illustrAutori del fantastico/2
Franco Brambilla, cartoline dal futuro
Seconda puntata del dossier dedicato ai grandi illustratori della fantascienza e fantastico. E’ il turno di quel Franco Brambilla che ha da poco superato il numero di presenze di Kurt Caesar, risultando così il più prolifico dopo l’inarrivabile Karel Thole.
Nato a Milano il 23 marzo 1967, fin da piccolo Franco Brambilla si nutre a base di immaginario fantascientifico attraverso libri, fumetti, cinema e televisione: dai romanzi di Jules Verne divorati nelle lunghe estati al mare al Jeff Hawke di Sydney Jordan, dalle visioni di Jean Giraud in arte Moebius e Juan Gimenez ai supereroi, fino alle serie tv britanniche e i multiformi universi dell’animazione giapponese.
Dopo il diploma di maturità scientifica nel 1986 e quello di Illustrazione all’Istituto Europeo del Design nel 1991 (dove incontra Aldo Di Gennaro tra i docenti), inizia a lavorare professionalmente nel capoluogo lombardo presso la società di servizi Edistudio, dove impara i primi rudimenti dell’illustrazione assistita dal calcolatore allora ancora agli albori. In pochi anni realizza migliaia di illustrazioni tecnico-scientifiche per libri di scolastica e divulgazione scientifica, che si concentrano nei periodi invernali e lasciano lunghi periodi di bonaccia creativa. Il giovane scaccia l’inattività ideando i personaggi di Full & Berto, un gatto e un cane che nel 1994 accompagnano i lettori più giovani in quattro volumetti divulgativi per la Fabbri.
Ma la passione per l’illustrazione 3D prende il sopravvento e nel 1998, avviata la collaborazione alle pagine Multimedia per l’inserto “Corriere Economia” allegato al “Corriere della sera” del lunedì, fonda l’Airstudio con Giacomo Spazio (a cui si aggiunge presto Pierluigi Longo), in breve tempo punto di riferimento nella progettazione grafica e nell’illustrazione per le maggiori case editrici italiane, che gli dà modo fino alla chiusura nel 2011 di allargare gli orizzonti in periodici come “Abitare” e “D – la Repubblica delle Donne”. A questo punto, diventa insopprimibile il richiamo alla fantascienza: armatosi di un portfolio con le sue migliori prove, Brambilla decide di puntare subito in alto e proporsi per “Urania” a Giacomo Callo, ancor oggi art director Mondadori. Complice anche la copertina per “Decoder” n.11 dedicata nel 1996 a James Ballard, che viene apprezzata in casa editrice, il colloquio ha buon esito e porta al debutto dell’artista milanese sui “Classici Urania” n.259 nell’ottobre 1998 (per Giove chiama Terra, di Ben Bova) e di lì a poco sulla rinnovata “Urania” con il n.1381 del 2 luglio 2000 (La guerra dei folli, di Sarah Zettel).
Nell’illustrazione digitale e nei programmi 3D (anzitutto Bryce e Photoshop, ma anche Studio Max e Strata Studio Pro per le figure più complesse, Poser per la figura umana), l’autore trova la naturale evoluzione della propria passione per la fotografia e il modellismo (in particolare per la serie 3DSF ideata da Kow Yokoyama di cui è collezionista, con i rispettivi libri e fumetti). Le suggestioni interiorizzate da artisti come gli “editoriali” Karel Thole e Ferenc Pintér (veri giganti dell’illustrazione, per fortuna nostra trapiantati in Italia), ma anche i “tecnici” Chris Foss e Tim White (che ai tempi usano l’aerografo) e i più “cinematografici” Syd Mead e Ralph McQuarrie (designer per i film di Ridley Scott e George Lucas) riemergono nel lavoro di Brambilla in immagini d’impatto dalla forte personalità, che danno immediata riconoscibilità alla collana e incuriosiscono programmaticamente senza mostrare troppo i contenuti del volume. Come e più di tanti esempi cinematografici, il rischio di firmare immagini impeccabili dal punto di vista tecnico-visivo ma clamorosamente senz’anima o dalla concezione banale c’è: viene evitato anche grazie a considerazioni “generazionali”, non considerando più separate le tecniche digitali e quelle “analogiche” tradizionali, bensì considerando un’immagine tout court che debba anzitutto emozionare, colpire come una scarica laser e stimolare l’immaginazione.
Il suo metodo di lavoro è semplice: a partire dalle indicazioni redazionali, utili per un’idea di fondo, Franco sviluppa i primi modelli realizzando alcuni rendering su un PC con sistema operativo Windows, che poi vengono passati in alta definizione su un Macintosh dotato di una scheda grafica per Photoshop in modo da rifinire al meglio i particolari. Come sempre in questi casi, di una copertina possono così esistere decine di versioni alternative, a volte contastanti o anche che s’influenzano l’una con l’altra: il confronto fra l’editor, l’art director e il curatore della collana porta al risultato finale. Nella stragrande maggioranza dei casi, la soddisfazione è condivisa anche dai lettori e dagli autori: uno degli esempi più rilevanti è quello di Dan Simmons, che ha tanto apprezzato le due copertine per la versione italiana di Ilium. L’assedio (2003) e Ilium. La rivolta (2004) da inserirli nella gallery dei collaboratori sul suo sito ufficiale.
