Urania 1612: Cuori strappati

novembre 3rd, 2014 by Moderatore

cuorioprevUn uomo armato di bisturi si aggira per le strade di Ambrosia, cercando le case dei suoi pazienti che si augurano di non incontrarlo affatto, o almeno di non incontrarlo oggi. È un chirurgo che dopo ogni operazione scompare, ma si fa rivedere presto perché lavora a un progetto più ambizioso. Pochi sanno che i pazienti (anche i più spaventati) sono in realtà “vittime” del tutto consenzienti, o che un’inquietante teoria sulla fine del tempo abbia a che fare con quelle che sembrano le gesta di un criminale; eppure, dopo l’ennesimo “cuore strappato” qualcuno si è messo in cerca della verità. Una donna vuole vederci chiaro, anche
se l’esperimento sembra arrivato ormai al termine e manca così poco allo scoccare dell’Ora Degna…

GLAUCO DE BONA Nato a Belluno nel 1973, vive a Longarone e ha pubblicato alcuni romanzi fantastici (Il milionesimo clone, 2005; L’estrema frontiera, 2008; La trinità nera, 2013) ma anche poesia e narrativa breve (I guardiani e altri racconti, 2006). Ha già partecipato al premio Urania in passato, aspettando l’occasione migliore per vincerlo.

EBOOK DISPONIBILE

 

Posted in Urania Collana

72 Responses

  1. Armando

    Dopo “Quake, pianeta proibito” (Summertide) …..
    http://www.mondourania.com/urania/u1261-1280/urania1274.htm
    ….. “Un mondo per gli Artefici” (Divergence) …..
    http://www.mondourania.com/urania/u1601-1620/urania1606.htm
    ….. ci viene ora riproposto “Punto di convergenza” (Convergence) …..
    http://www.mondourania.com/urania/u1341-1360/urania1359.htm
    ….. che è, in realtà, il quarto episodio della saga.
    Che ne è stato dunque del terzo (Transcendence) e che ne sarà del quarto (Resurgence)?
    Mi vorrete scusare per la pignoleria ….. ma vi sembra giusto pubblicare una serie di romanzi in siffatta maniera?

  2. heropass

    Scusate, vado OT: c’è la possibilità di vedere continuare la collana Grandi Saghe con la continuazione del Trono di spade?

  3. Giuseppe Lippi

    Armando, avrai tutte le risposte in quarta di copertina. Ma il tuo intervento è incredibilmente OT, non c’entra niente con novembre. Dovrebbe essere cancellato.

  4. Giuseppe Lippi

    Niente OT, sorry.

  5. Riccardo Larosa Falcetta

    @Armando: “Punto di Convergenza” è già stato pubblicato su Urania anni fa, con una magnifica cover di Patrito, per cui si tratta di una ristampa. E’ ipotizzabile, quindi che come l’inedito e la ristampa di quest’anno, anche “Quake” e i due inediti da te citati siano recuperati, in seguito,e speriamo non troppo in seguito…
    Come spero si completino le serie di benford e quella sui Burattinai.

    In realtà, penso che serie come questa non condividano altro che dei mondi e qualche flebile linea narrativa che li rende leggibili in modo abbastanza indipendente l’uno dall’altro e anche se pubblicati in modo disordinato. Gli autori penso non siano affatto stupidi da questo punto di vista da pretendere che i lettori conoscano prima di leggere un loro libro qualsiasi cosa abbiano pubblicato prima, ambientandola in quel mondo o tra quei personaggi. Lo stesso Asimov ha pubblicato i libri della sua fondazione in modo disordinatissimo, eppure i lettori si sono goduti tutto ugualmente…
    L’ordine di pubblicazione penso dipenda dalle proposte degli editori stranieri, dalle vendite dei volumi, dalle richieste del mercato, dai costi e dai contratti: roba davvero troppo complicata e al di fuori di qualsiasi visione o pretesa filologica.

    Più che altro invece mi aspetto che:
    1 non si taglino più i romanzi che è davvero cosa pessima (e qualche dubbio mi è rimasto sull’ultimo Scalzi…);

    2 si torni a fare come qualche anno fa, quando per la pubblicazione dei vari titoli di una serie (ricordo Neanderthal Parallax e la bella saga di MacLeod) non si aspettava più di sei mesi/un anno, che mi sembra un tempo ragionevole. Invece quest’anno ci siamo allegramente saltati il terzo volume di Resnick sui Pirati spaziali – si l’ho criticato ma è qualcosa di talmente bizzarro e surreale (un Western travestito da SF, come ne scriverebbe Lansdale, che con Resnick ha diversdi punti di contatto) che alla fine, sotto sotto mi ci sono affezionato :)

    Proporrei alla redazione una serie di FAQ (per una volta non si tratta di una raggelante parolaccia: significa Frequently Asked Questions 😀 :P), magari suggerite dai lettori sulle varie questioni che puntualmente vengono riproposte qui e alle quali si potrebbe invece fissare una risposta unica e sempiterna 😉

    Infine faccio notare che quest’anno vi è un ritorno massiccio non solo della fantascienza (sono almeno dodici i libri di un certo peso pubblicati tra Urania e gli altri editori) ma della fantascienza spaziale, tecnologica, biogenetica, transumana… insomma il genere nella sua forma più speculativa e come si deve. In libreria è spuntato persino un nuovo iperlodato romanzo marziano, tra l’altro a un prezzo ridicolissimo, di un editore che ogni tanto la prova la fa… Speriamo bene.
    E speriamo che questa dei capolavori divenga infine una collana bimestrale a parte e che sulla collana madre si tornino a pubblicare solo inediti. Ormai, per forza di cose in un anno ho dovuto dimezzare i miei acquisti uranici…

    Non ho finito: recuperate Baxter e McAuley, che non hanno niente da invidiare a Reynolds, Hamilton e compagnia “barocco space” 😉

  6. Franz

    Mi associo ad Armando, verrà il ciclo pubblicato integralmente?

  7. heropass

    “(…) Gli autori penso non siano affatto stupidi da questo punto di vista da pretendere che i lettori conoscano prima di leggere un loro libro qualsiasi cosa abbiano pubblicato prima(…)”: per me non è così; la serialità esiste proprio perché un lettore desidera ritrovare gli stessi mondi se non gli stessi personaggi.
    Certo ci sono romanzi seriali che sono meno sequenziali e/o consequenziali di altri e si possono leggere senza troppi problemi.

  8. lasec

    @ Riccardo Larosa Falcetta
    Anni fa era possibile pubblicare cicli a intervalli di 6/12 mesi. Adesso conta che di fatto abbiamo 6 inediti all’anno…
    … la vedo dura sulla tua proposta.

  9. heropass

    C’è speranza di vedere ristampato Lucius Shepard?

  10. Armando

    Mi vorrete perdonare se vado OT ….. ma desidererei riproporre una domanda che avevo presentato il mese scorso e che, sfortunatamente, era rimasta senza risposta:
    Dopo la pubblicazione dei primi sei titoli nella collana ‘OSCAR – I Grandi della Fantascienza’ ….. è prevista, per il futuro, l’uscita di ulteriori opere?
    Ringrazio per la cortese attenzione ….. :)

  11. Giuseppe Lippi

    Tutti OT.

  12. galions

    Dopo aver fatto i complimenti a De Bona per la vittoria del premio Urania, rinnovo i complimenti dopo aver letto il romanzo che ho divorato in pochi giorni.
    La 2° e 3° parte le ho lette in un fiato senza interruzioni.
    Davvero ben scritto e ricco di idee.
    Mi sono piaciuti i personaggi, la storia, lo sviluppo delle indagini e le ambientazioni.
    Il viaggio mentale del capitano Lupi nel finale mi ha ricordato alcune scene del film ‘Apocalypto’.
    Spero di trovare gli altri titoli precedenti dell’autore e di rivederlo presto sotto le insegne di Urania.

  13. franz

    Una domanda alla giuria che ha scelto questo romanzo come il vincitore del premio urania, è un caso per cui gli ultimi vincitori abbiano pubblicato romanzi sempre incentrati su investigazioni e polizieschi futuristici? Gli italiani che scrivono fantascienza sono tutti legati a questi temi? O voi della giuria avete una particolare preferenza in tal senso?

  14. Riccardo

    @Lippi: urge anche una sezione OT…

  15. Armando

    @ Signor Lippi …..
    E’ vero ….. “tutti OT” …..
    Mi duole però constatare che la domanda che ho posto sia rimasta, anche in questa occasione, priva di risposta.
    Eppure, a mio modesto parere, Lei dovrebbe essere in grado di sapere se vi è l’intenzione di pubblicare, nella citata collana, ulteriori titoli.
    La ringrazio comunque ….. e, la prego, mi perdoni per l’insistenza …..

  16. Massimo Luciani

    @franz lo hanno notato in parecchi. 😉 A questo punto sarebbe interessante sapere se la percentuali di gialli fantascientifici candidati al premio è particolarmente alta o se davvero i giurati hanno una preferenza per questo genere.

  17. Silver Apple vive ancora

    @ Franz:
    Probabilmente perché insieme alla distopia è la forma fantascientifica più praticabile se non ha una solida formazione scientifica o se non sei in condizione di procurarti consulenti su consulenti che rendano il tuo romanzo a prova di nerd.
    Anche se data la sovrapproduzione il genere ha un po’ stancato, presi singolarmente i polizieschi futuristici che hanno vinto il premio Urania li ho trovati ben congegnati e ben scritti.
    Anche se aveva personaggi un po’ troppo stereotipati mi ricordo piacevole quello ambientato a Napoli con l’ispettore che leggeva il cervello dei morti, aveva la progressione di classico giallo all’italiana alla Sergio Martino, non male neanche quello ambientato a Mosca con le prostitute androidi, anche se il tema francamente abusato invalidava il risultato.
    A me non dispiacciono, anche se varrebbe la pena tentare qualcos’altro (E infatti la mia distopia non è uscita dal mio computer).

