“Nero & Zagara” Stefano Di Marino intervista Scilla Bonfiglioli

luglio 21st, 2019 by Redazione

“Nero & Zagara” – Stefano Di Marino intervista Scilla Bonfiglioli

Benvenuta Scilla sulle pagine di Segretissimo e complimenti per la vittoria al Premio Altieri. E ora sotto con le domande! 

1) Prima di tutto presentati ai lettori. Quali sono le tue passioni correlate alla scrittura, quando hai cominciato a scrivere e quando a pubblicare?
Scilla: Ciao, Stefano. Tanto per cominciare, grazie per avermi concesso questo spazio.
Ho sempre scritto, anche cose che è meglio che dai cassetti in cui sono riposte non escano mai. Ma ho cominciato a pubblicare con più o meno costanza da qualche anno, con la casa editrice Delos Digital.
Ho studiato Storia del Teatro e in teatro ho lavorato per diversi anni, sia sul palcoscenico che alla regia. Fin da adolescente studio arti marziali. Questo settembre compirò vent’anni di aikido e da un paio d’anni ho iniziato a praticare karate. Sembrano tutte cose a se stanti, ma sia il teatro sia le discipline marziali mi hanno aiutato moltissimo nella scrittura.


2) La tua narrativa spazia tra vari generi ma mi pare che il risultato più lusinghiero finora sia un romanzo di spionaggio. Un caso?
Scilla: Ho cominciato con il genere fantastico, poi con il giallo e il thriller. Quando mi sono messa alla prova con l’action e lo spionaggio mi è sembrato un po’ di tornare a casa. Ho scoperto di avere più trascorsi con questo tipo di narrativa di quanto avessi creduto. Sono cresciuta con le avventure di Sandokan e delle Tigri di Mompracem. Forse se le rileggessi adesso non le amerei come quando ero bambina, ma di sicuro hanno definito il mio gusto per l’avventura. A nove anni avevo deciso che in futuro avrei fatto la piratessa… immagino che non sia troppo tardi, potrei ancora farlo.
Sempre da ragazzina, ho subito il fascino di 007, che mio padre e mia madre amavano da impazzire. Guardavo i film con loro.
Da sola, invece, nelle mattine d’estate mi sono innamorata dell’A-Team, te lo ricordi? “Dieci anni fa gli uomini di un commando specializzato operante in Vietnam vennero condannati ingiustamente da un tribunale militare. Evasi da un carcere di massima sicurezza si rifugiarono a Los Angeles, vivendo in clandestinità. Sono tuttora ricercati, ma se avete un problema che nessuno può risolvere – e se riuscite a trovarli – forse potrete ingaggiare il famoso A-Team.”
Credo che George Peppard, con gli occhi azzurri e il sigaro tra le labbra sogghignanti mentre interpretava il colonnello John Annibal Smith, abbia molta responsabilità nella mia produzione più action.
Poi è arrivato X-Files, che sotto alle tematiche horror e fantascientifiche aveva una solida base di spionaggio, complotti governativi e azione. Oltre alla serie tv, che adoravo, avevo scoperto i fumetti di Charles Adlard, futuro disegnatore di The  Walking Dead. Erano difficilissimi da recuperare in edicola, ma li conservo ancora.

3) Lo spionaggio è un genere considerato, forse a torto, solo “maschile”. Cosa ne pensi?
Scilla: Se vogliamo guardare bene, ci sono state molte spie e molti agenti segreti donne. Lo spionaggio è stato di appannaggio femminile molto più di quanto si creda e allora perché non dovrebbe esserlo anche la letteratura? Non credo esistano storie per maschi o per femmine, in verità. Ci sono storie scritte bene o scritte male. In questo genere ce ne sono di splendide e le storie splendide piacciono a tutti. Poi, posso parlare solo per me: io le adoro, ma mi sento molto femmina.

