Fritz Leiber, argentea testa d’uovo

giugno 26th, 2014

fl

Tra gli scrittori che hanno esordito all’inizio della prima Età d’oro della fantascienza americana, cioè intorno al 1939, Fritz Leiber è il più eccentrico. Anche lui ha pubblicato su “Astounding” e “Unknown”, allora riviste leader del settore, ma si è subito distinto per una voce dal timbro speciale. Rispetto alla pattuglia di autori che si apprestavano a inventare la sf tecnologica, Leiber ha cantato un lungo assolo, parlando di moderni sortilegi più in linea con il mainstream letterario che con il genere. E quando è passato alla sf ortodossa ne ha fatto un uso disinvolto e personale, ponendo quasi dal nulla le premesse della social sf. Anziché celebrare le conquiste di una tecnologia titanica, o il gigantismo dell’uomo che si espande in un universo di stelle e soprattutto di macchine, ha voluto mostrarne il lato in ombra. Leiber è stato un artista dei chiaroscuri, dei terrori che nasconde l’ignoto, delle società future stregate perché è stregata la mente degli esseri umani. Fertile e ossessivo, dotato di un macabro senso dell’umorismo ma soprattutto di una prosa ricca e anti-banale, tesserà negli anni un vero e proprio arazzo in nero dell’America, lasciando intravedere, oltre il tessuto, le meraviglie di un cosmo a più dimensioni che normalmente ci sfiorano soltanto ma che a volte prendono possesso di noi. Per Leiber non sono i razzi a collegarci intimamente allo spazio ma i nostri nervi. Le stelle nere, i vortici dell’assurdo, i mondi inesplorati non rispondono a un navigatore razionale quanto all’inconscio, di cui l’universo è un’immagine specchiata. Visto in quest’ottica, Fritz Leiber non è solo un originale autore del fantastico o un acuto antiutopista, ma una voce che parla con accenti riconoscibili dell’America di oggi e di ieri, della solitudine nelle sue città, dei molti ruoli che donne e uomini sono chiamati a recitare sulla scena della vita (figlio d’arte, è affascinato da un senso del teatro che risalta in buona parte della sua narrativa). Di più, è un uomo colto nel senso in cui lo sono di solito gli scrittori europei: mentre per gli americani quello che conta è il know-how, la cultura sul campo, per il nostro il lato umanistico è importante e le sue sfide sono anche, e soprattutto, sfide della mente.

Nato a Chicago nel 1910, da una coppia di attori come Poe (suo padre, Fritz Leiber senior, è riconoscibile nel ruolo dell’altissimo prete che accompagna Charlie Chaplin alla ghigliottina nel finale di Monsieur Verdoux), il giovane Fritz Reuter Leiber non ha avuto una vita avventurosa né premature esperienze amorose. La sua autobiografia giovanile, uscita anche in italiano nel volume La luce fantasma, si intitola Poco disordine e poco sesso precoce. Questo giovanotto alto, magro e affascinante come il padre, è alquanto solitario; scrive lunghe lettere a H.P. Lovecraft, dal quale riceve incoraggiamento per la sua vocazione letteraria, e gradualmente si sforza di trovare una propria voce. Pubblicherà i primi racconti fantastici su “Unknown” e “Weird Tales”, raccogliendoli più tardi nel volume dal titolo shakesperiano Neri araldi della notte (Night’s Black Agents, 1947). Non si accontenterà di spettri derivati né di imitazioni: c’è della fantascienza nei suoi terrori, ma soprattutto c’è la modernità della notte americana, l’eleganza del palcoscenico. In uno dei racconti più famosi della raccolta, “Fantasma di fumo”, lo smog e i residui tossici dell’industria materializzano uno spettro al passo con i tempi, paragonabile forse solo allo “It” di Theodore Sturgeon, e tuttavia più urbano; ne “I sogni di Albert Moreland” un uomo solo gioca, notte dopo notte, una partita a scacchi contro un avversario fantomatico che vede in sogno: dall’esito della partita dipenderà la sorte del mondo reale. Una scena semplice eppure di grande pathos, dove la tensione nasce dalla disperata solitudine del giocatore. In storie memorabili come “Ai raggi X”, la ricerca dell’ignoto va di pari passo con la rappresentazione di ambienti attuali e personaggi credibili, simili a noi.