  18. heropass

    @ Massimo Luciani e franz: Lippi ha già risposto a questa domanda e mi permetto di ripostare la sua risposta:

    “Smentisco le illazioni: purtroppo non siamo in grado di influenzare in alcun modo il materiale che ci arriva e se c’è una preponderenza del genere horror-noir è perché favorito dalla maggioranza degli autori giovani. Abbiamo pensato più volte di scoraggiare questa tendenza, evitando di premiare un fantagiallo, ma non ci siamo riusciti a causa della qualità degli… altri aspiranti. Ma devo anche ripetere, e poi non lo farò più, che vendere qualche copia in più è vitale per Urania, come per ogni pubblicazione priva di introiti pubblicitari. Indicare questa aspirazione come un peccato, è il colmo.”

  19. heropass

    Mi scuso per non aver aggiunto questo nel mio precedente post, ed è una mia considerazione: evidentemente c’è una carenza di qualità in tutte le altre proposte o la migliore qualità si riscontra solo in questi tipi di proposte.
    Personalmente non ho niente in contrario con qualsiasi tipo di contaminazione ma credo che di altri Evangelisti non ce ne siano là fuori, attualmente.
    Ribadisco che per me il Premio Urania andrebbe eliminato ma mi rendo conto che in termini di costi editoriali controbilanci le spese per autori più costosi e che richiedono anche traduzione.

  20. Antonino Fazio

    E’ evidente, e non ci sarebbe bisogno di dirlo, che di volta in volta viene premiato il romanzo che si presenta meglio, quale che sia il genere o il sottogenere. Si può supporre che questo “meglio” individui anche il più adatto, rispetto al pubblico medio di Urania, e intenderei in tal senso le indicazioni di Lippi sulla vendibilità.
    Non si tratta dunque di preferenze, ma di valutazione. Quanto all’auspicio di heropass, mi permetto di dire che il Premio Urania si potrebbe eliminare solo se venisse sostituito da una redazione appositamente dedicata alla lettura di romanzi italiani. Questo mi sembra impraticabile, perciò non mi pare conveniente auspicare l’abolizione di una modalità di selezione che io ritengo apprezzabile. Del resto, anche heropass ne riconosce la sensatezza. :-)

  21. heropass

    “E’ evidente, e non ci sarebbe bisogno di dirlo, che di volta in volta viene premiato il romanzo che si presenta meglio, quale che sia il genere o il sottogenere.”

    Non riconosco alcuna evidenza di questo per cui continuo a nutrire i miei dubbi.
    Il caso Evangelisti docet.

  22. heropass

    Una cosa non capisco: che bisogno ci sarebbe di una redazione apposita per leggere i romanzi in italiano?
    Non esiste già una qualche struttura simile che si occupa di leggere i romanzi in lingua inglese?
    Non potrebbe questa stessa redazione leggere i romanzi in italiano?

  23. AgenteD

    Faccio i miei complimenti all’Autore per l’ambientazione, valida e credibile. Allo stesso tempo però, con altrettanta sincerità, manifesto la mia perplessità per lo stile di scrittura (dei dialoghi in particolare), e per l’andamento dello trama che mi sono sembrati molto acerbo il primo e un po’ debole e affrettato il secondo.

  24. franz

    Ringrazio tutti coloro che mi hanno risposto; effettivamente l’argomento era stato già trattato. E’ che mi riesce incredibile pensare che gli esordienti scrittori italiani di fantascienza siano soprattutto legati ad una narrativa poliziesca che, al di là del tema a me non favorito (ma questo è un gusto personale), non riescono a rendere per nulla accattivante (per non parlare dei dialoghi, assai troppo spesso non credibili ed estremamente banali)! Eppure, oltre a Evangelisti, casi di veri scrittori, originali e capaci di appassionare ci sono, mi basta ricordare Tonani e Catani, che ho trovato di livello pari ad autori stranieri ben osannati, quindi non ci credo che non ci siano in circolazione narratori capaci, non solo di inventare, ma anche di raccontare!Per questo mi auguro possano venire scoperti presto!

  25. Isi

    Mi associo pienamente a quanto scritto da agented…in effetti troppo spesso i dialoghi sono al limite del puerile…fastidiosi nella loro banalità. Onestamente, un romanzo scadente. Mio punto di vista, è ovvio.

  26. Antonino Fazio

    @heropass
    Citi Evangelisti come controesempio. A me sembra che dimostri ciò che ho detto, dato che il romanzo di esordio con l’inquisitore Eymerich venne respinto un paio di volte perché giudicato poco fantascientifico. Infatti, dopo la frase che tu hai riportato, ho aggiunto: Si può supporre che questo “meglio” individui anche il più adatto, rispetto al pubblico medio di Urania.
    Quindi, la mia tesi è che si pubblichi il migliore dal punto di vista narrativo (e non potrebbe essere diversamente) a condizione che sia anche giudicato come il più adatto al pubblico (ovvero il più vendibile). Questo significa che all’epoca il romanzo di Evangelisti fu giudicato inizialmente troppo contaminato, mentre ora come ora la contaminazione (col giallo, ad esempio) viene giudicata adatta al pubblico medio (che non corrisponde del tutto, io credo, a chi scrive su questo blog).
    Quanto alla redazione, non credo si occupi di valutare romanzi, e se anche lo facesse non avrebbe certo il tempo di leggere e selezionare (oltre al resto) qualcosa come 6 o 7 romanzi al mese, a dir poco. :-)

  27. heropass

    @Antonino Fazio.
    Sono stato troppo sintetico nel mio post; mi spiego meglio: l’esempio di Evangelisti l’ho portato per fare da contraltare al criterio di scelta liberamente adottato o, da quel che dice Lippi, subito (visto che sembra che i soli romanzi pubblicabili ricadano in un certo genere, come ammesso dallo stesso Lippi) che sta alla base dei testi pubblicati nel Premio Urania.

    All’epoca Evangelisti non veniva pubblicato, nonostante avesse presentato alcune volte il suo Eymerich.
    I motivi che posso ipotizzare sono due:

    1) il romanzo andava riscritto meglio, o tagliato qua e là o, comunque riveduto.
    E qui abbiamo una scelta redazionale funzionale che non sto a discutere ma che, se le cose sono andate così all’epoca, non viene applicata, a mio avviso ai nuovi testi.

    Potrei fare diversi esempi pratici anche con testi acclamati di autori come McDonald o Reynolds che io trovo mal scritti; penso ad esempio al fatto che nel Fiume degli dei c’è un ricorso continuo a termini indiani che non trovi nemmeno nei libri di scrittori indiani; una continua fatica per il lettore, una forma di esotismo ridicolo; per non parlare del fatto che un personaggio sparisce dal romanzo per 100 pagine: una cosa impubblicabile francamente! E questo viene considerato un grande scrittore??).

    Dico questo perché i Premio Urania degli ultimi anni presentano romanzi prolissi, ridondanti, involuti.
    Prendere sempre come esempio Evangelisti: lineare nella scrittura, semplice nell’esposizione, concentrato mai su se stesso ma sulla trama.

    2) Il romanzo di Evangelisti non entrava nei canoni accettati.
    Oggi siamo ancora lì visto che gli utlimi romanzi pubblicati vengono identificati (e non solo da me come si puo’ vedere) in un paio di categorie, grosso modo.
    Abbiamo quindi ALTRI canoni.
    Se la redazione decide di voler proseguire su questi canoni inevitabilmente, anche involontariamente, si spinge uno che scrive a buttarsi sempre su questi generi.

    Da qui, se pure esiste un nuovo Evangelisti per qualità, potremmo avere difficoltà a vederlo in Urania.

    Detto questo la questione è: Urania vende bene questi italiani?
    Se sì tanto meglio per Urania e anche per chi, come me spera in altro tipo di pubblicazioni (anche perché credo che Lippi sia un raffinato lettore e sarebbe interessato a pubblicare ben altre cose ma limitato da “ordini di scuderia”, sia detto senza offesa) che possono arrivare solo se Urania vende di più.

    Però la mia posizione è fortemente critica sullà qualità che vedo; anzi: che non vedo.

    Ne subiscono le conseguenze i nuovi Premio Urania che non mi sogno nemmeno di acquistare scottato dalle pubblicazioni dei varii Tonani, Verso, Cola, Di Matteo, Asciuti, Passaro ecc.

    Ripeto: se vendono va bene ma non venitemi a dire che abbiamo qualità oggi negli scrittori italiani.

    Mi scuso per la prolissità.

    Un’ultima domanda: ma i romanzi stranieri vengono allora acquistati e pubblicati senza una previa lettura di un qualche tipo?

  28. Silver Apple vive ancora

    Dimenticavo: i due Urania di Francesco Grasso avevano bei dialoghi, me li ricordo molto belli ma li ho letti nel pieno della fase cuberpunk da cui ora ho preso le distanze e non mi ero ancora stancato delle distopie e quindi non so.
    Non è mai bello fare i conti in tasca alla gente e naturalmente auguro che le vendite vadano a gonfie vele ma sinceramente non credo che pubblicare fantathriller italiani sia un compromesso verso il mercato (Inesistente) e che di conseguenza si incoraggino i fantathriller (Penso che arrivino da soli e che sia tutta colpa di Blade Runner, magari è una questione anagrafica) anzi che siano controproducenti, per non parlare dell'”integralismo” e l’esterofilia sempre presenti (A volte del tutto ingiustificati: Urania Collezione pubblicava delle vere rarità italiane completamente rifiutate dal pubblico che elogia roba molto peggiore di “Quando le radici” o “Dove stiamo volando”), c’è da chiedersi chi glielo fa fare a leggersi un sacco di robaccia ben oltre il limite del masochismo in cerca di un nuovo Valerio Evangelisti (Sempre che la missione sia trovare un nuovo Valerio Evangelisti e non credo, neanche a ridosso della Eymerichmania)
    Sarebbe interessante sapere se e quanto è peggiorata la qualità media dei manoscritti se una volta si permettevano il lusso di rimbalzare Evangelisti e se e quanto è aumentata la fatica nel trovare qualcosa di quantomeno decente e perché i fantapolizieschi riescono più facilmente ad essere decenti rispetto al resto.
    @ heropass: Uh, è vero… Lucius Shepard in particolare “Life during wartime”… Joe Haldeman non ci si è neanche mai avvicinato e John Scalzi ne può scrivere quanti ne vuole ma di libri come questo non ne farà mai, ne sono abbastanza sicuro e credo sia proprio una questione di sensibilità e non di bravura (Ho letto solo l’indelebile romanzo breve da cui è scaturito ma lo si capisce già, me lo dicono i miei sensi di ragno, gli stessi che mi dicono di stare alla larghissima da “Interstellar”).

