OSS117 – La prefazione di G. Lippi

dicembre 7th, 2009 by Alessio Lazzati

La stoica spia, o Segretissimo ringrazia

Di Giuseppe Lippi

 La S.V. è gentilmente invitata ai festeggiamenti per

il 60° compleanno di Hubert Bonisseur de la Bath,

principe nell’olimpo nero delle spie.

Tutto comincia col Sole a 1° 17 in Ariete e la Luna a 12° 41 nella Vergine; è il 22 marzo 1921, nascita di Jean Brochet. Lui è un uomo piacevole che verrà spesso fotografato in pose pubblicitarie davanti ad aerei in partenza o a famosi locali, e nella maturità esibirà un paio di baffetti eleganti che non sarebbero sfigurati sul labbro di un attore del cinema o a un classico ispettore dei whodunit. In effetti, tra i tanti mestieri che tenterà prima di mettersi a scrivere, il poliziotto l’ha fatto davvero: dopo gli studi secondari, ci informa il risvolto di uno dei suoi romanzi, è entrato alla Scuola nazionale di polizia ed ha fatto parte della brigata speciale che oggi si chiama Interpol. Durante la Seconda guerra mondiale Brochet è stato pilota di aerei civili, poi ha partecipato alla resistenza francese contro i nazisti, collaborando con i servizi segreti. Nel dopoguerra è stato attore in una compagnia ambulante, impresario teatrale (ha scritto diverse commedie, una delle quali, A bout portant, di particolare successo), gioielliere, ispettore di polizia alla Sûreté, impiegato in un’agenzia di informazioni, giornalista indipendente e segretario di un maharajah. Ha cominciato a scrivere nel 1949, convinto di poter guadagnare di più: per le popolari edizioni Fleuve Noir di Parigi ha cambiato cognome, trasformando Brochet nell’uomo universalmente ricordato come Jean Bruce. Si calcola che in una carriera durata quattordici anni abbia scritto una novantina di romanzi, la maggior parte dei quali con il personaggio che gli ha dato fama nel mondo: Hubert Bonisseur de la Bath, l’agente americano di origine francese che unisce la tipica simpatia latina al sangue freddo del vero avventuriero. La prima vita di Bruce-Brochet finirà tragicamente, come vedremo più avanti, ma la sua carriera editoriale è stata una delle più folgoranti nel dopoguerra. romanzadellamorte.jpg

Hubert Bonisseur de la Bath, la spia creata nei suoi romanzi, lavora per l’O.S.S., Office of Strategic Services, il predecessore della CIA (dove in seguito sarà impiegato). Più tardi passa a un altro OSS: l’Organizzazione Speciale per la Sicurezza, un’associazione di stampo pacifista formata dalle più potenti madri di famiglia del mondo che si preoccupano per l’escalation dei conflitti nei cinque continenti. Nel 2009 il suo film più recente, OSS 117 : Rio ne répond plus, esce con un buon successo nelle sale francesi ma i distributori italiani l’hanno snobbato, forse perché l’attore Jean Dujardin non è una stella di prima grandezza nel nostro firmamento. Eppure Hubert è stato popolarissimo anche da noi e proprio quest’anno ne festeggiamo i sessant’anni. Il primo caso, Tu parles d’une ingénue, risale infatti al 1949: a quei tempi Hubert non faceva ancora l’agente segreto ma l’investigatore privato e arrivava a Parigi per risolvere il mistero di un furto di documenti riservati. Subito due donne bellissime si piazzavano sulla sua strada: la contessa Marlène Koslof e la minorenne Sonia, figlia dell’elegante bandito Martin. Hubert sfoderava il suo fascino un po’ guascone, tirava fuori i pugni e metteva tutto a posto. A chi gli chiedeva, stupito, come mai non portasse armi, rispondeva soavemente: “Preferisco prenderle ai miei avversari. In questo modo, se sono costretto a usarle, sarà più facile dimostrare la legittima difesa”.