Leggi tutto »

Posted in Profili | commenti 1 Comment »

Urania Collezione 137: Le argentee teste d’uovo

giugno 5th, 2014

leiberprevIn un futuro ormai prossimo, gli scrittori si limiteranno a firmare le opere composte elettronicamente dai mulini-a-parole (e a recitare in pubblico i ruoli imposti dalle biografie sulle alette di copertina). Solo i colleghi robot sapranno scrivere sul serio, ma com’è ovvio, per un pubblico di robot. Questo fino al giorno in cui gli scrittori inferociti distruggeranno i mulini-a-parole, salvo poi dover affrontare una grave crisi di creatività. In tanto caos mediatico, l’Editrice Razzi è l’unica a restare imperturbabile: forse perché custodisce il grande segreto del secolo precedente, il Divorzio Psicosomatico di Daniel Zukertort. E infatti, in una nursery segreta vivono ancora le trenta argentee Teste d’Uovo la cui esistenza potrebbe sconvolgere sia il mondo della finzione che quello della realtà.

 FRITZ LEIBER Nato a Chicago nel 1910 e morto a San Francisco nel 1992, ha lasciato un segno indelebile nella sf, nella fantasy e nell’horror americani. Ha vinto il premio Hugo con Il grande tempo (1958) ed è famoso per la serie fantasy che ha come protagonista il lontano mondo di Nehwon (il ciclo di Lankhmar o delle Spade, 1939-1988). Tra i suoi capolavori: L’alba delle tenebre (1943), Scacco al tempo (1953), Il verde millennio (1953), Le argentee teste d’uovo (1961), Novilunio (1964) e Il fantasma del Texas (1968). Da ricordare anche le antologie Cronache dallo spazio: il meglio di Fritz Leiber (1990) e Occhi d’ombra (1991).

 EBOOK DISPONIBILE

 

Posted in Urania Collezione | commenti 15 Comments »

Urania collana 1607: Corpi spenti

giugno 5th, 2014

dematteoprevNel 2049 sono cominciate le operazioni della Sezione Investigativa Speciale di Polizia Psicografica, un gruppo di agenti che possono estrarre informazioni dai morti, recuperandone la memoria. Sono i necromantI e il loro uomo di punta, Vincenzo Briganti, ha risolto nel 2059 il caso battezzato ufficiosamente Post Mortem (ma pubblicato su “Urania” come Sezione ²). Ora siamo nel 2061, anno del bicentenario dell’Unità italiana, e la Bassitalia sta per secedere dal resto del paese “come una coda di lucertola”. Sulla manovra gravano pesanti ipoteche, perché qualcuno pensa di trasformare il Territorio Autonomo del Mezzogiorno in una vera e propria riserva di caccia per i signori della nuova società feudale. Briganti e i suoi colleghi avranno poco meno di un mese per scoprire tutti gli intrighi ed evitare che il Territorio si trasformi in un ghetto tecnologico per schiavi del lavoro… o molto peggio.

GIOVANNI DE MATTEO Nato nel 1981, è ingegnere elettronico ed è tra gli iniziatori del connettivismo, il movimento che ha ereditato la vena speculativa del cyberpunk. Nel 2005 ha vinto la seconda edizione del premio Robot con il racconto “Viaggio ai confini della notte” e nel 2006 ha pubblicato la raccolta personale Revenant Storie di ritorni e di ritornanti. Nel 2007 ha curato, con Marco Zolin, l’antologia-manifesto Supernova Express e ha vinto il premio Urania con Sezione ². Nel 2013 ha pubblicato in e-book il romanzo breve Terminal Shock: 2184 – Labirinti Alieni.

