La Matrice ha dieci anni

marzo 31st, 2009 by Admin Urania

In occasione dell’anniversario dell’uscita nelle sale di Matrix, pubblichiamo un intervento di Dario Tonani.

Tu pensi che siamo nel 1999. Saremo almeno nel 2199. Non posso dirti con esattezza l’anno perché sinceramente non lo so neanch’io. E qualunque mia spiegazione non ti basterebbe. Vieni con me. Guarda tu stesso. Sei sulla mia nave, la Nabucodonosor. E’ un hovercraft. Sei in plancia, adesso. E’ il nostro cuore operativo dal quale lanciamo il segnale d’ingresso pirata in Matrix”. Sono le parole di Morpheus a uno straniato Neo, il momento della rivelazione nel film destinato a cambiare per sempre i canoni della fantascienza cinematografica: Matrix. L’anno, come spiega l’anfitrione Morpheus, è il 1999, esattamente una decade fa. Il luogo: una città qualunque del nostro presente, ricostruita – per questioni di budget – all’altro capo del mondo, a Sidney, in Australia.

Ed ecco la prima di una serie spropositata di “anomalie”, di specchi contrapposti che fanno di Matrix il primo vero prodotto da sala per il nuovo millennio e il più “poliedrico e filosofico” tra i film di fantascienza dai tempi di 2001 Odissea nello SpazioBlade Runner: l’azione è qui oggi, ma a generarla è la terra bruciata di un domani lontanissimo. Presente e futuro s’intrecciano, a fare da tramite una linea telefonica: da una parte la finzione, il sogno, il mondo posticcio generato dalle macchine, dall’altra la cruda realtà di un domani che – manipolo di “resistenti” a parte – non ha più nulla di umano.

Per passare da un piano all’altro non c’è che un modo: aprire gli occhi. “Wake up, Neo” compare sul computer del protagonista in una delle scene iniziali. Un invito che i due registi, Andy e Larry Wachowski, sembrano voler fare proprio rigirandolo, in modo assai meno garbato, agli spettatori in sala: “Wake up, guys”. Come dire: nulla di quanto vedrete con Matrix è stato pensato/realizzato/mostrato prima. Vero solo in parte, diremo noi (penso per esempio al film di animazione Ghost in the Shell di Mamoru Oshii, del 1995), ma indubbiamente un proposito sostenuto da argomentazioni più che valide sia sul piano visuale, sia su quello strettamente realizzativo.

Il film è un orgia di effetti speciali, azione pura, pittoriche coreografie e dialoghi pseudoesistenziali. Mette insieme e frulla abilmente kung-fu movies, fumetti, videogames, videoclip e cyberpunk, il tutto abbondantemente condito di citazioni consce (le più evidenti, Alice nel paese delle meraviglie, lo gnosticismo, il buddismo, le storie di Philip K. Dick, i fumetti di Grant Morrison) e probabilmente inconsce, espressione di quel debito di riconoscenza che i fratelli Wachowski affermano di avere nei confronti dei manga e dei grandi maestri del cinema d’animazione giapponese (tanto da voler incontrare questi ultimi nel corso della tappa a Tokyo del tour di presentazione del secondo film, Matrix Reloaded).

Un conto, però, è riconoscersi nel taglio narrativo di manga e anime, tutt’altro è voler riportare quello stesso modo di raccontare sul piano della realtà, con attori in carne e ossa. Chiamati a fare cose praticamente impossibili, con la naturalezza di chi deve dare l’illusione allo spettatore in sala di compierle quasi tutti i giorni. E a poco serve il fatto che la storyboard venga disegnata (e mostrata sul set prima di girare ogni scena) proprio secondo gli stilemi del fumetto giapponese o riprendendo certi “quadri” in stile Frank Miller. L’idea dei Wachowski, del resto, è proprio quella di prendere un cartone animato e consegnarlo al mondo delle tre dimensioni. Senza sconti. Una straordinaria sfida immaginifica ancor prima che tecnica…

Sul set, tra cavi e pallottole

Che sul set di Matrix qualcosa di effettivamente mai visto stia prendendo forma lo si capisce da numerosi indizi: la troupe si allontana da Hollywood, preferendo per questioni di costi delocalizzare la produzione a Sidney, ciò nonostante si premura di reclutare il meglio del meglio delle singole professionalità in tema di effetti speciali, computer grafica, fotografia, scenografia, sonoro. Sul set si utilizzano tecniche di ripresa di assoluta avanguardia e, non contenti, se ne sperimenta di nuove: su tutte il cosiddetto bullet time, al quale si devono gli straordinari ralenti a 360 gradi delle scene di combattimento, che obbliga gli attori a recitare appesi a cavi, circondati da qualcosa come 120 fotocamere e due macchine da presa. Dal lontano oriente scende, poi, in forze una squadra di istruttori di kung fu, alla guida di Woo Ping Yuen (regista e coreografo del primo successo di Jackie Chan, Drunken Master, maestro della cosiddetta Drunken Boxing), che ha il compito di trasformare in quattro mesi attori completamente a digiuno di arti marziali in “combattenti” credibili quanto meno davanti alla macchina da presa…

