“Mai notte più dolce” di Theresa Melville – Classic 1047

ROMANZI_1047Nessun ostacolo può resistere
tra due cuori che si amano

Julie Bartén de Tourangeau, discendente di un’antica stirpe aristocratica, ha un passato tormentato che la rende solitaria e schiva. Trova la forza di reagire quando l’amore, che credeva illusorio, per Tristan Rabeau diventa realtà. Altrettanto reale è però la minaccia dei fanatici bonapartisti che, nell’attesa del ritorno dell’imperatore, perseguitano i suoi avversari, tra i quali Tristan. Coraggiosa e appassionata, Julie è determinata a rimanere al fianco del suo uomo e fuggire con lui, ma sembra
che non ci sia un modo per proteggersi se il nemico è il potente generale Marcel Bartén, ovvero suo padre…

Note:

MAI NOTTE PIÙ DOLCE è il romanzo conclusivo della trilogia di Tourangeau di Theresa Melville, già autrice per i Romanzi Mondadori di numerosi romanzi di varia ambientazione storica, tra i quali ricordiamo AMANTI PERDUTI, LE LACRIME DELLA LUNA, MEMORIE D’AMORE, ROSSA D’IRLANDA, L’INCANTATRICE, CHARLENE e, per la collana Mystère, LEGGENDA DI SANGUE E AMORE.
I primi due volumi della trilogia di Tourangeau, L’ABBRACCIO DELLA NOTTE e NOTTE DI SPERANZA, sono già stati pubblicati nella collana I Romanzi Classic – nr. 964 e 1015 rispettivamente.
Le lettrici potranno trovare al link indicato qui di seguito la videointervista in cui l’autrice presenta MAI NOTTE PIÙ DOLCE, e scaricarne gratuitamente il primo capitolo:

http://blog.librimondadori.it/blogs/iromanzi/2013/06/19/il-nuovo-romanzo-di-theresa-melville-mai-notte-piu-dolce/

Ambientazione:

Francia, 1814

*** ebook prossimamente disponibile ***

Commenti
  • GIUSY73

    Copertina molto bella,ma…..e Tristan??? I precedenti romanzi hanno una coppia in copertina,perchè questo no???

  • Matesi

    Secondo l’anticipazione, quindi, il conflitto sarebbe fra padre e figlia.

  • Theresa Melville

    Giusy, l’espressione della ragazza in copertina mi ricorda tanto la mia Julie. Mi spiace che a te non piaccia, ma credimi, è proprio lei!

  • GIUSY73

    Oh no,Terry,la copertina mi piace:lei è bellissima! E’ solo che preferisco sempre dare un’occhiata al “LUI” di turno e fantasticare a quale attore potrei paragonarlo.Comunque ciò che conta è il contenuto del libro e voi autrici italiane mi fate sempre sognare.Acquisterei il tuo libro anche con una copertina orribile ma, per fortuna,questa è molto bella.
    Baci

  • Theresa Melville

    Giusy, sei un tesoro. Grazie!

  • PATTY

    Come un trenino a carbone arrivo sempre in ritardo e spesso leggo i romanzi quando oramai il blog parla già di quelli nuovi in uscita e tutte hanno già commentato da tempo.
    Comunque voglio esprimere tutta la mia stima ed ammirazione x Theresa della quale ho letto parecchi romanzi e certi mi risuonano ancora nel cuore come per esempio Guardami (il mio preferito) Charlene, Un amore segreto, ecc.
    oltre a questa bellissima serie.
    QUESITO: Invecchiare un personaggio CARTACEO son solo fisicamente ma soprattutto interiormente non è semplice. Usi qualche sistema? Immagini gli anni intercorsi dentro di te, e fai di questi il filo di congiunzione tra i romanzi??

  • Theresa Melville

    Cara Patty, la trilogia dei Tourangeau è stata concepita quasi integralmente in un unico soggetto. Questo mi ha facilitato nell’immaginare i protagonisti in prospettiva. Li ho visti crescere e invecchiare, e ho visto i comprimari muoversi al loro fianco creando i presupposti per l’evolversi della storia. Un’esperienza fantastica, che mi ha dato molto.
    Ti ringrazio per l’affetto e per la stima, Patty. Un grande abbraccio.

  • Matesi

    Ho cercato di comprare questo ebook su Inmondadori. Ma, incredibile a dirsi, il sistema non accetta la postepay. Se qualcuno immagina che io metta online la mia Mastercard per comprare libri, si sbaglia!
    Mi dispiace, Theresa, ma dovremo aspettare sabato.
    Quindi appuntamento per domenica.