 

EBOOK DISPONIBILE

 

Posted in Urania Collana | commenti 46 Comments »

Ian Watson

giugno 2nd, 2014

_45577852_ian-watson-2004-b

Notissimo per aver scritto il soggetto cinematografico di A.I. Iintelligenza artificiale (il film di Stanley Kubrick-Steven Spielberg tratto dal racconto di Brian W. Aldiss), Ian Watson (n. 1943) ha esordito nel 1969 con il racconto “Roof Garden Under Saturn”, apparso sulla rivista “New Worlds”. A partire dal 1976, questo ex-insegnante d’inglese ed ex-professore di futurologia al Politecnico di Birmingham (con relativi corsi sulla fantascienza) si è dedicato alla letteratura a tempo pieno. Diversi romanzi e molti racconti sono apparsi anche in italiano, dove la sua opera è stata costantemente seguita da “Urania”. Il romanzo d’esordio di Watson, The Embedding (1973), è uscito – con il titolo Il grande anello, 1979 – nella collana “Sigma” di Moizzi, che ha presentato diverse opere notevoli degli anni Settanta; mentre quello stesso anno vede l’inizio delle traduzioni di Watson nella nostra collezione, che fa uscire Miracle Visitors del ’78 come La doppia faccia degli UFO. L’anno successivo, 1980, è sempre “Urania” a proporre un’importante antologia apparsa in Inghilterra nel ’79, The Very Slow Time Machine (Cronomacchina molto lenta). Come autore di racconti Watson è originale e prolifico: ne ha scritti oltre cento.

Benché le sue brillanti short stories continuino ad apparire in appendice a “Urania” e su altre pubblicazioni – una per tutte, la pluriristampata “Convention mondiale del 2080” – bisogna aspettare il 1986 prima di vedere un altro romanzo di Watson nella nostra lingua. E’ Il libro del fiume (The Book of the River, 1983), compendio di quattro parti uscite originariamente sul “Magazine of Fantasy and Science Fiction” e seguito poi da Il libro delle stelle (The Book of Stars, 1984; tr. it. 1988) e Il libro delle Creature (The Book of Being, 1985; tr. it. 1988), tutti apparsi sulle nostre pagine nella traduzione di Laura Serra. In questa edizione omnibus offriamo i due romanzi iniziali, mentre il terzo seguirà su “Urania”. E’ il tentativo di Watson di comporre un vasto affresco a metà tra la fantascienza e il fantastico, e gli conquista le simpatie di un pubblico più vasto. Nel 1990 la “Biblioteca di Nova SF” recupera God’s World del 1979 (Il pianeta di Dio), un romanzo a sfondo metafisico in cui la nostra razza riceve in dono la propulsione interstellare, ma solo un gruppo ristretto di individui viene scelto per raggiungere il pianeta dei donatori e incamminarsi sulla strada di un’imprevedibile trasformazione. Nel 1997 appare su “Urania” L’ultima domanda (Hard Question, 1996), un thriller tecnologico ricco di sorprese, e nel 2000 Superuomo legittimo (Converts). Intanto, nel 1999 l’Editrice Nord ristampa, nelle proprie collane, Il grande anello e La doppia faccia degli UFO, cambiando i titoli a entrambi: diventano rispettivamente Riflusso  e L’enigma dei visitatori. Nel 2002 esce su Urania Il mistero dei Kyber (Under Heaven’s Bridge, un romanzo del 1981 scritto in collaborazione con Michael Bishop). Nel 2004 Hobby & Work fa uscire Draco (id., 2002) e Harlequin (id., 2004). Nel 2005 replica “Urania” con L’anno dei dominatori (Mockymen, 2003), mentre Hobby & Work presenta I figli del caos (Caos Child, 2004).

