Il vincitore del premio Urania 2013

settembre 5th, 2014 by Moderatore

L’edizione 2013 del premio Urania ha visto la partecipazione di oltre sessanta concorrenti, con alcune opere di sicuro merito. Altre, fuori tema per argomento o non abbastanza rifinite da poter consentire una pubblicazione, sono state archiviate dalla giuria selezionatrice.

I finalisti sono stati tre:

Le avventure del Nibbio Nebbioso e della Gatta di Ghisa di Daniele  Gabrieli;

Rocco, Marte e l’universo di Lorenzo Iacobellis;

Cuori strappati (ex Cardio) di Glauco De Bona.

La direzione di Urania, pur apprezzando l’originalità linguistica di Daniele Gabrieli e l’umorismo di Lorenzo Iacobellis, non ha ritenuto che le loro opere avessero raggiunto la forma ottimale, pur concentrandosi su una promettente versione grottesca del genere. Ha perciò assegnato il primo premio di questa edizione a

                                Cuori strappati di Glauco De Bona

che sarà pubblicato nel numero di novembre e premiato a Trieste, nello stesso mese, durante l’edizione 2014 del festival Science + Fiction. Una storia ricca di intrigo ambientata ad Ambrosia, la metropoli del futuro, e dedicata al risorgere dei culti maya per ottenere l’immortalità di una casta onnipotente. Il romanzo apre davanti ai nostri occhi un quadro agghiacciante di sacrifici umani, esperimenti “off-limits” e crudeli privilegi sociali, mettendo in scena un gruppo di personaggi che non si faranno dimenticare facilmente.

La redazione ringrazia i partecipanti e in particolare i finalisti, dando appuntamento a tutti per la prossima edizione.

Posted in Premi e concorsi

26 Responses

  1. Maico Morellini

    Complimenti a Galuco e benvenuto! :) Non vedo l’ora di leggere il romanzo!

  2. Mario Sandri

    Complimenti a Glauco De Bona.

    A quanto pare, dal breve riassunto della trama, viene confermata la propensione della giuria, negli ultimi anni, a premiare racconti noir/horror.

  3. Marco

    Anch’io desidero congratularmi con Glauco e sono curiosissimo di leggere la sua opera.
    Ho quasi ultimato il mio nuovo romanzo per la prossima edizione, che reputo possa essere più “intrigante” di “Atlàntea” (quella che ho presentato al P.U.2013).
    Allora…aspettiamo novembre!

  4. heropass

    Personalmente penso che bisognerebbe archiviare il Premio Urania.

    Se un romanzo italiano è un buon romanzo dovrebbe accedere alla collana senza questo viatico.

    Sulla qualità degli ultimi autori ho delle grosse perplessità anche perché mi sembra si stia tentando di “orientare” la scelta verso un genere che sembra possa “tirare”.

    Mi ricordo che Evangelisti ha faticato a farsi pubblicare perché all’epoca era forse troppo fuori da canoni accettati.

    Oggi mi sembra che ci siano altri, nuovi, canoni accettati.

    Ma sempre canoni sono.
    Ahimé.

  5. walter

    concordo al 100% quanto detto da Heropass e aggiungo una idea: perché non indire tre premi Urania, uno strettamente fs, uno fantasy e uno horror da pubblicare solo se veramente validi, così si eviterebbero inutili contaminazioni e sconfinamenti sempre poco graditi

  6. Lorenzo Gabanelli

    Come già espresso da qualcun altro, si può notare come negli ultimi anni si tenda a pubblicare un certo tipo di romanzo fantascientifico ibrido, probabilmente, per vendere qualche copia in più.
    Avrei piacevolmente letto gli altri due titoli finalisti, proprio per la loro originalità che già si percepisce con il titolo (soprattutto il nibbio nebbioso… spero che l’autore pubblichi il romanzo tramite self publishing su amazon. In quel caso, Daniele Gabrieli, mi avrai sicuramente tra i tuoi lettori).
    Saluti.

  7. X

    Mi unisco ai complimenti a Glauco! Anch’io sono curioso di leggere il suo romanzo, le premesse sono molto intriganti. Aspetterò novembre fiducioso di leggere ottima fantascienza.

  8. Daniele Gabrieli

    Mi ritengo comunque soddisfatto.

