Scrivere di spie – di Stefano Di Marino

novembre 19th, 2012 by Alessio Lazzati

SCRIVERE DI SPIE

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Mai un momento di quiete! A chi lo dite! Voi, forse, siete di quei tali che conducono una vita regolare e sanno sempre quello che faranno domani. Be’, vorrei essere così: per quanto mi riguarda, la vita è talmente bislacca che, alle volte,non so nemmeno quello che ho fatto ieri.”

No, non sono parole mie anche se un po’mi ci riconosco. È l’incipit di un romanzo di Peter Cheyney del 1942( Never a Dull Moment).Il protagonista è Lemmy Caution che i più bibliofili di voi di certo conoscono. Un agente dell’FBI tutto spacconate, cazzotti e sparatorie raccontate da un autore inglese che s’immaginava un’America vedendola nei film. Di fatto Cheyney il detective lo aveva fatto davvero e nella sua produzione Lemmy Caution merita una menzione. Prima di OSS117, prima di James Bond c’era lui. E sicuramente Fleming ammise che una certa influenza nei suoi romanzi delle opere di Cheyney c’era. Be’ tutti abbiamo i nostri modelli. Io ne ho moltissimi. Nei romanzi, al cinema, nei fumetti. E tutto mescolato con la vita vera che è sicuramente meno spettacolare della fiction ma a volte offre ottimi spunti. È la risposta che ho dato l’altra sera durante una presentazione al mio presentatore Fabrizio Fuvio Bragoni che mi chiedeva come nascono le mie storie. In parte documentazione, in parte esperienza sul campo, grandissima voglia di raccontare. Detta così può sembrare facile ma è il lavoro di una vita. Quello che volevo fare e al quale dedico tutte le mie energie, tanto che non saprei che altro fare. Il tempo dedicato alla scrittura effettiva alla fine è limitato. Ci sono poi dei periodi in cui uno assorbe di tutto, anche storie e impressioni visive che poco hanno a che fare con il genere praticato. Prima o poi tutto serve. Se la mia produzione è in gran parte spy story è solo perché si tratta del ‘ contenitore’ che trovo più adatto alle mie fantasie. La fase creativa per dirla tutta è continua e cerca sempre nuovi stimoli, a volte ripescando un po’ nella storia del pulp, a volte scovando nuove idee, nuovi orizzonti. Ammetto che è un gran divertimento. Di sicuro si guardano le cose(non solo quelle nate peri divertimento ma anche la cronaca, i rapporti reali con le persone) con un occhio diverso. Per quanto lo si neghi è sempre in atto il meccanismo del bambino che smonta i giocattoli per vedere come sono fatti. Non è un caso che mi capiti spesso di rivedere film che mi sono particolarmente piaciuti più volte di seguito. È stato il caso di Skyfall che da fan di 007 ho visto con grande piacere una prima volta per divertimento puro. Poi, dopo il giudizio positivo, viene la necessità di rivedere il tutto,di seguire il ritmo dei dialoghi, dell’azione, di scoprire i meccanismi vincenti. E nel frattempo cento altre letture, visioni, incontri. Alla fine diventa un lavoro a tempo pieno. Mi piacerebbe essere molto più famoso e retribuito? eh sì… però questa è un po’ la vita che mi sono scelto e va bene così. Le soddisfazioni sono molte. prima tra tutte avere la libertà di sperimentare di volta in volta formule un po’ differenti, di non essere costretto a ripetere un meccanismo all’infinito solo perché ha funzionato. Oggi, diciamo negli ultimi dieci anni, cinema e tv ci hanno insegnato che il format intoccabile che una volta era la regola prima di ogni seriale, non può cristallizzarsi. Anche a costo di deludere, talvolta, il lettore o una parte di lettori, si devono per forza introdurre delle varianti, tirare un colpo basso. Ricominciare senza tradire gli elementi cardine di una serie, ma guardando tutto da un’ angolazione diversa. È un po’ il caso del volume oggi in edicola Operazione Barracuda che da una parte presenta una vicenda di spionaggio avventuroso classica con cambio di set, azione, sesso, una certa spettacolarità anche nello sfondo in cui si svolgono i fatti, ma poi introduce una sottotrama legata a uno spionaggio più classico che avrà una sua evoluzione con conseguenze consistenti nella vita del professionista. Due parole su ‘Lungo addio’ che appartiene a una vena più realistica, più italiana, se vogliamo legata a Montecristo e alle storie di Gangland. ma non è qualcosa di totalmente avulso. Se il punto di partenza è lo stesso (il mio immaginario) l’approdo è differente. E chissà dove ci porterà. Come dicevo? ‘Mai un momento di quiete!’Meglio così…

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7 Responses

  1. il professionista

    qualche osservazione su questo nostro strano ma bellisismo mestiere di spy writer.. ma non solo

  2. AgenteD

    Ma insomma quand’è che “quelli che contano” si accorgeranno che in Italia operano scrittori quali Stefano Di Marino, appunto, o gli altri autori italiani che scrivono su Segretissimo, o pure (perchè no?) gli autori di fumetti e, in virtù della qualità del loro lavoro li facciano entrare nei “salotti buoni” della TV o dell’Università per farli conoscere e quindi vendere di più?
    Quand’è che le cattedre di Letteratura Italiana Contemporanea si accorgeranno che Stefano Di Marino è il più prolifico scrittore italiano dopo Salgari? Avrei voglia di Laurearmi in Lettere solo per poter fare la mia Tesi di Laurea su di lui!

  3. Stefano

    Concordo pienamente con l’Agente D!

  4. il professionista

    Come sempre queste dimostrazioni di stima mi colpiscono sotto la cintura. Grazie a entrambi.
    il panorama editoriale(e intellettuale) italiano è purtroppo quello che è… io mi ritengo già fortunatissimo per aver potuto raccotnare le mie storie per tanti anni e, magari, di continuare a farlo ancora per un pezzo, spalleggiato da lettori come voi. quindi vi rinnovo la mia simpatiache mi auguro di ripagarvi con storie sempre divertenti…che è poi lo scopo ultimo di chi fa questo lavoro.

  5. andrea-tortellino

    Agente D ha parlato anche a nome mio. Stefano Di Marino è uno dei più prolifici scrittori/narratori Italiani, ma bisogna sottolineare inoltre che il livello di scrittura è sempre molto elevato, che si tratti dei romanzi scritti per Segretissimo (vedi il Professionista) sia che si tratti di un libro. Per ora i nostri complimenti, chissà che nel -spero breve- tempo non gli vengano riconosciuti i giusti meriti anche in altre sedi?

  6. il professionista

    Giusto perchèmi pare corretto informarvi di certo potrete leggere a breve inun’antologia del Giallo un mio racconto abbastanza lungo la cui versione corta è stata trasmessa su radio 24. si tratta di un racconto intitolato ‘donna con viso di pantera’, un omaggio al thrilling anni ’70che, come alcuni di voi sanno,è la mia passione per quel che riguarda il Giallo non d’azione. poi ho una certa idea per un romanzo di spadaccini e samurai che vorrei scrivere per la libreria…strutturato è strutturato, se il vento ricomincerà a tirare con un po’ più di favore mi metterò anche a scriverlo. 😉

  7. Aldo Faggiotto

    in primis complimenti, ho da sempre seguito i racconti di SAS, poi ho scoperto il ”Professionista”…… per questo motivo avrei piacere di reperire la cronologia con cui sono usciti i racconti, ho provato a cercare su vari siti inutilmente.
    grazie mille
    Aldo

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