Visti con il Professionista/12

agosto 8th, 2009 by Alessio Lazzati

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VISTI CON IL PROFESSIONISTA:I CLASSICI DEL CINEMA DI SPIONAGGIO

MUNICH

A cura di Stephen Gunn

Non solo un grande film di spionaggio ma una riflessione sui conflitti arabo-israeliani e i loro tortuosi percorsi, sugli uomini e i meccanismi della lotta clandestina, le paranoie e, alla fine, l’inutilità di tutto. Spielberg dirige l’orchestra consapevole della delicatezza dell’argomento, delle sue origini ebraiche e delle aspettative del pubblico che, dopotutto, cerca sempre (ma non solo) un grande spettacolo.

 

Monaco, settembre 1972. I fatti sono noti. Undici atleti israeliani vengono sequestrati durante i giochi olimpici. Seguono ore di frenetiche contrattazioni che tolgono il fiato al mondo intero. Un intervento delle ancora non preparatissime teste di cuoio tedesche scatena una tragedia. Il mondo segue attonito i bollettini di una strage. Nessuno degli ostaggi si salverà una nuova formazione terroristica creata dallo sceicco Salameh s’impone alle cronache coinvolgendo l’intero pianeta nel conflitto arabo israeliano: Settembre nero. Quasi un film nel film, girato mescolando spezzoni di telegiornali d’epoca, ricostruzioni drammatiche e altre immagini di repertorio. La vicenda avrà un suo completamento narrativo nel corso di tutta la vicenda. Basato sulle memorie di un vero agente del Mossad che si firmò George Jonas e creò un piccolo caso letterario nel 1984 con il libro Vendetta, Munich ricostruisce una dolorosa pagina dell’antiterroismo. Israele reagisce alla strage non solo con i bombardamenti dei campi di addestramento in Palestina. Affida a un giovane agente figlio di un eroe Avner Kaupfman (Eric Bana) l’incarico di eliminare Salameh e altri dieci organizzatori di Settembre Nero. Tutto in Europa, dove i terroristi si sentono sicuri, fuori da ogni regola e legame con Tel Aviv. Una classica operazione nera. Avner, futuro padre, turbato da rovelli familiari e patriottismo ( sui quali si dilunga il libro ma che il film non tralascia) diventa un kidon. Figura questa divenuta familiare nel lessico della spy-story. Avner diventerà poi modello per Gabriel Allon, protagonista di una fortunata serie di romanzi di Daniel Silva trai quali ricordiamo Il restauratore. Nel film Avner mette insieme una squadra di agenti senza copertura. C’è l’efficientissimo militare Steve (con il viso di Daniel Craig in fase pre-Bond), il meticoloso Carl (Ciran Hinds particolarmente aderente al ruolo), l’antiquario Hans (Hans Zischler), vecchio soldato pronto a gettarsi nella mischia malgrado l’età e il costruttore di giocattoli trasformato in bombarolo Robert (Mathieu Kassovitz). Sopra tutti loro c’è la mente organizzativa di Ephraim ( Geoffrey Rush) attento ai conti ma ancor più alle ambiguità che impediscono al commando di lasciare qualsiasi traccia possa ricondurre a Israele. Tra Francoforte, Roma, Cipro, Atene comincia un gioco di precisione, feroce e micidiale. La squadra si amalgama, trova in una misteriosa organizzazione privata guidata dall’ambiguo Papà (Michael Lonsdale ) informazioni e mezzi per colpire gli obiettivi predestinati. Piani perfetti realizzati sul filo del secondo con mezzi a volte di fortuna da uomini sin troppo umani costretti a uccidere come macchine da guerra. Qui inizia una sorta di dance macabre di pedinamenti, attentati, bombe, inseguimenti in cui non viene mai meno la spettacolarità, ogni scena, ogni dialogo vengono perfettamente controllati dal regista. La realtà e la fiction si confondono. È evidente che non v’è nulla di sportivo o avventuroso nelle scene di azione. Gli attentatori e i loro avversari usano gli stessi mezzi. E ciò che colpisce di più è l’aspetto delle vittime. Anziani e apparentemente innocui signori borghesi. Arabi integrati in Europa eppure, viene detto ai vari membri del commando, spietati pianificatori di stragi. Con il passare del tempo la macchina comincia a incepparsi, il nemico reagisce con attentati ancora più feroci. Spesso a un bersaglio cancellato se ne sostituisce un altro ancor più temibile che bisogna annientare. I legami con i servizi segreti russi portano a drammatiche conseguenze, il gruppo è costretto a colpire anche a Beirut provocando l’irritazione di Papà e del suo gruppo di trafficanti di informazioni rigorosamente apolitici. Qui emerge tutto un mondo parallelo a quello dei grandi servizi. Gente che vende informazioni, mezzi, assassini, doppiogiochisti. Un popolo dell’ombra che sembra uscito da un romanzo ma ci appare terribilmente vero. Gli assassini diventano prede e cominciano a morire. Proprio a Londra dove il commando manca Salameh segretamente protetto dalla CIA che lo paga per non colpire i diplomatici USA. Carl viene eliminato da una bella killer olandese che prima lo seduce poi lo sgozza. Avner, Steve e Hans decidono di punirla. Dalla missione passiamo a un territorio personale. Il giovane idealista Robert torna in Belgio per una pausa di riflessione. Mal gliene incoglie, perché finirà vittima di una attentato ma non prima che i suoi compagni abbiano giustiziato , in una scena di crudo realismo, la bella assassina a pagamento e Hans venga pugnalato da ignoti a Francoforte. Dopo un fallito nuovo tentativo di assassinare Salameh (che verrà nella realtà ucciso negli anni ’80 come si vede in Spy Game), Avner e Steve rientrano alla base. Ma il giovane, ormai schiavo delle stesse paranoie del suo mestiere, non vuol più saperne. Trasferitosi a New York con la moglie, arriva a sospettare persino dei suoi capi. Un drammatico confronto a Brooklyn con Ephraim scava un baratro tra il kidon e il suo servizio. Alla fine Settembre Nero è stato decimato ma altri più feroci e abili terroristi sono saliti alla ribalta in quella che si prospetta una guerra senza fine. La finzione ci riporta alla realtà….