  29. Antonino Fazio

    @heropass
    L’esempio di Evangelisti è indicativo in quanto all’epoca fu ripresentato (per quanto ne so) una seconda e una terza volta prima di essere accettato. Il motivo (sempre per ciò che mi risulta) era l’eccessiva contaminazione. Questo però vuol dire che non è vero che “siamo ancora lì”, in quanto oggi la contaminazione (per esempio col giallo) non viene mal giudicata, anzi si suppone che possa servire a raggiungere un pubblico più vasto. Quindi non è che oggi esistano altri canoni, piuttosto i canoni non fanno testo, perché la scelta avviene (com’è ovvio) col criterio del romanzo migliore, o comunque più adatto al pubblico.
    Rispetto a questo criterio del più adatto, proprio ciò che dici degli stranieri, e non solo degli italiani, evidenzia il problema del gusto personale (in questo caso il tuo), che non può essere una modalità di scelta editoriale, la quale deve invece indirizzarsi per forza di cose a un ipotetico pubblico medio, cioè ampio il più possibile. Questo blog non può essere considerato rappresentativo, dato che nemmeno al suo interno esiste omogeneità.
    Quanto ai romanzi stranieri, certo che vengono letti prima. Ma questo non implica che si possa fare altrettanto per gli italiani, dato che molti lettori non li amano. Semmai c’è da chiedersi il perché.
    Io credo che i lettori di fantascienza “maturi” abbiano educato il loro gusto sulla narrativa importata, e non riescono ad apprezzare gli italiani. Solo un lettore che si accosti adesso alla fantascienza potrebbe sviluppare gusti diversi. Ecco perché è importante che gli italiani continuino ad essere pubblicati, ed ecco l’importanza del Premio Urania.

  30. AgenteD

    Eh, no,heropass, altolà :)
    Se il diavolo è nascosto nei particolari, nel tuo intervento è nascosto in quel “ecc.”: tutti gli autori italiani che hai citato (in particolare Tonani, Verso, Cola e Di Matteo) hanno scritto degli ottimi romanzi (questione di gusti, ovviamente…).
    Io già l’anno scorso ero intervenuto sul “tema monocorde” dei romanzi che vincono il premio Urania ma da varie risposte ho poi capito che, in sostanza, se questo (cioè gialli fantascientifici) gli Autori scrivono, questo noi premiamo e pubblichiamo… Magari nel premio Urania del prossimo anno si potrebbe mettere un sottotitolo del tipo “riservato a pubblicazione che parlino di spazio, astronavi, alieni e/o di argomento (anche blandamente…) hard science-fiction…

  31. heropass

    @Antonino Fazio: non mi sono spiegato bene, mea culpa.
    Quando dico che siamo rimasti lì non intendo che siamo rimasti a “quei” canoni, ma che siamo sì su altri canoni, ma pur sempre di canoni parliamo.
    In questo mi conforta l’opinione di molti altri lettori anche fuori da questo blog.

    Tu affermi: “Io credo che i lettori di fantascienza “maturi” abbiano educato il loro gusto sulla narrativa importata (ecc.)”.

    Puo’essere, certo. La mia posizione è ovviamente personale ma prescinde da una generalizzazione su italiano o non italiano.
    Potrei citare a sostegno della mia ipotesi che si favoriscano certi tipi di romanzo italiano il fatto che in Urania sono stati pubblicati stessi tipi di romanzi ma stranieri (cito Oppegaard, Somers, Braziel, Moody che a vario titolo e con qualità differenti rientrano in quel genere).

    Attenzione: non è la contaminazione in sé o il genere più o meno fantascientifico che ha importanza, ma la qualità del romanzo in sé.

    In sintesi credo che gli italiani siano troppo pedissequamente emuli di questi canoni, attenti ad edificare qualcosa che stia in piedi come forma ma deficitando di originalità di proposta e di sostanza.

    Non basta saper scrivere per scrivere.

    Capisco la tua affermazione sui lettori che si affacciano adesso e ne comprendo la necessità editoriale.

    Oppongo due obiezioni a ciò:

    affermi che molti non amano gli italiani; perché insistere allora? Per fini pedagogici e/o per creare un parco scrittori necessariamente meno costosi di quelli stranieri favorendo un contenimento dei costi (legittimo, ci mancherebbe)?

    Il mio pensiero è che non si arriverà da nessuna parte seminando fantascienza italiana in questo modo; alla lunga la paghi perché perdi i vecchi lettori e non so se i nuovi lettori che hanno maggiormente le loro radici fantascientifiche nel linguaggio filmico e videoludico sosterranno a lungo questa politica dell’italiano a tutti i costi che rincorre la moda imperante.
    Parliamo di media con diverse velocità; se la letteratura si mette in competizione sullo stesso terreno di un medium molto più veloce come il cinema ecc. non la vedo bene.

    Al contrario la qualità tira sempre (o quasi) vedi la serialità di George R.R. Martin o per restare in tema italiani, Evangelisti.

    Perché assegnare per forza il Premio Urania?
    Rafforziamolo, attiriamo nuove forze anche da altri campi letterari, magari, proponiamo un Premio Urania Europeo per scrittori di altre nazioni UE.

    Ripeto: io parto dalle mie scarse conoscenze del mercato e posso solo rompere le scatole con le mie ipotesi forse fantasiose ma di una cosa sono certo come ex lungo-abbonato di Urania: la qualità se ne sta andando e il mio tempo è troppo prezioso per leggere banalità vestite di fantascienza.

    @AgenteD: che dirti? Per me quegli autori hanno scritto cose francamente puerili. Tonani aveva delle qualità ma si è perso nella sua serialità.
    Gli altri li trovo illeggibili per non dir di peggio.
    E ci ho provato e riprovato a leggerli con buona volontà e cercando di azzerare il mio giudizio, dandomi tempo, cercando le condizioni migliori, credimi.
    De gustibus…

  32. Antonino Fazio

    AgenteD, sono abbastanza d’accordo. Rispetto al genere, tuttavia, al massimo si potrebbe precisare che i romanzi devono essere di sf in senso stretto. Solo che noi per primi (noi vivi, potremmo dire citando Heinlein) sappiamo che la fantascienza non si fa incasellare così facilmente. Se posso fare un esempio personale, io sono arrivato due volte in finale: nel primo romanzo c’erano appunto spazio, astronavi e alieni; nel secondo la fisica quantistica e gli universi paralleli. I due romanzi sono stati poi pubblicati altrove ma, dato che non ho vinto, è evidente che in entrambi i casi c’è stato un romanzo che funzionava meglio del mio. Quindi, il criterio dell’adesione al genere non può prevalere rispetto a un criterio più generale che ho definito del “più adatto” alla pubblicazione. Di nuovo, proprio noi non possiamo stupircene, visto che si tratta in qualche modo di un criterio “darwiniano”, perciò scientifico… :-)

  33. Picchio

    un saluto a tutti

    prima volta che intervengo sul sito anche se ho avuto modo e piacere di essere stato di aiuto nei confronti di Mondourania
    la fantascienza italiana….ce dolore di denti da almeno quaranta anni a questa parte ( ho 63 anni, leggo Urania da 53 anni…di cui ho ovviamente tutta la collezione e collaterali annessi, la nord, robot etc etc etc…è l’unico vantaggio dell’età )
    vengo al nodo prima di essere enucleato per ot
    in questi 53 anni ho letto morbosamente di tutto….e non solo fs…..passando anche per la sfbc che pubblicava antologie di autori europei per mostrare come essa non fosse solo riservata ad inglesi e americani.
    Beh….forse e ripeto forse…potrei salvare 5 o 6 cose tra romamzi e racconti che non appartengano alle sopracitate scuole…
    questo lo dico con enorme stima e rispetto per tutti gli autori italiani, francesi, belgi, portoricani e chi più ne ha più ne metta.
    il problema è di fondo e per non perdere tempo in spiegazioni e motivazioni che finirebbero col comporre un trattato di mole non ndifferente me la caverò con un parallelo.
    Il rock&roll è una musica tipicamente americana ( si certo contiene forti connotazioni africane e non solo ma il mix che ne è nato rappresenta proprio l’unione degli ingredienti che lo hanno dato come risultato finale ).
    Qualunque fruppo al mondo è in grado di suonarlo, anche bene se non meglio di tanti gruppi USA ma….ho detto suonarlo…non averlo insito nelle proprie radici culturali.
    Avete mai ascoltato Elvis…o David Bowie…per citare due artisti sicuramente noti al colto e all’inclita…cantare brani italiani? L’unica cosa che suscitano in noi è un accenno di risata, senza cattiveria…..le due voci son sempre belle voci…ma Volare di Bovie o Torna a Surriento di Elvis….oh Signore!!!!
    E questo per lo stesso identico motivo per cui è meglio che ci asteniamo dal ritenerci capaci di scrivere qualcosa che inevitabilmente risulterà essere una cover senza anima e vita propria.
    Certo possiamo produrre bellissimi romanzi….da leggere, da rileggere, da commentare, da amare, da portarci alla riflessione o da indicarci magari nuovi orizzonti….ma saranno sempre e comunque il risultato desunto e non vissuto di movimenti culturali ( e non solo, ovvio ) a noi come cultura del tutto estranei
    Del resto non c’è un solo romanzo o racconto italiano che abbia avuto il respiro di capolavoro riconosciuto a livello mondiale come tale.
    E questo dice tutto credo
    Ripeto….stimo moltissimo parecchi autori italiani di cui con sforzo porto a termine la lettura dei loro lavori proprio perché mai giudicare a priori o con cognizioni insufficienti e quello che mi sembra lapalissiano è il non saper ” costruire ” un romanzo al di là di una semplica trovata base sulla quale si snodano eventi più o meno piattamente convenzionali come agguati, intrighi, tradimenti, esplorazioni, doppi giochi etc etc ma sempre e soltanto riferiti allo spunto di base, senza il superamento dello stesso per passare concettualmente ad un proseguo che non abbia più nulla a che fare con lo stesso ma ne ribalti o ne stravolga i canoni per poter prendere strade a pagina 30 che quasi non abbiano nulla più in comune con quanto sviluppato fino a quel momento.
    Siamo tutti lettori qui mi sembra….ok….prendete un po’ in mano qualche testo dei vostri autori preferiti e controllate se quanto ho scritto non corrisponde a verità.
    Il Premio Urania consimili sono opere meritorie quanto illusorie purtroppo… o comunque limitate al nostro orticello….quindi credo che i famosi criteri di scelta siano forzatamente ristretti a quello di scegliere il meno impubblicabile ( detto senza cattiveria e senza sminuire il sudore, la passione e il tempo dedicatoci dagli autori….questo sia chiaro, solo uno stupido può pensare che non ci sia la vera volontà e il piacere di fare qualcosa di bello da condividere con gli altri tirando fuori e affinando con l’impegno e la pazienza le proprie doti ).
    O forse magari mi sbaglio io e parto da una posizione troppo critica e/o estrema, nessuno ha la verità rivelata e innata per cui lungi da me pretendere di averla io….ho voluto e cercato soltanto esprimere il risultato di anni e anni di passione per la sf, l’horror, i film, la musica e i fumetti in una sintesi molto cruda che purtroppo ritengo non essere molto lontana da una da un punto di vista disincantato e onesto sulla fs italiana e di conseguenza sull’attuale ( e non solo ) risultato del premio Urania.
    Poi se mi volete proprio tirare le pietre….non sono certo il primo a riceverle per aver espresso una opinione non allineata.
    Mi scuso per eventuali errori ma amo scrivere di getto così come usualmente parlo quindi non riguardo mai i post per fare il bravino e il perfettino.
    Buon lavoro a tutti

