maggio 1st, 2014
È il celebre autore di Domani
il mondo cambierà, ma Ossa della Terra è un libro indimenticabile
Americano, nato nel 1950, Swanwick ha cominciato a pubblicare racconti nel 1980. La sua narrativa breve è raccolta a tutt’oggi in numerosi volumi: Gravity Angels del 1991, cui sono seguiti A Geography of Unknown Lands (1997), Moon Dogs (2000) e Tales of Old Earth (2001). In Italia se ne sono avute traduzioni in “Millemondi” Mondadori, nell’antologia Cyberpunk dell’Editrice Nord, ecc.
Tra i romanzi, a parte il fantasy The Iron Dragon’s Daughter del 1993, gli altri sono ricchi di riflessioni morali sul presente e il futuro prossimo, e hanno meritato attenzione e considerazione sia da parte della frangia cyberpunk che dei critici interessati a una rinascita della sf “umanistica”, come è stata definita per differenziarla dal filone tecnologico.
Il suo primo romanzo, In the Drift (1985), è ambientato in un mondo alternativo in cui l’esplosione nucleare di Three Miles Island è avvenuta realmente. Nel 1987 esce Vacuum Flowers (L’intrigo Wetware, Editrice Nord): all’apparenza una storia di viaggi nel sistema solare, in realtà una meticolosa descrizione del regime economico che vige nella Fascia degli asteroidi (una spietata plutocrazia commerciale), fino al desolato ritratto di una Terra dominata dalle intelligenze artificiali e totalmente spersonalizzata, visto che è possibile acquistare una nuova individualità sotto forma di microchip e diventare in un batter d’occhio un’altra persona.
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maggio 1st, 2014
Il vagabondo dello spazio (Rogue in Space, 1957) è un volume in due parti ottenuto dalla riscrittura di due lunghi racconti apparsi precedentemente su rivista: “Gateway to Darkness” (in “Super Science Stories” del novembre 1949, tradotto in italiano come “Fuga nel buio” ma con il titolo originale tramutato in Rogue in Space) e “Gateway to Glory” (in “Amazing Stories”, ottobre 1950). Il libro che ne deriva ha la particolarità di essere uno dei pochi noir d’ambientazione spaziale e il protagonista Crag, un delinquente della più bell’acqua, sembra quasi il modello su cui Richard Stark plasmerà qualche anno più tardi il suo celebre Parker.
In questa nuova edizione il testo viene proposto per la prima volta in forma integrale, oltre che in una traduzione moderna che ne mette in risalto l’ironia e – nella seconda parte – la critica del modo di vivere americano che forse esporteremo sugli altri mondi. Crag, il protagonista di una vicenda senz’altro in anticipo sui tempi, è il classico lupo solitario del romanzo criminale, il bandito di ventura durissimo e spietato che agisce in un mondo dove si sente, e vuole essere, totalmente solo. È anche la sua caricatura, o almeno lo stereotipo del duro che in un’ideale galleria dell’Anonima carogne figurerebbe al piano nobile, come il ritratto del fondatore.
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aprile 22nd, 2014
Urania n. 1606 – UN MONDO PER GLI ARTEFICI di Charles Sheffield
Urania collezione n. 136 – LE MONTAGNE VOLANTI di Poul Anderson
Millemondi n. 67 – IL LIBRO DEL FIUME E DELLE STELLE di Ian Watson
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aprile 3rd, 2014
Abbandonato su un asteroide, condannato a morire, salvato dalla più “vagabonda” entità della galassia: è Crag il ribelle, primo e più famoso dei duri della fantascienza. Ma fino a oggi la sua odissea tra la Terra, Marte e la fascia degli asteroidi si era potuta leggere soltanto in un’edizione cui mancavano: a) i pungenti riferimenti satirici alla società del terzo millennio; b) una celebre, censuratissima “pubblicità necrofila”; c) una delle più ammiccanti scene di voyeurismo del turismo interplanetario (al Luxor di Marte), per non parlare di altri particolari ritenuti, ai
tempi, troppo “forti” per il lettore italiano. Al tutto è stato ovviato in questa nuova traduzione, la prima integrale dal 1958.