Jean Bruce lavora a un ritmo infaticabile, scrivendo anche un romanzo al mese: a Tu parles d’une ingénue seguono rapidamente Tous des patates (1949) e Une gosse qui charie (1950). A parte Hubert Bonisseur de la Bath, la sua fervida immaginazione mette in campo altri investigatori privati, avventurieri e uomini d’azione. Già in Une gosse qui charie (1950) la trama è spionistica, benché l’agente di turno si chiami Brian Cannon. Quello stesso anno, colpito favorevolmente dalla nuova formula, l’editore chiederà a Bruce di modificare il suo primo eroe, Hubert, in un nuovo e spericolato agente segreto. Bruce, che durante la guerra qualche lavoretto per il servizio informazioni l’ha fatto, si ricorda dei colleghi americani dell’O.S.S. e si chiarisce definitivamente le idee sul principe pirata. Il quale, nella versione aggiornata, discenderà ancora da una nobile stirpe francese, vivrà a New York ma avrà il cuore a Washington e dintorni, negli uffici del controspionaggio. In seguito verrà chiarita persino la leggenda del suo pomposo nome. L’aneddoto, più volte raccontato da Bruce, viene così ricostruito da Stefano Di Marino in un saggio sull’argomento: anticamente, un nobile avo di Hubert si era guadagnato da vivere con mille espedienti, tra le altre cose improvvisandosi testimone nei processi. Interrogato da un giudice che gli chiedeva di declinare le sue generalità, il poveretto, privato del titolo e del nome, rispose Bonisseur de la Bath, che nel linguaggio dell’epoca significava appunto “testimone a favore”.

Il primo caso che Hubert affronterà nella veste di spia è quello di OSS 117 a denti stretti (Romance de la mort, 1950), incluso nel presente volume. Negli anni successivi, i primi racconti verranno rivisti dall’autore e integrati, con nuovi titoli, nella saga dell’agente guascone: Tu parles d’une ingénue diventerà Qui OSS 117 (Ici OSS 117, 1956, incluso in questo volume; prima edizione italiana come OS 117 chiude la partita); Tous des patates verrà adattato in OS 117 vede nero (OSS 117 et Force Noire, 1957), mentre Une gosse qui charie si trasformerà in Fermi tutti! Arriva OS 117 (OSS 117 joue le jeu, 1957. Da osservare che nelle vecchie traduzioni italiane la sigla veniva inspiegabilmente privata di una “S” e diventava OS 117, situazione che sarebbe andata avanti per alcuni decenni).

Dunque, Hubert antedata la creazione di James Bond di qualche anno e si arruola nell’esercito delle ombre molto prima. Il battesimo avviene, come abbiamo visto, in Romance de la mort, quando lo mandano in Jugoslavia per lottare contro un megalomane che ha inventato una sinistra variante del cervello elettronico.

In Italia, il successo e l’abbondanza delle sue imprese convincono l’editore Arnoldo Mondadori a importarle in una collezione parallela ai libri gialli: “Segretissimo”, diretta prima da Alberto Tedeschi e Laura Grimaldi e poi dalla sola Grimaldi, affiancata dopo un decennio da Marco Tropea. Nei primi quattordici numeri, usciti tra l’ottobre 1960 e il novembre 1961, “Segretissimo” è dedicata esclusivamente a OSS 117 e a quel primo eroe deve la sua affermazione. A partire dal n. 3 della seconda serie, altri agenti segreti si affacciano nel mensile mondadoriano e da allora è stato il diluvio. Accanto a Hubert ricordiamo Sam Durell e Matt Helm, Nick Carter e SAS, Olivia e il divertentissimo Boysie Oakes il Liquidatore, anche se Hubert rimane il più popolare fino a metà degli anni Sessanta, quando si affaccia sulla scena SAS Malko Linge (di cui Hubert può essere considerato il diretto anticipatore). Bella performance davvero, che consente all’ agente guascone di entrare nell’olimpo dei grandi personaggi capaci di sopravvivere persino alla morte del loro creatore: come Sherlock Holmes, Dracula, Tarzan e James Bond.