Tra i romanzi che restavano inediti in Italia, e che “Urania” ha riproposto recentemente, Creatura del fuoco (1988) è uno dei più originali per concezione e sfondo storico, con un richiamo alle scoperte dell’alchimia che non suonerà fuori luogo in chiave fantascientifica; mentre rimangono da scoprire The Jonah Kit (1975), vincitore del premio British Science Fiction; The Gardens of Delight (1980), Deathhunter (1981), Chekhov’s Journey (1983), Queenmagic, Kingmagic (1986), Whores of Babylon (1988) e The Flies of Memory (1990) fra i testi più notevoli.

Nel giudizio di John Clute e Peter Nicholls, forse i migliori studiosi contemporanei della fantascienza inglese, “la narrativa di Ian Watson, a volte obbiettivamente ardua nella sua complessità, può essere vista come una vivace rivolta contro l’oppressione intellettuale e politica, ma anche come una dichiarazione dei limiti – almeno per quanto riguarda gli esseri umani – del concetto di realtà. Quest’ultimo, essendo stato creato su misura dei nostri ristretti canali percettivi, risulta soggettivo e parziale; il tentativo umano di accedere a realtà più complesse, attraverso metodi che vanno dalle droghe alle discipline linguistiche, dalla meditazione a un’educazione radicalmente innovata, non sarà mai completamente coronato dal successo. L’umanità è troppo limitata, troppo poca cosa per afferrare la realtà nel suo complesso. Ian Watson è forse lo scrittore di fantascienza contemporaneo che meglio sintetizza questi temi, e il meno illuso”.

 

G.L.

 

 

 

 

Posted in Profili | commenti 1 Comment »

Poul Anderson

giugno 2nd, 2014

Unknown

È ben nota a tutti i lettori di fantascienza la distinzione tra due modi diversi di intenderla e interpretarla: secondo tale distinzione esisterebbe, da un lato, una produzione attenta in particolar modo all’evoluzione della tecnologia, con le sue implicazioni sull’esistenza dell’umanità nel futuro. Come illustre precursore di tale concezione normalmente si citano il francese Jules Verne e, all’interno del genere, il suo stesso fondatore, Hugo Gernsback, che nel romanzo Ralph 124C421 + non sembra far altro che elencare situazioni future generate da invenzioni tecnologiche. Dall’altro lato un manipolo non sparuto di scrittori, prendendo le mosse dalle opere di Herbert George Wells, si propone di lasciare in prospettiva lo sfondo tecnologico e di focalizzare le storie sui valori dei protagonisti, sulle ripercussioni morali, psicologiche, sociali, degli eventi futuri. Tale produzione, definita normalmente “umanistica” per distinguerla dalla consorella, denominata “tecnologica” o “hard sf”, conta tra i suoi artefici personalità di rilievo come Theodore Sturgeon, Ray Bradbury, James Ballard e altri.

Leggi tutto »

Posted in Profili | commenti 4 Comments »

Charles Sheffield

giugno 2nd, 2014

images

Laureato in fisica, inglese ma da sempre in America, 

è uno scrittore che sa cosa voglia dire “hard sf”, 

la nuova fantascienza tecnologica.

 

Verso la fine degli anni Settanta vi è stato, in America, un imprevisto rifiorire della fantascienza tecnologica. Stimolata dall’esempio di autori che si erano affermati nei primi anni del decennio, fra i quali vanno subito indicati Larry Niven e David Gerrold, altri scrittori cominciavano a intravvedere le possibilità della nuova hard sf.  Negli anni Ottanta e Novanta sono apparsi sulla scena scrittori intelligenti e maturi che hanno saputo sfruttare questa occasione: Gregory Benford, Greg Bear, Roger McBride Allen, Allen Steele e lo stesso Sheffield, fino al caso clamoroso di Greg Egan (tutti ospitati nelle nostre edizioni). Charles Sheffield, nato nel 1935, è inglese di origine ma si è stabilito negli USA fin dalla metà degli anni Sessanta. Laureato in fisica e scrittore anche in campo scientifico, è da tempo considerato uno dei migliori autori di “hard sf” che il nostro genere letterario ci abbia dato dopo Niven. Di lui abbiamo pubblicato numerosi titoli: Quake pianeta proibito (n. 1274), Le lune fredde (n. 1305), Memoria impossibile (n. 1345) e Punto di convergenza (n. 1359). Charles Sheffield è autore altresì di numerose opere di divulgazione e saggistica. Nelle Sfere del cielo (2001) riprende l’ambientazione e alcuni personaggi di Caccia a Nimrod (The Mind Pool, 1993, pubblicato in Italia dall’Editrice Nord), romanzo di cui può essere considerato un seguito leggibile anche in modo autonomo.

