Bambole pericolose (2997)

febbraio 2nd, 2010 by Moderatore

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Una Bologna esoterica, gotica. Brutali combattimenti clandestini come ancestrali riti di sangue. Macabri avvertimenti fin troppo simili a feticci di morte. I segreti di Eva, la bambola dagli occhi di cristallo, non sono più al sicuro. Un burattinaio feroce promette sballo ed emozioni in cambio dell’anima. I misteri della misteriosa Stirpe Blu. Una ragazzina in pericolo mortale la cui unica colpa è l’innocenza. Una combattente sudamericana in cerca di vendetta e un uomo stanco di combattere costretto nuovamente a farlo per non perdere quello che ha di più importante. Una dark lady pericolosa e seducente come una lama di rasoio. In una ragnatela di tradimenti, un gioco perverso di vita e morte all’ombra della tredicesima luna.Dall’autrice rivelazione del nuovo Italian thriller, il grande ritorno di una temeraria eroina dell’oscuro. All’interno, il racconto della stessa autrice “Schegge di cristallo”.

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Posted in Giallo (serie regolare)

54 Responses

  1. Dario pm Geraci

    La decisione di chiudere i commenti penalizza l’autrice che invece merita di ricevere commenti al suo romanzo.

    Vi prego di ricominciare ad inserire le vostre impressioni partendo dal rispetto dei seguenti punti:

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    Qualsiasi commento OFF TOPIC/FUORI ARGOMENTO verrà cancellato.

    Grazie

  2. il professionista

    Nel frattempo ho finito di leggere il romanzo. Bello, avvincente estremamente ben documentato nella parte che sento più vicina alla mia ispirazione(cioè quella dei combattimenti clandestini) ma molto intrigante in quella esoterica. Un bel mix sviluppato con euilibrio.Bologna, con la sua storia, le sue ambiguità, i contrasti sociali e culturali, con una sua storia nascosta,spesso crudele,è uno dei personaggi femminili più riusciti del romanzo.
    Torno a riproporre una similitudine che spero Barbara troverà lusinghiera. In certe atmosfere mi ha ricordato Rito Mortale che moltissimi anni fa e in maniera certamente differente sollevava il velo dalla ‘ nebbiosa e turrita’ andando a scovare anime tormentate. E’ un complimento , Barbara, perchè aver colto questa suggestione e avermi riportato alla memdoria quel romanzo di un autore(Lorenzo Marzaduri) forse ingiustamente dimenticato, mi ha colpito. Alla fine, noi piccoli nani della narrativa thriller, saliamo sulle spalle del gigante della tradizione, costruendo con le nostre storie un piccolo frammento della storia del Giallo italiano.

  3. GianniT

    Per il momento posso solo dire di aver letto qualche mese fa il racconto “Le bambole non uccidono” e di esserne rimasto favorevolmente impressionato. Ieri ho acquistato “Bambole pericolose” che, appena finisco un Urania ( spero questa sera stessa), sarà il prossimo ad essere letto.
    Vi farò sapere.

  4. il professionista

    Sarà un piacere parlarne.

  5. ClaudioL

    Sono a pagina 122, per ora Bambole pericolose mi piace senza riserve. Tematiche dure, affrontate senza sconti e un combattimento sul ring da cardiopalmo e le strade di una Bologna davvero gotica. Aspetto di vedere cosa succede dove le regole non esistono…
    Leggo con piacere nella nota di Stefano il riferimento a Marzaduri, che pensavo non se lo ricordasse più nessuno. L’ho conosciuto in occasione della presentazione dell’antologia “I delitti del gruppo 13″, un tipo davvero bizzarro!

  6. Fabio Lotti

    Ho finto di leggere il libro di Barbara ed ecco il commento che uscirà su T.M. e S.M. Lo inserisco per eventuali commenti.