FREDRIC BROWN Nato nel 1906 e morto nel 1972, è stato un prolifico romanziere americano, noto sia per i suoi sorprendenti romanzi a intreccio (gialli e suspense, di fantascienza o autobiografici), sia per i celebri racconti brevi, il più famoso dei quali è forse “Sentinella”. Negli anni Trenta e Quaranta Brown ha scritto soprattutto short stories, passando al romanzo nel dopoguerra con un memorabile noir, The Fabulous Clipjoint (Il sangue nel vicolo, 1947), con cui vinse il premio Edgar Allan Poe. I suoi personaggi più famosi sono la coppia di investigatori Ed e Am Hunter, tornati in numerosi romanzi dopo Il sangue nel vicolo. I romanzi di fantascienza sono: Assurdo universo, Marziani, andate a casa!, Il vagabondo dello spazio, Progetto Giove e Gli strani suicidi di Bartlesville. Mondadori ha pubblicato la raccolta completa dei racconti di sf di Fredric Brown, Cosmolinea B-1 e Cosmolinea B-2, da poco ristampata nella collezione “Millemondi”
EBOOK DISPONIBILE
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aprile 3rd, 2014
Richard Leyster si occupa di dinosauri e il suo mondo naturale è il Mesozoico, ma quando gli viene offerta l’impensabile opportunità di andarci, si imbatte in una forma di vita molto più misteriosa del previsto. Tramutatosi in investigatore, dovrà scoprire cosa si nasconde nel
passato e al tempo stesso, non fare niente che possa creare una contraddizione nel flusso cronologico. Se il sogno dei paleontologi è visitare altre epoche, Leyster dovrà tenere conto anche del fattore umano e prevenire gli scopi poco chiari di gente disposta a tutto, compresi i fanatici del suo tempo. Ma la passione per il mistero resta la più forte e Richard Leyster va…
PREMIO HUGO 2000 NELLA VERSIONE BREVE:
SCHERZO WITH TYRANNOSAUR
MICHAEL SWANWICK Nato nel 1950, vive a Philadelphia in Pennsylvania. È senz’altro uno dei maggiori autori americani degli ultimi trent’anni ma anche, paradossalmente, uno dei meno celebrati. Ha al suo attivo molti racconti e romanzi di successo e ha vinto il premio Nebula con Domani il mondo cambierà (Stations of the Tide, 1991, pubblicato in “Urania” n.1236). Tra i suoi romanzi più noti ricordiamo anche Il tempo dei mutanti (In the Drift,1984) e L’intrigo Wetware (Vacuum Flowers, 1987). Ossa della Terra (Bones of the Earth) è un piccolo capolavoro del 2002.
EBOOK DISPONIBILE
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marzo 24th, 2014
– Michael Swanwick, OSSA DELLA TERRA (Urania n. 1605)
– Fredric Brown, IL VAGABONDO DELLO SPAZIO (Urania collezione n. 135)
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marzo 24th, 2014
La morte di Jack Williamson, avvenuta il 10 novembre 2006, ha privato la fantascienza di uno degli ultimi narratori che ne hanno vissuto la storia completa in quanto genere specializzato, dalla nascita delle prime riviste al XXI secolo. Un autore che ha continuato a scrivere prolificamente e che “Urania” ha seguito con attenzione fino ai suoi più recenti successi.