Un mondo per gli Artefici (Divergence, 1991) è ambientato nello stesso universo di Quake, pianeta proibito (1990) e del successivo Punto di convergenza (1997), entrambi già tradotti nella nostra collana. Si tratta del cosiddetto “Heritage Universe”, dove scoperte e tecnologie di razze antichissime avranno un impatto inatteso sula civiltà umana: un tema poi ripreso e sfruttato da numerosi autori e che si rifà a un’originaria concezione di Arthur C. Clarke.

 

G.L.

 

 

 

 

 

Posted in Profili | commenti No Comments »

Premio Italia 2014

maggio 28th, 2014

 

A Franco Brambilla il Premio Italia 2014, sue le copertine della nuova collana ” Oscar Mondadori – I Grandi della Fantascienza” dal 3 giugno in libreria e in digitale.

Nella serata di sabato 24 maggio all’Italcon a Bellaria consegnati i premi Italia:  a Franco Brambilla, attuale copertinista di Urania, quello di “migliore artista”

nell’edizione del premio col maggior numero di aventi diritto al voto degli ultimi decenni. E’ il secondo premio Italia per Brambilla che già ne aveva ricevuto uno nel 2011 a Milano durante i Delos Days. L’illustratore che oltre a due premi Italia può vantare un “best artist” ottenuto a all’Eurocon a Fiuggi nel 2009 e il “Premio Carlo Jacono 2013″ è stato scelto per creare le copertine della nuova collana degli Oscar Mondadori “I Grandi Della Fantascienza” che riporterà la fantascienza classica sugli scaffali delle librerie dal 3 giugno. 

Questi i primi titoli: Viaggio allucinante di Isaac AsimovDestinazione stelle di Alfred BesterUniverso di Robert A. HeinleinI reietti dell’altro pianeta di Ursula K. Le GuinIl giorno dei Trifidi di John Wyndham e il romanzo che inaugurò la collana di Urania: Le sabbie di Marte di Arthur C. Clarke.

Posted in Premi e concorsi | commenti 24 Comments »

Urania Millemondi 67: Il libro del fiume e delle stelle

maggio 4th, 2014

WATSPREVLibro I. Solo il Fiume consente i collegamenti fra le città e solo le donne possono navigarlo: agli uomini è concesso un viaggio unico, pena la follia o la morte. La corrente nera, un flusso vivo e gelatinoso, impedisce ogni contatto con la riva occidentale, popolata da misteriosi esseri appena intravisti con gli strumenti. Essere ammessi nella corporazione del Fiume significa addentrarsi nel cuore stesso della corrente nera, e forse arrivare a una folgorante rivelazione sulla natura del pianeta che la ospita.

Libro II. Ma la nuova odissea, racchiusa in questo volume nella sua completezza, è destinata a continuare fra le stelle. Sul bizzarro pianeta Eeden, ritenuto l’antica terra d’origine dei primi coloni umani, gli esploratori provenienti dal mondo del Fiume dovranno cominciare da zero una nuova esistenza e lottare per scoprire l’identità dell’onnipotente nemico che minaccia di distruggere ogni forma di vita nell’universo…

IAN WATSON È nato nel 1943. Diventato famoso per aver scritto la sceneggiatura del film di Steven Spielberg e Stanley Kubrick A.I. Intelligenza artificiale, ha pubblicato su “Urania” numerosi romanzi, fra i quali Il mistero dei Kyber in collaborazione con Michael Bishop (n. 1431), L’anno dei dominatori (n. 1496) e Gli dei invisibili di Marte (n. 15)