    Umberto

  34. Antonino Fazio

    Perché assegnare per forza il Premio Urania?
    Creo che la domanda sia mal posta. Intanto, è evidente che non c’è una causa di forza maggiore, si tratta di una scelta, che io ritengo apprezzabile. In Francia, gli autori locali sono stati sempre molto pubblicati, e in America pubblicano solo (o soprattutto) i loro. E’ così che hanno imparato a scrivere. In secondo luogo, visto che non apprezzi autori come Reynolds, mi sembra chiaro che stai utilizzando il criterio del tuo giudizio personale. Non potresti fare diversamente, ma non puoi generalizzare. In terzo luogo, capisco la protesta se si pubblicassero molti italiani ma, visto che se ne pubblica solo uno all’anno, la lamentela sembra eccessiva. Il fatto che si pubblichi solo quello è dovuto infatti al gradimento non eccessivo della media dei lettori. Diversamente, si sarebbe dato seguito all’idea (più volte ventilata) di pubblicare anche il secondo e il terzo classificato. Questo non è avvenuto e, probabilmente, non avverrà mai.
    Ultima cosa: se gli italiani sanno scrivere gialli, perché non dovrebbero saper scrivere fantascienza? La mia risposta è che i gialli glieli pubblicano senza problemi, perciò chi li sa scrivere li scrive.
    Una domanda, heropass: quali autori (e quali romanzi) preferisci in assoluto? Te lo chiedo, perché sono convinto che, tra gli autori e i romanzi italiani, almeno qualcuno ti potrebbe piacere (a parte Evangelisti che hai già citato). :-)

  35. Antonino Fazio

    “Creo” è, ovviamente, “Credo”.

  36. Gneo

    Terminato ora.
    Giudizio in linea con altri partecipanti al blog: parte bene ma si spegne pian piano.
    Scrittura così così e finale alla Rambo che sa di dejà vu.
    Se questo è il miglior romanzo SF dell’anno vuol dire che noi italiani siamo ancora anni luce dagli scrittori anglosassoni.
    I migliori SF che ho letto nell’anno sono stati ‘Il prefetto’ di Reynolds e ‘La ragazza meccanica’ di Bacigalupi’.
    Di ben altro livello!

  37. heropass

    @Silver Apple vive ancora:
    Interstellar non è davvero male. Il suo maggior pregio, secondo me, è di essere una storia solida che non si appoggia sugli effetti speciali che sono, una volta tanto, al servizio del film.
    Poi, naturalmente dipende con che aspettative lo vai a vedere.

  38. Carlo Alberto

    @heropass: sono d’accordo al 100% con quello che hai scritto; da vecchio lettore per quanto mi sforzi non riesco a trovare qualità negli ultimi autori italiani pubblicati da Urania; il che non vuol dire che non sanno scrivere, ma se per completare la lettura dei loro romanzi ci metto un sacco di tempo e diventa quasi un sacrificio qualcosa vorrà dire.

  39. Antonino Fazio

    Che il Premio Urania sia il miglior romanzo tra quelli inviati mi pare scontato. Del resto, viene scelto da una giuria composta da persone che sono dei grandi lettori di sf, dunque degli esperti, precisando che viene adottato il criterio aggiuntivo del più adatto alla pubblicazione.
    Questo si rivolta contro gli italiani, nel momento in cui i romanzi pubblicati vengono giudicati mediocri, ma ci sono da fare alcune considerazioni. La prima è che il criterio con cui si scelgono i romanzi di Urania è del tutto diverso. Un romanzo viene selezionato tra il meglio della narrativa mondiale, un bacino enormemente più ampio di quanti non ne arrivino (senza alcuna preselezione) sul tavolo della giuria del Premio. Questi romanzi sono tutti già stati pubblicati prima di arrivare in Italia, perciò hanno già superato una barriera, e sono tantissimi. Alcuni di loro hanno magari anche vinto uno o più premi. E’ perciò evidente che non si può paragonare un Premio Urania a, che so, un Premio Nebula, che viene assegnato selezionando tra tutte le opere già uscite, non tra una manciata di romanzi di aspiranti scrittori (un autore italiano di sf già noto non partecipa al Premio Urania). Va da sé che, in un gruppo di romanzi scritti sostanzialmente da sconosciuti (o quasi), quelli decenti non possono che essere una manciata (i finalisti). La scelta finale viene dunque fatta su un numero di romanzi assolutamente esiguo, impossibile da paragonare col numero molto ampio di romanzi già pubblicati, all’interno del quale si sceglie uno qualsiasi dei romanzi di Urania.
    Detto questo, se confrontassimo i finalisti con un numero pari di romanzi stranieri (dunque già pubblicati) scelti con un criterio random, assolutamente casuale, mi viene da pensare che il confronto non sarebbe così penalizzante per i romanzi italiani.
    Qui però si sostiene che gli italiani non sanno (geneticamente o culturalmente) scrivere sf, e la prova sarebbe che un Premio Urania non regge il confronto non (per dire) con un Reynolds (che qualcuno giudica altrettanto mediocre) ma con uno a scelta tra i capolavori riconosciuti della sf mondiale. A me non sembra un modo convincente di sostenere una tesi. E a voi? :-)

  40. heropass

    @Antonino Fazio: la mia opinione è e non puo’ essere altro che personale.
    Quello che scrivi è, come suol dirsi, condivisibile però…
    Il discorso è che l’italiano che si pubblica ha vinto un premio, ha passato una selezione, è stato ritenuto meritevole di essere pubblicato; secondo la mia opinione, per la qualità che (non) vedo siamo parecchio al ribasso.
    Per questo dico: non c’è un romanzo all’altezza?
    Non si assegni il Premio Urania! invece assegnarlo per forza significa sminuirlo.
    Faccio mie le osservazioni di Picchio quando dice che lo sforzo messo dai partecipanti va ammirato però la qualità non c’è.
    Carlo Alberto ha detto in poche righe quanto andava detto.
    Se uno legge un libro che ha vinto un premio si aspetta qualità, se non la trova pensa: ma allora qui premiano tanto per pubblicare un italiano ogni anno!
    Uno all’anno così è anche troppo.
    Mi spiace per la crudezza ma la vedo così.
    Siccome tendo alla prolissità mi fermo qui.
    Gli autori?
    Grasso non era male, Fabriani un bell’esempio di sf italiana, Masali mi era piaciuto, il primo Catani, e poi Miglieruolo, Pestriniero e si puo’ andare anche ad Aldani.
    Ti faccio io una domanda provocatoria: dopo aver letto uno degli ultimi italiani ti viene voglia di leggere un altro suo romanzo?

    P.S. Sempre per rimanere crudeli per me Reynolds, McDonald e pure Stross sono monete false.

  41. Giuseppe Lippi

    Vedo che “la lotta per la sopravvivenza ha raggiunto nuovi diapason di ferocia”, come scriveva Arthur Clarke nelle prime pagine di 2001. Solo che qui non si tratta di sopravvivenza – anche se alcuni lettori ne parlano in questi termini – bensì di romanzi, cicli e premi Urania. Per fare piazza pulita devo chiarire innanzitutto due o tre cose: 1) Una collana diffusa e popolare come la nostra non può essere redatta con il criterio del juke box, cioè del ‘metto un gettone e sento la canzone che mi piace’. Il vostro gettone è apprezzatissimo, ma serve a leggere quello che noi pubblichiamo, per quanto non sordi agli appelli più sensati. Inutile, quindi, subissarci di richieste continue e personali, tantopiù che i programmi editoriali sono preparati con molti mesi di anticipo. 2) Questo blog, che alcuni scambiano per una piazza a disposizione di anonimi e furiosi manganellatori, è in realtà una vetrina editoriale. Voluta, pagata e redatta da una Casa come la Mondadori che non ha alcun interesse a farne una sede di litigi, invettive e tantomeno referendum. Se il disordine e il pressappochismo continueranno, ci vedremo costretti a ripubblicare il decalogo che già era uscito anni fa, arricchirlo ed estromettere dal blog tutti gli interventi che poco civilmente non vi si atterranno. 3) Tutti gli argomenti OT non riceveranno risposta, né ora né mai. La cortesia ne soffrirà ma meglio così che incrementare fraintendimenti e gazzarra. 4) La posta continuerà ad uscire su Urania cartacea per le qustioni di interesse generale, e al più presto prepareremo una nuova puntata. 5) Per le questioni attinenti il Premio: non tocca a pochi lettori-tribuni, nient’affatto rappresentativi del nostro pubblico variopinto, affossare un’importante iniziativa come il Premio Urania, iniziativa che conta ben cinque lustri di pubblicazioni. 6) e ultimo: la decisione della giuria che assegna il premio è, come in ogni concorso, INDINDACABILE. Siamo stati chiari su questi punti? Direi che il thread può anche terminare qui, per il momento. Ma tutto si chiarirà ancora meglio quando posteremo le nuove regole di comportamento del blog. Grazie a tutti e alla prossima.

