Servizio Arretrati

marzo 31st, 2015

I lettori e/o  gli edicolanti che fossero interessati a richiedere i numeri arretrati, possono indirizzare le loro richieste:

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Urania Jumbo 6: Luna Crescente

aprile 20th, 2019

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Ian McDonald, “Luna crescente”, Urania Jumbo n. 6, maggio 2019

Ian McDonald, "Luna crescente", Urania Jumbo n. 6

Ian McDonald, “Luna crescente”, Urania Jumbo n. 6, maggio 2019

Quasi in contemporanea con gli Stati Uniti (Moon Rising è uscito in lingua originale il 19 marzo scorso), a maggio 2019 sbarca nelle edicole italiane Urania Jumbo n. 6, “Luna crescente”, terzo e ultimo volume della trilogia “Luna” di Ian McDonald, dopo “Luna nuova”, pubblicato su Urania Jumbo n.3 e “Luna piena”, Urania Jumbo n. 5.

SPOILER ALERT! Se non avete ancora letto i precedenti volumi, fermatevi qui!
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Urania Collezione 174: Al di là del futuro

giugno 29th, 2017

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COP_urania_coll_174.coverCome sconfiggere una dittatura totale? Il controllo assoluto da parte di un uomo può essere combattuto in un solo modo: esercitando su di lui una sorveglianza altrettanto inflessibile. Da parte di chi? Di tutti. Esiste, o meglio esisterà nel ventitreesimo secolo, una ricetta infallibile chiamata Sistema Pervasivo alla quale nemmeno il dittatore Lilgin potrà sfuggire. Il risultato finale sarà che verremo tutti minuziosamente osservati, censiti, monitorati a ogni ora del giorno e della notte. E se a qualcuno questo gioco di interferenze incrociate ricorderà gli arretrati sistemi in voga nel ventunesimo secolo (persino in alcune cosiddette “democrazie”), vorrà dire che l’ossessione del controllo è il vero perno che fa girare il mondo, oggi come nel lontano futuro.

ALFRED ELTON VAN VOGT Scrittore per ogni genere di riviste ma specializzatosi in fantacienza sul finire degli anni Trenta, è nato in Canada nel 1912 ed è morto in California nel 2000. Ha dato al genere numerosi classici, tra cui: Crociera nell’infinito (“Urania Collezione” n. 82), Le armi di Isher (n. 20), Hedrock l’immortale (n. 46), Slan (n. 8), Non-A (n. 87), La guerra contro i Rull, La casa senza tempo, Pianeti da vendere. Van Vogt è uno dei maggiori rappresentanti della sf tecnologica fiorita sulla rivista di John W. Campbell, “Astounding”, anche se il suo perdurante richiamo sui lettori fa perno piuttosto su altre attrattive: i veloci cambi di scena, l’andamento onirico dell’azione e protagonisti di statura mitica. Al di là del futuro (Future Glitter, 1973) fa parte della sua seconda fase creativa.

EBOOK DISPONIBILE

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Editoriale – La Mosca bianca

aprile 20th, 2013

I nostri lettori saranno contenti di sapere che, nonostante ci troviamo ancora in fase di rodaggio per quanto riguarda la distribuzione degli e–book, sugli altri fronti stiamo lavorando a tutta una serie di iniziative che vengono incontro a precise richieste del pubblico.

Innanzi tutto, i nostri grafici si sono messi all’opera per vedere come sia possibile valorizzare le immagini di copertina, sia in “Urania” normale che in “Collezione”, e i risultati si dovrebbero vedere già con i primi numeri estivi (giugno). Questo significa che avremo probabilmente un cerchio di dimensioni maggiori e le tavole di Franco Brambilla acquisteranno un impatto ancora più notevole. In secondo luogo, per aumentare l’offerta di titoli inediti, da quest’estate (luglio) proveremo a lanciare un nuovo supplemento annuale che ospiterà ogni volta un’opera di mole eccezionale: per il primo volume toccherà a “Il fiume degli dei” di Ian Macdonald, finalmente in dirittura d’arrivo dopo che la morte di Riccardo Valla ne aveva interrotto la traduzione. (È stata completata da Silvia Castoldi.) Infine, stiamo pensando a uno “special” per il n. 1600 che ancora non sappiamo come verrà organizzato, ma che avrà una copertina degna della ricorrenza e ospiterà il Premio Urania di quest’anno.

