Ho sparato al Piccolo Principe…

Un ex pilota tedesco di 88 anni, Horst Rippert, ha detto di aver abbattuto il 31 luglio del 1944 l’aereo dello scrittore francese Antoine de Saint-Exupery, nel sud della Francia. Il corpo dell’autore del Piccolo Principe non è mai stato trovato e il relitto dell’aereo era stato individuato davanti alla costa di Marsiglia. L’anziano pilota di caccia tedeschi quel giorno (aveva 24 anni) avvistò l’aereo francese e mirò “sulle ali” sparando diversi colpi, fino a quando non lo vide cadere in mare. “Ho saputo qualche giorno dopo che era Saint-Exupery. Ho sperato, e spero ancora che non fosse lui. Da ragazzi lo abbiamo letto tutti, adoravamo i suoi libri. La sua opera ha fatto nascere la vocazione in molti di noi. Se l’avessi saputo non avrei sparato, non su di lui”.Paradosso: “lo adoravo e gli ho sparato”. Logica illogica della guerra. Un aereo anonimo abbatte un aereo anonimo, i due aerei sono pilotati da due uomini che senza saperlo si conoscono, anzi l’assassino “adora” la sua vittima. Ma i loro scafandri di ferro li rendono anonimi, sconosciuti, nemici.
Tutto ciò che ci rende anonimi (letteralmente: senza nome) ci disumanizza. Per eliminare un uomo occorre renderlo irriconoscibile come uomo: è l’anestesia necessaria a non sentire la vita che gli scorre dentro. I bambini mai nati non hanno nome. I detenuti un tempo avevano divise uguali ed erano numeri. I soldati morti vengono spesso ricordati come “militi ignoti”. Chi provoca morte o fa del male a qualcuno ha bisogno dell’anonimato della vittima. Non a caso una bambina di 6 anni definiva così l’amore: “quando il tuo nome è al sicuro sulla bocca di qualcuno”… e forse per questo nell’Apocalisse si racconta che alla fine dei tempi ad ogni uomo sarà donato un sassolino bianco con su scritto il suo vero nome, quello che solo Dio dice di conoscere…

3 commenti

  1. Pubblicato il 19 marzo 2008 at 22:52 | Permalink

    Io amo il mio nome: “Giacomo” è il nome più bello del mondo! 😀 (tornando al discorso delle emoticon)

  2. Pubblicato il 20 marzo 2008 at 10:41 | Permalink

    chissà, magari avrà sparato proprio a lui…..ma mi piace pensare che mentre l’aereo precipitava un bimbo dai capelli biondi se lo sia portato su un piccolo pianeta pieno di baobab e con un fiore sotto vetro.
    Dali

  3. Pubblicato il 21 marzo 2008 at 10:58 | Permalink

    Anche a me piace pensare qualcosa del genere Dalila. Chi ha scritto qualcosa di così bello avrà un posto speciale nell’aldilà…

Scrivi un commento

Devi fare login per scrivere un commento.

libro

Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, le scorribande in motorino. Le ore passate a scuola sono uno strazio, i professori “una specie non protetta che speri si estingua presto”.

Cosí, quando arriva un nuovo supplente di Storia e Filosofia, il protagonista si prepara ad accoglierlo con cinismo e palline inzuppate di saliva.

Leggi la trama »