    Bambole pericolose
    Una Bologna da brivido…

    Bambole pericolose di Barbara Baraldi, Mondadori 2010.
    Nella mia rubrica “Preso nella rete” di “Thriller Magazine”, per quanto riguarda l’autrice di questo volume avevo scritto ”Mica male la signorina bianco-latte-in-nero Barbara Baraldi che mette un tremolio addosso solo a vederla. Se arriva qualcosa di suo nelle librerie di Siena sicuro che me la pappo. Ma prima mi faccio il segno della croce”.
    Il libro è arrivato nelle librerie di Siena insieme con quello di Patricia Wentworth (vedete un po’ che accoppiamento), l’ho preso, mi sono fatto il segno della croce e ho iniziato la lettura. E subito mi sono trovato davanti ad un tentativo di stupro sventato dall’arrivo dell’”angelo salvatore”, ai personaggi di Mia ed Eva colpiti da un dolore che si portano ancora dentro, alle scazzottate per una bella ragazza, all’incontro con la droga.
    Niente male come movimento e niente male come ventaglio di personaggi femminili. Eva, dicevo, quello principale, la bambola dagli occhi di cristallo, che lavora per una agenzia pubblicitaria, violentata da piccola ha iniziato ad uccidere per “purificare” il mondo. Combatte nella kick boxing allenata da Franco, la gatta Miew a farle compagnia; la diciassettenne Mia lavora presso il bar di Abdul, infastidita da un tizio che la segue sempre, in perenne ricordo della sorella Marta ed in conflitto con la madre; Lisa, sua occasionale compagna, aperta, spigliata, disinibita; Silvia, insicura e infelice vuole a tutti i costi assomigliare ad Eva; Thabir, androgina, intrigante e seducente; Melanine, rabbiosa e crudele, pronta a sfidare Eva in combattimenti senza regola.
    E poi la setta misteriosa della Stirpe Blu, i suoi rituali, le sue dissolutezze, il sesso come voglia e come mezzo di potere e sottomissione. Un miscuglio di rabbia, dicevo, e di fragilità, insieme al fascino della lussuria e del godimento dei sensi la ricerca vana dell’affetto, dell’amore, di un sorriso, di una carezza. La rozzezza degli uomini, ma c’è pure Franco che ama, e la infinita varietà delle donne. E nel mezzo Eva a tessere i rapporti, a consigliare, aiutare, combattere, colpire e amare. Nella sua Bologna così bella, perfida e oscura.
    Tempo presente, in terza ed in prima persona, capitoletti brevi, scrittura veloce, ora intima e voluttuosa, ora cruda e realistica, ora evocativa e suggestiva, un ricordo, un rimpianto, un impasto di personale mischiato con il senso della vita e le relative domande. Sempre sul filo del rasoio per non cadere nel barocco, nell’enfasi picchiettante dello stucchevole che questo è il pericolo maggiore.
    Finale concitato, movimento, lotta, morte, il colpo a sorpresa e relativa spiegazione come nel più classico dei gialli (così e così).
    Chiude il libro Schegge di cristallo sempre di Barbara Baraldi. Ancora Eva in azione contro un tentativo di stupro e nel bel mezzo di una guerra tra Berkoff e…ma sì proprio lui, Chance Renard, il Professionista, come un affettuoso omaggio a Stefano Di Marino.

    Lo inserisco anche qui dopo averlo messo nello spazio della intervista a Barbara Baraldi essendo in precedenza l’accesso negato.

  7. Fabio Lotti

    Beh, ora non esageriamo con il silenzio. Dite la vostra, criticate e fate pure a pezzi la mia recensione, oppure lasciatela perdere ma l’invito è ad intervenire. A me pare nel complesso un buon lavoro.

  8. giuseppina la ciura

    Caro Fabio,
    a leggere la tua recensione sembra che anche tu, prostata o non prostata, abbia perso la testa per Eva……Un incontro ravvicinato a Staggia?
    A me è piaciuto lui, Franco Neri, l’allenatore, un uomo innamorato perso. Di questi tempi, una rarità!
    Grazie
    Giuseppina

  9. Fabio Lotti

    Ad essere sincero un incontro c’è stato ma al momento topico la prostata ha reclamato i suoi diritti e tutto è andato in mona.
    Ho scritto un pò quello che ho sentito, però il finale non mi ha convinto del tutto e in certe parti la prosa di Barbara, seppure seducente, mi è sembrata tirata all’eccesso. Dunque come voto per T.M. ho scelto buono, una via di mezzo tra mediocre ed eccellente ma non mi meraviglierei se venissero fuori pareri anche distanti fra loro.
    Grazie e arrivederci!…:)