 

Quando Jean Bruce si schianta in un pauroso incidente d’auto, alle porte di Parigi, è il 1963: l’inventore di OSS 117 aveva quarantadue anni e amava troppo le macchine sportive. In Italia, “Segretissimo” si dilunga sulla tragica notizia, aggiungendo particolari sulla Jaguar fracassata e la folle corsa verso la morte. A Parigi, intanto, sono appena iniziate le riprese del primo film tratto dalle avventure di OSS 117 e la fama dell’autore è al culmine. Non passa molto tempo che la vedova Josette riprende la saga con perfetta mimesi, scrivendo in proprio numerosissime avventure dell’agente guascone (centoquarantatre secondo la stima di Internet Movie Database). “Del resto”, ha dichiarato la scrittrice in un’intervista ora disponibile in DVD, “quando Jean ha creato Hubert gli sono stata molto vicina, dandogli tutti i suggerimenti necessari per renderlo un personaggio attraente per le donne”. Dopo la scomparsa di Josette saranno i figli François e Martine a continuare la serie di OSS 117, sospesa soltanto in anni recenti. A loro si devono ventiquattro nuovi episodi. Ma non è detto che i romanzi di Hubert non trovino un nuovo continuatore, e intanto la sua popolarità riaffiora al cinema. In attesa che venisse distribuito il primo film della nuova serie (Le Caire, nid d’espions, 2006, una produzione a budget elevato), la Gaumont ha realizzato in Francia un bel cofanetto in cinque DVD che ripropone gli exploit di OSS 117 realizzati negli anni Sessanta dal vecchio artigiano André Hunebelle (il regista dei Fantômas con Luis De Funès, tanto per intenderci). Hunebelle creò, a partire dal 1963 e quando l’estetica dei James Bond praticamente non esisteva, una serie di spy-stories d’azione che, essendo coprodotte invariabilmente con l’Italia, si sono viste anche da noi: OSS 117 Segretissimo (1963, con Kerwin Mathews), OSS 117 minacia a Bangkok (1964, con Mathews), OSS 117 Furia a Bahia (1965, con Frederick Stafford), OSS 117 a Tokio si muore (con Stafford) e Niente rose per OSS 117 (1968), girato a Roma e in Tunisia con John Gavin. Sì, proprio il futuro ambasciatore di Mr. Ronald Reagan: forse non tutte le spy-stories del cinema sono finzione…

 

Ma per migliaia di lettori italiani il fascino di OSS 117 è essenzialmente romanzesco: ecco perché, approfittando del sessantesimo anniversario del “principe pirata”, abbiamo deciso di preparare un volume che raccogliesse le sue prime avventure in una nuova traduzione integrale. Qui OSS 117 (Ici OSS 117, 1956), abbiamo visto, è la versione riveduta e corretta di Tu parles d’une ingénue: il primo romanzo di Bruce in assoluto. Da anni ormai Hubert è un agente segreto, non più un investigatore privato, ma la missione resta identica a quella del romanzo capostipite: deve indagare su un furto di documenti riservati, arriva a Parigi, comincia a frequentare i night-club per trovare l’ispirazione, ecc. In un episodio dal vago sapore sadiano viene addirittura imprigionato in una segreta dello Châtelet, la Bastiglia di OSS 117. (E’ questa la parte più cruenta del romanzo, perché in Bruce la violenza è sempre presente e raramente mostrata a distanza di sicurezza.)

 

L’altro romanzo che offriamo, anche in questo caso in nuova traduzione, è OSS 117 a denti stretti (Romance de la mort, 1950): l’undicesimo scritto da Jean Bruce in poco più di un anno ma il primo in cui, dietro consiglio dell’editore Fleuve Noir, Hubert faccia ufficialmente l’agente segreto (la riscrittura di Tu parles d’une ingénue arriverà sei anni dopo). E’ questo un romanzo assolutamente bondiano, se non fosse per il piccolo particolare che James Bond… non era stato ancora inventato! E chissà che Ian Fleming, a spasso tra Londra e i Caraibi, non abbia raccolto da qualche parte una copia di Romance de la mort e non sia rimasto impressionato dalla storia di un agente americano sbalzato in Jugoslavia per battersi contro un inventore di mostri meccanici che sembrano usciti da un film dell’incubo.