4) Cosa diresti alle lettrici che si sentono un po’ intimorite da questo filone per invogliarle a leggere il tuo romanzo?
Scilla: Zagara è una ragazza che, credo, possa piacere molto ai lettori maschi: è molto bella, disinibita e talvolta sfacciata come una bond girl. A differenza di una bond girl, però, non fa da spalla a nessuno. È la protagonista della sua storia e la regge da sola. La Vedova Nera ha avuto molto successo al cinema ultimamente. Anche se è molto diversa dalla sua controparte cartacea, io ho adorato l’interpretazione che ne ha fatto Scarlet Johansson e con me molte altre donne. L’ex agente segreto del KGB ha avuto molta risonanza tra il pubblico femminile quanto tra quello maschile. Per questo, penso che Zagara e la sua storia possano appassionare anche le ragazze.

5) Quali sono i tuoi modelli classici nel filone?
Scilla:Tu.
Non sto scherzando, quando ho cominciato a prendere in considerazione l’idea di scrivere spionaggio tu sei stato, senza saperlo, il mio modello più forte e un maestro a cui guardare. Immagina la difficoltà di rispondere alle tue domande che ho adesso.
Professionista a parte, come ti dicevo, ho ricevuto il battesimo del fuoco con 007. L’agente segreto di Ian Fleming è tutto quello che una spia dovrebbe essere: elegante, ironico, cinico e astuto. Con tutto se stesso, incontra in pieno un universo immaginifico e di pensiero che mi è molto caro, quello del dandismo. Ultimo vero dandy, è un eroe che vive da solo senza bisogno di niente. Non posso non guardare a lui. Anche Zagara, a suo modo, guarda a lui.
Un altro modello, molto più colorato, è il ladro gentiluomo Lupin III scritto e disegnato dal giapponese Monkey Punch. Deve tanto al Lupin di Leblanc, ma è diventato un’icona a se stante per la mia generazione. Il ladro di Monkey Punch è molto più simile a un James Bond che lavora in proprio, senza vincoli che non siano i suoi desideri e la sua etica personale. Nelle sue avventure si trova spesso a penetrare basi segrete naziste, sovietiche o di magnati volti a creare fantascientifiche armi missilistiche per porre fine al mondo o per impadronirsene. Niente di nuovo sotto il sole, fatta eccezione per il modo con cui lo fa, sempre sbalorditivo. Se la trasposizione animata è stata addolcita per un pubblico più ingenuo, il fumetto di Monkey Punch è a tinte foschissime, crude ed erotiche. Per me è di sicuro un grande modello.
Per quanto riguarda la figura femminile nel mondo spy-action, ho guardato alla Nightshade di Andrea Carlo Cappi. E alla versione comics di Natasha Romanoff, la Vedova Nera di casa Marvel, sul cui personaggio è stato fatto un lavoro che toglie il fiato.

6) Ti piace il cinema? In quale modo il cinema di spionaggio ha influenzato il tuo lavoro?
Scilla: Nonostante il “mio” James Bond sia Sean Connery, il film che mi ha fatto innamorare delle sue avventure di spionaggio più di ogni altro è “Vivi e Lascia Morire”, dove l’agente inglese è interpretato da Roger Moore. L’ambientazione di New Orleans, l’intreccio al voodoo e all’hoodoo e l’inseguimento con il motoscafo, con me, hanno vinto a mani basse. Mia madre acquistò, all’uscita del film, il mazzo dei tarocchi disegnato dall’artista scozzese Fergus Hall che compare nella pellicola e che veniva venduto con la scritta 007 ripetuta sul retro delle carte. Ho imparato a leggere i tarocchi solo per potere usare quelli e me ne sono impadronita.
Mio padre invece era un grande fan del film Goldfinger, me lo faceva vedere ogni volta che veniva passato in tv. Di mio, ho amato Nikita di Luc Besson e il Red Sparrow interpretato da Jennifer Lawrence, che tanto somiglia alla storia della Romanoff. E poi, visto che so che non sei uno snob te lo dico: anche Captain America – The Winter Soldier è un film che ha un’influenza cardine, per me.