  10. ClaudioL

    Sono a pagina 174. La psicologia dei personaggi emerge con decisione dalle pagine. La metà oscura sta contagiando anche la parte innocente dei protagonisti. Imponente la descrizione del Rave. La città sembra immersa in una notte infinita in cui l’alba non arriva mai…

  11. maurizio

    Azione e ritmo, ma anche innocenza violata e sentimenti immensi e contrastanti. Barbara non delude i lettori “classici” del giallo, senza perdere una virgola del suo stile e delle tematiche ad ella care. Il sequel de la Bambola dagli occhi di cristallo è più fisico ed “esplicito” rispetto al primo episodio. I personaggi sono caratterizzati con grande cura, cosa certamente non comune in romanzi con tanta azione come questo.
    L’Autrice non rinuncia alle sottotrame che percorrono ed incrociano quella principale, più o meno nascoste, nè alle citazioni cinematografiche e musicali che accompagnano il lettore con le loro immagini e suoni.
    Un romanzo dalle tantissime sfaccettature e contaminazioni che si legge d’un fiato. Chiaramente consigliatissimo!

  12. GianniT

    E’ il primo romanzo della Baraldi che leggo e devo dire di essermi trovato di fronte ad un’opera dai tratti durissimi. Effettivamente senza sconti. Personaggi coinvolgenti che, come tutto il romanzo, sono dipinti con colori forti. Nonostante io sia un irrimediabile classicomane (Christie, Woolrich, Goodis i miei preferiti) e ammettendo una generale ritrosia verso le nuove atmosfere neo-gotiche, confesso che la storia di Eva, eroina dai tratti quasi marveliani, mi ha preso fino in fondo.
    Rimango però più convinto dalla bellezza del racconto “Le bambole non uccidono” apparso su Epix qualche mese fa.

    Gianni Tedeschi

  13. il professionista

    bellissimo accostamento, Gianni, tra Eva e certe eroine marvelliane e credo che Barbara ne sarà contenta. Io, per mio gusto personale, mi sono divertito come poche volte in questa Bologna..marziale ed esoterica. Vorrei ricordare anche “la casa dagli specchi rotti” uscito in ‘Il mio vizio è una stanza chiusa’ che, a mio parere personale insieme al ‘ Giardino dei bambini perduti’ pubblicato a suo tempo su IGMP, resta uno dei punti più alti della narrativa di Barbara.

  14. GianniT

    L’IGMP a cui alludi sarà ben presto estradato dalla libreria per finire sul mio comodino.

  15. giuseppina la ciura

    Cari Amici,
    scusate la mia ignoranza. Chi sono queste eroine marvelliane? Di Marvel io conosco solo lo Stanis, alias il siciliano Stanis La Bruna, scrittore e traduttore degli Anni 30.
    Grazie
    Giuseppina

  16. GianniT

    Uomo Ragno, Fantastici Quattro, Capitan America, X-men e molti altri. Eroi degli anni 60 dell’americana Marvel la cui caratteristica è quella di avere grandi poteri ma anche grandi problemi dalla vita privata ditutti i giorni. Tra le donne si annoverano La donna invisibile ( Fantastici Quattro), Tempesta e Marvel Girl(X-men), La vedova Nera, etc..
    La Marvel ha annoverato tra i più grandi disegnatori dello scorso secolo: Jack Kirby e John Romita tra tutti.

    Gianni

  17. giuseppina la ciura

    Caro Gianni,
    grazie di cuore.
    Giuseppina

  18. Giuseppina La Ciura

    Grande Fabio!
    ho letto la tua recensione di “Bambole assassine”. Ottima come sempre.
    Vorrei capire come Eva violentata da bambina -e quindi giustiziera della notte- perda la verginità con Franco Neri? E’ stata da un chirurgo plastico?
    Grazie
    Giuseppina La Ciura

  19. Fabio Lotti

    E’ “Bambole pericolose”, Giuseppina. Questa dello sverginamento mi è sfuggita. Se è così(ma ricontrolla) puoi chiederlo a Barbara nello spazio dedicato a lei. Sono curioso della risposta.
    P.S. Complimenti per la tua collaborazione a S.M. Ti ho mandato un saluto.

