taxista (o tassinaro come se disce a Ròma) la ricevuta e chiese se gli potevo prestare una penna perchè era senza.Gli passai la mia Mont Blanc che avevo nel taschino della giacca.
    Scesi dalla vettura. Il taxi ripartì. Mi accorsi che l’autista si era tenuto la mia penna (valore 130 Euro)ma ormai era sparito.
    Cercai di chiamarlo. Presi la ricevuta per vedere se c’era un numero di telefono.
    In quel momento mi accorsi che aveva scritto l’importo sul volantino di un night club romano…

    Caro Pro-f-uture, se vuoi ti cedo il copyright per una sceneggiatura: la realtà spesso supera la fiction.

    Bye,
    Charles

  8. Pubblicato il 22 aprile 2008 at 21:37 | Permalink

    Grande Charles! Mille di queste avventure… Certo Roma non ci fa una bella figura…

    Grazie 3710 della visita!

  9. Pubblicato il 23 aprile 2008 at 08:30 | Permalink

    Sai Prof 2.0 hai scritto tanti post davvero intensi e suggestivi… ma questo ha qualcosa di davvero particolare…
    Questa è la differenza tra chi scrive schematicamente per informare e chi vuole mostrarti ciò che le parole non possono trasmetterti…
    Comunque grazie al povero asiatico abbiamo capito che siamo fortunati; Ci sono tante persone che stanno peggio di noi, ma tengono il loro disagio interiore rinchiuso, senza lamentarsi…

  10. Pubblicato il 23 aprile 2008 at 11:05 | Permalink

    é ancora più terribile perdere il bagaglio in terra straniera (per esempio…la germania)e dover fare la denuncia con un vocabolario molto ristretto (in totale 10 parole)…e accanto a te uno sborone siciliano che pur vedendoti disperata continua a parlarti in tedesco…sono tornata a casa con la lacrimuccia, però a pensarci bene non fu tanto male, alla fine la valigia mi arrivò dopo due giorni a casa ed evitai di sobbarcarmi il trolley strapieno tra aereoporti e treni…

  11. Pubblicato il 23 aprile 2008 at 15:07 | Permalink

    “Sul trenino che lo porta verso casa si scopre triste per ciò che è accaduto” vuol dire che eri inc***ato nero?

  12. Pubblicato il 23 aprile 2008 at 16:33 | Permalink

    mi sono subita dispiaciuta per te e poi per la guida di Londra che ti avevo regalato
    meno male che il mio
    “gesto d’affetto”
    è tornato ad essere
    valido

    marta

  13. Pubblicato il 23 aprile 2008 at 16:40 | Permalink

    Per Anonimo delle 9.30: grazie e sono contento che riesca a passare qualcos’altro oltre alle parole. A volte tema di sofisticare troppo…

    Per Anonimo delle 12.05: anche io ho sperimentato la stessa gioia. Niente peso da portare e l’indomani valigia a casa. Però il percorso interiore è più tortuoso…

    Per james: vedo che mi conosci…

    Per marta: la guida era nella borsa del computer con me, ti pare che abbandono un regalo di sorella-desperatehousewife alla compagnia very-low-cost?

  14. Pubblicato il 24 aprile 2008 at 12:54 | Permalink

    Marta,

    gli hai veramente regalato la tua guida di Londra? Beh, io sarei stato veramente incavolato di perderla…, ma anch’io l’avrei portata col computer

    Al Prof.
    concordo con l’anonimo del 23, un post ispirato

  15. Pubblicato il 25 aprile 2008 at 09:34 | Permalink

    Grazie anonimo, e grazie all’ispiratore…

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