Urania Jumbo 18: Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”

marzo 26th, 2021

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Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”, Urania Jumbo n. 18, aprile 2021

Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”, Urania Jumbo n. 18, aprile 2021

Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”, Urania Jumbo n. 18, aprile 2021

 

Anno 2099. Howard Falcon è un pilota spaziale dal passato burrascoso.

Precipitato con il proprio dirigibile in un orrendo incidente occorso molti anni prima, Howard è stato strappato dalla morte grazie a tecniche di chirurgia sperimentale che ne hanno fatto un cyborg.

Come primo e unico immortale, metà uomo e metà macchina, Falcon è destinato a grandi cose, dalle più pericolose esplorazioni spaziali a contatto con creature aliene, come le gigantesche “meduse” presenti nell’atmosfera di Giove, e con i robot, di cui la civiltà umana si avvale sempre di più e la cui coscienza si sta risvegliando…

Giove esercita un fascino potente su Falcon, che tra un viaggio nel Sistema Solare e l’altro si rivelerà un punto di incontro prezioso nell’imminente conflitto tra uomo e macchina.

“Le cronache di Medusa” (The Medusa Chronicles, 2016), è il seguito del celebre racconto di Clarke A Meeting with Medusa del 1971, un’avventura spaziale erede della Golden Age della fantascienza.
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Urania: 70 anni di futuro… raddoppia!

giugno 21st, 2022

Continua il viaggio di Urania: 70 anni di futuro, in collaborazione con il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport.

Dopo il grande successo dei primi 25 titoli, ecco le prossime uscite:

 

IL PIANO DELL’OPERA

26 “La caduta di Hyperion” di Dan Simmons 27 luglio 2022
27 “Abissi d’acciaio” di Isaac Asimov 3 agosto 2022
28 “Il Portale degli Obelischi. La terra spezzata 2” di N. K. Jemisin 10 agosto 2022
29 “Il problema dei tre corpi” di Cixin Liu 17 agosto 2022
30 “Incontro con Rama” di Arthur C. Clarke 24 agosto 2022
31 “I biplani di D’Annunzio” di Luca Masali 31 agosto 2022
32 “Il Cielo di Pietra. La terra spezzata 3” di N. K. Jemisin 7 settembre 2022
33 “Aristoi” di Walter Jon Williams 14 settembre 2022
34 “Il mondo dei Berserker” di Fred Saberhagen 21 settembre 2022
35 “Le cronache di Medusa” di Alastair Reynolds & Stephen Baxter 28 settembre  2022
36 “Nessun domani” di Nancy Kress 5 ottobre 2022
37 “Radicalized” di Cory Doctorow 12 ottobre 2022
38 “La matrice spezzata” di Bruce Sterling 16 ottobre 2022
39 “Musica aliena” di Alan Dean Foster 26 ottobre 2022
40 “Cronache di Mondo9” di Dario Tonani 2 novembre 2022
41 “L’ultimo cerchio del paradiso” di Boris & Arkadij Strugackij 9 novembre 2022
42 “La canzone del tempo” di Iain R. MacLeod 19 novembre 2022
43 “Viaggio allucinante” di Isaac Asimov 23 novembre 2022
44 “La ragazza nell’atomo d’oro” di Ray Cummings 30 novembre 2022
45 “2001: Odissea nello spazio” di Arthur C. Clarke 7 dicembre 2022

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Urania 1697: Alastair Reynolds, “Diamanti e turchesi”

novembre 27th, 2021

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Alastair Reynolds, “Diamanti e turchesi”, Urania n. 1697, dicembre 2021

Alastair Reynolds, “Diamanti e turchesi”, Urania n. 1697, dicembre 2021

Alastair Reynolds, “Diamanti e turchesi”, Urania n. 1697, dicembre 2021

 

A dicembre, doppio appuntamento con Alastair Reynolds! “Diamanti e turchesi” contiene infatti i suoi due romanzi: “Diamond Dogs” e “Turquoise Days”.

In “Diamond Dogs” siamo catapultati alla fine del XXV secolo. Davanti al lugubre monumento funerario degli Ottanta di Chasm City (aka “La Città del Cratere”), dove riposano anche i suoi genitori, Richard Swift incontra un vecchio amico… che credeva morto da un secolo e mezzo: Roland Childe.

Roland gli racconta di aver finto la propria dipartita al fine di portare avanti il Programma, un tentativo di esplorazione dello spazio profondo condotto in segreto dalla sua famiglia. Il vecchio amico vuole reclutare anche Richard per la squadra che sta mettendo insieme, che include: un esperto di cibernetica, una specialista in intrusioni, un Ultra con il proprio equipaggio… e l’ex moglie di Richard, a cui i Giocolieri hanno dato incredibili abilità matematiche.