Infine, qualche anticipazione sui prossimi mesi: in giugno avremo la prima parte dell’antologia a cura di Hartwell e Cramer “Viaggio negli inframondi”, con cui inizia il recupero dei due volumi arretrati rispetto alla cronologia della serie The Year’s Best SF (nel “Millemondi” di agosto uscirà l’aggiornatissimo vol. 17, mentre con “Viaggio negli inframondi” siamo al n. 14). A seguire “WWW Wonder” di Robert J. Sawyer, romanzo che riporta in Italia l’autore canadese dopo un anno di assenza. Quindi “Anonima stregoni” di Robert A. Heinlein, con le famose storie impossibili dell’autore più realistico della science fiction americana, e un romanzo del maestro inglese Ian Watson come “The Fire Worm”. Dopo il premio Urania che si sta assegnando in questi giorni, e che sarà pubblicato in novembre nel n. 1600, avremo un magistrale romanzo a quattro mani di Larry Niven e David Gerrold, “Pianeta stregato”. In gennaio 2014, infine, il ritorno di Allen Steele con “Coyote”, il punto di partenza della fortunatissima saga. E per il momento ci limitiamo a questo, ma sappiate che il 2014 vedrà il ritorno di Mike Resnick mentre stiamo perfezionando l’acquisto di “Earthbound” di Joe Haldeman.

Per venire al nostro blog, che in futuro speriamo di trasformare in un vero e proprio sito, ringrazio tutti i lettori e gli amici di “Urania” che, dopo la nostra sollecitazione, hanno deciso di firmarsi con il proprio nome oltre che con un nick (cosa sempre preferibile per non sprofondare nell’anonimato). La mia sensazione è che il blog abbia assolto, nel tempo, una funzione positiva – fare ascoltare la voce dei lettori, anche critici e propositivi – e una negativa, cioè quella di lasciare spazio a un certo numero di provocatori anonimi, talora ricorrenti, che se non erano sempre “troll” gli somigliavano molto. Voler partecipare alla vita di una collana editoriale alla quale si è affezionati non può significare demolirla, minacciarla o ricattarla di continuo (“…non ti compriamo più!”). Soprattutto, non può significare dettarne la politica secondo i propri gusti e pareri personali. “Urania” è grata ai lettori che fanno le loro osservazioni con calma e sangue freddo, ma non intende dare spazio a personaggi esagitati e poco equanimi. Infine, mi sembra un peccato che le discussioni sul blog si perdano così spesso dietro a questa o quella polemica e affrontino raramente il contenuto dei romanzi, la fisionomia degli autori, le tendenze della fantascienza letteraria o cinematografica. Come se la politica, le querelles, i pesi e contrappesi avessero più importanza delle idee, dei linguaggi, delle cose che ci danno piacere in sé. Non è che dobbiamo metterci a dipingere le nuvole, per carità, ma un po’ di relax ogni tanto…!

Detto questo, lasciateci dire con soddisfazione che il momento più tempestoso è passato e che ci aspetta un’estate fantascientifica di tutto rilievo. “Urania” è tornata ad essere la mosca bianca dell’edicola, l’unico mensile italiano di fantascienza e l’unico libro venduto a cinque euro. (Fanno eccezone gli 0,99 cent con cui non possiamo ancora competere, ma hanno meno pagine dei nostri libri e, come si dice, per i miracoli ci stiamo organizzando.) A riparlarne su queste colonne: per il momento, buone letture a tutti.

G.L.