Nato il 29 aprile 1908 a Brisbee, in Arizona, Williamson è uno dei fondatori della sf formatasi sui pulp magazine tra le due guerre mondiali. Ha vissuto un’infanzia rurale in una regione degli Stati Uniti che da pochi anni aveva smesso di essere “frontiera” e i suoi ricordi di questo periodo sono molto suggestivi (come all’epoca di un trasloco con tutta la famiglia su un carro da pionieri). Il lettore può trovarli nella convincente autobiografia Wonder’s Child: My life in Science Fiction (1984), premiata con lo Hugo. Sensibile e piuttosto nervoso, si è sottoposto fin da giovane a un trattamento psicoanalitico, ma ha finito per trovare la sua autentica “cura” nell’amore per la fantascienza e nelle salde amicizie che quest’ambiente gli ha permesso di stringere: con Edmond Hamilton, più tardi con Frederik Pohl e James Gunn. All’inizio della carriera Williamson ha collaborato con “Weird Tales” e altre riviste del soprannaturale: storie fantastiche come quelle raccolte nell’antologia del 1975 The Early Williamson o il romanzo Golden Blood (Il popolo d’oro, 1933). Molti anni dopo tornerà alla fantasy, ma in chiave più matura, con il romanzo Reign of Wizardry (L’impero dell’oscuro, 1965, una rievocazione del mito di Teseo). Laureato con una tesi su H.G. Wells, autore cui nel 1973 ha dedicato un saggio (H.G. Wells, Critic of Progress), Williamson ha insegnato per gran parte della vita letteratura inglese all’University of Eastern New Mexico. In campo fantascientifico ha esordito su “Amazing Stories” e per molti anni ha continuato a collaborare con le riviste, fornendo racconti d’avventura basati sul cosiddetto “sense of wonder”: esempio classico ne è il famoso ciclo della Legione dello spazio (1934-39). All’avventura spaziale ha dedicato una matura riflessione in The Moon Children (I figli della luna, 1972), romanzo scritto dopo i primi sbarchi dell’uomo sul nostro satellite.
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marzo 24th, 2014
Dopo il successo di Luce dell’universo
e Nova Swing, torna su “Urania”
un grande della sf britannica
Michael John Harrison è nato il 26 luglio 1945 e vive nella zona occidentale di Londra, facendo il critico per il “Times Literary Supplement” oltre che il romanziere.
Il suo sito internet è all’indirizzo: HYPERLINK “http://www.mjohnharrison.com/index.htm” http://www.mjohnharrison.com/index.htm Ha pubblicato il primo romanzo, The Pastel City, nel 1971: “Urania” lo ha tradotto nel n. 809 con il titolo La città del lontanissimo futuro. Nel 1982 il successivo romanzo In Viriconium ha vinto un premio indetto dal quotidiano “Guardian”. Dopo due raccolte di racconti, The Ice Monkey e Viriconium Nights, sono usciti Climbers (1989) e il graphic novel The Luck in the Head in collaborazione con Ian Miller. Del 1992 è il nuovo romanzo The Course of the Heart, e del 1997 Signs of Life; nel 2000 è la volta della raccolta di racconti Travel Arrangements.
Light (2002), tradotto come Luce dell’universo nel supplemento n. 26 di “Urania” del febbraio 2006, ha vinto il premio James Tiptree 2003.
Ad esso è seguito Nova Swing (2006, tradotto con lo stesso titolo nel n. 1559 della nostra collana). Il romanzo trova momenti di autentica grandezza nella descrizione di Saudade, “la città che sorge a diecimila anni luce da casa”, e della colossale perturbazione galattica nota come Fascio Kefahuchi, un frammento della quale è caduto nei pressi del suo abitato. A questo classico della fantascienza moderna fa seguito oggi il terzo capitolo del trittico, Lo spazio deserto (Empty Space, 2012), che condivide alcuni personaggi e situazioni con i primi due: Vic Serotonin, lo spericolato esploratore della singolarità; l’elusiva creatura nota come Shrander e Sandra Shen, che alcuni dicono sia un avatar di Shrander.
Qualche lettore si sarà accorto del nostro continuo interesse nei confronti degli scrittori briannici: da Peter F. Hamilton ad Alastair Reynolds, da Kim Newman a M. John Harrison, ci sembra siano questi i più caratteristici innovatori di un tipo di romanzo avveniristico che è sempre più difficile distinguere dalla sua controparte letteraria o mainstream.