  42. Giuseppe Lippi

    Invito heropass, Agente D, galiano e tutti gli altri anonimi a dichiarare le proprie generalità. Uno dei passi fondamentali da fare, per questo blog, sarà non accettare più commenti coperti dall’anonimato.

  43. AgenteD

    Be’, interessante paragone quello fra rock e fantascienza, però forse la musica è qualcosa di diverso, attingendo a corde profonde, spesso non spiegabili: per comporre/improvvisare jazz avere “la pelle nera” piuttosto che “gli avi originari della Louisiana” certo aiuta molto, ma la letteratura è qualcosa di più razionale, direi “scientifico” (o “fantascientifico”?  ). Se ho qualcosa da dire, la dico, sia se sono americano o portoricano o, appunto, italiano. Per questo penso che la fantascienza non sia adatta agli autori italiani… fino al prossimo romanzo ! (Cioè, finchè c’è vita c’è speranza…). Secondo me da noi manca – e non so neanche come chiamarla – una “scuola di scrittura”, un indirizzo culturale condiviso che, attraverso un percorso di maturazione/confronto/consigli porti ad uno scrittore (o scrittrice, ovviamente) /romanzo pienamente maturi. La FS in Italia mi sembra si regga su singoli autori di buona volontà, e spesso di grandi doti, ma privi di una base e di un indirizzo comuni. Quello che in fondo si è realizzato in Segretissimo, dove, faccio notare, quest’anno, al di là dei nomi “stranieri”, abbiamo avuto un’ottima annata, tutta di scrittori nostrani, tutti che, nella diversità degli stili e degli approcci, hanno avuto in comune una uniformità di metodi di indirizzo e una qualità alta, talora altissima di scrittura.
    Perché questo è accaduto nella spy-story e non nella fantascienza? So che l’Editor attuale gestisce una sorta di “scuola letteraria”, ecco si può cominciare proprio da lì, e se la qualità e la varietà delle tematiche, di cui la fantascienza è di suo molto ricca, (basta gialli!) non mancheranno, io penso che anche i lettori non storceranno più il naso verso gli autori italiani…

  44. Silver Apple vive ancora

    @ Picchio:
    Vero, ma
    1) In Italia sono stati fatti tarocchi a volte migliori degli originali (Il western per nessun motivo poteva appartenerci eppure) oppure è stata fatta una versione all’italiana di qualcosa di già esistente ( tutto il cinema di genere che coi suoi seguiti fasulli ed i remake istantanei fatti con due lire dei film di successo ci ha regalato roba che ancora ci invidiano, per rimanere in ambito rock potrei citare il progressive che è amato e collezionato in tutto il mondo forse anche più di quello originale inglese – che infatti gruppi come gli Osanna non ce li aveva – ).
    Per un po’ è andato forte lo “spaghetti cybeprunk” che era percepito come una cosa di rottura e pure politicizzato se vuoi ma era una cosa senza radici, che in realtà non poteva essere di rottura perché non aveva niente da rompere (O comunque quel poco che c’era non meritava di essere spazzato via, negli anni settanta il problema che stai esponendo se lo devono essere posto se certe parti di “Quando le radici” riecheggiano Pavese, io credo che quella fosse la strada giusta) che prendeva gli elementi più coreografici di William Gibson – gli innesti, il sesso virtuale, le droghe, le discoteche sadomaso – usandole per storie di guardie e ladri senza una vera riflessione sulla società che pure Gibson ci metteva… o forse si è rivelato sterile perché si era nutrito più di cinema che di letteratura precedente.

    2) Di Bowie in italiano c’è “ragazzo solo, ragazza sola” cantata da lui stesso trashissima ma a suo modo bellissima (Ma il Maggiore Tom è sparito) se no ce n’è una versione con un’altro testo dei Giganti non ricordo come s’intitola… tipo “Uomo del futuro” ma è di una bruttezza inscusabile.

    @ Heropass:
    Non fatico a credere che sia bellissimo e ben girato ma va inserito nel contesto.
    Anche “Inception” aveva effetti al servizio della trama e nel complesso era un bel film d’intrattenimento ma era zeppo di spiegoni (Il personaggio di quell’attore bello che assomiglia un po’ a keanu reeves non fa che infodumping letale e questo perché credo sia una megaproduzione e tutti dovevano capire tutto, guai a richiedere un po’ di sforzo tipo “Memento”), si avvita su se stesso soffocandosi da solo – come del resto tutti i film di Nolan – ed alla fine non sa dove andare a parare (Il finale aperto non è un colpo di genio ma l’unico possibile), in definitiva un blockbuster “difficile” di modo che chi va a vedere i blockbuster si può beare di aver capito qualcosa.
    Alla fine mi rendo conto di avergli concesso più possibilità di quante ne avrei concesse a chiunque altro solo in base a quanto mi era piaciuto “Memento”, per tacere di quello che ha fatto a Batman, proprio nei giorni di Occupy Wall Street, deve ringraziare che sono finiti gli anni settanta. (Ma forse “The Prestige” andrebbe salvato in virtù della particolare eleganza… e c’è un bel cameo di David Bowie).
    Mi sono bastati quelli che ho visto non ne voglio vedere altri (ne farà altri settanta e saranno tutti benissimo girati come quelli che ho visto – antipatico quanto vuoi ma il suo lavoro lo sa fare – ma non basterà a farmi venire voglia di vederli).

  45. Silver Apple vive ancora

    Oh, sono le due meno venti: la sonnolenza è un apostrofo rosa fra le parole “un’altro testo”.

  46. Il Trasfigurato

    Finito di leggere stanotte… Un buon juvenile, ma dalla ingenuità talvolta imbarazzante.
    i.e. : collettori solari in tutta Italia ( superficie kmq. 301.340 ca ), mentre… il deserto del TaklaMakan che si trova in Cina (superficie kmq. 337.000 ca )con irraggiamento solare più del doppio dell’Italia, no…

    Comunque, non voglio essere tacciato di pignoleria, l’impianto c’è potrebbe essere l’inizio di una breve serie, e quindi auguri all’Autore !

  47. Picchio

    Hello Silver

    volare di Bowie è nella colonna sonora di un musical…..Absolute Beginners ( pessimo nonostante ricco di artisti dall’ugola d’oro )
    se vuoi dargli anche uno sguardo scaricalo in divx da emule, a suo modo è famoso proprio a causa del suo clamoroso insuccesso
    trovato questo per ora

    http://www.youtube.com/watch?v=IF_rF-UvASI

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    21/03/2008 · La famosa canzone di Domenico Modugno nella versione cantata da David Bowie.

    era corri uomo corri…la versione di Space Oddity dei Giganti

    per quanto riguarda il paragone con la musica non parlavo di rock ma di rock’roll ed in ogni caso era un parallelo formale e superficiale giusto a livello di concetto ” puro “….ovvio che se si sposta il discorso sulle contaminazioni e sulle derivazioni non può più reggere, avviene in ogni forma d’arte e genera a sua volta nuove correnti
    anche i Beatles non hanno mai suonato nulla di diverso da quanto fatto da altri prima di loro ma son riusciti tramite sintesi ed amalgama tali da creare una musica assolutamente trascendente i suoi stessi canoni
    per Giuseppe Lippi…mi riferisco al discorso sulle generalità…sfondi una porta aperta…se mi dici come dove apporle ( terminologia militare: apporre le generalità….mah!!! ) nessun problema a farlo
    tornando alla fs…in specifico a Urania….si critica chi si ama….non chi ci è indifferente
    basta farlo costruttivamente
    anche il suggerire titoli non credo sia un errore
    giorni fa mi son riletto dopo una 40a e passa di anni ” questo mio mondo di follia ” di Laurence M. Jenifer….romanzo non attuale, attualissimo semmai…purtroppo è del 1966….uscito per i tipi de La Tribuna nella collana La Bussola
    nessuna ristampa
    notizie su di esso sono facili da trovare in rete, dategli una scorsa…. e attenzione….a suo modo si ricollega al Premio Urania nella parte del discorso riguardante come gestire una idea di base per farne un discorso parallelo e più vasto inerente all’uomo, le sue perversioni e la sua capacità o meno di gestirsi per non regredire allo stato di brutalità e bestialità pura
    il Premio Urania non va affossato, chiariamoci
    ma se alla Milano Sanremo non partecipa neanche un Big…..il vincitore Asmodeo Brufolone non è automaticamente un Campione perché è arrivato primo……ma nulla vieta che lo possa diventare per cui asserire che un romanzo in fondo non è un granchè non è una critica…..quanti grandi scrittori hanno toppato almeno una volta? tutti…..e certo nessuno si metteva a lodare un’opera non riuscita solo perché era firmata Stephen King o Isaac Asimov
    ( beh…si…qualche lecchino c’è sempre …..)
    il giudizio della Giuria è insindacabile
    sacrosanto…accetti che tu venga giudicato…indi ragion per cui detta la quale….te tieni er giudizio e mosca
    ma neanche una giuria composta dai Dodici Apostoli è automaticamente sinonimo o garanzia di scelta oculata e saggia…

