I combattimenti di Segretissimo – Spy Combat 2 di Stefano di Marino

settembre 15th, 2019 by Redazione
Spy Combat 2

Spy Combat 2

SPY COMBAT-2 – A FIL DI LAMA

“Conosco un’arte raffinata. Punire con crudeltà chiunque mi ferisca.” Ruben Fonesca, autore di La Grande Arte, cita un filosofo greco adattandolo alle sue esigenze narrative. Il romanzo (pubblicato in Italia da Marco Tropea diversi anni fa) e il film (Arte Mortale di Walter Salles) furono per me fonte di grandissima ispirazione.

Naturalmente avevo studiato le tecniche di maneggio del coltello in Oriente e in Occidente e le avevo riportate nei romanzi del Prof che sino dai primi episodi è qualificato come un esperto di Kali filippino.

In Italia non si può insegnare l’uso del coltello. Con la scusa (reale) che non si può pensare di imparare a difendersi da un’arma che non si sa usare molte scuole inserivano il maneggio delle lame come disciplina propedeutica.

Io ho imparato da Bob Breen, che è forse uno dei più straordinari maestri del coltello. Nella community delle arti marziali sino a una decina di anni fa ci si ritrovava per allenamenti quasi clandestini, per lo più in Francia e in Olanda. C’è traccia di queste esperienze in Femmine e Cobra presente nel Prof Story 4, in cui si cita esplicitamente un russo con cui ci si allenava a Parigi diversi anni fa.

Il Professionista è un esperto di lame e coltelli. Fondamentalmente usa un Taipan della Cold Steel, che fabbrica ottime lame con un marchio americano ma forgia a Seki. Naturalmente, Chance usa anche una serie di coltelli corsi, considerato lo stretto legame che la sua esistenza ha avuto con la mala di questo paese. In particolare, si serve di una corta lama triangolare, che in Corsica e in Italia si chiama Spaccacuore ed è un coltello rusticano, il cui nome dice tutto. Nel close combat internazionale si chiama Push Dagger ed è un coltello da distanza ravvicinata. Oltre a ciò spesso vediamo (per esempio in Missione Vulkan, Prof Story 23) Chance che si serve di diverse lame indonesiane come il Karambit, il coltello da mignolo. E anche della sua versione occidentale, lo Spyderco, che ha una lama dentellata e affilatissima (attenzione al maneggio, potrete farvi molto più male voi dell’avversario).

Spesso nelle storie di Gangland Chance prende lezione da un’anziana signora filippina che fa la badante ma è una guru, una maestra, nell’uso delle lame. Per chi vuol vedere qualche bella sequenza di combattimento con il coltello consiglio la visione di due classici con Steven Seagal che di close combat ne sa parecchio. Trappola in alto mare e Trappola sulle Montagne Rocciose. I due duelli con Bogosian e Tommy Lee Jones sono gioielli di coreografia ma anche di tecnica. E, naturalmente, il Prof è anche un esperto del coltello Laguiolle e del bastone telescopico in fibra di carbonio.

 

Grazie a Stefano Di Marino, alias Stephen Gunn, per la seconda puntata dedicata agli stili di lotta del Prof! Se vi è piaciuta, diffondetela sui social e commentatela qui sul blog!

Posted in Attualità, Segretissimo, Special, Visti con il Professionista

3 Responses

  1. nostalgico

    Anche se personalmente preferisco leggere le descrizioni di combattimenti corpo a corpo (un po’ come quelli di Nightshade) che con le armi, quelli che trovo scritti nei Prof Story mi sembrano ben spiegati. A volte faccio un po’ fatica a figurarmeli (tipo quello del coltello a mignolo) xké non conosco l’arma in questione, ma lo ritengo un problema da imputare a me e non al romanziere. A lui posso al max suggerire di descrivere il meglio possibile l’arma in questione in modo che anche gli incompetenti come me riescano a capire e quindi divertirsi.

  2. il professionista

    il karambit è un coltello uncinato in uso in Indonesia e nelle Filippine nei sistemi di combattimento locali che insegnano la lotta a mani nude e l’uso delle armi senza distinzioni. è un’arma complessa nel maneggio. ne esistono due versioni. una più lunga di cui vedi una variante occidentale nella foto e una più piccola che si aggancia al mignolo e sporge dalla mano.

  3. nostalgico

    Grazie, Prof. È + o – come lo avevo immaginato (anche se la lama non la pensavo uncinata).

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