  9. Giuseppe Lippi

    Smentisco le illazioni: purtroppo non siamo in grado di influenzare in alcun modo il materiale che ci arriva e se c’è una preponderenza del genere horror-noir è perché favorito dalla maggioranza degli autori giovani. Abbiamo pensato più volte di scoraggiare questa tendenza, evitando di premiare un fantagiallo, ma non ci siamo riusciti a causa della qualità degli… altri aspiranti. Ma devo anche ripetere, e poi non lo farò più, che vendere qualche copia in più è vitale per Urania, come per ogni pubblicazione priva di introiti pubblicitari. Indicare questa aspirazione come un peccato, è il colmo.

  10. Giuseppe Lippi

    Ma attenzione: quello di Glauco NON È un fantamystery! È un enigma che riguarda il tempo, le antiche civiltà, alcune tra le pratiche più cruente della storia e una casta che gioca con la vita e la morte.

  11. heropass

    Allora è anche peggio di quel che pensassi: una sorta di pensiero unico striscia nelle menti degli aspiranti scrittori il cui evidente desiderio è quello di emulare gli emulatori.

    Gli ultracorpi scrittori sono tra di noi: siamo in pura metafantascienza.

    Naturalmente sto scherzando e quando parlavo di genere che “tira” lo dicevo con lo sconforto che deriva dalla mia personale convinzione che questa povertà di offerta non gioverà ad Urania in particolare né alla sf italiana in generale, alla lunga.

    Il mio punto di vista è quello di chi ha letto molta sf e non vorrebbe essere costretto a rileggersi sempre gli autori del passato, sai che barba…

    Premesso questo vedo un appiattimento ed una, passatemi il termine, puerilità nella sostanza della scrittura delle offerte non solo italiane che mi impedisce di apprezzare quelli che vengono definiti le nuove leve (con tutta la genericità, mi rendo conto, che questa parola significa).

    Temo che i videogiochi e le mode letterarie (di cui le “sceneggiature” ed ambientazioni visuali dei videogiochi rappresentano uno dei rami preponderanti nell’ispirare molti nuovi scrittori di sf) siano passati “davanti” alla sf scritta che si arrabatta a stare loro dietro, quando prima si vedevano autori che Erano “davanti”, non solo per le idee tecnologiche o speculative della hard sf ma anche per personalità.

    Ad esempio rimango stupito quando si lodano scrittori come Reynolds o McDonald di cui sto leggendo Il fiume degli dei che mi sembra tutto tranne che un capolavoro e non sto qui a motivare il perché altrimenti vado ancora più lungo.

    Ho buone speranze per Scalzi che mi sembra uno che non si prende troppo sul serio (che è un buon biglietto da visita per uno che scrive sf, oggi).
    Sono anche molto contento dell’idea di riproporre Moorcock.

    Spero anche in Egan anche se l’ultimo romanzo pubblicato in Urania dava segni di stanchezza creativa; le sue antologie a partire da Luminous sono per me un tipo di sf che ancora non si era letto almeno in termini di capacità di fare speculazione su aspetti scientifici con sviluppi che portano anche ad intravedere il rapporto tra scienza e trascendenza.

    Auguri per le prossime uscite.

  12. galions

    Personalmente sono d’accordo con Pergameno quando scrive sul suo blog (Cronache di un sole lontano) che la sua preoccupazione è decidere se ciò che sta leggendo sia qualitativamente valido e non tanto se si tratti di sf al 100%, piuttosto che all’80% o meno. Le ibridazioni sono inevitabili, non esistono linee separatrici tassative tra generi o argomenti letterari che tracciano il confine oltre il quale termina il territorio della fantascienza e ne inizia un altro totalmente estraneo.
    Faccio i complimenti a tutti i finalisti ed al vincitore dò appuntamento in edicola prossimamente per leggere ottima letteratura e non per decidere se sarà fantascienza pura cristallina o fantascienza contaminata.

  13. Marco

    Mi dispiace per gli amici scrittori, ma da questo punto di vista non posso che essere d’accordo con Giuseppe Lippi.
    Se sostiene che i brani (e ci metto dentro anche il mio) sono inconsistenti…probabilmente lo sono veramente.
    Non può essere nell’interesse di qualunque editore quello di non pubblicare una buona storia. Ovviamente possiamo sindacare sui gusti, ci mancherebbe. Ma un buon racconto, di qualsiasi fantascienza si tratti, rimane pur sempre un lavoro che può (o perlomeno potrebbe) essere apprezzato dal pubblico.
    Personalmente, solo per una questione di crescita personale, mi piacerebbe tanto avere due righe con una micro-valutazione dell’opera. Non uno sproloquio, toglierei tempo alla redazione e non servirebbe a niente. Non è un compito di maturità al quale occorre dare un voto. E’ una guida, un indirizzo, un aiuto a chi ama scrivere.
    Solo una brevissima analisi, tipo: buona la trama, scarsa la descrizione, i personaggi non sono ben caratterizzati, le basi scientifiche sono da rivedere, ecc…
    Almeno un aspirante scrittore come il sottoscritto può cercare di migliorarsi. Una mini-critica costruttiva può servire moltissimo. L’ archiviazione, ahimé, a ben poco. Potreste anche scrivere alle mail personali se lo ritenete opportuno, senza rubare spazio al blog ed a questioni più “pubbliche”.
    Lasciateci sognare.
    Grazie.