G.L.
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febbraio 27th, 2014
Nel sistema solare accadono cose incredibili. Sulla luna, l’astronave Seeker 1 registra un’immagine misteriosa che secondo alcuni sarebbe quella di un fortino irto di missili, secondo altri una meteora d’oro o un gigantesco terminale transgalattico. Nelle grotte di Mercurio si nasconde qualcosa che ingoia tutti coloro che si avventurano per esplorarle. Misteriose nebbie verdi si stendono sulla Terra spargendo la morte, “serpenti” succhiatori d’energia raggiungono il nostro pianeta dal lontano Ganimede. E ancora, chi manda le orribili “formiche” meccaniche divoratrici di metalli? Per quale inaudita, straordinaria missione sono nati i Figli della luna dagli occhi d’oro? Scritto l’anno dopo la fine delle missioni Apollo, questo celebre romanzo riapre in grande stile l’odissea dell’uomo nell’universo.
JACK WILLIAMSON È nato in Arizona nel 1908 ed è scomparso a Portales, New Mexico, nel 2006..Vivace romanziere che ha saputo rinnovarsi molte volte, ha esordito con il ciclo della Legione dello spazio (tre romanzi apparsi nel 1934, 1936 e 1939) e.La legione del tempo (1938). Su “Unknown”, la celebre rivista diretta da John W. Campbell, jr., ha iniziato una nuova fase, più matura, con Il figlio della notte (Darker Than You think, 1940; ampliato nel 1948). Tra i più famosi romanzi del dopoguerra vanno ricordati Gli umanoidi (The Humanoids, ciclo composto da numerosi racconti del 1947, 1949, 1969 e 1980, anno in cui è uscito il seguito ufficiale The Humanoid Touch) e il trittico delle Scogliere dello spazio (The Reefs of Space, tre romanzi 1964-’69) scritto insieme a Frederik Pohl. Su “Urania”, oltre ai romanzi classici, sono apparsi tutti i titoli più recenti di Williamson, da Figlia del fuoco (Firechild, n. 1115) a Il sole nero (The Black Sun, n. 1329). Jack Williamson è anche autore di un’autobiografia dal titolo Wonder’s Child: My Life in Science Fiction.
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febbraio 27th, 2014
Anna Kearney vede la sua casa prendere fuoco, ma le fiamme sono statiche e non fanno fumo. L’esploratore illegale Vic Serotonin scompare in un’anomalia fisica che fino ad allora gli aveva permesso di vivere e prosperare. I suoi amici comprano un’astronave per raccogliere i bizzarri manufatti del circo di Sandra Shen, un avatar dell’elusiva creatura nota come Shrander, mentre una teoria di cadaveri apparsi dal nulla comincia a levitare verso i soffitti delle case. Poi una voce senza corpo annuncia: “Mi chiamo Pearlant e vengo dal futuro”. Questi fenomeni apparentemente dissociati sono riconducibili, peraltro, all’anomalia più spettacolare del romanzo: il Fascio Kefauchi, gigantesca “singolarità” astronomica popolata di soli artificiali e residui di antiche civiltà extraterrestri che abbiamo già conosciuto in due splendidi romanzi di Harrison, Luce dell’universo e Nova Swing, entrambi pubblicati su “Urania” con grande successo.
M.JOHN HARRISON Nato in Inghilterra il 26 luglio 1945, ha pubblicato il primo romanzo, The Pastel City, nel 1971: “Urania” lo ha tradotto nel n. 809 con il titolo La città del lontanissimo futuro. Luce dell’universo (Light, 2002, apparso nel n. 26 dei nostri supplementi) ha vinto i premi James Tiptree e Arthur C. Clarke. Nova Swing (2006) è un romanzo che si accompagna idealmente a Light, di cui Lo spazio deserto (Empty Space, 2012) condivide alcuni personaggi e il colossale sfondo galattico.
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