  • Matesi

    Come vedete, l’ho letto d’un fiato perché si tratta di un romanzo sempre molto avvincente e nell’insieme discreto, con una parte centrale (quella sull’ospedale della Salpêtrière) di alto livello.
    Non posso però negare di nutrire alcune riserve che si possono tutte riassumere in un’unica frase: il romanzo è davvero troppo poco rosa.
    S
    P
    O
    I
    L
    E
    R
    1. Continuo a pensare che uccidere Cornélie non sia stata una buona idea, da un punto di vista narrativo (perché, naturalmente, nella realtà tutto può accadere).
    2. Non parliamo poi dell’idea di far risposare Marcel in un finale decisamente affrettato.
    3. Né mi pare che il matrimonio di François e Olympe, contrariamente alle mie aspettative, sembri particolarmente riuscito.
    4. E accennare anche alla morte dei due grandi nemici, sia pure spostata in là nel tempo, mi è riuscito davvero sgradevole.
    5. E, da ultimo, è del tutto improbabile che Marcel, dopo aver seguito Napoleone fino a Waterloo, non venga perseguito dal governo di Luigi XVIII. Ricordiamoci che il Maresciallo Ney, invece, fu processato per tradimento e giustiziato.
    Insomma, Notte di speranza, secondo me, resta inarrivabile.

  • carla64

    care amiche che avete la fortuna di trovare i libri puntuali in edicola o che acquistate gli ebook, potreste aspettare qualche giorno prima di raccontarci le vs impressioni sulle trame. Questa mattina a Roma ho trovato in edicola solo i Passione e Oro super
    per gli altri forse domani. Vi prego non prendete questa mio messaggio come una critica mi piacerebbe non sapere troppo dei libri che devo acquistare sopratutto del terzo della
    Melville. Grazie e un saluto affettuoso a tutte Carla

  • Theresa Melville

    Buongiorno a tutte.
    Mi unisco alla gentile richiesta di Carla. Pur con la scritta “spoiler”, infatti, alcune notizie saltano agli occhi.

    Cara Matesi, mi spiace sentirti scontenta. Dei tre libri, Notte di speranza è sicuramente il più romantico. Volevo una sola vera protagonista femminile, questo il motivo per cui ho preferito concentrarmi sul personaggio di Julie. In ogni caso, non ci sono dipartite crude proprio per salvaguardare dell’altra figura un’immagine positiva, anche se lontana. Ti confesso che mi aspettavo una certa reazione a questa scelta. In ogni caso ti ringrazio del commento e dell’attenzione al mio lavoro, cara. A presto!

  • Matesi

    Mi pareva di aver distanziato a sufficienza lo spoiler .
    Personalmente, quando leggo i libri in ritardo (ad es. nel caso dei libri non disponibili in ebook) semplicemente non guardo più il link del romanzo finché non ho potuto leggerlo anch ‘io. Mi pare inevitabile fare spoiler. Altrimenti gli interventi si limiterebbero a mi piace/non mi piace o addirittura ad un punto esclamativo. Per questo c’è facebook.
    Magari potremmo stilare un regolamento sugli interventi. Tanto per sapere come regolarsi.

  • Theresa Melville

    In effetti, ha ragione anche Matesi.
    Gli spoiler sono inevitabili, specie se si aprono i dibattiti; forse bisogna metterli in conto e non farsi cogliere impreparate – difficile ma non impossibile…

  • renata

    Ma cosa sta succedendo? Prima erano in ritardo le edizioni digitali, e adesso invece gli ebook sono già reperibili e il cartaceo non è ancora disponibile alla data odierna il 9 del mese.Negli ultimi mesi sono veramente in un ritardo inspiegabile.Qualcuna di voi è riuscita già ad acquistarli?Io abito in provincia di Milano.Grazie

  • antonella

    sono di roma ed a oggi non sono ancora in edicola

  • Matesi

    @ Antonella
    A Roma piazzale Adriatico sono arrivati ieri.