 

La violenza di Romance de la mort è una sferzata, soprattutto per il periodo: lo sventramento di un’intera famiglia e le uccisioni a sangue freddo di Hubert vanno al di là d’ogni possibile licenza, sono licenziose. Quel miscuglio di pathos e avventura, di fantascienza e delitti allucinanti scuote il lettore, che vede in OSS 117 non il solito eroe dei romanzi d’appendice (ce n’erano a un soldo la dozzina anche prima di Jean Bruce), ma un personaggio nuovo, l’avventuriero degli anni crudi del dopoguerra in cui il gioco si è fatto duro e solo i duri sopravvivono. Per fortuna, però, Jean Bruce è francese e il suo eroe conserva uno charme che non è presente né in Mike Hammer né forse, più tardi, in Bond, autentici uomini crudeli. A differenza di 007, che otterrà la licenza di uccidere, Hubert se la prende da solo e senza troppa burocrazia: per OSS 117 uccidere il malvagio non è una fredda operazione chirurgica e neppure un piacere, ma una necessità drammatica. Secondo la morale dei racconti di una volta il cattivo trapassava regolarmente nell’ultima pagina, col che la pace veniva ristabilita. L’ipocrisia non c’entra, e dietro il cinismo del gioco delle spie trapela la vecchia idea romanzesca che in fondo si tratta di giustizia, un male minore per evitare il male maggiore. Gallico e anzi guascone, Hubert Bonisseur de la Bath è un amante della vita, delle donne, dello champagne: non della morte, contro la quale lotta in tutte le sue forme. Sono gli anni della guerra fredda e l’Oltre cortina sembra quasi una versione aggiornata dell’oltretomba: paesi di vampiri, spettri (come in Romance de la mort), révenants. Ma è meglio partecipare alla danza macabra, è meglio conficcare il paletto nel cuore dello spauracchio che restare comodamente seduti in occidente ad aspettare che la terra tremi.

 

Questo, perciò, è il principe degli agenti segreti OSS 117: un uomo d’azione che ha scelto di agire con coraggio e secondo coscienza. Come diceva il filosofo, la parte che ci tocca nella vita non l’abbiamo scelta noi, ma solo noi possiamo decidere come recitarla e se recitarla bene fino in fondo. La narrativa di spionaggio come genere stoico? Forse, perché sta in questo la differenza tra i singoli uomini e ciò che decide il loro valore.

 

Giuseppe Lippi

 

NOTE

 

Su Jean Bruce e OSS 117 vedi:

 

Stefano Di Marino, OSS117 e la famiglia Bruce: il tempo degli eroi, online all’indirizzo http://www.thrillermagazine.it/rubriche/1953

 

Stefano Di Marino, Le Caire nid d’espions, online all’indirizzo www.thrillermagazine.it/rubriche/401

 

In francese, l’ottimo sito bio-bibliografico all’indirizzo http://www.oss117.org/index.html

 

offre bibliografie complete di Jean, Josette e François+Martine Bruce con riproduzione delle copertine originali. La bibliografia completa di Jean Bruce, in particolare, si trova all’indirizzo

 

http://www.oss117.org/collection_jean.html

 

Sulle edizioni italiane di Jean Bruce:

 

Gianfranco Orsi, Adriano Rosellini, Franco Spiritelli, Roberto Pirani: Segretissimo Jacono, I grandi cataloghi della Fondazione Rosellini per la letteratura popolare, Senigallia 2009. (Riproduce tutte le copertine di Carlo Jacono per “Segretissimo”.)