7) Nero & Zagara. Una coppia nel lavoro e nella vita. È una scelta interessante. Presentaci i tuoi personaggi.
Scilla: Di origini sconosciute anche a se stessa, Zagara è una donna dai tratti occidentali cresciuta in Medioriente. Prostituta bambina in un bordello di Ankara, ne viene liberata, appena adolescente, da Nero, che fa strage dei suoi carcerieri. Zagara viene addestrata da Nero e dal vecchio Bashi, un falsario del Golfo con le mani in pasta nella piccola e grande criminalità e che prende a cuore i due giovani, tracciando per loro una carriera da mercenari.
Prima di arrivare a lei, Nero era un giovane soldato persiano nella guerra tra Iran e Iraq. Trovato da un ufficiale statunitense, è stato impiegato in un progetto di spionaggio per l’esercito americano, salvo poi disertare e darsi alla fuga, atto che lo ha reso ricercato e gli ha messo alle costole più di un nemico.
Coppia nel lavoro come nella vita, Nero e Zagara diventano presto una leggenda e il loro nome viene bisbigliato con timore sulle labbra della piccola criminalità così come ai vertici del potere in tutta l’area mediorientale.
Sembrano non avere rivali sul campo ed essere inarrestabili davanti a qualsiasi nemico.
Questo fino a quando un leader turco non cambia le carte su un tavolo da gioco già troppo complicato.

8) Quando ci si trova di fronte a una coppia di eroi la mente va inevitabilmente ad altre coppie simili nella narrativa di genere. Modesty Blaise e Willie Garvin. Steed e la signora Peele, sino a Mulder & Scully. In che modo questi antesignani hanno influito nella creazione dei tuoi personaggi? In cosa si differenziano le loro dinamiche da quelle dei loro predecessori?
Scilla: Mulder e Scully sono impressi nel mio cuore a caldo, ma la dinamica che li muove è molto diversa da quella dietro a Zagara e a Nero. Forse il rapporto dei miei mercenari somiglia di più agli altri esempi che hai citato. Se dovessi cercare dei modelli, però, forse ti porterei quello tra il Soldato d’Inverno e la Vedova Nera, ovvero tra l’agente del KGB Natasha Romanoff e dell’ex sergente James Barnes. Nella splendida run scritta da Ed Brubaker, il rapporto tra i due agenti sovietici è uno dei cardini della storia, in cui il Soldato d’Inverno è preposto all’addestramento durissimo della Romanoff ancora bambina per poi sviluppare, negli anni, un legame reciproco basato sulla lealtà alla causa, sulla passione feroce e sull’amore che li sorregge entrambi in una realtà da incubo.
Il Soldato d’Inverno e la Vedova Nera hanno una storia che spacca il cuore e, per forza di cose, molto tragica. Il rapporto tra Nero e Zagara ha sicuramente tinte cupe, ma è più limpido. Può somigliare a quello degli anni d’oro tra Batman e Catwoman, se vuoi, o al legame tra Diabolik e Eva Kant. Tuttavia, inutile nasconderlo, il peso di Nero si avverte in virtù della sua assenza.

9) Spionaggio avventuroso e spionaggio classico. Sono le due scuole principali del filone. Segretissimo, per tradizione, appartiene alla prima scuola ma non ha mai disdegnato incursioni nelle tematiche della seconda. Come collochi il tuo romanzo in questo scenario?
Scilla: Mi sono attenuta strettamente alla Regola delle Tre A (scherzose, ma neanche tanto) abilmente enunciata dal fumettista Leo Ortolani: Avventura, Azione e A-tette. Ho cercato di impastare insieme suspense, tanta azione e anche divertimento. E poi intrighi di pezzi grossi a danno dei più deboli e un’eroina dal grilletto facile che dovrà fare del suo meglio per mettere le cose a posto o per mandare in fiamme qualunque cosa si pari sulla sua strada. Immagino di ricadere quindi nella prima delle due categorie. Ma la dicotomia netta mi è sempre piaciuta poco e le regole mi stanno strette. Qualche venatura più noir, in uno scenario così martoriato come quello mediorientale, sono inevitabili.

10) Parlaci un po’ del tuo metodo di lavoro.
Scilla: Mi sono scelta un’ambientazione splendida e molto intrigante. Ma anche estremamente difficile, visto quanto è eterogenea e variegata la realtà mediorientale e, soprattutto, quanto è difficile districarsi in mezzo a tanti sottotesti politici ed etnici. Bisogna fare molta attenzione per non scrivere inesattezze. Non penso di avere fatto tutto perfetto: non sono una storica contemporanea. Ma ho cercato di usare tutti gli elementi che avevo a disposizione per creare una buona storia, senza pestare sulle inevitabili sensibilità personali di chi quella realtà così difficile è costretto a viverla.
Per prima cosa quindi ho studiato, tutto il materiale che potevo reperire. Una volta che lo scenario era dipinto nella mia mente, ho caricato a molla Zagara e l’ho lasciata andare. Ho scritto così, correndole dietro, per non perdere il ritmo che era qualcosa a cui tenevo molto. Alla fine, sono tornata sui miei passi a mettere in ordine le cose che lei si era lasciata alle spalle.