  • FLM

    Sono d’accordo con Matesi chi non vuole sapere nulla non legge. Ricordiamoci però che per una che non ne vuole sapere nulla, ce ne sono dieci che aspettano le recensioni per comprarlo o meno. Non ho ancora letto il libro in questione ma so già che avendo spezzato la formula “Vissero PER SEMPRE felici e ….” mi fa pesare il giudizio sul negativo. Il piacere di leggere i “rosa” è che il PER SEMPRE è per sempre, la vita purtroppo ci rende già troppo consapevoli del per sempre effimero e transitorio. Vedremo.

  • Theresa Melville

    Cara FLM,
    posso assicurarti che il romanzo è completo di lieto fine. Sfido chiunque a sostenere il contrario. Buona lettura.

  • carla64

    Ho appena finito di leggere il libro e malgrado avessi già intuito alcune cose devo dire che è molto bello. A me i personaggi avevano sempre affascinato molto e ritrovarli più maturi con ruoli diversi mi è piaciuto. Io trovo che questo terzo libro sia il completamento perfetto della trilogia e la scelta dell’autrice di rompere gli schemi con “felici e contenti” mi sembra azzeccata, del resto i protagonisti sono Tristan e Julie. A Matesi vorrei dire che non era una critica nei tuoi confronti, anche perchè leggo sempre con piacere i tuoi interventi, ma dato che aspettavo questo libro con una certa impazienza e dopo aver buttato l’occhio sul tuo intervento sono rimasta spiazzata.
    Tre libri da conservare.
    Un saluto a tutte Carla

  • Theresa Melville

    Cara Carla, ti ringrazio moltissimo dell’apprezzamento. Sono felice di leggere che l’evoluzione dei personaggi ti ha convinta. La scelta di cui parli è stata per me obbligata: mi sembrava inverosimile che nell’arco di vent’anni il gruppo dei personaggi principali restasse immune dai rovesci del destino. Un certo avvicendamento era inoltre necessario per dare spazio alla nuova coppia di protagonisti, Julie e Tristan, che nel finale riusciranno a coronare il loro sogno in una cornice fiabesca. Ancora grazie Carla, con un forte abbraccio.

  • Matesi

    Theresa ha ragione quando sottolinea che naturalmente il suo romanzo, trattandosi di un rosa, ha un lieto fine e posso aggiungere che fin dalle prime pagine, quelle offerte in anteprima, ci comunica la notizia più sconvolgente. Vorrei spiegare perché, sia leggendo il primo capitolo, sia poi tutto il romanzo, sono rimasta davvero turbata (non ridete, per favore, ma per me i rosa sono una cosa seria).
    A noi lettrici piace pensare che, se nella vita ti può capitare di tutto, e anche di molto male, invece nei romanzi d’amore deve andare a finire tutto bene. E non solo sul momento, quando chiudiamo il volume, ma anche negli anni a venire. I personaggi per noi sono immortali. E anche se sappiamo che ovviamente prima o poi moriranno, fantastichiamo che svaniscano nel tempo o che se ne vadano insieme, per non soffrire il dolore della perdita.
    Ricordiamo che perfino il finale dei Promessi sposi è stato molto criticato proprio perché mancava l’idillio e si accennava ai guai di Renzo e Lucia dopo il matrimonio.
    Forse, dopo il secondo libro della saga, ci aspettavamo che anche il terzo fosse incentrato su Marcel e François. E, personalmente, sono rimasta delusa che ciò non fosse.
    Adesso che sono passati un po’ di giorni, mi ricordo che la Melville aveva cercato di prepararci e ci aveva avvertito che quest’ultimo volume era molto indipendente dai primi due. Ma evidentemente non mi è bastato. Però anche a prima lettura mi era piaciuta molto la parte centrale, quella sulla Salpêtrière. Adesso ho capito anche come l’autrice abbia cercato nel finale di darci il senso del tempo che scorre e delle generazioni che si susseguono.
    Vorrei aggiungere una notazione a proposito delle scrittrici italiane storiche della collana. E’ possibile, carissime, che stiate cambiando stile con il passare degli anni? E che oggi preferiate romanzi un po’ diversi e trame molto più complesse di quelle rosa tradizionali?
    @ Carla64
    Non ti preoccupare: non mi sono offesa e anzi ho cercato di pensare come si potrebbe fare per accontentare quelle che non vogliono avere anticipazioni. Sono aperta a tutti i suggerimenti.
    Un saluto affettuoso.