Alla Warner Bros sembra che abbiano un’idea ancora approssimativa di quello che stanno combinando sul set i due ragazzi terribili di Chicago, che al loro attivo come registi hanno solo un film – Bound, Torbido inganno, del 1996 – tanto che la luce verde alla pellicola viene data solo in fase di pre-produzione. Il cast, per il quale si fanno via via i nomi anche di Johnny Depp, Brad Pitt, Will Smith e Val Kilmer per la parte di Neo, è un amalgama perfetto: gli attori si sentono già da subito parte di un progetto senza eguali e sviluppano tra loro e la troupe un cameratismo paragonabile solo a quello nato sul set della trilogia de “Il signore degli anelli”. Si assoggettano volentieri a sfiancanti sedute di allenamento per familiarizzare con le tecniche di fighting e coi cavi che li sosterranno durante le evoluzioni più acrobatiche. Questa, quanto meno, è la parte che amano ricordare “a cose fatte”, forti dei numeri che danno ragione alla loro scelta di sudare su un tatami per parecchie ore al giorno: “Matrix” infatti, uscito nelle sale statunitensi il 31 marzo 1999  e in Italia il 7 maggio, incassa al botteghino la bellezza di 456,3 milioni di dollari (43 in più del primo Batman e, sempre per restare in tema di fantascienza, quasi 100 in più di Minority report del binomio stellare Dick/Spielberg) e si colloca al 74 posto nella classifica degli incassi di tutti i tempi, una piazza davanti a Il gladiatore, dieci davanti a L’ultimo samurai e addirittura 176 davanti a The Truman Show, altra pellicola cult sul rapporto finzione/realtà.

Nel 2000 arrivano anche quattro Oscar, seppur minori (“miglior montaggio”, “migliori effetti speciali”, “miglior montaggio sonoro” e “miglior sonoro”) e tre MTV Awards (“miglior film”, “miglior performance maschile” a Keanu Reeves, “miglior combattimento” per il duello tra Keanu Reeves e Laurence Fishburne). Matrix diventa un mito, i suoi protagonisti osannati come artefici di un nuovo modo di produrre/girare/interpretare un film. Le citazioni e le parodie più o meno serie non si contano: un centinaio, tra lungometraggi e spot pubblicitari, ma probabilmente molti sfuggono alla conta. Tra le più ricordate, quelle de La tigre e il dragone (Ang Lee, 2000) e di Shrek (Andrew Adamson e Vicky Jenson, 2001). In soli tre anni, fino al 2002, si è calcolato che la famosa sequenza del bullet time sia stata riproposta in una ventina di film diversi.

Manca qualcosa?

Contrapposizioni forti, dicevamo. Matrix vive e si alimenta di opposti: bene/male, amore/odio, realtà/sogno, umanità/macchine, spiritualità/scienza, Neo/agente Smith, Oracolo/Architetto, pillola rossa/pillola blu… Ma è anche un esempio per certi versi unico di interdisciplinarietà, di incontro e fusione di strumenti espressivi. Al primo film si aggiungono quattro anni dopo, nel 2003, altri due capitoli: Matrix Reloaded (735,6 milioni di dollari d’incasso, 29° nella classifica di tutti i tempi) e, a soli sei mesi di distanza, Matrix Revolutions (appena, si fa per dire, 424 milioni, 91° posto), di fatto la seconda metà del precedente.

Sempre nel 2003 arriva Animatrix, una raccolta di nove cortometraggi a cavallo tra cinema d’animazione, computer grafica e anime giapponesi, realizzati da quei maestri dell’animazione del Sol Levante che tanta parte ebbero nell’immaginario dei fratelli Wachowski. Animatrix costituisce una sorta di prequel e getta le basi per la realizzazione di una serie di videogames per diverse piattaforme ludiche, come Enter the Matrix, The Matrix, Path of Neo e Matrix Online, al cui interno sono presenti spezzoni della trilogia cinematografica, con tanto di scene inedite.