  14. Remolo

    Oh, beh, se lo dice l’infallibile “Signor” Giuseppe Lippi allora deve essere per forza così.

  15. heropass

    Quello che mi sembra strano è che gli unici romanzi che possono ambire alla selezione siano dei fantagialli.

    Credo a quanto dice Lippi e quindi bisogna dedurne che c’è una situazione piuttosto asfittica.

    Ma il problema non è tanto che si tratti di fantagialli; è che si tratta di cose un po’ pretenziose o banali al meglio, secondo me.

    Temo che molti vogliano scrivere senza avere nulla da dire e che usino clichés ma in sostanza facciano una scrittura rivolta agli adolescenti sia per temi che per modo di trattarli.

    Poi, magari, col tempo, quelche buono scrittore potrà anche emergere, chissà.

    Io però vedo scrittori invadere di se stessi il romanzo, i personaggi, i dialoghi o riproporre un nuovo pulp più o meno sofisticato o tentare di fare letteratura didattico/didascalica.

    Che poi rende il tutto molto… si puo’ dire palloso?

    Se poi Urania aumenta le vendite anche per conseguenza di questi italiani tanto meglio per la testata, ovvio.

  16. Antonio

    Premesso che sicuramente non prenderò questo romanzo: gli autori italiani non mi ispirano proprio (a partire da Catani, di cui il poco che ho letto proprio non mi è piaciuto). Volevo chiedere l’inedito Captain Vorpatril’s Alliance della Bujold è possibile che compaia integralmente su Urania o, meglio ancora, come inedito su collezione urania, prossimamente?

  17. Kronos H

    Io ho invece adorato Fabriani con i vicoli e le nebbie del tempo. Per me è un’altra cosa…

  18. Luigi

    Anche io voto per l’inedito Captain Vorpatril’s Alliance della Bujold!!

  19. AgenteD

    Anch’io l’anno scorso commentando il premio Urana avevo detto “a gran voce” di voler leggere un romanzo di “vera fantascienza”: ma tant’è, se i nostri scrittori altro scrivono, di quello ci si dovrà accontare…
    Il problema semmai è: perchè ci aspettiamo che in Italia si scriva “buona fantascienza” quando a) si legge in genere poco (è impossibile scrivere “bene” se non si legge moltissimo);
    b) la scienza e la tecnica piacciono a quei pochi “mohicani” che si iscrivono a facoltà scientifiche?

  20. AgenteD

    Ovviamente il discorso di sopra ha un valore del tutto generico e non ha alcun riferimento a vincitori presenti, passati e… futuri :) del premio Urania!

  21. Glauco De Bona

    Salve, voglio ringraziare coloro che si congratulano con me, spero che possano apprezzare il mio romanzo.
    Non intendo entrare nel merito delle critiche alla linea editoriale di Urania e alla scelta della Giuria. Comunque, seppure contaminata con il noir, la fantascienza nel mio romanzo c’è: dall’ambientazione alla tecnologia, dalle nuove metropoli ai sistemi di trasporto, perfino il movente degli omicidi e dei cuori strappati è fantascientifico. Vorrei che leggeste il mio romanzo prima di esprimere i vostri giudizi e le vostre critiche che, se costruttive, fanno sempre migliorare e crescere. Grazie

  22. Antonino Fazio

    Questa idea serpeggiante che gli italiani scrivano solo fantagialli, horror-noir, o peggio fantascienza mediocre, mi sembra non corrispondere del tutto ai fatti. L’anno scorso, ad esempio, oltre al vincitore ebbero una menzione altri due romanzi, uno dei quali so per certo essere di fantascienza non contaminata. Mi pare che il commento di Lippi dica semplicemente che si premia il romanzo migliore, come è giusto, anche quando si tratta di fantascienza “impura” (che peraltro ha qualche possibilità di arrivare a una fascia più ampia di lettori). Il resto è una questione di gusti personali. Molti qui amano la fantascienza spaziale, mentre altri citano Reynolds come esempio di fantascienza mediocre. Insomma, non sarei così drastico, né così pessimista.