  • Theresa Melville

    Cara Matesi, è probabile che un’autrice d’esperienza voglia mettersi alla prova su trame più complesse, o che cerchi di affinare il proprio stile per renderlo più aderente al contenuto. Capisco che possa essere spiazzante per il pubblico, ma ritengo si tratti di una crescita positiva. Naturalmente questa è un’opinione personale, l’opinione di chi, te ne do atto, ha sempre scritto romance “non tradizionali”. Ti ringrazio per aver voluto approfondire il tuo giudizio sul romanzo, Matesi, l’ho apprezzato molto. A presto!

  • Mariangela Camocardi

    Cara Matesi, per me non è questione di stile, bensì dei gusti delle lettrici. Prendiamo per esempio il mio ultimo romanzo, Il mio amore sei tu: ho ricevuto solo apprezzamenti positivi e tante lusinghiere recensioni. Eppure negli e-book vedo svettare nelle classifiche unicamente le autrici di nome anglossasone de I Romanzi. Come si spiega? Siamo brave, fioccano i complimenti ma si compra altro? Perchè, cosa ci penalizza nei confronti della concorrenza? Per ciò che mi riguarda, trovo deprimente e ingiusto leggere frasi del tipo: mi aspettavo di meglio riferito a una collega straniera, che comunque viene acquistata a scatola chiusa quale che sia la bontà del testo, contrapposte ai copmmenti di chi ribadisce: non leggo le italiane. Mi piacerebbe capire dove sta la differenza: un buon romanzo è un buon romanzo, chiunque sia l’autrice. Punto.
    Naturalmente scrivere comporta anche una maturazione nel proprio modo di esprimersi. Si diventa più esigenti con se stesse cercando nel contempo di proporre storie magari appena più omplesse senza restare però incastrati nei clichè scontati e tradizionali del filone rosa. Ma in definitiva, non sono forse le buone letture il fine ultimo cui tendiamo noi che le scriviamo, e voi che li leggete? Siamo professioniste e, più che preferire trame più complesse, vogliamo rendervi soddisfatte di ciò che leggete e che viene firmato da noi. Apprezziamo, insomma, i vostri apprezzamenti, quando ci sono, specialmente da tutte voi che ci seguite da anni.
    Un caro saluto alle le amiche del blog.

  • Roberta Ciuffi

    Cara Matesi, per quanto mi riguarda hai ragione. Non so giudicare lo stile, ma di certo la mia mente ha bisogno di stimoli. Mi piacciono i giochi con tante carte, quelli che consentono numerose combinazioni, e così mi piacciono le storie con tanti personaggi e avvenimenti.

  • paola picasso

    Cara Matesi, cerco di rispondere alla tua domanda. Ogni essere umano con gli anni matura, arricchisce le sue conoscenze e cambia inevitabilmente. L’evoluzione riguarda anche noi scrittrici. E’ normale che lo stile acquisti una maggiore scioltezza, che gli stimoli siano diversi non da un anno all’altro, ma da un giorno all’ altro. A volte possiamo peggiorare ma fermarci, mai. Ci sono tanti campi da esplorare, tante cose nuove da valutare, tante riflessioni da proporre a chi ci dedica il suo tempo. Spero che quello che scrivo possa sempre regalare a qualcuno una prospettiva nuova, diversa e perché no? migliore. Pur mantenendo fisso un obbiettivo: parlare d’amore.

  • Maria masella

    Sì, care lettrici, condivido quanto hanno scritto le colleghe. Ognuna di noi ha il proprio stile, tematiche preferite e modo di organizzare la storia, anche modo di rapportarsi alla Storia; eppure, pur restando fedeli, ci evolviamo, chi in una direzione e chi in un’altra. Se così non accadesse, leggereste sempre la medesima storia e vi annoiereste, ma ancor più ci annoieremmo noi scrivendo. E scriviamo per passione!