    notteeeeeeeeeeeeeeeeeeeee

  48. Picchio

    scusa Agente D…ti ho ” mescolato ” con Silver
    grosso modo sono pienamente in accordo con quanto dici ( la speranza deve essere sempre l’ultima cosa a morire )…..dissento solo su una cosa..crivere spy story è ” relativamente semplice ” se si conoscono i meccanismi…..nel giallo la cosa è un po’ più complessa ma in fondo trovato il come e il perché qualcuno viene ucciso è sufficiente costruirci attorno dei personaggi che portino avanti la trama…..se analizzi per esempio Montalbano ti rendi facilmente conto della formula standard che usa lui…
    non dico sia facile intendiamoci….ma tutto sommato sapendo dosare un po’ di situazioni quasi standard….si può scrivere un giallo decente, magari da far girare tra gli amici….se poi uno ci si mette di brutto e legge tanto, oltre a riempire quaderni o hard disk di tentativi, bozze, racconti, romamzi etc….alla fine magari cominci ad avere risultati professionali
    ma la fs no
    non ricordo chi una volta disse…” la fs non è letteratura, è la LETTERATURA ”
    non ci sono confini
    la fs è lo specchio deformante di un milione di milioni di mondi
    se un londinese trova un accendino Bic in Times Square nel 1915….a qui vai dappertutto, non solo al commissariato o al saloon o al MI 15….se capisci cosa intendo dire
    o puoi andare in tutti e tre i posti
    o all’interno della mente…potrebbe essere stata la proiezione di qualcuno che gli passava vicino…..magari non del suo secolo….che pensava ad un Bic perché non riusciva ad accendersi la pipa coi cerini…e qualcosa lo ha fatto materializzare
    cosa?
    magari senza saperlo il nostro londinese è un mutante…per questo sensibile alle proiezioni mentali
    e quell’accendino gli fa scattare un’idea…o un’ossessione
    potrebbe essere un amuleto….che quando si accende equivale al si di una domanda e quando non si accende a un no
    e questo gli cambia mente e vita perché un si ad una certa domanda…tipo…dovrei uccidere John perché ha guardato la mia Mary?
    e lo uccide…..
    ma il tipo che doveva accendersi la pipa invece? che ci fa lì?
    abbiamo un omicida…probabilmente avviato a diventarepazzo e per di più mutante
    un misterioso fumatore di pipa che viene da un altro tempo
    una spia forse?
    e abbiamo un accendino che non dovrebbe esistere
    adesso torniamo ai tempi nostri
    dove è tornato anche l’uomo pipa
    è diretto a Langley

    etc etc

  49. Silver Apple vive ancora

    @ Picchio
    Infatti è più facile che uno scrittore di fantascienza (Ma direi uno scrittore di genere) riesca a scrivere un buon libro non di genere che viceversa, ma è così anche nel cinema, io penso che se uno non è in grado di apprezzare l’horror dagli anni settanta fino a metà ottanta non può dire di amare veramente il cinema (P.Es: i critici cinematografici lecchini italiani che il cinema di genere non l’hanno mai amato… e si “guadagnano” il pane scrivendo di cinema! Ma quanto li odio).

    @ AgenteD
    Una possibile attenuante per l’ingenuità (ma qualcuno l’ha chiamata bruttezza) delle opere di sf italiane è che chi scrive (ammesso anche che abbia un’idea e del talento) lo fa senza essere in possesso della tecnica necessaria, prendi “La ragazza meccanica” unanimemente riconosciuto come capolavoro, ha personaggi delineati con la stessa tecnica che userebbe un attore e la cosa è piuttosto visibile e così anche i dialoghi o certi accorgimenti per far progredire la trama come i traumi infantili, anche chi ha migliaia di idee ed un talento smisurato si aiuta così, cosa puoi fare se di idea ne hai magari una e sei appena bravino? Per forza il paragone è impietoso, sempre tenendo il parallelismo col cinema è come fare gialli all’italiana dopo che sono uscite cose tipo “Il silenzio degli innocenti” o “Seven” (E infatti…)
    Per contro non va neanche bene quando questi trucchetti da scuola di scrittura sono troppi e troppo visibili, ormai sono indistinguibili l’uno dall’altro tutti gli scrittori americani che hanno frequentato scuole di scrittura, sembra l’avverarsi di “Le argentee teste d’uovo”.

  50. AgenteD

    Beh, che dire Picchio? Ti posso solo fare il miei complimenti, hai svolto un’analisi del tutto condivisibile (che non intacca comunque il lavoro svolto dagli “Italiani ” su Segretissimo o i recenti vincitori del Premio Tedeschi ” sul Giallo: scrivere un bel romanzo è sempre un bel lavoro :)) Ripeto speriamo sempre: io continuo ad essere un lettore entusiasta.
    Riguardo “alle mie generalità “(termine più da Carabiniere :)) mi chiamo Giovanni Di Guglielmo (ma potrei essere anche Guglielmo Di Giovanni, non avendo i documenti qui abbiamo esistenze e quindi identità virtuali).

  51. Picchio

    ho un febbrone della Madonna….sopravvivo grazie a dosi massicce di tachipirina, quindi dovessi delirare non fateci troppo caso
    a proposito di nomi….my name is Umberto Saponaro
    ma dalla tenera età di tre mesi chiamato Picchio da tutti ( genitori compresi ) a causa del soprannome datomi dal medico di famiglia poiché pare spaccassi le culle a testate
    i film terror o horror…wow….vecchissima passione Silver
    a parte le videocassette…che già per me rappresentavano un miracolo…un FILM che potevo vedere QUANDO VOLEVO….Maronna!!!!
    poi dal 2001 i divx
    io vado un po’ più indietro….anni ’50 e ’60….( Amanti d’oltretomba, I Vampiri. L’orribile segreto del Dr Hitchcok e il seguito….Lo spettro, La maschera del Demonio….ma son tanti )grazie poi ad una rete di amici via via allargata credo di avere ( solo copie perfette ) una collezione sf/horror…di cui andare orgoglioso…e non ho tracurato i western italiani ai quali ho dato una caccia letteralmente spietata….meraviglie di internet…clicchi e ti vedi quel vuoi….per me è ancora fantascienza credimi
    per quanto riguarda ( e torno in OT spero ) chiarisco un concetto:
    sapessi scrivere io come il peggiore degli autori italiani….sarei felicissimo e aggiungo di comprare volentieri i gialli italiani
    Cristana Atori è un cavallo ( cavalla potrebbe suonare offensivo ) di razza per esempio
    e poi parla di cinema….che posso volere di più?
    Mi è piaciuta la trilogia di Di Marino ” Montecristo ”
    Nulla di stravolgente ma funziona come letteratura di evasione, il che è già un grandissimo pregio
    per i premi Urania Masali non è stato male anche se con i soliti difetti congeniti….Evangelisti ha copiato lo stilema narrativo di Martin Mystère….e questo non è cosa buona…. e anche di Marco Buticchi che non ha vinto nulla ma vende alla grande ottimi romanzi situati in un limbo di difficile etichettazione ma spesso molto molto vicini alla fantascienza….sicuramente molto di più di tante opere definite tali
    altri nomi non mi sovvengono quindi credo non abbiano laciato segni particolari
    sto grondando sudore sulla tastiera….che schifo!!!
    cmq che l’Evangelisti sia una persona e uno scrittore di provata cultura e casti interessi nonché presenza importante nel settore SF non è in discussione
    ma i miei nonni dicevato….carota e bastone…..viva Evangelisti ma anche…..dacce er mejo, nun te perde
    a buon intenditor….poche carote….
    meglio non rileggere sennò cancello tutto

    ATTENZIONE: questo post è altamente tachipirinizzato….può dare sonnolenza

  52. AgenteD

    @Silver Apple: beh, lungi da me il definire “ingenue” le opere di SF italiane! Mi rendo conto che occorre tanta pratica per scrivere bene e che le opere di esordio vanno valutate tenendo conto di ciò. Effettivamente poi anche gli scrittori stranieri non è che brillino sempre…

  53. Giuseppe Lippi

    Bravo l’Agente D che ha dato il suo nome con riserva. La voglia di anonimato è grande, in tempi oscuri.

  54. Marco

    “Cuori Strappati” è un buon romanzo, anche migliore di altri pubblicati sempre da Urania, da autori americani blasonati.
    Non capisco le polemiche sul premio Urania, che comunque consente ogni anno la pubblicazione di un romanzo di SF di un autore italiano.
    Complimenti comunque all’autore che, a mio parere può e deve ancora crescere sopratutto nello “spessore” dei personaggi.
    Saluti.

    Marco

  55. Picchio

    in tempi oscuri….ogni flebile fiammella riluce come stella

  56. heropass

    Caro Lippi, mi preme rispondere punto su punto alle sue accuse che ritengo infondate e cercherò di argomentare, come mi sembra, finora, di aver fatto nelle mie esposizioni.
    1) per quanto mi riguarda non ho alcuna pretesa di fare di Urania un juke box; le mie richieste, erano solo di informazioni sui programmi eventuali per alcuni autori.
    Lucius Shepard è morto da non molto e mi sembra più che legittimo richiedere se non vi saia in programma qualche ristampa, anche perché Mondadori ha pubblicato Settore Giada, tanto per fare un esempio.
    Come da lei ammesso i programmi vengono preparati con mesi di anticipo e non dovrebbe stupirsi della curiosità del pubblico.
    Lei afferma che il blog è una vetrina, quindi il luogo deputato per offrire informazioni al pubblico, visto che spesso e volentieri notizie sulle prossime uscite si hanno su altri siti e forum.
    Non capisco dunque questa rimostranza anche perché altro luogo nel blog dove poter chiedere dei programmi futuri non c’è.
    2) Gli anonimi e furiosi randellatori evidentemente non hanno infranto alcuna regola del blog visto che il moderatore non ha cassato i loro interventi.
    Personalmente sono andato a rileggere le regole del blog e non mi sembra di averne contravvenuta alcuna.
    Ho argomentato laddove possibile e ho espresso le mie opinioni e critiche anche “tranchant” che peraltro vedo non essere il solo
    a ritenere condivisibili.
    Lei stesso ha ammesso che ultimamente al Premio Urania arrivano solo un certo tipo di romanzi.
    Danno fastidio le critiche?
    Si vorrebbe un consenso o, comunque un blog anodino che non richieda interventi con risposte parimenti argomentative?
    Bene, lo si dica.
    Mi sembra però che le posizioni sono varie ed esiste un dibattito tra lettori.
    Salto il punto 4 perché non credo sia importante anche se vorrei sottolineare come la posta su Urania soffrirà inevitabilmente di un bel gap temporale rispetto alle questioni real-time scritte nel blog, ma questa è, ovviamente, solo un’opinione.
    5) Se i lettori-tribuni non sono rappresentativi non vedo perché alterarsi tanto.
    Urania vende di più a quento ho letto e non sarà certo qualche critico a far calare le vendite degli autori italiani e di Urania in generale, visto anche che la critica sugli autori italiani non è certo di oggi.