  20. giuseppina la ciura

    Io non ho bisogno di scrivere a Barbara Baraldi. Consulta pag 266 di “Bambole assassine”
    ” Franco le apre le gambe. …E cosi la verginità si libera lentamente. ..Una nota di dolore, una lacrina, e poi tutto piacere.

    PAg 272
    ” In quel momento -Neri- si è accorto che Eva sanguinava…….No, non si trattava di una ferita, anche il suo membro era insanguinato”
    Io ho taciuto. Tu per la Varesi-Pavesi no.
    Avresti potuto dirmelo in privé, ma hai voluto che lo sapessero tutti.
    Comunque, tu sei Fabio Lotti. Il grande Fabio Lotti di Staggia.
    Giuseppina La Ciura

  21. Fabio Lotti

    Mi fai un pò più cattivello di quello che posso sembrare in qualche mia uscita trombonesca. Pensavo che il “cappello” non fosse tuo ma della Redazione. A questo non hai pensato e nemmeno al fatto che per il privato occorre conoscere la mail.
    Per il grande Fabio Lotti di Staggia comunque sottoscrivo…:)
    P.S. Sei troppo forte. Hai “taciuto” ma poi qui l’hai detto…

  22. giuseppina la ciura

    Caro Fabio,
    io sono una donna sola, che ha studiato tutta la vita (per niente) Attaccata, devo difendermi. Comunque, tu sei il grande Fabio Lotti di Staggia.
    Bon travail
    Giuseppina

  23. Fabio Lotti

    Se Dario me lo permette una ultima osservazione e poi basta. Il mio intevento spontaneo su un refuso che io accetterei tranquillamente anche se trasmesso in televisione non è un “attacco” a nessuno. Sul fatto, poi, che tu abbia studiato per niente non sono d’accordo perché almeno il sottoscritto ti legge molto ma molto volentieri.

  24. Dario Geraci

    Torniamo a parlare stettamente del romanzo. Grazie.

  25. il professionista

    Un romanzo di più di 300 pagine con moltissimi spunti di interesse e discussione… vabbè vedo di fare una domanda in tema.
    la Stirpe Blu è una pura invenzione di Barbara o si rifà a qualche gruppo che esiste realmente? in pratica, Barbara, la documentazione precisissima e(lo ripeto ancora) stupefacente sugli aspetti marziali mi lascia intendere che anche la parte esotrica abbia seguito i medesimi principi. Puoi dirci qualcosa in merito?

  26. Fabio Lotti

    Ritorno in tema anche io e dico sinceramente che se anche c’è questa “svista” non casca il mondo e non toglie niente alla qualità del romanzo. Però se uno la evidenzia non credo lo faccia per cattiveria.

  27. Fabio Lotti

    Una domanda a Barbara sulla copertina la voglio fare. In questo senso. La scelta di una copertina così particolar, come quella di tante altre di questo tipo (per inciso a me non piacciono ma è una questione di gusti) sembra quasi voler delineare un territorio di ricerca limitato e con accesso riservato agli amanti del “genere” (tanto per farmi capire). Insomma una specie di cartello e magari di bandiera per un prodotto che si vuole “diverso” dai soliti. Ho detto “sembra” (a me fa questa impressione) e dunque mi piacerebbe conoscere il tuo parere.

  28. il professionista

    bella domanda Fabio. a me non spiace però ammetto di essere rimasto ‘ innamorato’ di Eli…vabbè mi ripeto… ciao a tutti

  29. Marius

    Penso di essere un tipo strano.
    Il libro della Baraldi è piaciuto a tutti: a me non è piaciuto per niente!

  30. Fabio Lotti

    Scusa Marius ma proprio qui sta il bello. Nel senso che puoi liberamente argomentare la tua critica. Certo per me puoi anche dire che non ti è piaciuto e basta, ma allora questo non reca alcun contributo alla discussione. Io sarei pertanto curioso delle tue osservazioni.