  • Matesi

    @ Tutte le scrittrici intervenute
    Sono commossa da tutta questa attenzione al mio intervento. Come sapete, personalmente appartengo alle fan delle scrittrici italiane. Vi compro sempre e comunque, commento sempre i vostri libri, qui e magari occasionalmente anche su Ultima books e Amazon, soprattutto per i libri che pubblicate presso altre case editrici o che mi pare non abbiano avuto il successo commerciale che meritavano.
    Il fatto che i romanzi italiani non compaiano mai fra i più venduti mi riesce infatti assolutamente incomprensibile. Che ci siano invece romanzi di non particolare rilevanza o addirittura mediocri mi scandalizza. Sicuramente c’è un pregiudizio a favore delle straniere, che forse sembrano in partenza più congeniali ad una letteratura d’evasione. A questo proposito penso che sul successo della Kent (senza dubbio una nuova scrittrice all’altezza di quelle storiche) abbia giocato il fatto che dal nome e dall’ambientazione può essere stata scambiata per una straniera.
    Certo queste considerazioni interesseranno alla Mondadori, ma per nulla a noi del blog, che in massima parte abbiamo un particolare attaccamento alle italiane. Per ragioni patriottiche, perché spesso parlano di storia italiana e soprattutto perché con loro, come dimostra anche questa occasione, abbiamo la possibilità di interloquire direttamente. Naturalmente anche voi potete valutare l’apprezzamento e i gusti del vostro pubblico. Vorrei precisare che, anche quando avanziamo qualche riserva, abbiamo un interesse spiccato verso di voi e, se posso dirlo, vi vogliamo davvero bene. Cosa che non posso dire a proposito delle scrittrici straniere, neanche quelle più gradite.

  • Mariangela Camocardi

    Grazie Matesi,
    sull’affetto, ricambiato, tuo e delle altre lettrici che ci seguono e lasciano commenti ai nostri libri, mai avuto dubbi. Direi che siete uno zoccolo duro insostituibile in tempi avari di soddisfazioni come questi, contraddistinti appunto dalla mediocrità letteraria. Purtroppo è l’infame legge del bisness. Sto seriamente pensando di usare anch’io uno pseudonimo, visto come funziona attualmente il mercato della narrativa. Di nuovo un caro saluto a te e alle altre amiche del blog.

  • Miriam Formenti

    Cara Matesi, per quanto mi riguarda, ho sempre preferito le trame più complesse rispetto al ‘rosa’ tradizionale, e non ho scartato romanzi senza l’happy end se la trama era interessante e i personaggi ben descritti. Sono stata una fan dei Romanzi Mondadori fin dalla primissima pubblicazione, e ho ancora in mente il Navajo, che di certo non ha un bel finale.
    Mi sforzo di trovare sempre qualcosa che possa accontentare le lettrici, ma nello stesso tempo devo far felice me stessa, perché in caso contrario potrei gettare la penna.
    Apprezzo il tuo affetto e quello delle altre amiche che puntualmente intervengono nel blog.
    Un grazie e un caro abbraccio a tutte.
    Miriam Formenti

  • Matesi

    @ Myriam Formenti
    Me lo ricordo anch’io Il Navajo! E come si fa a scordarselo? Rammento che, in un’epoca in cui non esistevano le mail, scrissi una lettera di protesta alla Redazione, la misi in una busta, uscii di casa a comprare il francobollo e imbucai. Pensa quanto ero indignata!
    Naturalmente, hai ragione quando dici che si trattava di un romanzo eccellente, ma dopo tanti anni non mi sono ancora ripresa dal trauma e ricordo ancora i particolari più orripilanti. Il lieto fine, in un romanzo rosa, è indispensabile! Altrimenti bisogna pubblicare in altre collane.
    Infine non spaventiamo le lettrici più giovani! Ripeto che Mai notte più dolce è di sicuro un rosa con un bel lieto fine per i due protagonisti principali.
    Comunque, tutti i tuoi romanzi pubblicati in questa collana vanno benissimo, compreso il più duro, Capelli di luna, che ha un magnifico finale romantico.

  • Ornella Albanese

    Ciao Matesi,
    sono l’ultima a intervenire ma sono via da casa e quindi poco operativa!! Credo che tu abbia centrato il problema. Per quanto mi riguarda, io sono indisciplinata, non mi ritrovo dentro schemi rigidi e cerco sempre di inserire il germe della trasgressione. Mi piace mettermi alla prova e non ricalcare sempre il solito cliché. Risale ormai a sette anni fa “L’alba di un nuovo giorno” nel quale ho tinto il romance classico di giallo. Fin da prima mi era piaciuto dare uno spessore sempre maggiore alle storie secondarie e ricordo che una lettrice commentava di non riconoscere i romance classici, che al contrario, prevedono la storia incontrastata dei due protagonisti. Ma io volevo proprio discostarmi dal romance classico. E infine mi sono anche divertita, ne Il profumo dei sogni, a lasciare per un po’ nel lettore l’incertezza su quale dei tre personaggi femminili fosse la protagonista. Come hanno scritto alcune mie colleghe, il fascino del nostro lavoro sta proprio nella sperimentazione!
    Ti ringrazio Matesi per questo bell’argomento di conversazione, e ricambio l’affetto con un abbraccio a tutte le amiche del blog.
    Ornella Albanese

  • Matesi

    @ Ornella Albanese
    Siamo in ansiosa attesa del tuo prossimo romanzo. Arrisentirci fra qualche settimana: personalmente sono curiosissima.