 

Cronologia di “Segretissimo” online all’indirizzo http://www.lfb.it/fff/giallo/mondador/segretiss1.htm

 

Cronologia di OSS 117 in “Segretissimo” online all’indirizzo

 

http://www.oss117.org/oss117_se.html

 

Filmografia:

 

Cofanetto 5 DVD Coffret intégrale OSS 117, Paramount Home Entertainment 2004. Contiene i cinque film degli anni Sessanta in francese e senza sottotitoli, ma arricchiti da molto materiale documentario : OSS 117 se déchaine ; Banco a Bangkok pour OSS 117 ; Furia à Bahia pour OSS 117 ; Atout coeur pour OSS 117; Pas de roses pour OSS 117. Prezzo eur 39,99 su Amazon.fr

 

A questo si aggiungono i DVD dei due nuovi film su Hubert, ancora inediti in Italia:

 

Le Caire, nid d’espions (Gaumont Columbia Tristar 2006)

 

OSS 117 : Rio ne répond plus (Sony Pictures 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Posted in Black Ops, Supersegretissimo

6 Responses

  1. il professionista

    ottimo articolo , Giuseppe, e chequesto volume sia l’araldo di un ritorno alla spy story di facile lettura, appassionante, avvincente, ben scritta…insomma vera ‘narrativa popolare’

  2. Piero

    Pazzesco !
    Lippi che fa le prefazioni di Segretissimo.. e le fa anche dannatamente bene.
    E’ una autentica fortuna, per la Mondadori che un onnivoro come lui, lavori ancora in detta casa editrice, perchè con la sua cultura in fantascienza, Gialli, soprattutto Horror mi dicono, e ora anche in libri di spionaggio, sarebbe un bel problema che si mettesse in proprio, come hanno fatto nel tempo Tropea e Polillo.
    Lippi, chiedi l’aumento! :-)
    P.S.
    Ho letto un divertente ma anche interessante articolo suo su EuroPolar, risalente a qualche tempo fa, sulle copertine licenziose, di Gialli e spionaggio, negli anni ’50 e ’60.

  3. Giuseppe Lippi

    Grazie, grazie! A proposito di eclettismo, a chi ancora non lo sapesse segnalo i miei articoli sul western che appaiono periodicamente negli Almanacchi Bonelli. Il prossimo uscirà in gennaio e sarà dedicato al mito del Cavaliere della valle solitaria (Shane). P.S. Chiederò l’aumento, Piero. A Stefano: ci vediamo domani al Sud bar.

  4. AgenteD

    Piccolo ma doveroso off-topic:
    Chiedo scusa al curatore del Blog perché in un mio post pubblicato sul Blog del Giallo, scritto “di getto” dopo aver letto degli interventi precedenti, ho “mischiato capre e cavoli” parlando a sproposito di Segretissimo, che effettua scelte editoriali (almeno per i miei gusti) assolutamente condivisibili, e di questo Blog, che è parimenti ricco e del quale ringrazio il curatore per il suo impegno, insieme al Professionista , a Fabio Novel e quant’altri per i loro contributi.

  5. il professionista

    parlo a titolo personale, Agente D, che mi sai amico ed estimatore da tempo. Ho seguito un po’ la maretta e sono convinto che nulla vi fosse di intenzionale e malizioso…qui sul blog di Segretissimo che Alessio cura con passione e cognizione( e ricordiamolo le scelte editoriali di tutte le collane appartengono a un altro settore che ha il compito di accontentare un amplissimo spettro di lettori e preferenze) cerchiamo di comunicare a voi lettori la nostra passione per il genere e tutto ciò che lo circonda. continua a seguirci
    ciao
    il Prof

  6. f.t.denard

    sto leggendo il secondo romanzo di jean bruce.. ma mi sono interrotto per scrivere nel blog che è veramente un bel romanzo. Avevo già letto molti anni fa alcune sue opere, ma “a denti stretti” è veramente avvincente e anche attuale, a modo suo. meglio, molto meglio di Fleming…

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