 

EBOOK DISPONIBILE

Posted in Millemondi | commenti 26 Comments »

Urania Collezione 136: Le montagne volanti

maggio 4th, 2014

POULPREVIn un’astronave scavata nel cuore di un asteroide, grande quanto una città, un’intera popolazione è lanciata verso le stelle. Il viaggio durerà più generazioni e saranno figli e nipoti di chi è partito a esplorare effettivamente i mondi raggiunti al termine dell’odissea. Chiusi nel pianetino-astronave, i capi della spedizione discutono su come educare i giovani ad affrontare le prove che li aspettano. La risposta è ovvia: offrendo loro una serie di miti tratti dalla storia di chi ha concepito e reso possibile il volo spaziale. Questo lo sfondo sul quale Poul Anderson ha tracciato lo svolgimento della sua grandiosa epica spaziale, detta delle “Montagne Volanti” con riferimento alla fascia degli asteroidi stesa fra Marte e Giove. La loro conquista è concepita dunque come un’epopea simbolica, in contrasto con la società terrestre invecchiata, vuota d’iniziativa e preoccupata soltanto di conservare stabilità e benessere.

POUL ANDERSON È lo scrittore più comunemente associato al gusto dell’epopea in fantascienza e fantasy. Nato nel 1926 e scomparso nel 2001, ha scritto anche numerose saghe ispirate ai miti del nord. Tra i suoi romanzi, in buona parte pubblicati in Italia da Mondadori, ricordiamo: Tre cuori e tre leoni (1953) e il suo seguito Tempesta di mezza estate (1974), La spada spezzata (1954), Loro, i terrestri (1961), fino al ciclo dei Guardiani del tempo (1960) e della Pattuglia del tempo (1991). Del 1971 è il capolavoro di “hard science fiction” Tau Zero, sulle avventure di un’astronave più veloce della luce. Gli immortali (1989) è un lungo romanzo sul cammino della civiltà

 

EBOOK NON DISPONIBILE

Posted in Urania Collezione | commenti 21 Comments »

Urania Collana 1606: Un mondo per gli artefici

maggio 4th, 2014

sheffprevCiviltà antichissime, reperti che tornano alla luce dopo millenni, manufatti sepolti sotto strati di sabbie o di lava sono un tema prediletto dell’immaginazione fin da quando, nel 1748, re Carlo III avviò sistematicamente gli scavi di Pompei. La fantascienza di ambiente planetario eredita questa tradizione spostandola su un piano ipertecnologico, ed eccoci arrivati su Quake (un pianeta già visitato dai lettori di “Urania” nel n. 1274). La razza degli Artefici nasconde i suoi segreti lassù ed è per questo che una delegazione umana ed extraumana ha cercato a lungo di approdarvi. Ma se per Darya Lang si tratta soprattuto di una sfida intellettuale, per altri il mistero può nascondere insidie letali. Infatti i guai cominciano –.per umani ed extraumani – non quando l’enigma è ancora insoluto e gli scavi sono a rischio soltanto di una cattiva amministrazione, ma quando i manufatti svelano, poco a poco, la loro vera funzione di trappole nello spazio…

CHARLES SHEFFIELD Fisico e matematico inglese vissuto a lungo negli Stati Uniti, è nato nel 1935 ed è morto nel 2002. Alcuni suoi romanzi sono ambientati nel cosiddetto “Heritage Universe”: Quake pianeta proibito ha inaugurato la sequenza nel 1990, seguito dal presente Divergence (1991). Ugualmente noti Memoria impossibile (1995) e Le sfere del cielo (2001), tutti pubblicati su “Urania”.

 

DISPONIBILE IN EBOOK

Posted in Urania Collana | commenti 25 Comments »

« Previous Entries Next Entries »