  • paola picasso

    Cara Matesi e care amiche, grazie dell’affetto e della vostra costante attenzione. Guai se non si foste voi a sostenerci anche a volte con delle critiche che servono a migliorarci e a capire meglio i vostri gusti. In un mondo che ignora il nostro paese, come se lo stivale si fosse inabissato nel Mediterraneo e in un’ Italia che ha subito un tale condizionamento psicologico da sognare perfino in inglese, sapere che voi siete al nostro fianco, è una grande consolazione e uno sprone ad andare avanti. Grazie quindi a tutte voi, il nostro piccolo esercito coraggioso e combattivo. Cara Matesi vorrei proporre tramite te, perfetta apripista, un altro tema che mi sta a cuore. La nostra bella lingua che oggi tutti imbastardiscono con parole straniere che per me suonano come sberleffi al nostro inimitabile patrimonio inguistico. Un abbraccio con tanto affetto Paola Picasso

  • Miriam Formenti

    @ A tutte.
    Devo ancora leggere ‘Mai notte più dolce’, ma sono sicura che non mi deluderà. I primi due della saga mi sono piaciuti moltissimo, tanto che li ho consigliati a delle amiche.
    L’amica Melville è una bravissima scrittrice, forse anche perchè non è mai banale e riesce ancora a stupire.

    Sempre un abbraccio a tutte
    Miriam Formenti

  • Matesi

    @ Paola Picasso
    C’è stata sempre una lingua culturale dominante in Europa: nel Cinquecento era l’italiano, nel Settecento e nell’Ottocento il francese, nel Novecento e nel Duemila è l’inglese, domani chissà. Questo per dire che, secondo me, al momento è impossibile sbarrare la strada all’inglese: i francesi stanno cercando di farlo, ma, sempre secondo me, in modo un po’ ridicolo: come si fa a dire ordinateur invece di computer? Qualcuno di voi parla di autorimessa anziché di garage? Non parliamo poi di sostituire la parola film. Premesso questo, potremmo avere un po’ più di rispetto per la nostra lingua. Per esempio conservare la maiuscola là dove sarebbe obbligatoria, evitare le abbreviazioni da messaggino… e si potrebbero fare molti esempi. Anche la traduzione e la stampa sono sempre più sciatte. A volte non si riesce neanche a risalire all’originale. Naturalmente, Biancolino ci ha fatto capire che non possiamo pretendere troppo da edizioni così economiche, ma ho l’impressione che ultimamente si stia un po’ passando i limiti: mi è capitato di vedere un manifesto pubblicitario dove si parlava di via Pò (?!).
    Però bisogna fare attenzione a non ingessare troppo la lingua, che è un organismo vivo e quindi in evoluzione. Serianni una volta mi disse che cliccare, formattare e simili italianizzazioni dell’informatica erano forme linguistiche perfettamente corrette, così come andava bene la sintassi spezzata di Ilvo Diamanti. La lingua deve sempre comunicare in modo adeguato.

  • Theresa Melville

    Miriam, grazie della stima, che come sai ricambio con grandissimo affetto.

    A tutte le lettrici.
    Sono felice di aver condiviso i vostri commenti con delle grandi autrici, che sono anche amiche preziose. Le ringrazio di cuore per essere intervenute.

  • paola picasso

    a Matesi
    E’ vero e ogni lingua deve arrichiersi di termini nuovi per non morire. Non solo tutta la terminologia derivante dalla tcenologia non può che essere accolta in modo acritico. E’ sacrosanto dire computer,file, cliccare e altro. Ma invece di week end, noi italiani possiamo usare fine settimana. Invece di Okay, il nostro d’accordo, o va bene. Oggi i nostri ragazzi davanti a un fatto che li sorprende, dicono Uaooo! come se fossero a Manhattan. Insomma la tendenza è quella di sostituire molte parole della nostra lingua, e senza alcuna necessità, con termini inglesi spesso mal pronunciati e mal scritti. Questo anche dai mass media. E’ solo a questo fenomeno sempre più pronunciato che mi ribello. Non so se hai letto un artiolo di Camilleri, scrittore ben più prestigioso di me. Ebbene diceva grosso modo le stesse cose che dico io. Spazio alle parole nuove, utili e insostituibili, ma non di più.