Film, cartone animato, videogame. Un’articolazione in sette titoli, quasi 8 ore di visione, senza contare i contenuti speciali dei DVD e la “longevità” dei videogiochi. Manca qualcosa? Appare fin troppo chiaro che il tavolo si regge su tre sole gambe. Sorge spontanea la domanda: “E il libro?”. Risposta: “Non c’è nessun libro!”. Che un film nasca da un soggetto originale anziché da un volume non è affatto raro, anzi. L’ultima “anomalia” di “Matrix” sta semmai nel fatto che nel corso degli anni nessuno si sia cimentato con una novelization ufficiale della trilogia. Insomma, un “dopo”, da rileggersi sulla pagina…

L’ipotesi ampiamente condivisa è che Matrix sia nato sotto mille forme, eccetto che come storia da raccontare per iscritto: film, fumetto, cartone animato, videogioco, videoclip. E, a dispetto di certi suoi dialoghi filosofeggianti e pseudoesistenziali un po’ ambiziosi, fonda il suo perché soprattutto sulle immagini. Pur con le sue pause e qualche lungaggine, è fruizione immediata, creatura da vedere, tutt’al più da ascoltare o con cui giocare. Ma non da leggere. Insomma, quando si è visto di tutto e di più, suona assai difficile aspettarsi ancora qualcosa da una descrizione per sua natura sequenziale, parola per parola. Come scrittore mi duole ammetterlo, ma dopo l’orgia visiva, il tartagliare di una pagina scritta sarebbe ben poca cosa. Sarebbe come tenere gli occhi chiusi. E questo con Matrix equivarrebbe a perdersi praticamente tutto.

Wake up, Neo”.

Buon compleanno, Matrix!

[Dario Tonani]

Posted in Cinema, Fantascienza, Orizzonti

10 Responses

  1. ∂| Fantascienza.com Blog |uno Strano Attrattore » Blog Archive » Back to the Matrix

    […] Cade oggi l’anniversario del film che, nel bene e nel male, meglio di tutti ha saputo condizionare la moda (e lo Zeitgeist) di questo scorcio di XXI secolo. Ne riparleremo – spero a breve. Intanto godetevi l’approfondito intervento di Dario Tonani su Urania Blog. […]

  2. BHS

    Intervento puntuale e preciso, Dario.

    Matrix, vero, ha cambiato (o forse fissato) una parte del nostro immaginario. Ma leggendo il tuo articolo mi viene un dubbio (che prescinde dal valore obiettivo della pellicola): e se il film avesse solo alimentato la nostra corteccia visiva a scapito di un rinnovo (e un ripensamento) dei contenuti? In fondo i maga e il cyber c’erano già da un pezzo… 2001, per esempio, su questo fronte è stato una rivoluzione totale.

  3. Dario Tonani

    @ BHS: Certo, l’immaginario di Matrix era stato già in qualche modo prefigurato nei manga e nel cyberpunk letterario, ma il film lo ha rilanciato sfruttando a pieno la forza/persuasività/spettacolarizzazione del cinema. In questo è stato appunto “solo un rilancio”, mentre effettivamente 2001 e Blade Runner hanno scosso le fondamenta stesse dell’immaginario fantascientifico, visivo e non.

  4. Stefano

    E allora smettiamo di scrivere e affidiamo tutto agli studios di Hollywood.Et voilà.

  5. Giovanni De Matteo

    @ Stefano: Seh, quelli prima o poi Dick lo esauriranno. E poi?

  6. il professionista

    ottimo articol ocelebrativo di un evento che ha cambiato la percezione della SF al cinema anche se, è doveroso dirlo,molte idee venivano a piene mani dal cyberpunk giapponese e da molti film orientali..ma ovviamente gli americani avevano più soldi. pochi anni dopo avvenne l ostesso con il fantasy orientale. in Occidente hanno scoperto il Wuxiapian dopo La tigre eil dragone ma a HK lo facevano da 20 anni. potenza della macchina produttiva e distributiva americana…

  7. Stefano

    @Giovanni DeMatteo:
    Con la sola (parziale)eccezione di Ridley Scott,mi sembra che quelli Dick l’abbiano solo sporcato,tali porcherie sono le fesserie che ne hanno ricavato.

  8. Adam

    Per chi non fosse tra i fortunati ad averlo visto al cinema…..

    Beh è ora di festeggiarlo!!

    http://www.whatisthematrix.it/article-468–0-0.html

  9. suxquach

    amo matrix… ma … il tredicesimo piano eccetera… tutto da voi trattato… mi pare che “l’idea” di fondo vada ricordata :)

  10. Il Trasfigurato

    @Moderatore del sito

    Chiedo scusa ma non so come comunicare la notizia, e soprattutto non so se è d’interesse….

    Oggi venerdì 17 giugno 2011, alle 21.00 c’è la prima del film italiano SU TEMA UFOLOGICO:

    6 GIORNI SULLA TERRA
    Che è stato recensito da “Repubblica” di oggi a pag 51 molto favorevolmente….

    segnalo il sito :

    : MYMOVIES
    Spero di “non aver fatto una sciocchezza…..

    Palermo _ven, 17 giu 2011 18:55:21

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