Chen Qiufan, “Marea tossica”

marzo 17th, 2020 by Redazione

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a cura di Beppe Roncari

Chen Qiufan “Marea tossica”

 

Chen Qiufan, "Marea tossica"

Chen Qiufan, “Marea tossica”

“Le nuvole si rimestavano a sudest come cavalli imbizzarriti. Il tifone Saola, lontano ancora trecento chilometri dalla costa, si stava avvicinando a Hong Kong.
La rotta del tifone, veloce e imprevedibile, era proprio come il suo stesso nome[: il] leggendario animale, che ormai esisteva solamente nei database grafici sotto forma di pixel oppure come esemplare imbalsamato nei musei”.

La fantascienza di Chen Qiufan è così, una forza travolgente ed esotica, l’avanguardia di una nuova generazione di autori cinesi che, sulla scia del grande successo di Cixin Liu, sta conquistando anche l’Occidente. “Marea tossica”, pubblicato in Italia da Mondadori Oscar Fantastica, è un romanzo di fantascienza sociale ambientato in un futuro prossimo e perfettamente plausibile, tanto da far meritare all’autore il soprannome di “William Gibson cinese”.

In un mondo in cui i nuovi gadget alla moda sono i “beni corporei veloci” (BCV), la spazzatura tecnologica assume una nuova forma. Pile di protesi bioniche, braccia, gambe, occhi e organi sessuali vengono ammassate su Silicon Isle, una piccola lingua di terra nella Cina sudorientale, come fossero i resti di un macabro macello.

L’intera regione, un tempo basata sulla pesca, è ora dedita al riciclo. I rifiuti tossici, insalubri, sono la risorsa economica primaria per innumerevoli lavoratori migranti, “il popolo dei rifiuti”, una nuova casta di intoccabili costretta a vivere in un regime di semischiavitù e di disprezzo da parte dei nativi, che tuttavia devono a loro la propria ricchezza. I privilegiati e gli sfruttati, una lotta di classe antica come il mondo.

Mimi è una ragazza come tante altre, proveniente da una povera famiglia contadina dell’entroterra. Attirata a Silicon Isle dal miraggio di un lavoro sicuro, finisce ad allungare la lista delle vittime del traffico umano asservito al business del riciclo, gestito da tre clan rivali: i Liu, i Chen e i Lin.

Mimi e il figlio del capo del clan Liu entrano in contatto e vengono entrambi contaminati da una protesi misteriosa ma, mentre il bambino cade in coma, l’alto tasso di metalli tossici nel corpo di Mimi scatena un’inaspettata trasformazione che la rende più che umana, e paladina involontaria della ribellione del popolo dei rifiuti.

Attraverso la figura di Mimi, Chen Qiufan affronta alcuni dei temi classici della letteratura cyberpunk, come il rapporto uomo-macchina e quello cultura-tecnologia. Quando si può sostituire il proprio corpo con protesi sempre nuove, in un ciclo frenetico e consumistico, che cosa resta di se stessi? Un ghost in the machine? E se fosse la macchina a prendere il controllo, lasciando all’anima il ruolo di mero osservatore? O ancora, come mai nelle società più avanzate si assiste a una recrudescenza delle credenze tradizionali magico-religiose?

Il personaggio di “Marea tossica” che si pone la maggior parte di questi quesiti è Kaizong. “Finto straniero”, il giovane è in realtà un reduce di Silicon Isle, fuggito con il padre in America ancora bambino. Kaizong diffida istintivamente dei potenziamenti cibernetici e vive in una nicchia dove il tempo sembra essersi fermato, cullando il sogno di potere un giorno ritrovare le proprie radici e gettare un ponte fra mondi distanti: Oriente e Occidente, scienze umanistiche e tecnologia.

Un idealismo romantico, destinato a schiantarsi contro una realtà fatta di isole di spazzatura vivente (forse addirittura cosciente?) che navigano per gli oceani come piccole città senza radici e senza speranza. Almeno, tali rimarranno finché il genere umano resterà fermo allo stadio evolutivo attuale.

Cosa troverete in “Marea Tossica”? Una sapiente dosatura del meglio della letteratura fantascientifica di tutti i tempi, in un’ambientazione nuova e affascinante. Ecco quello che ha dichiarato l’autore stesso in un’intervista rilasciata a “minima&moralia”:

“Le opere di Jules Vernes e Arthur C. Clarke hanno avuto una grande influenza su di me quando ero un bambino; e da allora ho letto i libri di George Orwell, Cormac McCarthy, J.D. Salinger, William Gibson, Paolo Bacigalupi, Ken Liu, David Mitchell, Peter Hessler, Alan Moore, Chuck Palahniuk, Dan Simmons, J.G. Ballard, Don DeLillo, Laoshe, Liu Cixin, Zhang Dachun.”

Il tifone Chen Qiufan sta per abbattersi anche sull’Italia. Riuscirete a non farvi travolgere?

Posted in Fantascienza, Oscar Vault

One Response

  1. Adam Reith

    Mi interessa molto ma la copertina…
    Santo cielo, potrebbe averla disegnata un bimbo di 11 anni.
    Qualcosa di più sobrio, no?

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