  • FLM

    Paola pur nella convinzione che Matesi non ha mai bisogno di avvocati intervengo solo che per amore di argomentazione, queste posizioni in difesa della nostra lingua sono state fatte molte volte, e le posizioni di Matesi, come le mie e di altre “colleghe lettrici” coincidevano perfettamente con le tue e a quelle di Camilleri. Purtroppo la globalizzazione e la povertà lessicale dei nostri ragazzi (leggono poco autori italiani) ci porta a queste assurde espressioni esterofili che purtroppo sono spesso messe in modo errato e non conforme al loro utilizzo . Devo però dire che i media danno una grossa “manata” alla nostra lingua, ma ainoi, quelle sono proprio dettate da ignoranza. Per fortuna possiamo contare su scrittrici (come voi tutte) che amano la loro lingua madre e ci confortano nelle nostre convinzioni.

  • paola picasso

    Cara FLM, mi fa piacere che la pensi come me. Io parto dal principio che la nostra cultura è ricchissima e non deve adeguarsi a quella più povera, solo perché funziona egregiamente nel campo delle abbreviazioni verbali.
    Una bella prosa è armonia. Come trovarla se ogni frase è spezzata da suoni discordanti? Su charge.org ho fatto una petizione in difesa della nostra lingua, inseguendo i francesi che sono partiti prima di noi.Non otterrò niente ma mi basta diffondere questa idea. Grazie del tuo commento.
    Paola Picasso

  • Ornella Albanese

    Grazie, Matesi, a prestissimo!
    Ornella Albanese

  • GIUSY73

    Ho iniziato la lettura in ritardo, purtroppo,ma non potevo certo perdermi questo romanzo.Non avevo letto il primo capitolo on-line né i commenti perché preferisco le sorprese…bè,sono stata accontentata:il mio Marcel distrutto dal dolore per la perdita di Cornèlie è stato un pugno al cuore.Ero preparata ai colpi di scena ma non a questo.La Melville è un’autrice fuori dagli schemi e (paradosso) non la vorrei diversa,nonostante debba ancora riprendermi dallo choc.Proseguo la lettura.

  • GIUSY73

    Una cosa è certa:con un libro della Melville non ci si annoia mai.Colpi di scena e una scrittura fluida e decida,rendono i suoi libri avvincenti e interessanti.L’autrice sorprende sempre, emoziona,cattura l’attenzione sui sentimenti e le loro mille sfaccettature.Molto bello il romanzo ma la seconda parte del libro è quella che ho apprezzato di più anche se mi ha lasciato l’amaro in bocca perché,nella mia mente,resterà sempre l’immagine di Marcel e Cornélie a Pont Rogue, seduti su un tronco a guardare la notte.

    SPOILER
    Tutto sommato,anche se non lo accetto, capisco la scelta della Melville di far morire Cornélie.Se lei fosse stata viva Marcel e François non sarebbero mai riusciti a diventare amici e a salvare insieme i loro figli, cosa che ha reso la storia molto più credibile ed emozionante.Anche Tilla merita l’amore: grazie a lei che si era finta Cornélie,Marcel aveva trovato la forza per sopravvivere.
    Splendida trilogia.

  • Cinzia

    Mi dispice , ma non sono riusciuta ad apprezzare questo libro. Il romanzo poteva essere davvero bello senza la morte di Cornélie. Capisco la scelta della scrittice di rendere solo protagonista Julie,ma per chi ha amato i precedenti libri rimane solo l’amaro in bocca. Poi il matrimonio frettoloso di Marcel con Tilla per me è stato davvero una delusione. Pazienza, farò finta che la serie si concluda a “Notte di speranza” immortalando la storia d’amore di Marcel e Cornélie.

  • Theresa Melville

    @ Cinzia
    Peccato che l’uscita di scena di Cornélie ti abbia così delusa. Il punto è che, come sottolinea Giusy, la sua uscita di scena era necessaria affinché certi nodi venissero sciolti, e perché la vera protagonista di questo terzo libro avesse il giusto spazio.

    @ Giusy, ti ringrazio per l’apprezzamento, e per condiviso così profondamente lo spirito di questa trilogia e dei suoi protagonisti.
    A presto con un grande abbraccio, cara, augurando a tutte una buona estate.

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