  23. Dario Tonani

    Complimentissimi Glauco, e soprattutto un enorme in bocca al lupo. Perché, lasciatelo dire in amicizia, ne avrai bisogno. Come vedi, le posizioni sono molto variegate quando si parla di fantascienza (una ricchezza questa che altri generi non metteno in campo con altrettanta generosità). Quanto alla SF italiana, nessuno è mai tenero, le critiche sono severe e i giudizi – anche i più tranchant – spesso senza appello. Ascolteremo, impareremo e con l’aiuto dei lettori più costruttivi e pazienti miglioreremo… Ciao a tutti. :-)

  24. galions

    Dario Tonani mi ha rubato le parole di bocca.
    Quello che noto in questo blog, come in altri, è che spesso e volentieri le critiche non ammettono repliche tanto sono tassativi i toni con cui vengono espresse.
    Leggo certi giudizi che appaiono più come un plotone di esecuzione che non uno spunto per mostrare quali possano essere i gusti del pubblico.
    Appuntamento a novembre in edicola con questo autore a cui rinnovo i complimenti.

  25. Silver Apple vive ancora

    A mio avviso il grosso problema degli scrittori italiani di SF è che la fantascienza è morta col cyberpunk e non sono riusciti ad elaborare il lutto. Quelli di noi che compravano Urania Collezione quando c’erano i romanzi italiani degli anni settanta si saranno accorti che c’era un sacco di roba bellissima scritta benissimo che non aveva niente da invidiare e non arrancava dietro a nessuno e neppure arretrava di un passo (Parlo della fantascienza anglosassone ma anche della cultura “alta” italiana, la distinzione non esiste più ma più che altro perché non esiste più una cultura alta, fatico a trovare scrittori italiani appena tollerabili e me la dovrei prendere con chi con tutta la buona volontà ha partecipato ad un concorso di fantascienza con un romanzo senza pretese e senza malafede che magari gli è venuto un po’ bruttino ma senza cattiveria ma poi se ne sta a casa sua e non va in tele a fare l’intellettuale impegnato e dire secondo lui chi ha ammazzato Yara o se c’era il fuorigioco della Juve? Dai, non sono questi i nemici del popolo italiano, il prodotto medio è di una povertà di linguaggio e di spirito talmente annichilente, non credo sia una tecnica neo neorealista credo si tratti solo di schifezze)
    Senza offesa per chi non c’è più, mi viene da dire che quelli che scrivevano roba come “Quando le radici” e “dove stiamo volando” erano intellettuali che riflettevano sul proprio tempo riuscendo a trasecendere le contingenze e infatti libri del genere reggono il tempo anche se hanno premsse scentifiche superate o sbagliate in partenza.
    L’importante è che il libro abbia una coerenza interna e che i personaggi siano credibili nel modo di parlare e di agire, se non ci sono falle di questo tipo sono il primo a sospendere di buon grado l’incredulità, chi giudica un libro di SF solo dalla plausibilità scientifica fa la stessa cosa di chi guarda solo gli effetti speciali nei film (Così facendo dovremmo preferire Michael Bay a John Carpenter).
    Ma le vere bestie nere degli autori italiani sono i dialoghi e poi i troppi spiegoni (Che sono una conseguenza dei primi).

    Di Vittorio Catani ho letto recentemente “Il quindo principio” che trovo riuscito a metà perché è troppo didascalico e legato ad un immaginario superato per essere un libro che aveva l’intenzione di leggere la realtà ed è un peccato perché per certi versi era invece molto curato.

    Valerio Evangelisti il genere lo ama e lo coltiva e lo rivendica ma è chiaramente un gigante fra i nani, le sue cose recenti non di genere sono le migliori che abbia mai pubblicato ed è forse l’unico a cui darei dell’intellettuale impegnato non per sfotterlo ma perché ha una statura morale prima che artistica veramente d’altri tempi. Gli intellettuali da salotto si indignano solo quando è gratis, quando c’è da schierarsi in materia di Cesare Battisti o di No Tav spariscono come gli scarafaggi quando accendi la luce.

    A me piace Alan D. Altieri, forse è più artigianato che arte ma se volete anche Carpenter è più artigianato che arte e lo metto pure sopra Kubrik.

  26. Maico Morellini

    Prendo e faccio mio l’intervento di Dario Tonani, rinnovando gli auguri a Glauco per la comunque meravigliosa avventura che sta per iniziare.

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