La meta della spedizione è la Guglia di Sangue, sul lontano pianeta Golgota: una dedalica e labirintica struttura aliena, circondata dai resti dei poveretti che hanno provato a scoprirne il segreto. Un vero e proprio labirinto mortale a forma di torre fluttuante, con un percorso costellato di enigmi sempre più complessi man mano che vi si ascende.

Nessun appassionato di rompicapi potrebbe resistere alla tentazione di arrivare in cima… ma quale sarà il prezzo da pagare?

Nel secondo romanzo del volume, “Turquoise Days”, la scienziata Naqi Okpik e sua sorella Mina investigano su delle anomalie nel mondo acquatico di Turquoise, così chiamato per le sue acque turchesi…

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Urania Jumbo 24: Alastair Reynolds , “I fuochi di Elysium”

settembre 29th, 2021

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Alastair Reynolds , “I fuochi di Elysium”, Urania Jumbo n. 24, ottobre 2021

Alastair Reynolds , “I fuochi di Elysium”, Urania Jumbo n. 24, ottobre 2021

Alastair Reynolds , “I fuochi di Elysium”, Urania Jumbo n. 24, ottobre 2021

 

Venticinquesimo secolo, Cintura Scintillante.

Il pianeta Yellowstone, con la sua orbita contornata da diecimila pianeti artificiali, è un paradiso utopico governato da democrazia perfetta, la Demarchia.

Ciascun cittadino è chiamato a esprimere ogni giorno il proprio parere, non esistono grandi conflitti, e l’umanità nel suo complesso è arrivata a conoscere un livello di prosperità mai raggiunto prima sotto l’occhio attento dell’unico organo di controllo: i prefetti di Panoplia.

Ma ogni utopia ha la sua falla. All’improvviso, gli abitanti degli habitat orbitanti iniziano a morire a causa di uno strano malfunzionamento dei loro impianti neurali che fa sciogliere i malcapitati come neve al sole.

A investigare sull’inquietante emergenza è il prefetto Tom Dreyfus insieme alla collega Thalia Ng. Un compito non semplice, dato che le morti sembrano assolutamente casuali.

Come se non bastasse, negli habitat orbitanti, incendiati da un panico di massa, la voce di nuove figure carismatiche inizia a parlare di secessione

 

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Urania 1704: Alastair Reynolds, “Permafrost”

giugno 27th, 2022

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“Permafrost”, Alastair Reynolds, Urania n. 1704, luglio 2022

“Permafrost”, Alastair Reynolds, Urania n. 1704, luglio 2022

“Permafrost”, Alastair Reynolds, Urania 1704, luglio 2022

 

Un viaggio nel tempo. Più nello specifico: un viaggio nel tempo… diretto dal passato. 

 

Nel 2080 il futuro è agli sgoccioli, dopo che l’Azzeramento, una catena di catastrofi globali, ha messo in ginocchio l’umanità.

Ma c’è ancora una speranza, seppure appesa a un filo.

Un gruppo di dodici persone, tra medici, scienziati e militari, si sta radunando in segreto su una nave tra i ghiacci del Circolo Polare Artico, sotto la guida dell’intrepido Dottor Cho.

L’impresa a cui mirano sembra impossibile: scongiurare l’imminente tracollo globale, e quindi salvare il presente… andando a operare in modo mirato sul passato.

Ma affinché l’Esperimento Retrocausale Permafrost abbia successo, manca ancora un elemento essenziale alla squadra del Dottor Cho.

Sarebbe facile pensare a un Premio Nobel, o a un eroe di guerra, eppure il membro finale del team non è nulla di tutto ciò.

L’elemento chiave è… un’anziana maestra di scuola.

Intanto, nell’anno 2028, una giovane donna subisce un intervento al cervello, un’operazione di routine che non dovrebbe dare grosse complicazioni.

In un primo momento, infatti, sembra andare tutto secondo i piani, ma nei giorni successivi, la ragazza inizia ad avvertire inaspettati effetti collaterali. Come una strana e angosciosa voce nella testa, dotata di volontà propria.

La voce di un’anziana signora che sostiene di parlarle dal futuro….

“Permafrost” è un thriller post-apocalittico che combina in modo brillante il tema del cambiamento climatico e i viaggi nel tempo, nato dalla penna di uno dei più grandi maestri della fantascienza contemporanea.