11) Quali ricerche hai svolto per rendere più realistico il tuo romanzo?
Scilla: Mi sono appassionata alla questione curda e ho sentito l’urgenza di raccontarla come meglio ho potuto. Ho letto una quantità sterminata di interviste, da quelle rilasciate dai peshmerga, dai combattenti di diverse fazioni in lotta contro l’Esercito Islamico, fino alle testimonianze della gente che ha dovuto lasciare la propria casa per cercare la vita altrove. Ho ficcato il naso in più di una questione politica, ma ho cercato di dare la precedenza alle storie vere delle persone più comuni, per farmi un’idea forte di quello che avrei dovuto scrivere. I diari di viaggio dei turisti più estremi o dei volontari europei che si sono spinti in quelle terre per dare il loro aiuto mi sono stati molto utili.
Ho scoperto che non esiste una guida turistica aggiornata sull’Iraq. Ho frugato librerie e biblioteche, ma ho ricevuto dai librai solo braccia allargate e sguardi disorientati. È una terra in divenire, al momento. Quindi ho condotto le mie ricerche online, per lo più, costruendomi una mappa con le mie mani. Credo di avere disegnato anche sul retro dei cartoni delle pizze e i satelliti di Google sono tutt’ora tra i miei migliori amici. Probabilmente il mio Iraq, quello che mi sono costruita, non è esattamente come quello reale. Ma è un Iraq che ho imparato ad amare anche con tutte le sue ferite.
Per quanto riguarda tutta la parte dei servizi segreti e delle tecniche di superamento dogana e aeroporti, ho trovato un informatore in carne e ossa. Ovviamente, però, non posso divulgare niente sulla sua identità.

12) Inevitabile ultima domanda: Programmi per il futuro?
Scilla: Oh, ce ne sono diversi. Di prossima uscita, due racconti per due diverse antologie di cui si comincerà a parlare tra breve. Uno è un giallo e uno è un altro racconto spy con un’agente decisamente particolare che spero a te piacerà particolarmente.
A parte questi progetti più brevi, ce ne sono in atto un altro paio decisamente più corposi, ma al momento devo tenerli ancora Top Secret.
Quando potrò svelarli, troverai le notizie sui miei social, però, se sei interessato. Te li lascio qua.
https://www.facebook.com/scilla.bonfiglioli/
https://www.instagram.com/scillabonfiglioli/

Grazie, Scilla di essere stata con noi.
Scilla: Grazie a te, davvero. Lo spazio che mi hai dedicato è stato molto importante, per me. Spero di non deludere né te né i lettori, Prof!

 

Nota della Redazione:

“Nero & Zagara, Fuoco su Baghdad” di Scilla Bonfiglioli sarà pubblicato su Segretissimo Special nel mese di agosto. Stay tuned! 

Posted in Attualità, Ebook, Interviste, Segretissimo, Visti con il Professionista

4 Responses

  1. stefano galliena

    Benvenuta su Segretissimo Scilla. Appuntamento in edicola il prossimo mese. Su questi lidi hai già un lettore.

  2. Rey Molina

    Come ho avuto modo di dire altrove, intervista interessantissima. La penna di Scilla è sopraffina, sarà una grande lettura!

  3. ALBERTO FAREGNA

    Signorina Bonfiglioli, il suo romanzo FUOCO SU BAGDAD è stata davvero una interessante lettura e i flashback che accompagnano la vicenda danno davvero valore letterario ed emozionale al suo romanzo, congratulazioni per il meritato premio che eleva di sicuro il modestissimo valore dei segretissimi in uscita attualmente, dove vige lo pseudonimo americaneggiante della triade autoriale onnipresente in collana.

  4. ALBERTO FAREGNA

    Complimenti, il titolo più di qualità che onora a collana ed eleva il piano letterario

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