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Contatti

settembre 28th, 2012

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“Mille notti più una”, un racconto di Mina Argento

giugno 23rd, 2010

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Mina Argento… chi è costei? Un’autrice tanto promettente quanto elusiva. Il suo racconto è apparso a stampa nel numero di “Urania” di giugno e ci è parso tanto valido – questo aggettivo che vuol dire tutto e niente – da indurci oggi a diffonderlo in rete. (Fra parentesi, c’è qualcuno, lì in Piemonte, che l’abbia conosciuta o almeno avvicinata di persona? Finora noi stessi abbiamo avuto, con la sfuggente neo-autrice, soltanto rapporti epistolari e non ci dispiacerebbe farle un’intervista.) Crediamo che in Mina Argento si nasconda il cuore di una donna ricca di esperienza e la mano di una narratrice nata. Insomma, ci è piaciuta. Un criticoide oggi squalificato, ma un tempo molto “auscultato” (sic!) ci  ha tediati con una lunga e-mail post pubblicazione paragonandola alla Ursula K. Le Guin del XXI secolo. Vedrete da voi che il paragone è a dir poco belante, pecoreccio addirittura: perché Mina – ah, Mina! – non ha paragoni nel Terzo millennio. E’ una donna d’altri tempi e non a caso sceglie per questa sua prima prova la materia di cui son fatti i sogni, le donne stesse: immagini della notte intrecciate nel nome di Sheherazade, la suprema narratrice. Ma il rimando all’immortale novelliere arabo è solo il modo d’incominciare, di introdurci a una riflessione sulla narrativa tout-court che speriamo susciti tutta la vostra approvazione e stimoli i commenti più lusinghieri, e soltanto quelli.

G.L. 

Il Sultano strinse le bende attorno ai polsi della sua prigioniera.
Scheherazade sussultò.
— Raccontamela tu una storia, stanotte. C’è bisogno di cambiamenti qui.
— Non ho il talento per raccontare storie — si lamentò il Sultano. Guardò fuori dalle finestre dell’attico dell’harem, verso i fianchi risplendenti come stelle degli edifici più alti del mondo.
— Posso suggerirti degli spunti per le tue storie. Sono un uomo d’affari, so cosa vende di più.
Scheherazade gemette. — I fumetti vendono. Io non scrivo fumetti. Non so disegnare. — Mordicchiò un punto che risaltava nitido tra le fitte suture dei polsi.
— Sì, il moderno mercato globale ha bisogno di trasposizioni cinematografiche e diritti accessori. Ecco perché i film tratti dai fumetti hanno a disposizione i budget più ricchi di Hollywood.
Scheherazade addentò la stanghetta degli Chanel bifocali. — Non voglio sentire certe cose! Perché non mi fai giustiziare subito? Mi faresti un favore enorme.
Il Sultano scosse la testa avvolta nel turbante, carico di smeraldi e zaffiri. I decessi dei membri del suo harem letterario si ripetevano con lugubre regolarità. Morivano per le solite ragioni: alcol, droga, disperazione e disastri aerei durante i tour promozionali. Scheherazade minacciava o tentava il suicidio ogni volta che la notte incontrava l’alba. Tuttavia, era incredibilmente dura a morire.
— Viviamo in tempi che si vanno rapidamente oscurando — dichiarò il Sultano. — Il nostro mondo ha bisogno di narrazioni chiare e semplici. Di una speranza facile e a buon mercato. Di storie forti, dal forte contenuto morale. È compito tuo fornire quel contenuto.
Scheherazade si strattonò il pigiama blu notte coperto di lustrini. Fremette di fronte al prolungato silenzio del Sultano. Era abituata alle incessanti pubblicità, promozioni, manchette, presentazioni e imbonimenti del suo signore, ma quando diventava cupo, stoico e silenzioso le dava sui nervi.
— Potrei raccontare la storia di Mosè, il salvatore del suo popolo.
— Ottimo! — Il Sultano sbucciò un mango con un coltello di plastica, di quelli consentiti a bordo degli aerei. Leggi tutto »

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