I risultati sono tali che a Brambilla viene anche affidata la nuova serie di ristampe “Urania collezione” all’esordio nel marzo 2003, caratterizzandola fino a oggi con l’immagine che esce dai margini della copertina nel formato quasi quadrato, in un legame tra illustratore e collana che per la prima volta rinnova i fasti dell’irripetibile periodo legato all’esperienza di Karel Thole, pressoché ininterrotto dal 1960 al 1988.
Un altro centinaio di copertine, per la stessa Mondadori negli infiniti addentellati della collana “Urania”, ma anche per editore d’oltreoceano come l’americana Ibook nel giugno 2004, portano l’autore a ulteriori collaborazioni come lo speciale commemorativo Jack Kirby – Tributo al Re, volume di omaggi presentato a Lucca Comics nel novembre 2004: in quarta di copertina svetta il Baxter Building, tradizionale abitazione dei Fantastici Quattro ideati dall’artista newyorchese insieme al vulcanico Stan Lee nel 1961 e trasposto da Brambilla secondo il suo ormai caratteristico stile.
Ma l’iniziativa che gli porta ancora più popolarità è il set d’immagini “Invading the Vintage”, un vero e proprio divertissement su “Simpatici alieni che invadono le cartoline del nonno”, iniziato per scherzo su Flickr nel 2007 e rilanciato in tutto il mondo attraverso il web, apparendo in decine di blog come il celebre Boing Boing nel 2009 e da qui su riviste internazionali come “Wired” e “MacUser”, webzine d’arte e design come lo statunitense “Juxtapoz” e l’italiana “BeDifferent”, e perfino sul londinese “Sunday Telegraph”, superando le centomila visualizzazioni. Si tratta di una sessantina di cartoline d’epoca anni Cinquanta-Sessanta a cui l’autore ha aggiunto, in pieno gusto back to the future, personaggi fantascientifici a modellazione tridimensionale, spesso ben riconoscibili e tratti dall’immaginario planetario degli ultimi decenni, richiedibili a richiesta su stampe migliorate. Ciascuna trasuda ironia e passione da ogni pixel, tra una famigliola svizzera che si fa fotografare con tre enigmatici alieni (“Greetings from Switzerland”, la prima realizzata), Camminatori AT-AT di Star Wars di corsa sulla strada di un litorale (“At At Lido Cup!”), l’astronave di UFO robot Goldrake miracolosamente atterrata all’aeroporto di Santa Barbara (“Ex Voto”), pin-up ed extraterrestri ai bordi di una piscina (“Men In Black Summer Resort 1954”) e via di questo passo, “spaziando” letteralmente in tutti i mash-up che la fantasia può suggerire…
Non abbandonando il lavoro di copertinista di diverse fanzine del settore come “Fondazione”, “IF” e “Next”, Brambilla ha inoltre riprodotto per il volume di Giuseppe Lippi 2001: Odissea nello spazio – Dizionario ragionato (Le Mani, 2008) modellini 3D dei veicoli spaziali apparsi nel celeberrimo film di Stanley Kubrick, così come ha realizzato illustrazioni per racconti apparsi su “Newton Oggi” nel 2010, su “E – Il Mensile di Emergency” nel 2011, il mensile della “Repubblica” XL, e le edizioni italiane di “Rolling Stone” e “Vice Magazine”, oltre a testate divulgative ma più rigorose come il britannico “New Scientist”.
La sempre maggior visibilità ha portato l’autore a partecipare a numerose esposizioni collettive (la più recente lo scorso novembre allo Wow Spazio Fumetto di Milano sui 60 anni di “Urania”), nonché ad alcune mostre personali, come ““Urania” & Co.” a Cavallermaggiore nel dicembre 2009 e “Il futuro del cerchio” alla Libreria Mursia di Milano nel maggio 2010. Consacrazioni di questo primo scorcio di carriera, il Premio Europa come Best Artist all’Eurocon di Fiuggi nel marzo 2009 e il Premio Italia come Miglior Artista ai Delos Days di Milano a giugno 2011.
Sfruttando le disponibilità del print-on-demand, oltre a una raccolta delle sue cartoline vintage-futuristiche l’autore ha riunito dal dicembre 2010 le sue immagini più belle in dozzine di calendari, raggruppandole sotto titoli evocativi come “Monsters & Heroes” o “Catastrophic Pleasures”. Attualmente sta progettando una raccolta delle prime 120 copertine di “Urania collezione” (comprese quindi le uniche 3 realizzate da Iacopo Bruno), con almeno una decina di “outtakes” (versioni alternative di copertine non utilizzate) e introduzioni di Giacomo Spazio, Giuseppe Lippi e Giacomo Callo. In effetti, per Franco Brambilla ci pare giunta l’ora di una pubblicazione che non sia destinata “soltanto” allo spazio di un calendario (pur… “stratosferico”). Nel suo caso più che mai, the sky is the limit!
Loris Cantarelli
http://illustrautori.blogspot.it
Posted in Profili
febbraio 12th, 2013 at 01:03
Scusate l’incursione/intrusione, ma gironzolando oggi sul web perchè colpito dalla notizia delle dimissioni del papa tra i miei conoscenti c’è chi segnalava la coprtina che poi ho postato nel mio blog e che vi riguarda: http://ilpianetadellescimmie.wordpress.com/2013/02/11/il-dilemma-di-benedetto-xvi/
(ovviamente la fonte è linkata e citata. Cari saluti
febbraio 12th, 2013 at 14:54
Un inchino alla bravura di Franco per le sue copertine
febbraio 12th, 2013 at 16:11
Complimenti a Franco per il traguardo raggiunto!