 

Film lungo e impegnativo, ottimamente fotografato e recitato, Munich è forse la vera novità degli ultimi anni in fatto di spy-story cinematografica. Malgrado l’insistente sostrato psico-filosofico della vicenda il ritmo è sempre serrato, le caratterizzazioni sono in bilico tra realismo e fantasia e l’azione ha sempre un suo spettacolare realismo che permette di seguire la storia anche solo superficialmente interessandosi al suo svolgimento. Ma è nei paradossi come la notte trascorsa in una casa-sicura, fianco a fianco, degli agenti israeliani e un gruppo di terroristi di vari gruppi che si coglie il vero interesse del regista. Non una semplice storia d’intrattenimento ma la volontà di raccontare una pagina ambigua della storia d’Israele senza fare regali a nessuno, né agli avversari né ai proprio compatrioti. “Chi ha inventato il terrorismo?” si chiede lo sconsolato Carl dopo l’ennesimo sanguinoso attentato. “Lo Stato di Israele non è nato senza spargimenti di sangue.” Eppure emerge la logica della sopravvivenza, del battersi comunque sino all’ultimo uomo, da entrambe le parti come una ineluttabile realtà, una strada senza apparentemente uscita.

 

 

SCHEDA TECNICA – Genere. Lotta al terrorismo

 

 

Munich(id.),USA 2006 Durata 157’- – regia di Steven Spielberg- sceneggiatura di Tony Kasher e Rick Roth dal romanzo di George Jonas “Vendetta”- Interpreti- Eric Bana: Avram- Ciaran Hinds: Carl- Mathieu Kassovitz: Robert- Daniel Craig:Steve- Michael Lonsdale: Papà- Mathieu Amalric: Louis- Geoffrey Rush: Ephraim- realizzato da Universal & Dreamworks è disponibile in Dvd dal 2007.

Posted in Cinema e TV, Visti con il Professionista

10 Responses

  1. Piero

    Incredibile : ci piacciono gli stessi film !

  2. f.t.denard

    sono d’accordo, ho un bel ricordo di questo film

  3. Langley

    Io ho iniziato da qualche giorno a leggere il libro da cui è tratto,”Vendetta”, che è molto valido.
    L’ho trovato in una bancarella. Non sarebbe male (sempre che non sia già stato fatto in passato) una bella ristampa dello stesso libro su Segretissimo, affinchè tutti gli amanti di questa collana possano leggerlo.

  4. f.t.denard

    Lo lessi anche io moltissimi anni fa. é un libro molto ben fatto e puntuale, a quanto ricordo

  5. il professionista

    è stato ripubblicato in occasionedell’uscita del film..sempre Rizzoli per cui…altra parrocchia…

  6. f.t. denard

    allora nessuno l’ha letto…nella nuova edizione!:)

  7. Piero

    Però se vedete, Spielberg si ripete: se avete visto Schindler’s List, bene s’intende, e lo confrontate con questo, troverete delle cose non dico uguali, ma simili. Per esempio un parallelismo nelle scene finali, e il richiamo a determinati valori.

  8. Kurt Dehn

    Gran bel film.
    Spielberg si conferma uno dei migliori registi mondiali.
    Se qualcosa sembra ripetitivo dipende dall’argomento e dal suo coinvolgimento in quanto ebreo.

    Peccato invece per qualche attore, come Bana, espressivo quanto una scatola di scarpe.

  9. il professionista

    sì in effetti Bana andava bene a fare una parte di contorno in blackhawk down, non è un leading actor…il film, all’epoca, mi colpì moltissimo per il ritmo e quella capacità di unire verosimiglianza( tutta la ricostruzione di Monaco, alcune delle esecuzioni) e momenti che sembrano più fiction (come la bellissima scena dell’eliminazione della killer ad Amsterdam). Però pare che i fatti si siano svolti più o meno come vengon oraccontati. ecco questa è un po’ la spy story di questo periodo…anche se è una vicenda degli anni 70.

  10. Langley

    Sul libro: infatti la mia è un’edizione BUR molto vecchia, presa in una bancarella ad 1 Euro,

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