  31. il professionista

    oibò ma oggi sono sempre d’accordo con Fabio?:-) anche io vorei sentire argomentazioni

  32. Barbara Baraldi

    @Giuseppina, Fabio: Rispondo molto volentieri in merito alla questione “verginità di Eva”. Ebbene sì, all’inizio di “Bambole pericolose”, Eva è vergine. Non deve fuorviare l’episodio descritto nel capitolo 8 de “La bambola dagli occhi di cristallo”. Nelle pagine 25-26 di “La bambola” Eva subisce un’aggressione e un tentativo di stupro. Un tentativo, appunto. La sua reazione a questo gesto di sopraffazione fa di lei ciò che è descritto nel seguito de “La bambola” e su “Bambole pericolose”.

    @Fabio: In merito alla copertina, sottolineo che a differenza di quanto avvenuto con “La bambola”, in cui ho scelto io la modella ed ero presente al momento dello scatto, per “Bambole pericolose” non ho avuto questa fortuna. L’ho vista quasi a impaginazione ultimata, come spesso avviene in editoria (è raro che un autore abbia facoltà decisionali in merito alle copertine). Se ne avessi avuto la possibilità, avrei preferito continuare con il volto di Elisabeth anche per “Bambole pericolose”, magari con un’immagine un po’ più aderente ai contenuti del romanzo; credo comunque che questa abbia il pregio di attirare l’attenzione. Da quello che sento in giro, non ci sono vie di mezzo: o la amano, o la odiano :-)

    @Stefano: La stirpe Blu è un’invenzione. Mi sono preparata sulla simbologia esoterica (una mia passione adolescenziale), e mi sono ispirata ai fatti di cronaca che hanno riguardato Bologna alcuni anni fa, unita a interviste a persone coinvolte direttamente. Infine, ho sovrapposto la cultura dei rave clandestini e di feste gotiche che hanno preso piede a Bologna negli ultimi anni.

  33. il professionista

    Grazie , Barbara, mi hai aperto un orizzonte che non consocevo. mi farò anche io le mie ricerchine..è sempre positivo conoscere il metodo di lavoro degli altri colleghi. Quanto alla cover…ripeto non mi dispiace..però Eli..vabbe…
    Complimenti per la precisione e il tono delle spiegazioni. Signori :la professionalità è anche questo.

  34. Fabio Lotti

    Oggi doppia sfortuna. Mi trovo d’accordo con Stefano e non sono riuscito a far “aprire” Marius…:)

  35. il professionista

    consolati Fabio, almeno siamo dalla stessa parte della scacchiera, per far ‘aprire’ marius a te la prossima mossa…

  36. Marius

    Per Fabio e per il Professionista.
    Mi scuso per il ritardo ma ieri ero assente.
    Probabilmente sono ancorato ad un tipo di romanzo giallo che ha le sue radici nei classici anni trenta e quaranta e che si è evoluto nei grandi autori moderni che ahimè sono scomparsi dal catalogo Mondadori: Block, Kaminsky, McBain, Halter, Doherty ecc.
    Non sono contrario al genere della Baraldi per principio, ma le atmosfere di violenza, esoterismo e quasi horror me le aspetto piuttosto in altre collane che non nel giallo Mondadori.
    Anche il linguaggio usato dall’autrice (che è senz’altro aderente alla realtà di oggi) non mi sembra in linea con i grandi autori che hanno fatto la storia e la fortuna del romanzo giallo.
    In un mese in cui sono usciti gialli di Patricia Wentworth, Wade Miller e Sergio Donati, la Baraldi (sempre secondo la mia opinione strettamente personale) stona.
    Un saluto a tutti voi.

  37. Fabio Lotti

    Mi pare che la critica non sia diretta tanto al libro ma al “tipo” di libro che “stona” con gli altri. Anche io provengo da una tradizione diversa da quella della Baraldi ma ciò non mi impedisce di rilevarne gli aspetti positivi e negativi che da te non vengono neppure sfiorati.

  38. il professionista

    Mah, io sono sempre del parere che se i tempi cambiano è necessario che anche la collana lo faccia senza nulla togliere agli autori che citi,Marius, tanto che Miller e Donati li ho comprati ugualmente. Credo che gli stessi autori di Hard Boiled che riportavano il delitto sulla strada, ai loro tempi, fossero visti con sospetto dai difensori della tradizione. A mio avviso romanzi come Bambole pericolose non stonano, anzi sono un segno tangibile che il filone sta cambiando,e se continuano a essere proposti, vuol dire che ,come me, c’è una parte di lettori che li apprezza. Comunque grazie per la risposta articolata. Del resto ognuno ha diritto ad aver il suo gusto.