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Urania 1692: Alastair Reynolds, “Proiettili lenti”

giugno 25th, 2021

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Alastair Reynolds, “Proiettili lenti”, Urania n. 1692, luglio 2021

Alastair Reynolds, “Proiettili lenti”, Urania n. 1692, luglio 2021

Alastair Reynolds, “Proiettili lenti”, Urania n. 1692, luglio 2021

 

Non detestate anche voi quando vi capita di risvegliarvi dal sonno criogenico, in stato confusionale, in un’astronave sconosciuta e per di più piena zeppa di criminali di guerra?

È quello che succede a Scur, donna soldato nella lunga guerra che ha visto i Pianeti Periferici in lotta contro i Pianeti Interni. L’ultimo ricordo di Scur risale al  momento in cui era appena stato dichiarato il cessate il fuoco, quando è stata catturata a tradimento e torturata da Orvin, un criminale di guerra della peggior specie.

Perché allora adesso si trova imprigionata sulla Caprice insieme ad altra feccia come lui?

Scur sa di non essere una criminale, ma la sua memoria è in subbuglio. Nel suo sistema sono state iniettate non una ma ben due “pallottole lente”,  una sorta di medagliette elettroniche designate a preservare i ricordi dei soldati.

La nave è alla deriva e i prigionieri, civili e non, si stanno svegliando. Qualcosa è andato decisamente storto. Ma cosa? Dove li stavano portando, e perché Scur si trovava in un posto simile?

Insieme a Prad, tecnico civile della nave, e altri passeggeri disorientati, Scur dovrà seguire gli indizi celati nelle pallottole lente, che rappresentano l’unico legame con il passato per la maggior parte degli occupanti della nave.

Presto scoprirà che la posta in gioco, sulla Caprice, potrebbe non essere solo la sua sopravvivenza… ma quella dell’umanità intera.

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Urania aprile 2021

aprile 15th, 2021

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Ad aprile tenetevi pronti al decollo!

Con “Balzo nell’altrove”James Gunn ci porta all’altro estremo della galassia, tra pianeti alieni e nuove sfide per l’umanità; con Urania Collezione “Esperimento dosadi”, di Frank Herbert, preparatevi a vivere un vero e proprio esperimento sociale di massa su un remoto pianeta; e nell’Urania Jumbo “Le cronache di Medusa” di Alastair Reynolds Stephen Baxter partirete verso incredibili nuove esplorazioni spaziali con un cyborg davvero unico nel suo genere.

E voi, quale rotta imposterete sul computer di bordo?

 

James Gunn, “Balzo nell’altrove”, Urania n. 1689, aprile 2021

James Gunn, “Balzo nell’altrove”, Urania n. 1689, aprile 2021

Frank Herbert, “Esperimento dosadi”, Urania Collezione n. 219, aprile 2021

Frank Herbert, “Esperimento dosadi”, Urania Collezione n. 219, aprile 2021

Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”, Urania Jumbo n. 18, aprile 2021

Alastair Reynolds, Stephen Baxter, “Le cronache di Medusa”, Urania Jumbo n. 18, aprile 2021

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Urania 1952-2012 prima parte

ottobre 9th, 2012

La famiglia Mondadori (Arnoldo, il figlio Alberto e l'editore Valentino Bompiani, con le signore)

Urania 1952-2012

Ovvero, come la macchina del tempo non si è mai fermata

Ottobre 1952: sessant’anni fa usciva il primo numero dei “Romanzi di Urania”. Novembre 1952, a distanza di un mese appariva nelle edicole anche “Urania” rivista. Per festeggiare la ricorrenza, vi anticipiamo quattro momenti della lunga avventura editoriale delle nostre collane. Il tutto dalle pagine del volume Il futuro alla gola: una storia di Urania 1952-2012 di Giuseppe Lippi che uscirà all’inizio del 2013 (per gentile concessione dell’editore Profondo Rosso, Roma).

