Segretissimo SAS 55: Gérard de Villiers, “Shangai Express”

agosto 28th, 2019 by Redazione
Gérard de Villiers, SAS "Shangai Express"

Gérard de Villiers, “Shangai Express”, Segretissimo SAS 55, settembre 2019

Gérard de Villiers, “Shangai Express”, Segretissimo SAS 55, settembre 2019

Rischiare di rimanere bloccato a vita nella Repubblica Popolare Cinese non rientra fra i desiderata di Malko Linge, alias SAS, il Principe delle Spie.

Ma deve correre il rischio, per permettere alla CIA di “salvare” (leggi “mettere le mani su”) un’insospettabile informatrice del KGB, la bellissima e all’apparenza innocente studentessa belga Marian Dutch.

Ufficialmente, Malko dovrà collaborare con Lo Cheng, capo dell’Unità 8341, il top dei servizi segreti cinesi. In realtà, come in ogni gioco di specchi e di spie che si rispetti, la realtà è molto più complessa e l’alleanza con Pechino più fragile di quanto si potesse sperare…

 

Ecco un brano dall’inizio del romanzo:

Due studenti si insultavano violentemente in mezzo al viale Changan, davanti al “Muro democratico”, all’incrocio di Xi-Dan. Marian Dutch scartò per evitarli e continuò a pedalare con tutte le sue forze verso est, nella marea di ciclisti che riempivano il grande viale. I pochi veicoli a motore, automobili o camion, si aprivano faticosamente il passo a furia di colpi di clacson. I pechinesi non avevano ancora fatto l’abitudine alle macchine e si scansavano solo all’ultimo momento per non farsi investire. Sempre pedalando, Marian Dutch diede un’occhiata alla folla assiepata davanti ai tazebao, i famosi giornali murali cinesi. Pareva che non ci fosse niente di nuovo. Peccato non avere il tempo di fermarsi. Leggere i tazebao rappresentava un ottimo esercizio per perfezionarsi nel cinese e tenersi al corrente degli ultimi avvenimenti politici. Da un mese si riabilitava la gente a tutto spiano. Perfino l’ex sindaco di Pechino, Peng Yeng, che per anni i tazebao avevano definito frutto marcio e rettile controrivoluzionario.

[…]

Improvvisamente Marian capì di essere perduta; appena arrivata all’Istituto l’avrebbero arrestata. Un solo uomo poteva proteggerla: Yuri. Non rimproverava al sovietico di averla cacciata in quel guaio. Ma aveva paura, aveva bisogno di qualcuno che la proteggesse. Doveva arrivare all’ambasciata sovietica. Là sarebbe stata al sicuro.

Pedalava in mezzo al viale, insieme a migliaia di altri ciclisti Girò la testa e vide dietro di sé, sulla destra, il parabrezza della Shangai. Girò di scatto il manubrio invertendo quasi la marcia. Prima che la Shangai potesse fare altrettanto, in mezzo a tutti quei ciclisti, lei sarebbe stata lontana.

La ragazza udì appena il rumore della frenata, e solo un attimo prima di essere investita vide il muso schiacciato del camion Molotova che arrivava in senso inverso, e la faccia terrorizzata del guidatore. Poi avvertì un colpo violento all’anca e fu scaraventata in aria. Il suo ultimo pensiero fu che la bicicletta sarebbe stata inutilizzabile. Poi batté violentemente la testa sull’asfalto. Un lampo accecante le brillò davanti agli occhi.

 

Buona lettura!

 

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