  39. Luca Conti

    Perdonami, Marius, ma posso citarti almeno dieci romanzi di John Dickson Carr dalle “atmosfere di violenza, esoterismo e quasi horror”. Lo stesso vale, che so , per il Mistero delle Croci Egizie di Ellery Queen, che tra decapitazioni, crocifissioni e rituali satanici non scherza affatto. E “L’orlo dell’abisso” di Hake Talbot, dove fino all’ultimo capitolo non si capisce se stiamo leggendo un giallo o un horror?
    Tutta roba dei classici anni Trenta e Quaranta.
    Per quanto riguarda il linguaggio di Barbara, come si fa a pensare che un’autrice che scrive nel 2010 debba esprimersi come settant’anni fa? McBain si è sempre espresso nel linguaggio del suo tempo, non esitando ad adottare tutte le trasformazioni del parlato portate dal passare degli anni (e basta confrontare il McBain del 1956 con quello degli anni Novanta per rendersene conto). Halter e Doherty non fanno testo, perché sono dei manieristi, così come il Kaminsky della serie di Toby Peters (che peraltro, nelle sue altre opere, è sempre stato molto aderente alla realtà attuale).

  40. il professionista

    sempre precississimo Luca. in effetti a me Carr piaceva perchè mi pareva di leggere un romanzo gotico horror (e vi assicuro che sono uno splatterpunk convinto).
    poi rileggendo il testo di Barbara il linguaggio a volte è crudo ma è il linguaggio dei personaggi. Quando parla l’autrice mi sembra anzi che trapeli una nota se non di poesia quantomeno di grande sensibilità riguardo anche a momenti orribili della vita…e non parlo dei combattimenti. insomma a leggere alcuni commenti sembra un libro intriso di volgarità…non mi sembra proprio.

  41. Piero

    Sì può esser vero quello che dice Luca, ma, dopo il delitto, per quanto efferato sia, per quanto tenebrosa l’atmosfera, il giallo riprende il suo linguaggio che è diverso da quello di un romanzo nero, dove la violenza è palpabile e permea l’intero romanzo, perchè l’ anima di un giallo anni ’30 risiede quasi sempre nell’intelligenza e non nella forza (non parlo di Hard-Boiled), soprattutto in Carr / a me Rim of the Pit npn piacque perchè il discorso della magia era così forzato da risultare falso; molto diverso La corte delle streghe). Se invece parliamo di Halter, là vi sono dei romanzi con atmosfere molto forti e molto macabre, ma anche lì il tutto è secondo me più che altro un’estrinsecazione del linguaggio dei gialli francesi diversi da quelli anglosassoni: lì la violenza, il sangue, il grand guignol è un mezzo, non un fine come invece nei romanzi contemporanei, che si crogiolano e si compiacciono del sangue (anche se Nebbia rossa, un autentico capolavoro, è parecchio splatter). Non sto parlando della Baraldi, beninteso. Saluti a tutti.

  42. il professionista

    Mi sembra ovvio che il romanzo di Barbara rappresenti un approccio differente al thriller rispetto a canoni più tradizionali pur inserendosi in una tradizione che ‘mi sembra’ thriller gotico. credo sia una qualità.

  43. Bernardo Cicchetti

    Mi sento una volta tanto (sarà contento Piero…) di dissentire da quello che ha detto Luca – peraltro in tutto il resto condivisibile – su Kaminsky. Francamente non mi sembra manierismo quella della serie di Toby Peters. Lo vedo piuttosto come una sorta di letteratura ricorsiva, dove i materiali precedenti vegono riproposti e shakerati. Si saccheggia a piene mani l’immaginario (e il reale) cinematografico in una miscela molto originale. Insomma, a me sembra piuttosto una ‘riflessione’ sul genere, invece che una mera ‘riproduzione’.