    Nessuno ha intenzione di affossare il Premio Urania; è esattamente il contrario e mi stupisce che non si riesca ad evincere la cosa dalle critiche.
    La mia posizione è nota e non la ripeterò qui.
    Se le scelte sono insindacabili (e nessuno si sogna di spodestare il ruolo di chicchessia) spero che almeno possiate ammettere che siano criticabili, altrimenti si parla ex-cathedra il che include una forma di infallibilità.

    Leggo termini come: “fraintendimenti”, “gazzarra”, “ferocia” “furiosi manganellatori”, “litigi”, “invettive”, “disordine”, “pressapochismo”.

    A me sembra di vedere solo lettori che hanno letto e amato Urania e che, dal loro punto di vista, non apprezzano alcune scelte.
    Attenzione: NON TUTTE: ALCUNE.

    D’altronde, come ripeto, se Urania sta crescendo (cosa che mi fa piacere visto, come ho già affermato, che, se certe scelte che non condivido possono dare la possibilità di poter pubblicare opere che sono di mio interesse l’interesse è reciproco visto che, non essendo più abbonato posso comprare queste eventuali altre opere che non mi interessano).

    Per non apparire critico a prescindere posso ampliare la gamma cromatica del mio intervento, dicendole che trovo migliorata assai la programmazione di Millemondi e, anche se ormai li ho tutti, di Urania Collezione.
    Non è per dare un colpo al cerchio e uno alla botte ma posso dire che ho apprezzato l’idea di pubblicare romanzi inediti riportando in Italia, ad esempio, Roshwald, Spitz, la ristampa integrale del Vagabondo di Brown e altro ancora.

    Avrei altre critiche argomentate da inoltrare che possono dimostrare come, a mio parere, certe scelte abbiano indispettito non solo me ma altri lettori e che stanno, io credo, alla fonte anche di critiche più recenti.

    Ma mi fermo qui.

  57. heropass

    “posso comprare queste eventuali altre opere che non mi interessano”

    andrebbe letto: “posso comprare queste eventuali altre opere tralasciando quelle che non mi interessano”.

  58. Picchio

    Il drago di bronzo (The Brass Dragon, 1969, Urania 595 del 1972 ) è un romanzo fantascientifico scritto da Marion Zimmer Bradley ai suoi esordi
    Un ragazzo si risveglia senza più memoria in un ospedale della città di Abilene, in Texas. Non ricorda nulla, nemmeno il suo nome. Ma pian piano emergono frammenti di un passato che non sa spiegarsi. Viene così a sapere di essere scomparso dalla sua città di origine, Berkeley in California, per più di un anno: ma cosa abbia fatto in questo lasso di tempo resta recluso in qualche angolo della sua mente.
    Sembra che tutto possa mettersi per il meglio, ma strani eventi mettono in pericolo la sua vita e quella della sua ritrovata famiglia, tanto che per far luce su cosa lo stia perseguitando dovrà scoprire dove è stato nell’ultimo anno, ricostruendo mesi trascorsi niente meno che sul pianeta rosso, il pianeta Marte.
    Praticamente una sola….
    infatti mai ristampato
    eppure la Marion ha imbroccato la via di Avalon ed è diventata quel che è diventata…..
    perseverare perseverare perseverare
    ( a parte il rischio di linciaggio per superamento dei limiti di sopportazione del lettori )….alla fine magari si indovina il ROMANZO della fama
    i seguiti anche se inferiori portano cmq soldini e inviti a conferenza ed eventi, tutti lautamente pagati

  59. Picchio

    come evitare il linciaggio dei lettori pur continuando a sfornare dei non capolavori ( eufemismo )?
    utilizzando degli pseudonimi….
    David Axton
    Brian Coffey
    Deanna Dwyer
    K.R. Dwyer
    John Hill
    Leigh Nichols
    Anthony North
    Richard Paige
    Owen West
    Aaron Wolfe
    trattasi di Dean Ray Koontz….ben noto ai lettori di Urania
    dajè e dajè alla fine è entrato nei Best Sellers Makers….
    ma nel suo caso più che perseveranza credo di possa parlare di Fede Assoluta in se stesso
    i malpensanti dicono che in realtà non usava pseudonimi ma costringeva i dipendenti del supermercato paterno a scrivere i romanzi……durante le ferie non retribuite ovviamente
    se alla prossima selezione del Premio Urania risulterà iscritto il figlio di Conad….beh….sappiamo cosa aspettarci
    oso ricordare un concetto….affrontare col sorriso le questioni serie aiuta a vedere la Luna e non il dito che la indica…

  60. galions

    @ Giuseppe Lippi
    Posterò per l’ultima volta con il nickname ‘galions’, mi chiamo Stefano Galliena per rispondere alla Sua richiesta più che lecita.
    Ho scritto per esprimere il mio apprezzamento al titolo di De Bona e ci tengo a non essere confuso con i ‘manganellatori’ citati dal Suo post.

  61. Picchio

    sulla Bradley…mi è saltato Darkover, sorry…..la strada di Darkover e Avalon

  62. Silver Apple vive ancora

    @ AgenteD
    No, no, anzi credo che in qualche caso le traduzioni migliorino i testi traghettandoli verso una più che decorosa medietà, tipo il doppiaggio italiano di certi attori.

    @ Picchio
    Non costringermi a parlare di Mario Bava (Uno che ha quasi sempre sprecato un incredibile talento visivo con sceneggiature di un’ingenuità imperdonabile). O Lucio Fulci (Uno che spesso ha sprecato un incredibile talento visivo con sceneggiature di una sciatteria imperdonabile). O western italiani (Perché ce ne sono anche di non italiani?)
    Se sei un cinefilo stare a casa coi malanni di stagione grazie ai canali tematici ed al tubo può anche non essere così male (Fai dal terzo giorno in poi)

  63. Picchio

    per Silver

    premetto di non essere assolutamente polemico e di rispettare sempre qualsiasi punto di vista
    il mio motto è……nessuno ha il dono della Verità Rivelata
    ( almeno sul pianeta Terra, altrove non so )
    sulle traduzioni principalmente si sono confrontate da sempre due scuole
    a) fedeltà assoluta ( nei limiti )
    b) l’adattamento o interpretazione…non mi va di fare nomi…a volte ha portato valdissimi uomini di cultura ( e di fantascienza ) a far durare tre frasi quasi mezzo capitolo in più
    non credo questo sia corretto nei confronti dell’autore, il traduttore non deve riscrivere un testo…..così come non deve tagliare quando ritiene un periodo troppo prolisso ( per i suoi gusti ) o semplicemente inutile
    chi riesce a barcamenarsi fra le due ” sponde ” del fiume credo raggiunga il risultato migliore
    …Roberta Rambelli ad esempio…
    ma si tratta sempre di camminare sul filo del rasoio, più ci metti del tuo….e più rischi di non esser corretto verso chi ti legge…il lettore dovrebbe essere messo in grado di giudicare il valore letterario di chi scrive, non di chi traduce
    credo che il Lippi possa essere ( se vuole ) molto più preciso di me su quanto ho detto….in specie sui traduttori troppo ” liberi ”
    cmq aprire una questione sulle traduzioni parlando di un libro di autore italiano vuol dire che il blog non si impicca in discorsi sterili….ma stimola e porta avanti varianti e ramificazioni del topico in maniera creativa…..
    tornando a noi….ognuno è libero di preferire l’una o l’altra delle scuole…se poi lo si riesce a leggere anche in originale…meglio

    per Silver

    l’Italia è sempre stato ( anche durante il Boom ) un paese di e per poveri
    l’Arte di Arrangiarsi per noi è proprio…ARTE
    tutto il nostro cinema ( ma perché parlando delle cose italiane tocca sempre aggiungere….e non solo? )
    è figlio del far le nozze coi fichi secchi
    e in più lo etichettiamo subito ” di serie B ” perchè ci autosnobbiamo subito da bravi provincialotti ….e poi magari esaltiamo senza motivi validi personaggi che a Bava avrebbero potuto solo stirare la camicia ( forse…..)
    scusa se mi dilungo ma ti racconto un breve aneddoto familiare
    anni fa quando ancora tenevo seminari sul cinema all’Università della Tuscia con la collaborazione della Cattedra di Storia e Critica del Cinema di Roma misi insieme una ricca collezione di film ” polizzzzzzzioteschi “…..e mia moglie mi sfotteva quasi ogni sera….” ma che fai? ancora con Merli? ” e frasi simili
    quando raggiunsi il limite di sopportazione le feci una proposta….” Ti ho mai fatto vedere anche un solo film che non avesse almeno una ragione per esser visto? Mi sembra di no….quindi da domani ti becchi una trentina ( per cominciare ) di polizzzzzzzzziotteschi”
    In studio io ho il video proiettore con schermo da 3m per 2,50 e comode poltrone…vedere un film in TV mi può star bene….ma le partite di calcio ESIGONO il grande schermo
    per farla breve….fu lei stessa a uscirsene con frasi di questo tipo…..ma gli inseguimenti sono molto più realistici di come li fanno adesso….o…però che bel cast, non ci avevo mai fatto caso….la pianto qui…per non rompere troppo
    morale della favola….il cinema italiano, se non si hanno le fette di prosciutto sugli occhi o se non si è volutamente prevenuti……è stato sempre…anche quando non sapeva di esserlo….il vero cinema
    il dubbio è…..lo sarebbe stato se avessimo avuto ANCHE i soldi oltre alle idee, i registi e gli attori?
    o perlomeno….sarebbe stato in grado di essere così creativo e variegato? e non dimentichiamo le Sacre Maestranze…
    ci sono nomi sconosciuti persino agli addetti ai lavori a cui dovrebbe andare il 50% dei meriti…gente capace di ridicolizzare Hollywood spendendo 1000 ( lire ) per ognuno dei loro 100.000 ( dollari ) ottenendo risultati migliori
    sfondi una porta aperta con me sul cinema italiano Silver
    e piuttosto che Blob…..tra un po’ me rivedo Caltiki…che come saprai è a nome del Freda ma è girato quasi tutto da Mario…oltre agli effetti speciali

    bye for now

  64. Silver Apple vive ancora

    @ Heropass:
    ancora su Nolan proprio poche ore fa così si esprimeva uno più saggio di me
    http://www.fantascienza.com/magazine/notizie/19535/christopher-priest-come-ti-demolisco-christopher/

    Così so che nel mondo ce n’è almeno uno d’accordo con me.