Omaggio a Monicelli

Il re Giorgio

Nel raccontare la storia della nostra collana, molto spazio è stato dedicato alle figure dei fondatori, in primo luogo Giorgio Monicelli (1910-1968) che ha curato la rivista “Urania” e i suoi “Romanzi” fin dal 1952, partendo da un progetto che gli stava a cuore dall’anteguerra. Ma benché la figura di Monicelli sia diventata giustamente leggendaria, come quella di un Jules Verne o almeno uno Hugo Gernsback dei nostri lidi, non bisogna dimenticare che ben difficilmente un giornalista solitario ― per quanto nipote di Arnoldo Mondadori ― avrebbe potuto varare una nuova linea editoriale di successo. E’ per questo che va dato il giusto credito ad Alberto Mondadori (1914-1976), secondo figlio di Arnoldo e cugino di Monicelli, che fiancheggiava il padre nella direzione della casa editrice al tempo della rinascita. Nell’Italia di Giorgio Monicelli e Alberto Mondadori, si decise di varare non una, ma due collane di fantascienza: “Urania” sarebbe stata una rivista di racconti e rubriche; una collana parallela, “I romanzi di Urania”, avrebbe ospitato i testi più lunghi. Furono questi ultimi ad uscire per primi il 10 ottobre 1952, al prezzo di 150 lire per 160 pagine; la rivista di racconti avrebbe visto la luce il mese dopo. Il direttore responsabile delle due testate era Gino Marchiori, il curatore Monicelli. L’editor o meglio il publisher ― se volessimo usare in anticipo questi termini aziendali molto più recenti ― era Alberto Mondadori (che, in qualità di editore, non figurava nel tamburino redazionale). Per il momento “Urania” non aveva una redazione vera e propria: oltre ad esserne curatore, Giorgio Monicelli ne era anche redattore letterario e a volte traduttore. In seguito, i compiti più tipicamente redazionali sarebbero stati affidati ad Andreina Negretti, a sua volta abile traduttrice, che rimase l’unica responsabile del lavoro quotidiano dagli anni Cinquanta agli anni Settanta, quando venne affiancata da Lea Grevi e poi da Marzio Tosello.

Ma per tornare ai tempi eroici di Monicelli, diremo subito che “Urania” rivista non fece presa come si era sperato e cessò le pubblicazioni nel dicembre 1953, dopo appena quattordici numeri. E’ un peccato, perché la formula della rivista di racconti avrebbe permesso di trasmettere appieno l’impatto della science fiction moderna, che negli anni Cinquanta aveva la sua punta di diamante nel racconto breve. Storie mature sul piano stilistico, ingegnose e spesso paradossali venivano pubblicate ogni mese nella moltitudine di riviste anglo-americane: in Italia se ne sarebbe avuta la prova definitiva qualche anno più tardi, con l’antologia di Sergio Solmi e Carlo Fruttero Le meraviglie del possibile (Einaudi, 1959). Nei quattordici numeri di “Urania” rivista sono raccolti numerosi capolavori della fantascienza: racconti come “Le maschere” di Fritz Leiber, “Terrore” di Richard Matheson, “Esodo nero” di Ray Bradbury (un episodio delle Cronache marziane), una versione breve di Fahrenheit 451 pubblicata con il titolo Gli anni del rogo, “L’ultimo marziano” di Fredric Brown, “I mangiatori di loto” di Stanley G. Weinbaum (un classico degli anni Trenta sempre fresco e attuale, o rara avis). Inoltre, la rivista mondadoriana avrebbe tradotto la produzione corrente di scrittori come John Wyndham, Katherine MacLean, John D. Macdonald, Damon Knight, Frank G. Robinson, Murray Leinster, Clifford Simak e Isaac Asimov, tolta dai mensili americani “Astounding Science Fiction”, “Amazing Stories”, “The Magazine of Fantasy and Science Fiction” e soprattutto “Galaxy”. Su “Urania” rivista non ci sono state concessioni alla nostalgia, al passato remoto, a velleitarismi di alcun genere. Il vezzo principale è consistito nel pubblicare, talora a puntate, romanzi per ragazzi come I vampiri di Venere apparso nel primo numero: un testo che, per quanto scritto da un noto astronomo come Philip Latham, venne condensato nella versione italiana ed era del resto, fin dall’origine, un prodotto per giovanissimi.

Si è dunque trattato di una bella e precoce pubblicazione soffocata dalla sorella maggiore, la collana di romanzi che avrebbe finito per surclassarla. Se “I romanzi di Urania” attecchirono è perché si diedero alla robusta forma dell’intrattenimento generale, del romanzo d’azione oltre che di idee. Ed escono tuttora, benché con il n. 153 del giugno 1957 la testata sia diventata “Urania” tout-court. L’ultimo numero firmato da Giorgio Monicelli come curatore è stato il 267, nell’ottobre 1961. Ma chi era il leggendario pioniere dei “Romanzi” e probabile inventore del neologismo “fanta-scienza”? Com’era cominciata la sua meteorica carriera? Le cose stanno così: Arnoldo Mondadori aveva cominciato l’attività editoriale insieme all’amico Tomaso Monicelli e ne aveva sposata la sorella, Andreina. A Tomaso erano nati due figli, Giorgio e Mario, sia pure da diversa madre. Giorgio, futuro fondatore di “Urania”, era un figlio illegittimo dell’attrice Elisa Severi e sarebbe cresciuto in casa dei Mondadori, sotto le cure personali della zia Andreina. Era nato a Tradate il 21 maggio 1910, sarebbe morto a Milano il 20 novembre 1968. Dalla prima moglie, Italia Buzzi (sposata nel 1937), aveva avuto tre figlie: Diana, Fede ed Eva. In seguito aveva abbandonato la famiglia per andare a vivere con Maria Teresa Maglione, detta “Mutti”, che collaborava con lui in campo editoriale e avrebbe tradotto numerosi romanzi sotto pseudonimo.