  44. Dario Geraci

    Ho cancellato gli ultimi commenti Off Topic. Condivido l’ultimo pensiero di Stefano sul romanzo di Barbara. Visto che le etichette quando fanno comodo siamo tutti propensi ad utilizzarle, perchè non sfruttarle?

  45. il professionista

    bene Dario così si evitano problemi…le etichette, se servono al libraio o al giornalaio per vendere meglio il libro hanno un senso..il letotre poi sceglie sempre, anzi deve farlo

  46. Dario Geraci

    Giusto Stefano! Poi i romanzi si dividono in due categorie quelli belli e quelli brutti. Questo è bello ça va sans dire..

  47. il professionista

    anche in quelli che hanno un prezzo esagerato e quelli per le tasche di tutti..i Gialli fortunatamente ricadono nella seconda categoria..non è da poco

  48. Luca Conti

    Bernardo, per quanto io abbia amato molto la serie di Toby Peters e sia sostanzialmente d’accordo con la tua idea di “letteratura ricorsiva”, credo che il gioco – per essere efficace – dovesse terminare molto prima di quanto poi, in effetti, è durato.

    Dopo sei o sette romanzi mi scoprivo a leggere i Toby Peters più per la curiosità di vedere quale personaggio famoso ci avesse ficcato dentro Kaminsky che per la storia in sé (e gli ultimi, purtroppo, erano davvero fiacchi).

    Non so se ti è mai capitato di leggere i romanzi di Andrew Bergman (quello che ha scritto il soggetto e la sceneggiatura di Mezzogiorno e mezzo di fuoco e poi si è messo a fare il regista): “Hollywood and LeVine,” ambientato nel 1947, è il secondo di una serie di tre titoli, e ha come protagonista un investigatore privato che si trova coinvolto in un intrigo poliziesco con Bogart e la Bacall, Richard Nixon, Ava Gardner. Pari pari come i romanzi di Kaminsky con Toby Peters, solo che questi sono precedenti (il primo è del 1974, quello di cui parlo io del 1975). Kaminsky ha preso da Bergman lo spunto per la sua serie: tra l’altro, lavorando entrambi nel cinema, i due scrittori si conoscevano benissimo. Proprio Kaminsky ha dichiarato in un’intervista che il motivo per cui aveva iniziato la serie di Toby Peters era che Bergman aveva smesso di scrivere la sua.

  49. Dario Geraci

    La mia gentilezza e la mia disponibilità non lecitano NESSUNO a comportarsi in questo modo Dottoressa La Ciura. La Sua è una gravissima mancanza di rispetto nei miei confronti. D’ora in poi come ho scritto nell’ultima lettera, eliminerò tutti i commenti che non si atterranno all’argomento principale anche a costo di non averne.
    Buon proseguimento.

  50. Bernardo Cicchetti

    Non vorrei togliere spazio ai commenti sul romanzo di Barbara Baraldi (che ho comprato, ma non ancora letto). Per rispondere a Luca, d’accordo con lui sugli ultimi romanzi della seie di Toby Peters, come sulla derivazione da Andrew Bergman, che conosco ma non ho letto. Tuttavia, se etichetta dev’essere (mi pare che di questo si stesse parlando) che sia letteratura ricorsiva, appunto, non manierista. Indipendentemente dal valore assoluto. Per il resto, Luca, d’accordo. :)

  51. giuseppina la ciura

    Egregio dott Geraci,
    io non ci capisco più nulla. Non credo di averLa offesa in alcun modo. Se Lei pubblicasse i miei messaggi, tutti potrebbero averne la certezza. Comunque, se l’ho offesa senza VOLERLO, Le chiedo scusa.
    Con stima
    Giuseppina La Ciura

  52. Dario pm Geraci

    Io invece ho notato un certo tono astioso negli ultimi Suoi interventi Dottoressa La Ciura. Meglio così, chiudiamola qui e proseguiamo con i commenti al romanzo di Barbara Baraldi.

  53. il professionista

    :-)

  54. Fabio Lotti

    Sui premi una “cosa” altamente (o bassamente) goliardica in http://corpifreddi.blogspot.com/ . Poiché quando esce un mio articolo sul nostro blog ne do notizia in altri se Dario può lasciare questa notizia mi fa piacere altrimenti non ci sono problemi.

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