  65. heropass

    @Silver Apple vive ancora:

    a me i film di Nolan piacciono, conservano quel tipo di struttura che mi ricorda un po’ i film di Eastwood (con le dovute differenze).

    “È uno sbaglio prendere un supereroe e cercare di dargli realismo psicologico. Non c’è realismo psicologico in un supereroe. È un tizio coi muscoli che salta tra i palazzi.” però è una sciocca banalità che non mi sarei aspettato da Priest.

  66. Stefano

    Priest fa un’affermazione molto discutibile sulla psicologia dei supereroi. Per essere uno scrittore è un po’ ignorante (nel senso letterale del termine), quindi non lo definirei proprio una persona saggia.

    Insomma un presuntuoso che dà del presuntuoso ad un altro. Poco attendibile…

  67. Silver Apple vive ancora

    @ Stefano:
    In linea del tutto teorica ti devo dare ragione, ma mi sento di dire di essere d’accordo con Priest, come pure Cronemberg che recentemente ha affermato qualcosa di simile. Ci hanno provato anche Frank Miller e Alan Moore ma un supereroe che si muove in un contesto realistico con dei drammi interiori continua a sembrarmi un ossimoro, forse perché essendomi accostato tardi all’universo dei supereroi e proprio attraverso quelle che sono riletture/eccezioni non sono mai riuscito ad accettarne/capirne le logiche.
    Il fatto che il cinema superomistico stia saldamente nelle mani delle menti cinematografiche peggiori del momento purtroppo gioca a vostro sfavore.

    “Interstellar” alla fine l’ho anche visto e la cosa ha affermato ciò che i miei sensi di ragno già mi dicevano, un film arrogante, presuntuoso, di una stupidità insultante e senza il senso del ridicolo.
    (Spoiler come se piovesse, tanto il film è da catalogare sotto “colori che si muovono”)
    Dialoghi senza senso che sembrano presi da “Star Crash”, supercazzole alla JJ Abrams ogni dieci minuti (Un altro che andrebbe diffidato dall’avvicinarsi a meno di cinque metri ad una telecamera), l’astronauta più cretina di sempre dopo quella di “Prometheus” che ai compagni di viaggio che le chiedono come mai abbia girato l’astronave per andare in un altro posto rispetto a quello prestabilito risponde che è innamorata dell’astronauta quasi cetramente morto che c’è nel posto dove vuole andare e siccome l’amore è una forza che agisce sugli esseri umani proprio come il tempo e la gravità bisogna mandare al diavolo le equazioni ed andare dove li porta il cuore e gli altri astronauti invece di espellerla dal portellone e continuare la missione senza la bomba ad orologeria di una psicolabile del genere a bordo dicono sì hai ragione che gentaccia stavamo diventando andiamo.
    Il robot che dice le barzellette, a forma di monolito nero, perché Nolan ha visto Kubrick, anch’io e non è perché ho visto Kubrick che avevo voglia di inseguire Nolan con un’ascia.
    E potrei continuare finché voglio (Caschi da stronauta che si rompono con una testata, tute aperte in atmosfera di ammoniaca a meno centanta gradi e il protagonista che nonostante questo, purtroppo, non muore…)
    Il fastidio aumenta perché le parti sulla terra sono bellissime, quelle sulla malattia del grano i messaggi dei familiari che crescono/invecchiano/muono velocemente per effetto della relatività sono francamente struggenti ma poi ti vengono a dire che per trovare la cusa per il grano devi guardare dentro un buco nero! Adesso in Puglia stanno morendo gli ulivi e invece di andare alla facoltà di agraria dovrebbero spedire gente nello spazio, ma senza calcolare bene le traiettorie tanto vanno dove li porta il cuore.
    Spazzatura pura e semplice.
    Uno come Duncan Jones avrebbe fatto un capolavoro… anzi con gli stessi soldi ne avrebbe fatti almeno dieci.

  68. Picchio

    c’e stato un tempo in cui i gruppi rock per non essere considerati inferiori si davano al jazz o alla classica
    con risultati deteriori
    c’è stato un tempo ( forse ancora c’è ) in cui i ” fumettari ” sentendosi inferiori si sono dati alla ” graphic novel “….dimenticando la massima di Magnus ” i veri eroi del fumetto sono quelli che consegnano 96 pagine al mese di livello grafico e di sceneggiatura sempre di livello alto/medio alto, non chi come me ci mette sette anni a completarne uno ”
    c’è stato un tempo in cui gli autori delle Grandi Scuole del fumetto americano per non sentirsi inferiori hanno creduto che fumetti creati per i dodicenni dovessero essere qualcosa di più….
    bye, vado a vedere la partita
    c’è stato un tempo in cui i calciatori senendosi inferiori hanno deciso di diventare delle Star…..

  69. Stefano

    “Il fatto che il cinema superomistico stia saldamente nelle mani delle menti cinematografiche peggiori del momento purtroppo gioca a vostro sfavore.” Mah, io non credo sia così.

    Tutto è opinabile. Non vedo tutta questa negatività. Whedon lo reputo una delle migliori menti sia per i serial (con Buffy è sato innovativo), sia per i comics (ha scritto un ciclo bellissimo degli X-men); poi ha creato quel gioiellino della sci-fi che è Firefly, tanto per menzionare qualcosa. Molti non saranno d’accordo. Amen.

    E per parlare di altri registi, adoro il superman di Snyder (che è anche di Nolan, sì); niente male i due nuovi X-men, anzi, First class l’ho trovato piacevolmente ben amalgamato con le vicende storiche dell’epoca; e così via. Che poi per caratterizzare bene psicologicamente un supereroe (o un qualsiasi altro personaggio) mica servono solo i drammi interiori.

    Riguardo a Nolan, a me è piaciuto quasi tutto quello che ha fatto (non ho ancora visto Following), mi è piaciuto un sacco persino Trascendence, dove però la sua influenza è poca… per dirla tutta, sono di bocca buona. Credo ci sia molto di peggio in giro.
    Sono quasi sicuro che se Interstellar l’avesse fatto un altro regista, se ne sarebbe parlato
    diversamente. Solo perché c’è di mezzo Nolan si sta a cavillare… Quando mai si è parlato così tanto di un film di fantascienza?!? (A parte Gravity, che fantascienza non è, dato che è scienza). Tutti gli altri film di fantascienza, per quanto insulsi, o belli siano, passano quasi inosservati. Guarda per esempio Moon, bel film di cui non sa nulla quasi nessuno. Chissà che sarebbe successo se l’avesse fatto Nolan: commenti negativi a raffica. (E comunque mettendosi a guardare col microscopio Moon ne trovi di vaccate anche là, eh; un tempo esisteva la tanto cara sospensione dell’incredulità, ora si vuole tutto realistico al 100%… allora guardatevi Discovery channel!)

    Insomma credo che la visione sia condizionata da un giudizio di fondo, cioè si parte già con l’idea – magari inconsapevole – di demolire il film e non lo si gode come si dovrebbe, non lo si recepisce come quello che è, cioé un’opera di intrattenimento, non strettamente scientifica, magari molto speculativa, sì, perché se la fantascienza non è anche fantasia, ma solo stretta scienza, che fantascienza è???

  70. Silver Apple vive ancora

    @ Stefano:
    Quello che mi da fastidio nei film spacconi come Prometheus e Interstellar non sono gli errori scientifici, non ho voglia e neanche sono capace di discuterne (In rete in nerd si sono sbizzarriti, ma se me ne accorgo persino io vuol dire che sono madornali, in “Prometheus” c’è tipo una biologa creazionista e la sua ottusità è pure spacciata per spessore morale, io fra l’altro la trovo una cosa anche grave eticamente), sono gli errori di cinema, le voragini della sceneggiatura (Memento e The prestige funzionavano perché avevano sceneggiature di ferro), va bene la sospensione dell’incredulità ma le regole del cinema valgono anche per i film di fantascienza, altrimenti ha ragione chi ci prende per dei semplicioni.
    Uno poi è libero di vedere quello che vuole, sospendendo o meno l’incredilità (io guardo con grande piacere roba ignobile da ogni punto di vista e mi piace proprio grazie alla sua bruttezza e stupidità) ma bisogna prendere la roba per quello che è e “Prometheus” e “Interstellar” sono solo dei B Movie che sprecano tutto il lavoro eccezionale del reparto tecnico e non sono neanche simpatici come lo sono i migliori B Movie.

    La critica ufficiale secondo me ha lapidato “Gravity” con una crudeltà insensata perché non si era resa conto di che zotta era “Prometheus” (Venduto come un film molto profondo che si sinterroga su temi imporanti, ricordiamo al pubblico a casa che è un film dove dicono che la vita ha origine da un culturista con la faccia di Mussolini che beve la coca cola e muore) ed aspettava al varco un film qualsiasi del genere ed un po’ grosso.
    Nolan è coccolato in maniera immotivata ma secondo me è un contagio psichico.

  71. heropass

    Concordo con Stefano.
    Credo si tratti poi di gusti personali, in fondo, e dalle aspettative che si hanno.
    Silver Apple, quanto dici sui varii “errori” di Nolan è vero; d’altronde ogni film di fantascienza deve fare i conti con diversi aspetti: deve essere mooolto comprensibile al grande pubblico e gli aspetti scientifici vanno in subordine alla scorrevolezza della storia, al fascino delle scene e al meccanismo della sceneggiatura.
    La verosimiglianza scientifica a questo punto diventa sempre un’handicap.
    C’è di peggio: anni fa mi hanno portato a vedere Spiderman 3!

  72. Alberto

    Mah… Sinceramente, il romanzo vincitore dello scorso anno mi è parso migliore di questo: mi aspettavo di più…

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