In un’intervista raccolta per “Urania”da Lorenzo Codelli nel 1997, il regista Mario Monicelli ci ha lasciato il seguente ritratto del fratello: «Giorgio era più grande di me di sette od otto anni: tra noi c’è un altro fratello, Franco, poi vengo io e quindi Mino che ne ha quasi cinque meno di me. Voglio precisare che Giorgio era figlio di un’altra madre, un’attrice teatrale molto nota ai primi del Novecento: mio padre aveva avuto con lei una relazione, ma la signora non aveva mai voluto sposarlo. Ricordo che da ragazzo andavo spesso a trovare Giorgio in casa dell’altra signora. Mio fratello aveva soltanto la licenza liceale, non so se si fosse mai iscritto all’università; trovò presto da guadagnare come traduttore e mio padre, da parte sua, aveva altre gatte da pelare, per cui non fece sforzi particolari per convincerlo a continuare gli studi. Giorgio è entrato alla Mondadori e piano piano si è fatto strada. Ha curato diverse collane e per la “Medusa” ha scoperto molte belle cose. Prima della guerra ha diretto anche dei settimanali, tra cui, mi pare, uno dedicato alla narrativa poliziesca che si chiamava “Il cerchio verde”. Era un appassionato di astrofisica, leggeva trattati divulgativi e ricordo che nei primi anni Trenta voleva spiegarmi la relatività di Einstein, una cosa che non capiva neanche lui! Credo che “Urania” sia nata da questa passione, Giorgio aveva avuto l’intuizione che dovesse essere una collana popolare. Leggeva l’inglese e quindi aveva a disposizione testi che non arrivavano in Italia. Traduceva anche, ma non parlava né capiva la lingua viva: aveva imparato l’inglese sulla carta e leggeva quei segni come fossero il sanscrito…

«Per cominciare, e prima di collaborarvi stabilmente, Giorgio acchiappò da Mondadori qualche traduzione dal francese; in seguito si trasferì a Milano ed entrò nella casa editrice come correttore di bozze e traduttore. Mio fratello era considerato un artista, un rompiballe; come il suo amico Cesare Zavattini non voleva orari fissi, arrivava in ritardo e perciò veniva continuamente multato. Facevano strani scherzi, da goliardi, come attraversare la stanza del direttore editoriale a piedi scalzi! Contrariamente a Zavattini, mio fratello non ha mai potuto o voluto fare lo scrittore vero e proprio. Aveva provato a scrivere qualche racconto, ma non ne era rimasto soddisfatto; io stesso ne ho letti un paio, ma erano cose truci piene di gente complessata che si uccideva. Comunque, ebbe sempre un certo rimpianto per questo abbandono. Giorgio passava le sue nottate con un tipo ancora poco considerato nell’ambiente, Giorgio Scerbanenco, giornalista e autore di racconti gialli ambientati a Milano in un’epoca in cui si doveva ambientare tutto in Inghilterra o chissà dove. Frustrati, gran bevitori di vino tutti e due, la sera erano sempre ubriachi, in quegli anni anteguerra. Durante la guerra mio fratello Giorgio entrò in una formazione partigiana; per un anno o due fu anche questore di una città importante, Varese mi pare. Alla liberazione del Nord tornò in ditta: Arnoldo Mondadori, durante il conflitto, era scappato in Svizzera per paura di requisizioni o sequestri, ma ora l’attività si andava riorganizzando. Voglio ancora dire che mio fratello è stato il primo ad aver tradotto in ltalia Malcolm Lowry, anche se quando lo scrittore venne in ltalia per conoscere il suo traduttore, i due non riuscivano a comunicare! Allora si misero a bere barbera e a sghignazzare, insieme a Scerbanenco, come si può immaginare. Giorgio è morto prima di aver compiuto sessant’anni, di cirrosi epatica…”

Giuseppe Lippi

(1 – continua)

L'illustratore Kurt Caesar

Un intervento di Giuseppe Lippi sul portale Mondadori

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